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Autore: Flying_lotus95    08/10/2023    1 recensioni
[Spin off prequel di My bad habits lead to (love or hate) you ]
"Quel giorno il cielo era terso, nemmeno una nuvola sporcava l'azzurro limpido e chiaro che sovrastava le loro teste. Nei ricordi del piccolo Roland, quella distesa celeste non era mai stata tanto incontaminata. Non era passato poi molto tempo dalla fine della guerra, e bearsi di una visione simile faceva invocare al miracolo."
[𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 2023 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loid Forger/Twilight, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali:
Questa vuole essere una piccola missing moment - prequel tratta dalla fanfiction My bad habits lead to (love or hate) you. Se non avete letto quella, capirete poco o nulla, ma questo non vuol dire che non può essere letta in autonomia dalla storia madre. Diciamo che così saprete già di chi stiamo parlando senza scervellamenti inutili 😉
È una scenetta molto breve che ricalca uno dei prompt del Writober 2023, quindi non prendetela troppo sul serio.
Vi auguro buona lettura.

 
 

The Sky is ours

 
 
Prompt - Cielo terso
 

Della sua infanzia, quella prima di diventare Tasogare e poi Loid Forger in seguito, Roland Spoofy non ricordava assolutamente nulla. O meglio, qualcosa la ricordava, ma aveva preferito volutamente rimuoverla.
Il camice bianco che suo padre usava per visitare i pazienti, i lunghi capelli castano biondi di sua madre, che suo padre amava scostarle dal collo per lasciarvi su di esso una scia di baci leggeri, il profumo di lievito e spezie che aleggiava per tutta casa nelle domeniche trascorse a tavola tutti insieme, le coperte calde che la mamma gli metteva addosso quando dormiva...
C'era stato un tempo in cui Roland era stato un bambino felice, amato.
Un tempo in cui suo padre lo prendeva in spalla e insieme raggiungevano il salotto dove la mamma aveva apparecchiato la tavola.
Vi era stata la felicità in quella casa, l'amore, l'unione...
 
Poi era arrivata la guerra.
 
Un bombardamento non previsto aveva colpito il loro quartiere, in piena notte.
Non erano suonate le sirene, nessuna avvisaglia, niente di niente.
Roland di quella notte ricordava solo le braccia di suo padre, che lo avevano afferrato assieme alle coperte del letto, portandolo fuori dalla stanza. Una casa vicina era stata distrutta, presto sarebbe toccato anche alla loro.
Grande confusione, urla sconnesse, richieste di aiuto... e Roland bambino percepiva soltanto il calore del petto di suo padre, trasmesso attraverso le coperte e la trapunta. Poi un discorso concitato, una richiesta, un bacio tra i capelli dato con fretta, un "Torno presto" sussurrato con sicurezza, e la voce di sua madre che urlava di non andare, di non lasciarli soli...
Qualche ora dopo, alle prime luci dell'alba, avevano ritrovato il corpo di suo padre sotto alle macerie, assieme ad altri corpi ammassati. Stringeva tra le braccia una bambina poco più piccola di suo figlio, il viso sporco di terra e detriti, ma entrambi sembravano dormire sereni, indisturbati. Da quel sonno, era prevedibile oltre che ingiusto, non si sarebbero mai risvegliati.
Il dolore era stato grande, sua madre non aveva retto alla perdita di suo marito, Roland invece aveva provato odio, un odio feroce. Verso chi o cosa, però, non seppe mai dirlo. 
Avevano perso la loro casa, il loro punto di riferimento. Fu in quel preciso momento che Roland aveva cominciato ad odiare la guerra con tutto sé stesso, con tutte le proprie forze...
Poi, come un disastroso effetto domino, perse anche sua madre. Venne strappato 
dalle sue braccia e portato in un Kinderheim qualche mese dopo, a guerra conclusa. Si era ritrovato circondato da tanti bambini più o meno suoi coetanei, il più grande di loro neanche arrivava a quindici anni. Questo perché venivano poi introdotti alla carriera militare, nel caso non volessero poi proseguire gli studi. Per le donne il destino era quasi simile, con la differenza che, invece dell'esercito, a loro sarebbe spettata la vita monacale, se non avessero avuto altre aspirazioni al di fuori dell’orfanotrofio. 
Quel periodo della sua vita, Roland lo aveva trascorso in silenzio, cercando di non dare troppo nell'occhio, con la vana speranza che prima o poi avrebbe rivisto sua madre. Non possedeva ricordi memorabili e degni di nota legati in quel periodo. Forse soltanto uno gliene era rimasto impresso in modo particolare, e non era un ricordo dei tanti, non lo sarebbe mai stato.
Aveva nove anni e passeggiava con altri bambini per le strade della città, accompagnati da due suore del Kinderheim.
Quel giorno il cielo era terso, nemmeno una nuvola sporcava l'azzurro limpido e chiaro che sovrastava le loro teste. Nei ricordi del piccolo Roland, quella distesa celeste non era mai stata tanto incontaminata. Non era passato poi molto tempo dalla fine della guerra, e bearsi di una visione simile faceva invocare al miracolo. 
La sua attenzione venne catturata dal pianto di una bambina, sul ponte carrabile che univa i due lati della città divisa dal canale. 
Doveva essere molto più piccola di lui, e l'aveva vista piangere disperata, nonostante la madre - una donna davvero molto bella, aveva constatato Roland - e un'altra signora ben più corpulenta avessero cercato di consolarla inutilmente. 
Approfittando così di una leggera distrazione delle suore, si era allontanato dalla comitiva per capire cosa fosse successo. Si avvicinò abbastanza per capire che alla piccola era caduto il suo orsetto nel canale, e la cosa l'aveva demoralizzata molto. Spinto da una forza strana, un moto di ribellione a lui finora sconosciuto, Roland non ci aveva pensato due volte a tuffarsi alla ricerca dell'orsetto, scavalcando il parapetto del ponte e tuffandosi nelle acque gelide del canale. Non era bravissimo a nuotare, ma riusciva a tenersi a galla: suo padre era stato un bravo maestro a riguardo, durante i lunghi pomeriggi estivi trascorsi al lago, anni prima.
Raggiunse l'orsetto rapidamente, sbracciandosi come un ossesso nelle acque che lo stavano trascinando verso una meta ignota. L'intervento esterno di un uomo snello e allampanato fece sì che la situazione non si evolvesse in tragedia.
Quando raggiunse la terraferma, Roland si accorse che il suo gesto avventato aveva attirato un sacco di gente lì sul posto. Persino le suore si erano precipitate a vedere cosa avesse combinato. Ma per Roland, la cosa più importante in quel momento era restituire l'orsetto alla bambina che aveva visto piangere in quel modo così innocente da stringergli il cuore in una morsa soffocante, senza spiegarsene il motivo. Non si preoccupò neanche delle domande che lo sconosciuto accorso in suo aiuto gli pose riguardo alla sua salute. A Roland interessava soltanto consegnare quel pupazzo alla sua legittima padrona.
Quando glielo porse, la bimba lo guardò spalancando gli occhi, sorpresa. Sua madre, accanto a lei era incredula. Gli disse qualcosa, ma Roland non sentì nulla: era totalmente rapito da quelle iridi verdi accese, talmente belle da sembrare due smeraldi. Quando poi una delle suore lo raggiunse, colpendolo con uno scappellotto dietro al collo rimproverandolo aspramente per quella bravata sconsiderata, alle parole di scuse di quella donna la suora cambiò repentinamente atteggiamento, obbligando Roland ad inchinarsi ad entrambe. 
 
Avrebbe appreso solo molto più avanti che aveva recuperato l'orsetto della principessa di Westalis e che, molti anni dopo, avrebbe lavorato a suo stretto contatto. 
 
Sedici anni dopo, Roland era entrato nel corpo ufficiale della WISE, in qualità di spia del governo sotto il comando del tenente Yuki. Lo aveva notato mentre era ancora un cadetto, e gli aveva offerto la possibilità di "cambiare aria".
L'ambiente militare non era dei più salubri, e Yuki, come se ne avesse quasi percepito le vibrazioni, aveva capito che quel posto, a lungo andare, avrebbe soltanto danneggiato quella giovane recluta.
Fu così che propose di incaricarlo guardia ufficiale del palazzo di Westalis.
 
Quel giorno, il cielo era di nuovo terso e limpido, come ad augurare un buon presagio imminente.
Quel giorno, come sedici anni prima, Roland rinnovò il suo appuntamento con il destino.
Quel giorno, il destino di Loid Forger s'intrecciò inevitabilmente a quello della principessa Sabina di Westalis.
   
 
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