V
inarcò un sopracciglio, vedendo
quel bambino minuscolo saltellare accanto a uno scaffale, cercando
invano di
raggiungere un libro ben oltre la sua portata. Non aveva idea di come
relazionarsi con lui, certo, era comunque suo padre, ma era troppo
immaturo per
essere trattato come tale. Allo stesso modo, Tron non era certo un
bambino
qualunque, nonostante il suo atteggiamento, e questo complicava
ulteriormente
le cose.
-Tron…
ti serve una mano?
-Prendimi
un libro con le figure!
Con
un sospiro, l’albino si
avvicinò alla libreria, trovando rapidamente un vecchio
libro illustrato. Molti
erano stati suoi, poi passati in eredità ai fratelli minori,
ma quel volume in
particolare (una raccolta di favolette natalizie) era sempre stato il
preferito
di Mihael, no, di III.
Rimase
immobile, orripilato, a
fissare Tron che strappava le pagine a quel ricordo della loro
infanzia,
deturpando con un pennarello le figure, trasformandole in creature
minacciose.
-Ehi!
Ridammelo, V! Sei cattivo!
-Gioca
con questo, è meglio.
Tron
scartabellò velocemente il
libro, pieno zeppo di annotazioni a matita:-Da dove arriva?
È tuo? Chi te l’ha
dato?
-…Era
un regalo di Kaito.
Lo
aveva portato via dalla
Heartland Tower per caso, troppo arrabbiato per riflettere su quello
che stava
facendo. Aveva praticamente ribaltato la libreria, condivisa con Kaito,
a terra,
e aveva preso i libri che riconosceva come “suoi”.
Quando si era accorto
dell’errore, era ormai troppo tardi.
Lasciò
la libreria a passo
svelto, inseguito dalla risata di gola di Tron, le lacrime che gli
rigavano il
volto senza che lui ne sapesse il perché.
Angolo
autrice: con questa
storia, ho il sospetto di essere andata decisamente fuori tema, ma
onestamente
non mi veniva in mente altro… volevo affrontare soprattutto
il tema del
cambiamento di Tron, ecco.