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Autore: waytotheend    16/09/2009    1 recensioni
Una fic divisa in tre parti, che ripercorre gli eventi raccontati nella canzone "Every Time" tratta da "Still Not Getting... Any"
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte 2

Come accade nei film, proprio quando ci eravamo lasciati l'ultimo distributore alle spalle ormai da un pezzo, la macchina iniziò a muoversi a scatti finché non si fermò al centro della strada che fortunatamente era deserta.
Scendemmo insieme e io alzai il cofano come se ci avessi mai potuto capire qualcosa di motori e lei mi guardò e si mise a ridere.
Una risata così carica di gioia che al solo pensarci adesso mi fa sentire ancora di più la sua mancanza perchè dopo quel giorno ho sempre avuto l'impressione che non potessi ancora essere pienamente felice, di quella felicità che ti fa ridere finché la pancia non fa male e gli occhi non ti lacrimano.
-vuoi continuare a fare finta di sapere dove mettere le mani?- disse portandosi i capelli su una spalla e venendomi vicino.
Mise le mani tra le ginocchia e si piegò in avanti come a voler imitare la mia postura.
-mmm- disse dopo qualche secondo -abbiamo un problema con il carburatore-
-dici?-
-se sapessi cos'è…nei film quando una macchina si rompe è sempre il carburatore-
Si voltò appoggiandosi alla macchina e fissando la strada davanti a noi.
-camminiamo-
-è lontano il distributore-
-si ma ci sarà una cittadina da qualche parte...camminiamo e basta...-
Si sfilò le scarpe dai piedi tenendole in mano e iniziò a camminare davanti a me mentre il sole era ormai alto nel cielo.
Iniziai a seguirla ma poi si voltò e mi sorrise -Bouvier non puoi lasciare la macchina così...spingi! Avanti!-
Si fermò e restò a guardarmi mentre trovando una forza che non sapevo di avere, spinsi la macchina finché non fu nell'erba lontano dalla corsia della strada.
Le andai vicino e lei mi sorrise ancora prendendomi sotto braccio e iniziammo a camminare standocene un po’ in silenzio e un po’ parlando.
Dopo quella che sembrò una giornata intera ma che era stata solo un’ora, arrivammo davanti al cartellone di una piccola cittadina. Probabilmente “villaggio” sarebbe il modo migliore per definirlo.
-benvenuti a Delay…suona bene-
-suona lugubre- le risposi.
Ma lei neanche mi sentì.
Aveva già fatto qualche passo e si trovava oltre il cartellone.
-sai che se ci rapissero e ci uccidessero nessuno ci troverebbe mai?-
-Pierre…- si voltò incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio come sempre -ma dai! Che cretino-
La raggiunsi e riprendemmo a camminare.
-non c’è niente qui-
-non ci serve niente- disse sorridendo per poi darmi un bacio a fior di labbra.
Le strade erano deserte ma su tutti i negozi, la scritta diceva “OPEN!” e quando arrivammo davanti ad un piccolo drug-store, entrammo.
Il campanello attaccato alla vecchia porta di legno fece voltare il vecchietto dietro al bancone.
-salve- gli disse con un sorriso prima di tirarmi per la mano sul retro con lo sguardo fisso del vecchio addosso.
-aspetta dobbiamo chiedere di un telefono per chiamare e farci venire a prendere!-
-non importa farsi venire a prendere-
Mi tirò a se e iniziò a baciarci ma il vecchietto fece cadere un grosso libro e ci mettemmo a ridere rompendo quel bacio.
-non era destino facessimo queste cose in pubblico- disse iniziando a girare tra gli scaffali.
Si fermò davanti una di quelle torrette girevoli con gli occhiali e ne prese un grosso paio rosso pieno di brillantini rosa.
-mi stanno bene?-
-come a Liza Minelli-
-che scemo che sei…sempre lì a scherzare-
-perché adoro vederti sorridere-
Smise di ridere e si bloccò cercando di assumere un espressione seria dietro a quei grossi occhialoni.
-non devi dirmele queste cose carine…non adesso-
-perché?-
-perché poi andrò via…torneremo a Montreal e ci lasceremo…e io non avrò chi mi dice queste cose e la tua mancanza sarà già abbastanza grande senza che io abbia il ricordo delle cose carine che dici-
Ci guardammo per qualche secondo poi saltellò verso la cassa e comprò quegli assurdi occhiali.
Nel negozio seguente prendemmo due cappelli colorati e per la fine della strada avevamo finito i soldi.
-adesso siamo fregati- dissi rimettendo il portafogli ormai vuoto in tasca.
-adesso ci siamo divertiti…quando ti mancherò, ripensa a noi che camminiamo, io con le converse in mano e questi buffi occhiali e tu con quel espressione così tenera di preoccupazione in faccia…-
-quando mi mancherai non basterà pensare a questo-
-ma avrai a cosa pensare-
Come fa male adesso starmene qui a pensarci.
Al sorriso che aveva quel giorno. Prima che tornassimo a Montreal. Prima che tornassimo alla realtà.
Avevamo finito i soldi e non avevamo come tornare a casa ma se potessi farlo, darei tutto quanto via per poter tornare a rivivere quegli istanti in un modo più vivo che solo come semplici ricordi.

   
 
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