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Autore: Tynuccia    12/10/2023    1 recensioni
Non ebbe nemmeno il tempo di tornare al suo rapporto, che l'apparecchio vibrò nuovamente tra le sue mani, segnalandogli la tempestiva risposta di Shiho.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Invito
 
 
 
"Certo che è proprio bello".
"Fa paura, ma non riesco a staccargli gli occhi di dosso".
"Secondo voi è single?".
"Visto quanto è nervoso solitamente direi di sì".
 
Le tre operatrici scoppiarono in una risata giuliva, e Shiho si ritrovò a sospirare esasperata. "Non avete niente di meglio da fare?", disse alle ragazze, aggrottando la fronte mentre girava il cucchiaino nel caffè per mescolarlo. 
 
"Suvvia, Maggiore", disse una di loro, guardandola ammiccante. "Non può negare che il Comandante Joule sia veramente figo".
 
Shiho prese un sorso e alzò gli occhi al cielo. "Si vede che voi verdi del ponte di comando ci avete poco a che fare", ragionò sconsolata. "Se vi capitasse di ricevere una delle sue leggendarie lavate di capo, vi ritrovereste a piangere negli spogliatoi per tutto il pomeriggio".
 
Un'altra sogghignò placida e scosse il capo. "Lo sappiamo che ha un caratteraccio", assicurò, sognante. "Anche quello fa parte del suo innegabile fascino".
 
"Secondo me è il tipo di uomo che ti sbatte contro il muro, ti prende il mento e ti dice che sei una sua proprietà", esclamò la più giovane delle tre, congiungendo le mani davanti al petto.
 
"Non è un pensiero molto lusinghiero", le fece notare Shiho, decidendo che d'ora in avanti non avrebbe più fatto pausa alle macchinette. "E poi non è da lui, fidatevi. Avete guardato troppa robaccia su internet".
 
La prima ad aver parlato le rivolse un'occhiata maliziosa. "Lei ci passa tanto tempo, Maggiore. Ha qualche scoop per noi? Qualche amante?".
 
Shiho inspirò a fondo ed inalberò la sua espressione più truce, in una fedele imitazione del loro superiore. "L'unico scoop che posso darvi è che se non vi muovete a tornare ai vostri posti vi farò pentire di esservi arruolate".
 
Le tre operatrici rimasero qualche istante in silenzio, poi una di loro sospirò. "Chi si somiglia, si piglia", affermò, suscitando l'ilarità nelle altre due. "Non si preoccupi Maggiore, anche lei quando troverà qualcuno si darà una calmata".
 
Shiho preferì non abusare del suo potere e si limitò a guardarle in silenzio mentre se ne andavano verso il ponte, ancora ridanciane e sognanti. Quelle oche giulive erano state insopportabili, e lei si vergognò a pensare che il motivo principale del suo fastidio fosse lo spassionato fantasticare delle colleghe sulla persona di cui lei era, segretamente, infatuata. 
 
Si passò una mano sulla guancia, rimproverandosi per quell'eccesso di gelosia poco motivata, ma non riuscì a fare a meno di prendere il cellulare dalla tasca.
 
*
 
Maledicendo il lavoro d'ufficio, Yzak imprecò tra i denti e si appoggiò contro lo schienale della poltrona. Non osò guardare l'orologio e fu grato di sentire una vibrazione provenire dalla sua tasca. 
 
Sullo schermo del telefono personale c'era una notifica, e quando vide che era da parte di Shiho, l'albino si rallegrò immediatamente. Era riuscito a convincerla a tornare nella sua squadra da qualche settimana, e, per quanto non fosse ancora abituato ai sentimenti romantici che nutriva nei suoi confronti, non c'era niente di male nel concedersi uno spiraglio di buonumore. Soprattutto nell'intimità del suo ufficio.
 
Abbassò lo sguardo e lesse rapidamente il messaggio.
 
Comandante, è libero dopo il lavoro?
 
Per un attimo gli sembrò che il tempo avesse iniziato a scorrere più lentamente, e si costrinse a leggere di nuovo quelle parole. Appurato che non avesse le traveggole per la troppa stanchezza, Yzak non perse ulteriore tempo a digitare la sua risposta.
 
Certo che sono libero.
 
Il suo pollice rimase sospeso sopra il pulsante di invio, quindi decise di cancellare quell'unica frase, dandosi dell'idiota per aver anche solo pensato di poter capitolare così facilmente. Scrisse ancora e, soddisfatto, decise che poteva andare bene per salvaguardare la propria reputazione.
 
Non sono mai libero, dovrebbe saperlo, Maggiore.
 
Non ebbe nemmeno il tempo di tornare al suo rapporto, che l'apparecchio vibrò nuovamente tra le sue mani, segnalandogli la tempestiva risposta di Shiho. 
 
Nessun problema.
 
Yzak rimase qualche secondo in attesa che lei aggiungesse qualcosa, ma senza successo. 
Immediatamente imprecò e si passò una mano nei capelli, sentendosi ancora più stupido di qualche momento prima. Senza rifletterci troppo digitò nuovamente.
 
Aveva bisogno?
 
Compiaciuto per il suo salvataggio in extremis, Yzak riprese in mano il fascicolo e aspettò, con un sorriso tronfio sulle labbra, che il suo telefono vibrasse. 
 
Invano.
 
Tornando a corrucciare la fronte, l'albino agguantò l'apparecchio e lo fissò torvo, come se bastasse quello a far comparire una risposta da parte della sua sottoposta che, in barba alla lealtà e alla professionalità sempre dimostrata, si era permessa di visualizzare senza degnarsi di dargli segni di vita. Quella maledetta era molto più disciplinata nello spazio, si ritrovò a ragionare lui, lanciando il cellulare sulla scrivania e decidendo di accantonare il pensiero per il momento. 
 
L'unica pecca a quel piano perfetto, però, era che continuava a distrarsi, le parole sotto i suoi occhi perdevano completamente di significato e, prima ancora di capire se fosse la cosa corretta, Yzak Joule saltò su dalla sedia ed inforcò l'uscita, determinato a farle una ramanzina che si sarebbe ricordata per il resto della sua vita.
 
*
 
La trovò soltanto dieci minuti dopo, impalata davanti ad una delle stampanti. 
Si portò alle sue spalle e, con un sadismo poco appropriato e molto infantile, batté un piede a terra, urlando il suo cognome.
 
Shiho sobbalzò e le sfuggirono i fogli che aveva appena stampato dalle braccia, esibendosi in un urletto così deliziosamente femminile che Yzak dovette contenersi per non arrossire. "Comandante!", lo rimbrottò lei, guardandolo torva mentre lui si abbassava per recuperare il plico fortunatamente già pinzato. Si portò una mano sul petto e sbuffò. "Mi ha fatto prendere un accidente!".
 
L'albino incrociò le braccia e aggrottò la fronte. "Sai che è buona educazione rispondere ai messaggi?", borbottò, andando direttamente al punto. 
 
Lei fece spallucce e gli rubò il fascicolo. "Le ho risposto, infatti".
 
Yzak, incredulo, recuperò il cellulare e lo agitò sotto il suo naso. "Bugiarda!".
 
Chiedendosi chi lo avesse fatto arrabbiare al punto di sprecare fiato per una bazzecola simile, Shiho si costrinse a calmarsi. "Sono entrata in simulazione poco dopo che ha scritto. Non potevo usare il telefono".
 
Sentendosi un tantino sciocco, Yzak prese tempo riponendo il cellulare in tasca. "Beh, ora hai finito e puoi dirmi se avevi bisogno di qualcosa".
 
Sempre più basita, la ragazza osservò l'espressione frustrata sul volto del suo superiore. Quando era così infantile diventava anche estremamente buffo e lei preferì non stuzzicarlo ulteriormente per non perdere l'udito. "Niente di che, davvero", cominciò, cauta. "Anzi, mi perdoni, signore. Come giustamente mi ha fatto notare, tra ZAFT e il Consiglio sarà sicuramente oberato".
 
Se avesse potuto, Yzak si sarebbe tirato un pugno in faccia. Da solo. "Non credo ci saranno problemi se mi prenderò una serata libera", borbottò, distogliendo lo sguardo. 
 
Shiho agitò le mani di fronte a sé. "Sul serio, non c'è nessun problema! Non voglio distrarla con delle sciocchezze", esclamò, ma l'occhiata gelida che ricevette fu sufficiente per farle capire che, anche se si fosse tranciata una gamba in un incidente, quella sera l'avrebbe passata con lui. "E va bene. Si tratta di alcuni dati che sto analizzando e vorrei sentire anche il suo parere".
 
Yzak la fissò con un sopracciglio alzato. "Niente cena?", domandò, deluso che la ragione per cui l'aveva contattato fosse meramente lavorativa.
 
"Suppongo che a un certo punto bisognerà pur mangiare", concesse Shiho. 
 
"Molto bene", disse l'albino, ergendosi in tutta la sua altezza e incrociando le braccia sul petto, sul volto sfregiato un'espressione compiaciuta. "Ti concederò qualche ora del mio preziosissimo tempo". 
 
"Quanto è generoso, signore", sospirò il Maggiore Hahnenfuss, mettendosi sull'attenti per congedarsi prima di scoppiargli a ridere in faccia. 
Si rese conto che avrebbe decisamente voluto continuare la conversazione con le tre operatrici di prima: più che spaventoso, bello o figo, il Comandante Joule era, innanzitutto, un grandissimo idiota.
  
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