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Autore: Melina     16/09/2009    1 recensioni
[Star Trek serie classica] McCoy aveva creduto di essere pronto per questo. Aveva creduto addirittura di non desiderare altro. Ma l'attimo dopo essere precipitato in quel pozzo senza fondo, riconsiderò la cosa. Forse aveva sempre avuto ragione, non avrebbe mai dovuto lasciarsi convincere da quel vulcaniano incosciente a prestarsi a questa stupida fusione. Non era pronto. Ma era troppo tardi adesso, ormai era sceso troppo in profondità.
Genere: Generale, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leonard H. Bones McCoy, Spock
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa fiction è una traduzione dell'omonima che potete trovare al sito HOW TO MESURE DISTANCES
Si svolge durante la missione quinquennale e fa parte di un progetto molto lungo che non ho ancora avuto l'ardimento di tradurre per intero, ma non si sa mai ^^ E' nata principalmente per la gioia di un'amica speciale grazie alla quale il mio inglese rimarrà sempre desto XD
Si svolge subito dopo ALMOST TOO GRAT A DISTANCE TO CROSS.
Leggete e godetevi Spock e McCoy!
Come al solito il tutto è senza fine di lucro nè inteso per infrangere alcun tipo di copyright.

 

THE DISTANCE BETWEEN THE END OF FEAR AND THE BIGINNING OF LOVE

Anche con tutti i meccanismi di filtraggio, tutte le procedure di sterilizzazione e le sostanze repellenti conosciute su ogni pianeta possibile ed immaginabile, l'universo non sarà mai libero dalla polvere. Faceva parte di quelle ostinazioni per le quali la razza umana era così famosa. Nessuno poteva fermare quei batuffoli grigi e pelosi, che per tanto continuavano a svolazzare in ogni angolo dell'astronave indisturbati. E ad atterrare sulle mie apparecchiature mediche, borbottò McCoy tra sè e sè mentre faceva scorrere un dito sul monitor sopra al lettino delle visite. "Infermiera Chapel" disse, non troppo forte, visto che sentiva la sua presenza pochi passi dietro di lui "Spolveri tutta l'attrezzatura diagnostica, per piacere. Io mi occuperò degli strumenti".
McCoy sperò che questa veloce procedura fosse l'ultimo dei compiti da svolgere per la giornata. Hmm, no, non siamo per niente vicini alla fine del turno, pensò, e sospirò. Tutto quello che voleva era solo rilassarsi un po', ma anche senza un cronometro alla mano sapeva che non si stava nemmeno avvicinando alla fine del suo turno, perchè in quei giorni Spock si stava accuratamente occupando dei suoi orari di servizio e, a meno che la nave non avesse dovuto affrontare una crisi, Spock avrebbe fatto un salto in infermeria appena due minuti prima che il turno di McCoy finisse. (In realtà non era del tutto giusto dire che "faceva un salto". Spock avanzava a passo sicuro e perfettamente a terra ovunque volesse andare, ma ogni attività ambulatoriale priva di alcuna urgenza tendeva a essere chiamata "fare un salto in infermeria" sull'astronave; una connotazione che non faceva altro che arricchire di futilità il significato della frase).
Bene, quel guardiamarina sta riposando tranquillo, e non restano altre ossa da riparare dal momento che in sala di svago la gravità è stata del tutto ripristinata. Sicuramente non farà differenza se adesso mi siedo nel mio ufficio e tiro un po' su i piedi...
Ma quando sentì il sibilo della porta, McCoy stette fermo immobile dove si trovava, e per il bene del rituale che stava per cominciare cercò di sembrare occupato con il tavolo da sterilizzazione.
"Dottore" la profonda e monotona voce veniva da dietro di lui, e McCoy mosse solo legermente il capo per indicare sorpresa. "Oh, salve Spock" disse con un sospettoso eccesso di buon umore.
"Spero che il guasto all'impianto di gravità non abbia causato troppi feriti oggi" continuò Spock.
Quello era un indizio. McCoy aveva dovuto impararlo da sè. Spock non gli aveva mai spiegato cosa significassero quelle visite in infermeria, ma non erano altro che accertamenti. Sullo stato mentale di McCoy, sull'umore che la giornata appena passata aveva lasciato su di lui, e se fosse sessualmente ben disposto. Appena McCoy aveva scoperto cosa intendesse Spock con quelle strane affermazioni cominciò a rispondere in modo diverso. Ora sapeva cosa stava dicendo e a che cosa stesse rispondendo.
"Voglio solo rilassarmi" disse McCoy "Non sono particolarmente in vena".
Spock annuì. "Se hai completato il tuo rapporto sulle patologie presenti su Eminar Quarto andiamo a ritirarlo direttamente dai tuoi alloggi, o se preferisci, puoi consegnarmelo domani". McCoy avrebbe desiderato credere che ci fosse qualcosa di speciale nella voce di Spock che solo lui poteva decifrare, ma no, Spock era sempre un esempio di autodisciplina così come il suo tono era sempre neutro.
"Certo, il dischetto è sulla scrivania del mio alloggio. Possiamo andarlo a prendere anche ora".
Camminando per i corridoi, McCoy chiese schiettamente "Quello che vorrei sapere è cosa è preso a Sulu. Ero sul ponte oggi, e quel mascalzone non la smetteva di sorridere. Ha una nuova fidanzata o qualcosa del genere?" Entrò nel turboascensore con Spock "Ponte Tre F" ordinò.
"Penso che l'umore del luogotenente sia stato sollevato dall'annuncio del capitano che avremmo trascorso una licenza sulla colonia di Ganjitsu".
"Oh, giusto! Sulu è cresciuto su Ganjitsu, vero? Ho sentito dire che è un posto meraviglioso" McCoy sentì un improvviso flusso di informazioni sopragguingere alla sua memoria, qualcosa che aveva letto chissà quando a proposito di Ganjitsu. Cominciò a fremere tenendo l'idea e il suo entusiasmo sotto controllo per rivelarle entrambe al momento giusto. "Nient'altro che pini, giusto? Figuartivamente parlando".
"Infatti. Le autorità di Ganjitsu hanno severamente limitato lo sviluppo della colonia allo scopo di preservare l'opulenza delle loro specie arboree. Questo ha portato alla formazione di una comunità del tutto in equilibrio con la natura" Dopo che furono entrati nell'alloggio di McCoy, Spock continuò il suo discorso sedendosi quando fu invitato a farlo. Non avrebbe mai permesso a se stesso di sentirsi a suo agio in camera di McCoy come se si fosse trovato nella propria. "I sociologi credono che i coloni siano stati in grado di replicare lo stesso equilibrio dovuto alle tradizionali caratteristiche della cultura giapponese, come la disciplina, l'adorazione degli spiriti della natura..."
"... E la totale conformità sociale. Caratteristiche che senza dubbio tu ammiri".
Spock non era infastidito dal giocoso modo che McCoy aveva per provocare un bisticcio "Il quale concetto è espresso in giapponese dalla parola ka, che significa 'armonia'. Ogni comportamento è finalizzato a contribuire al ka della società, e tutti i suoi aspetti ne sono influenzati: dall'architettura, alla dieta, all'orticoltura, fino ai ceti sociali e così via".
Per un momento McCoy focalizzò come recuperare alcuni dati che voleva sottoporre a Spock dal suo computer, e Spock si prese un attimo per riflettere sulla cultura giapponese e sulla colonia che si era stabilita su Ganjitsu. L'umiltà e l'estetica semplicità dei suoi occupanti lo avevano attratto. Non tutte le loro pratiche culturali erano logiche, ma ammirava il loro concetto di ka che predomina sul resto.
"Spock, hai tralasciato un aspetto importante della loro società. Qualcosa che rende tutta questa armonia possibile" McCoy mise la mano davanti allo schermo del suo computer e la fece roteare con un gesto teatrale che non impressionò Spock per niente. Lesse invece il titolo apparso sullo schermo mentre McCoy glielo indicava.
"Love Hotels".
"Anche le persone più armoniose hanno bisogno di stare lontane dai propri parenti ogni tanto. Per centinaia di anni in luoghi come Tokyo la gente era così stipata che era difficile anche solo trovare un posticino dove fare un po' di... attività fisica".
"Attività fisica? Era così difficile muoversi nelle loro case? Avrebbero dovuto soffrire tutti di atrofia muscolare".
"Attività fisica" ripetè McCoy, e mandò con il capo un cenno nella direzione del letto "Un love hotel è un posto in cui le coppie vanno per passare del tempo in privato, senza figli o parenti in genere. L'hotel promette totale anonimato, perchè la discrezione è la cosa più importante. Certo, quella la trovi nella maggior parte degli hotel, ma la cosa speciale dei love hotel è un'altra. Nessuno si ferma in un love hotel per dormirci semplicemente durante un viaggio, quindi chi li gestisce toglie tranquillamente tutti i freni".
"Con questo vuoi dire che tengono dei mezzi di trasporto in quegli hotel?".
"Potresti smettere di far finta di non capire i modi di dire terrestri? Hai vissuto sulla Terra abbastanza a lungo per poter comprendere le nostre espressioni. Tu vuoi solo sottolinearle per farle apparire assurde".
"Sono assurde".
"Puoi almeno dare un'occhiata qui?" McCoy agitò la mano in aria in direzione del monitor "Penso sia un'occasione perfetta. Potremmo andare in uno di questi hotel e passarci l'intera licenza di sbarco. E potremmo finalmente... beh, lo sai"
"Capisco"
"Computer: fornire la lista di sistemazioni classificate come 'love hotels' su Ganjitsu... Sono disponibili delle brochures per ognuno degli hotel presenti sulla lista?" Lo schermo del computer cambiò da una serie di dati scritti a un colorato e vistoso collage di immagini. Il primo titolo che considerarono presentava il depliant di un love hotel con una grafica standard piacevolmente discreta, e sotto di questa apparivano dei caratteri giapponesi, il programma chiedeva di indicare una preferenza linguistica.
"Vorrei solo sapere se questo ti interessa" disse McCoy. Era seccato dall'impassibilità di Spock "Se non altro sono sicuro che potrai avere un'affascinate conversazione col computer dell'hotel"
"Sarebbe piacevole interagire con un'entità ragionevole e metodica come lo sono io" disse Spock distrattamente mentre si apprestava a guardare lo schermo. Appena vide il prezzo dell'hotel divenne scettico.
McCoy fece roteare gli occhi "Forse tu avrai speso tutta la tua paga in birra romulana e prostitute, ma si dà il caso che io abbia risparmiato la mia, quindi posso permettermelo".
Spock non appezzava quando McCoy mescolava l'ironia con la coscienziosità. McCoy non sopportava l'esame minuzioso, accurato e del tutto privo di entusiasmo che Spock faceva della brochure, quindi si spostò con la sedia di fianco a lui e si mise ad indicargli con un dito i punti che riteneva più interessanti guidandoli attraverso il menu fino alla sezione che illustrava le offerte di ogni singola camera.
"Che tipo di stanza preferisci?" chiese McCoy "Sono tutte a tema. Vedi, possiamo prendere una stanza somigliante a un palazzo del piacere Orioniano..."
"E perchè dovremmo desiderarlo?" il tono di Spock era così piatto che McCoy non poteva stabilire se fosse realmente perplesso o stesse solo tentando di assumere il comportamento umano definito sardonico".
"Non sto dicendo che voglio affittare la camera Orioniana, sto solo dicendo che è una delle opzioni. Ne hanno di ogni tipo. La maggior parte sono ispirate a particolari culture o periodi storici. Oh, come questa qui, 'Selvaggio West'. Stile western del diciannovesimo secolo americano. Guarda, tutto è fatto di vero legno; in quel periodo era il materiale che si impiegava più frequentemente. Ed è anche arredata come se fosse un saloon!"
"Intendi dire 'salone'?"
"No, 'saloon', ma probabilmente la parola deriva da 'salone'. Era un fulcro sociale. Oh, guarda qui, hanno una camera Vulcaniana" McCoy selezionò la stanza dal menu così che potessero esaminarla in ogni dettaglio.
Sia pavimento che muri erano fatti di pietra, i vani delle porte erano ad arco e le pareti erano rivestite di tappezzerie smunte. La didascalia specificava la temperatura della stanza, trentadue gradi Celsius, la temperatura media dei pomeriggi di Vulcano. "Beh, che ne pensi?"
Spock si spiegò chiaramente "Non ho nessuna intenzione di stabilire il nostro legame in una riproduzione in miniatura del mio pianeta natale".
McCoy tirò su una mano in un gesto di concessione mentre con l'altra schiacciò un bottone che li riportò al menu principale "E allora che cosa vuoi? Qualcosa di drammatico? Qualcosa di romantico? Qualcosa di bizzarro?"
"Quello che desidero è stabilire un legame con te in completa privacy" McCoy attese che Spock continuasse, ma lui non disse altro.
"Bene. Se tu non vuoi esprimere preferenze lo farò io. Voglio la più lussuosa e voluttuosamente piacevole camera che abbiano nell'hotel. Voglio l'esatto opposto di questa nave".
Il love hotel aveva una piccola scelta di stanze che vantavano un lusso sconcertante. La brochure sottolineava che all'hotel tenevano particolarmente a mettere a proprio agio i vagabondi dello spazio che avevano bisogno di un'eccessiva dose di comfort. Eccellente, pensò McCoy, se c'è una cosa in cui i giapponesi sono insuperabili è il sovraccarico sensoriale. "Voglio cuscini di piuma d'oca e coperte di raso" disse poi "No anzi, facciamo di ermellino. E voglio cibo vero, con posate d'argento e bicchieri di cristallo. E una vasca da bagno enorme. Diavolo! Voglio che la vasca sia rivestita in ermellino!"
Spock non chiese il perchè McCoy desiderasse una vasca da bagno di ermellino. Per la prima volta nella sua vita aveva incontrato una domanda della quale non voleva sapere la risposta.

***


Fino a che erano di natura innocua, Montgomery Scott aveva imparato a non chiedersi il perchè delle richieste di teletrasporto dell'equipaggio mentre lui era assegnato alla sala teletrasporto. Dopo anni nella flotta astrale era arrivato alla triste conclusione che non tutti adoravano le macchine come faceva lui, anzi, la maggior parte degli ufficiali non si fidava del teletrasporto. Alcuni di loro, per lo più ingegneri, mettevano in pratica vari tipi di scongiuri prima di essere teletrasportati. Fortunatamente questi tendevano a essere brevi: un piccolo slogan, o una toccatina a qualche strano talismano. Il luogotenente Clayton non si lasciava mai trasportare senza prima essersi incrociato le braccia sul petto, lo aveva fatto la prima volta che aveva usato il teletrasporto e si era rimaterializzato tutto intero, quindi a suo dire non c'era ragione di tentare la fortuna.
Comunque Scott non potè fare a meno di essere incuriosito quando Spock richiese specificatamente di essere trasportato su Ganjitsu per la sua licenza, nel bel mezzo della notte e insieme al Dottor McCoy.
Spock aveva inventato una spiegazione di riserva che continuava a ripetersi fra sè e sè: "Mi unirò alla squadra di zoologi di Ganjitsu per studiare i mammiferi notturni. Il Dottor McCoy mi accompagnerà". Ma non aveva cuore per raccontare bugie, quindi non disse niente e Scott non chiese spiegazioni.
Anche McCoy non chiese il perchè dell'ora, ma suppose che avesse qualcosa a che fare con il rituale del legame. Forse avrebbero dovuto ululare alla luna insieme, o cose simili. Se poi Ganjitsu aveva una luna... in ogni caso McCoy non era nervoso riguardo la prospettiva dell'attesa, e non si azzardò a chiedere a Spock delle delucidazioni per non rischiare di compromettere l'intero processo.
Ma dopo che si materializzarono sulla superficie del pianeta diventò più sospettoso. Spock afferrò il braccio di McCoy e lo trascinò per la strada, correndo da una zona d'ombra all'altra fino a che non raggiunsero l'hotel. Una volta dentro, la crisi di Spock sembrò essere terminata, e il vulcaniano tornò a comportarsi come al solito, come se nulla fosse successo.
"Perchè diavolo mi hai fatto correre come un ladro fino a qui?!" sbraitò McCoy appena potè riprendere abbastanza fiato. "Ganjitsu al momento ospita molti scienziati vulcaniani qui per catalogare flora e fauna locali. Ho cercato di ridurre al minimo la nostra visibilità". L'espressione di McCoy si rabbuiò "Ho capito. Ti sei voluto nascondere perchè avevi paura che i vulcaniani disapprovassero le tue intenzioni vedendoti qui con un amante. Un amante umano".
"No, mi sono voluto nascondere perchè non erano affari loro".
Questa risposta sembrò soddisfare McCoy, così si avvicinò alla reception, azionata solo da un computer. La maggior parte degli alloggi della galassia erano ancora presieduti da amichevoli forme di vita senzienti; questo faceva sentire gli ospiti più a loro agio in ambienti poco conosciuti. Ma Spock trovava abbastanza logico il fatto che la reception di un love hotel fosse computerizzata, dato che la funzione primaria di tale servizio era quella di preservare l'anonimato. Quando il computer confermò la prenotazione di McCoy , emise una key-card per la camera e gli augurò, con tono soave, di passare un gradevole soggiorno.
McCoy sembrava piacevolmente colpito dalla sontuosità degli arredi della camera, e questo era già soddifacente per Spock, che invece non ne era, da parte sua, per niente impressionato. Di certo era lussuosa, ma non era niente di simile al lusso che Spock aveva avuto modo di incontrare nella sua vita. Aveva già alloggiato in camere dalle decorazioni elaborate in passato, ma questa aveva un evidente risvolto sessuale che lo infastidiva. Le lampade avevano forme provocanti, con spessi e ondulati steli. Spock non poteva dire con precisione quale parte, o parti, del corpo umano rappresentassero, ma quelle forme curve e vaghe gli ricordavano qualcosa a proposito dell'anatomia, e immaginò che l'effetto dovesse essere dieci volte peggiore sugli esseri umani, che lasciati a loro stessi, tendevano a pensare al sesso ogni diciassette secondi. Quando vide le gambe dei tavoli e delle sedie, capì la pratica Vittoriana di coprirle entrambe con tendaggi così che gli uomini non ne venissero eccitati.

Nonostante la mobilia fosse di qualità, robusta e uniforme, la stanza non sembrava per niente opera di un artigiano, non c'erano dettagli che lo confermassero. Chiunque avrebbe potuto drappeggiare teli qua e là o scolpire blocchi di legno o marmo in quel modo. L'unico oggetto nella camera che avesse attirato l'attenzione di Spock era il copriletto finemente ricamato. Si piegò per esaminarlo da vicino sospettando che fosse stato cucito a macchina, ma in effetti presentava piccole imperfezioni nel ricamo che lo convinsero della sua origine artigianale. Fili dorati e finissimi erano tessuti nella trama della stoffa creando un luminoso motivo floreale. La geometria della fantasia era così esatta che Spock si domandò se, dopo tutto, quelle piccole imprecisioni non fossero state ricreate artificialmente per scongiurare il dubbio che la stoffa fosse stata ricamata da una macchina. Quella simmetria perfetta e il pensiero della seta nel telaio rassicurarono Spock e lo misero a proprio agio.
McCoy era in piedi pochi passi più in là. Dopo settimane di attesa si trovava su Ganjitsu con Spock, e stavano per formare un vero legame. Ma dopo aver aspettato che fosse l'ora di essere teletrasportati, e dopo tutte le difficoltà per arrivare dove si trovavano, McCoy era esausto. Era sì pronto per saltare su quel letto, ma con il preciso proposito di dormire. E' davvero come una luna di miele, pensò.
"Io farei un sonnellino" disse "se per te va bene"
Spock trovò la cosa consona alla situazione "Anche io ho bisogno di un po' di tempo per meditare e per prepararmi. Vuoi che ti svegli?"
"Tra un paio d'ore. Non lasciarmi dormire troppo a lungo".
L'indicatore della temperatura era al minimo. McCoy lo regolò sul clima di compromesso tra il suo e quello di Spock, ventisette gradi Celsius. Spock gironzolava per la stanza un po' disfando i suoi spartani bagagli e un po' esaminando ogni caratteristica della camera. Quando incontrò un pannello ricoperto da bottoni vicino allo schermo visore chiese, "Che cos'è un karaoke?".
"Si tolgono le parole alle canzoni famose per poterle cantare. Ma non credo sia la cosa giusta per noi, non mi tengo aggiornato sulla musica da quando sono entrato nella flotta". McCoy si spogliò nudo e si infilò nel letto, liberandosi delle pesanti coperte e rintanandosi fra le sottili lenzuola di raso. "E comunque non azzeccherei una nota nè in questa nè nelle prossime vite" si rotolò sul fianco verso il centro del letto lasciando che il raso gli carezzasse la pelle nuda. Poi si addormentò concedendo a Spock tutto il tempo per riflettere sull'immortalità della sua pessima intonazione.
Il bagno era interamente di marmo con impianti in oro. Spock cercò di pensare a quale fosse il pianeta più vicino a produrre queste due sostanze, poi iniziò un complicato calcolo dei costi di trasporto delle suddette sostanze su Ganjitsu. Prima che potesse completare la sua stima si fermò ricordando a se stesso che quello non era nè il momento nè il luogo adatto per contemplare le implicazioni economiche dell'importazione di roccia calcarea e di metalli preziosi. Si chiese se Leonard desiderasse condividere con lui un'esperienza sensualmente elaborata, e alla fine decise di mettersi nella condizione di essere dell'umore adatto cedendo a un lusso tanto raro quanto antieconomico come un bagno caldo.
I vulcaniani non facevano mai il bagno nelle vasche. Anche le abitazioni più ascetiche e primitive prevedevano docce soniche che permettevano di lavarsi senza per questo sprecare un bene prezioso come l'acqua. Vivere sulla Terra e socializzare con gli umani gli aveva fatto apprezzare l'amore per le attività ricreative, in più all'accademia aveva imparato a nuotare e aveva trovato che l'acqua conciliava la meditazione. Aveva persino letto a proposito di illustri scienziati terrestri che avevano fatto le loro più grandi scoperte proprio nella vasca da bagno. Molto bene, allora. Spock riempì la vasca circolare fino all'orlo con acqua abbastanza calda da scoraggiare l'ingresso di qualsiasi umano, e pensò che due ore di meditazione sarebbero state sufficienti prima di sentire il bisogno di svegliare Leonard.



McCoy fu destato dalla scia di profumo lasciata dal vapore impregnato di sapone che proveniva da Spock. La prima cosa che vide fu appunto Spock appendere un asciugamano sulla spalliera di una sedia e poi avvicinarsi a lui con un'evidente erezione.
"Stavo per venire a svegliarti" disse Spock.
"Ci credo che stavi per farlo. Sono contento di vedere che la meditazione ha sortito i suoi effetti" McCoy aveva visto abbastanza olovideo pornografici da trovare sinceramente ridicolo vedere un uomo adulto andare in giro con un'erezione che sbatteva avanti e indietro. Ma questo, quello che stava succedendo ora, non era per niente ridicolo. Come la maggior parte dei mammiferi, era eccitato alla sola vista di un'altro maschio eccitato. Poteva sentire il suo stesso corpo reagire all'erezione di Spock. Il suo respiro accelerò, le sue pulsazioni aumentarono, il suo corpo si ricoprì completamente di pelle d'oca, e anche la sua erezione fece capolino da sotto le lenzuola. In pratica il suo corpo seppe che era arrivata l'ora di fare l'amore prima ancora del suo cervello. Spock doveva evidentemente aver alzato la temperatura, perchè faceva troppo caldo anche per restare coperti da un solo lenzuolo leggero. McCoy se ne liberò senza vergognarsi di mostrare il suo corpo nudo a Spock, era da un po' di tempo che non se preoccupava affatto. Guardando in su verso quegli occhi scuri, McCoy era sicuro che Spock fosse pronto per saltargli addosso, ma l'intensità della sua espressione gli suggerì che Spock stava ancora cercando di controllarsi. Il vulcaniano cercò pazientemente la bottiglietta di unguento nelle loro valige (trovò che McCoy ne aveva portate due, una scelta saggia), poi prese un asciugamano piegato dallo scaffale di fanco alla porta del bagno. Anche se sul comodino c'erano solo questi due oggetti, ve li appoggiò sopra in maniera ordinata, poi svitò il tappo della bottiglietta e la mise da parte. Solo dopo aver dato uno sguardo di approvazione alla composizione accanto al letto saltò addosso a McCoy.
Immediatamente McCoy afferrò la bottiglia aperta e la offrì a Spock. "Per favore, non farmi aspettare oltre".
Spock la prese e inclinò un po' la testa "Non desideri che io ti riscaldi un po' prima?"
McCoy allargò le gambe, i suoi occhi erano intensi e persi allo stesso tempo "Sto già bruciando". Spock avrebbe voluto stuzzicare molte altre confessioni lascive da parte di McCoy, ma pensò che avrebbero avuto tempo per questo più tardi. Stava perdendo la pazienza anche lui, dopo tutto. Era consapevole di qualcosa che non avrebbe mai ammesso nè con un altro vulcaniano, nè con nessuno: trovava il corpo di questo umano irresistibile. Non c'entravano nulla nè la matematica nè la geometria. Era solo un corpo umano, caldo, madido di sudore, che si contorceva, pulsava, gemeva sommessamente, e Spock provava piacere nel guardarlo dall'alto, e amava quello che si trovava al suo interno.
Una volta che Spock ebbe preparato McCoy e messo da parte la bottiglietta, si attardò per un po' giocando a inclinare il bacino e premendo il suo stomaco contro quello di McCoy, cosa che sembrava sempre accrescere l'eccitazione del dottore, e Spock di solito, a quel punto, riusciva persino ad emettere un sospiro convincente.
Si dovette a mala pena muovere per entrare in McCoy, e una volta che il dottore lo sentì toccare l'apertura del suo corpo, allargò le gambe ancora di più, afferrò le natiche di Spock e lo attirò dentro di sè.
Spock doveva concentrarsi adesso, doveva cercare di mettere da parte per un attimo il piacere che provava allo scopo di poter compiere la fusione. Le sue dita vagarono libere sulle tempie di McCoy, il quale stava ansimando "Sono più nervoso ora di quanto non lo fossi la nostra prima volta" sussurrò.
"E' questa la nostra prima volta" rispose Spock, e diede inizio alla fusione.
McCoy aveva creduto di essere pronto per questo. Aveva creduto addirittura di non desiderare altro. Ma l'attimo dopo essere precipitato in quel pozzo senza fondo, riconsiderò la cosa. Forse aveva sempre avuto ragione, non avrebbe mai dovuto lasciarsi convincere da quel vulcaniano incosciente a prestarsi a questa stupida fusione. Non era pronto. Ma era troppo tardi adesso, ormai era sceso troppo in profondità.
Aveva già sperimentato delle fusioni in passato, e tutte le volte si era sentito totalmente esposto a Spock, ma ora si sentiva come se la sua mente fosse esposta all'intero universo, come se fosse stato aperto ed esaminato da ogni entità esistente. Era abbastanza sicuro che tutto ciò non gli piacesse affatto. Era poco cosciente del suo corpo, e non capiva quello che stava succedendo. Cominciò a gridare dalla paura, ma non sentì nulla uscire dalla sua bocca. Non sapeva nemmeno se fosse riuscito a emettere un qualche suono, nè all'interno di sè, nè fuori. Dopo quello che gli parve solo un momento, McCoy esaurì ogni forza per gridare aiuto. Stava cominciando a dimenticare dove si trovasse e come ci fosse arrivato. Ed ecco che sentì Spock, muoversi in mezzo alla sua paura, esaminarla, ma senza fare nulla per lenirla. Quando si concentrò sulla presenza di Spock dimenticò per un attimo di essere terrorizzato, poi percepì la cosapevolezza di Spock legarsi alla sua, e fu come cadere. No, volare. No, cadere, cadere sicuramente.
Spock stava entrando nella sua mente. Adesso entrava nel suo corpo, e adesso spingeva nel suo corpo. Poi era lui stesso a spingere.Sentì uno stimolo, qualcosa gli diceva che doveva lasciarsi indietro questo mosaico di sensazioni per passare oltre. All'iniziò non voleva ottemperare a quel disperato bisogno, ma quando vi cedette, la sensazione diventò dieci volte migliore. Cominciò a sentire tutto insieme.
Oh Spock! Tienimi stretto! Non riesco a controllarmi!
Fu un sollievo quando raggiunse l'orgasmo, perchè era sicuro di non poter resistere oltre. Appena sentì l'ultimo brivido attraversarlo, ne percepì un altro, no, era un fremito, oh no, moltissimi fremiti. Oh.
Basta. Lasciami andare. Per piacere. Morirò.
Poi, come per incanto, si ritrovò di nuovo sdraiato in un soffice, sontuoso letto, e si sentì come se si stesse svegliando lentamente da un sogno meraviglioso. Emise un brontolio perchè la sensazione era ancora dentro di lui, e anche solo il residuo di essa bastava per stremarlo fisicamente. Realizzò quanto fragile dovesse essere l'involucro che lo conteneva per non riuscire a sopportare un'esperienza simile.
"Ho sentito entrambi i nostri orgasmi" disse McCoy con aria sbalordita. Non capiva se fosse diventato cieco o se avesse ancora gli occhi chiusi "Ho sentito il tuo... poi il mio"
"No" disse Spock "Il primo era il tuo, il mio era il secondo"
"Oh" McCoy cercò di mettere in partica alcune basiche funzioni motorie. Deglutì poi sgranchì le dita dei piedi. "Spock, sapevi che ero spaventato. Perchè non hai fatto niente per me?"
"Ho concluso che la paura avrebbe intensificato l'esperienza"
"Oh... ma allora dimmi, come si regolano per questo i vulcaniani"
"Noi non ci concediamo a questo tipo di attività molto spesso"
Quando Spock avvolse McCoy tra le sue braccia, il dottore sentì qualcosa di strano. Era una sorta di rilassamento, un po' come quello che aveva provato poco prima ma più forte, e c'era qualcos'altro anche, qualcosa che non sembrava provenire dal suo corpo. "Aspetta" disse, e si liberò dalla presa di Spock così che non si toccassero. La sensazione svanì. Poi mise una mano sulla spalla di Spock e la sensazione ritornò brevemente.
"Riesco a sentire quello che senti tu" disse McCoy sconcertato.
"E' così da un po' di tempo ormai, ma è probabile che adesso il contatto sia più forte" disse Spock calmo.
"Non me ne ero mai accorto fino ad ora" rispose McCoy.
Spock si appoggiò con la testa su una mano "Non sei molto percettivo".
Il sopracciglio di McCoy schizzò verso l'alto "Mi piace pensare che a volte non mi accorgo delle cose per via della mia assoluta dedizione al mio lavoro di medico, o perchè sto cercando di evitare un alieno ostile"
"Mi consideri ostile?"
"Non considererei mai di evitarti" McCoy ritornò nel posto a cui sentiva di appartenere, e cioè con Spock attorcigliato attorno a lui. "Potrei farlo ancora" mormorò. Spock fece scivolare una mano tra i loro corpi, ma trovò che McCoy non solo non aveva un'erezione, ma che tutto lasciava supporre che questa non ci sarebbe stata ancora per un bel po'.
"Non importa" disse McCoy "Voglio farlo un'altra volta"
Spock lo sdraiò supino "Sei ancora spaventato?"
"Per niente"
Spock posizionò le sue dita con grande cura "Allora questa volta sarà diverso".
McCoy vide un'altra volta il mondo dissolversi intorno a lui e fu sospinto in un luogo pieno di luce e delicatezza. All'improvviso avvertì un dolore lancinante e si chiese se fosse Spock che entrava nel suo corpo, ma non riusciva a concentrarsi sul dolore, pensava solo a Spock che entrava nella sua mente.
Ondate di energia li bombardarono entrambi spingendoli a fondersi l'uno con l'altro. Una volta che si lasciarono trasportare, la loro nuova unità diminuì, e si trasormò in nulla mentre si sentivano affondare nel vuoto. Qui, le cose che McCoy credeva impossibili da capire e da interpretare, divennero chiare. Ogni cosa nell'universo gli parve semplice. Tutto attorno a lui c'era una radiosa dolcezza. Tutti i suoi errori, i suoi rimpianti, non significavano niente in questo mare di perfetto e incondizionato amore. Sapeva di non doversi addolorare per i pazienti che aveva perso; adesso erano al sicuro. E sapeva di non dover temere la morte. Qualcosa di simile a una forza vitale respirava dentro di lui, e non avrebbe smesso di farlo nemmeno dopo che il suo corpo fosse morto. Si arrese e cadde in quella luce.
Da dove venivano queste sensazioni? Era Spock? Era così che si sentiva nel suo più profondo intimo? Neanche nelle sue più fervide fantasie su Spock che si lascia andare alle emozioni aveva immaginato qualcosa del genere. Era questo che i vulcaniani dovevano provare. Un filo. No, migliaia e migliaia di fili che li collegavano con l'intero universo.
Ora vibrava di energia, e qualcosa di simile ad un orgasmo lo investì. Ma era tuttavia molto diverso, molto più potente. Si accorse allora che il piacere sessuale era semplicemente la base su cui erano costruite quelle incredibili esperienze sensoriali.
Seguì il flusso dell'estasi fino a che non ebbe raggiunto la riva e quindi la tranquillità intima della loro stanza, del loro letto soffice, e Spock era, sorprendentemente, ancora lì, di fianco a lui.
Fu la più profonda e soddisfacente esperienza che Spock avesse mai sperimentato, resa ancora più incredibile dal fatto che non si sarebbe mai aspettato di poterla vivere. Girò la testa con fatica verso McCoy, e lo trovò fermo a guardarlo in silenzio, non gli sembrò pentito della sua decisione di unirsi con lui, neanche ora che la fusione era completa.
Spock attese per un'ora punto quattro che McCoy parlasse; occasionalmente gli dava un'occhiata per controllare se stesse dormando, ma no, i suoi occhi erano sempre spalancati. Dovette persino assicurarsi che sbattesse le palpebre ogni tanto.
"Che cosa hai provato?" chiese McCoy alla fine.
Anche dopo aver avuto tutto quel tempo per riflettere, Spock non era sicuro di essere pronto ad articolare il suo stato d'animo "Ognuno vive l'esperienza a suo modo" disse.
"Non ho chiesto la sensazione degli altri. Ho chiesto la tua"
"Mi sento... come se io e l'universo avessimo raggiunto una comprensione reciproca". McCoy sbuffò, era quello il tipo di risposta che si doveva aspettare da un dannato vulcaniano.
Spock sapeva che a McCoy non sarebbe bastato quello che aveva già detto, così continuò "Mi sento anche molto vicino a te. Sento una vicinanza che non potrà mai essere violata. E quando penso a te scatta qualcosa in me... un appagamento vitale. Non riesco a fornirti una traduzione dei miei attuali pensieri migliore di questa al momento"
McCoy si girò e sorrise pigramente "Forse, Spock, perchè ci sentiamo entrambi... eccitati e confusi"
In qualsiasi altro momento, udendo quella frase e intuendo quello che intendeva descrivere, Spock avrebbe squadrato McCoy con uno sguardo perplesso. Ma adesso ammise "Sì, eccitato e confuso riassume con ragionevole accuratezza il mio attuale stato emotivo" e sorrise. McCoy divenne ancora più eccitato e confuso alla vista del sorriso di Spock, puro e simmetrico, ma in qualche modo non del tutto naturale. Ebbe la sensazione che forse per un solo istante quel sorriso doveva essere stato autentico, perfetto come l'allineamento dei pianeti.
McCoy si spostò per infilarsi fra le braccia di Spock, voleva sapere cosa sentisse quando sorrideva.
"Quel posto dove siamo stati oggi, sai? Vorrei poter stare lì per sempre"
Spock strinse più forte McCoy a sè. "E' quello che succederà" disse.

***

McCoy stava facendo un sogno meraviglioso. Era sdraiato a letto, e Spock era lì con lui. Sentiva la situazione così reale che avrebbe creduto di essere del tutto sveglio. Poi si destò, ma avvertiva quasi la stessa sensazione, cercò di far passare un po' di tempo solo riflettendo su quello che era appena succeso. Poi si riaddormentò, o forse si stava svegliando in quel preciso momento. La sua confusione si trasformò in panico, e il dottore balzò a sedere. Era solo. "Spock? Spock!"
Spock apparve, portava un piatto pieno di cibo, cibo fresco che proveniva da uno scompartimento refrigerato presente nella stanza. Pietanze leggere, frutta e sandwich.
"Sono sveglio?" chiese McCoy "Sii onesto"
"Posso dirti con sicurezza che siamo entrambi svegli"
"Per quanto ho dormito?"
"Due ore punto sette" Spock invitò McCoy a mangiare qualcosa dal piatto, e prese un pezzetto di frutta pe sè.
McCoy guardò la stanza, come se nell'arco di due ore punto sette le cose potessero essere cambiate intorno a lui. Si sentiva molto strano, e quella sensazione di stranezza lo faceva sentire sempre più in panico.
Spock cercò di rassicurarlo "Mentre dormivi la tua mente era in uno stato di ricettività che ha aiutato a stabilizzare il nostro legame a un livello superiore. Hai sperimentato un'esperienza spirituale, è normale che ti senta dieverso".
Restando fermo immobile per qualche secondo, McCoy fu capace di concentrarsi sul suo nuovo stato mentale. Si sentiva bene fisicamente, ma come confuso. Le sue percezioni dell'esterno erano in continuo cambiamento, e questo per nessuna ragione apparente. Doveva essere Spock nella sua testa. Era come se andasse e venisse.
"Puoi scommetterci che mi sento diverso" disse McCoy "Vuoi dire che mi sentirò sempre così d'ora in avanti?"
"L'azione del legame è influenzata da molte variabili, inclusi il tempo, la distanza fisica, lo stato emotivo e la disciplina mentale. Con il tempo ti abituerai al legame, che quindi cesserà di sembrare strano. Ma per rispondere alla domanda nello stesso modo con il quale me l'hai posta, dirò: "
Ora McCoy capiva perchè Spock aveva insistito che avessero tanto tempo da passare da soli.
Quel ronzio che tracciava spirali nella sua testa lo faceva sentire tremendamente bene, ma anche apatico. In quel momento era sicuro di non voler alzarsi dal letto nè quella mattina nè mai più nella vita. Dovava abituarsi a quelle sensazioni e imparare a conviverci, prima di poter essere di nuovo nella condizione di esercitare la pratica della medicina.
Per un po' rimasero nascosti in quel luogo indistinto e sensuale, dove i propri desideri vengono realizzati prima ancora che ci si accorga di averli. Fu solo quando McCoy si accorse che Spock fissava un punto vuoto nella stanza, che si rese conto che era la prima volta che Spock non lo stava guardando.
"Qualcosa non va?"
Spock continuava a fissare il vuoto con aria assente "Stavo pensando a un'antica leggenda di Vulcano. E' la storia di una creatura chiamata Mangiatrice di Anime che vaga libera nei deserti".
Questo nome sinistro rianimò McCoy. Potevano i vulcaniani credere a certe stupidaggini?
Spock continuò "Appare durante le tempeste di sabbia, il giorno del solstizio d'estate. E' un demone che divora fino al katra i vulcaniani incauti"
Erano così vicini sotto le coperte, che quando uno dei due si muoveva il risiltutato dello sfregamento pelle contro pelle eccitava McCoy molto più di qualunque altra cosa, anche la più lieve delle carezze sembrava del massimo dell'intensità.
"Che cosa ti ha fatto pensare a questa Mangiatrice di Anime proprio adesso?"
"Rappresenta la peggiore paura di tutti i vulcaniani: essere totalmente consumati; perdere sè stessi. Il katra è indistruttibile, non può essere sradicato, ma può invece rimanere intrappolato per sempre".
McCoy sorrise sentendo Spock ammettere che anche i vulcaniani temevano qualcosa. Si appoggiò a un gomito, e con la mano libera accarezzò pigramente il petto di Spock "Stai cercando di dirmi che hai paura che un giorno ti divorerò l'anima?".
Spock non rispose.
"Ti va di fare l'amore un'altra volta?" suggerì McCoy.
"Sì, desidero una breve e intensa sessione".
McCoy si dispose sul materasso in modo che Spock potesse essere più comodo, e appena questi stabilì la fusione, McCoy lo tirò a sè per un bacio. Richiamò tutta la passione e la tecnica che riuscì a radunare per mostrare a Spock come quel gesto potesse essere bello.
Spock ruppe bruscamente la fusione, cosa che li fece sobbalzare entrambi e diede un momento di vertigini a McCoy.
"Dovrebbe risultare così un bacio?"
McCoy sorrise "Sì"
"Affascinante" Spock tirò McCoy a sè e rispose al bacio. Il dottore fu così eccitato dalla sua ferocia, che la sua erezione pulsò violentemente contro la pancia di Spock, e appena lui impiegò la lingua nel bacio con così abile precisione, McCoy ruppe il contatto per ansimare di piacere, raggiungendo il culmine di esso immediatamente.
"Mi dispiace" disse senza fiato "Solo che... è stato incredibile. Non è mai stato così piacevole solo baciarsi".
Guardando in basso McCoy si accorse di aver prodotto un'unica goccia di eiaculazione. Spock lo stava letteralmente esaurendo.
"Suppongo non intendessi questo per breve ed intenso".
Spock sembrava distratto "Ero interessato ad esplorare in maniera più completa la pratica umana del bacio"
"Beh sai che ti dico, Spock? Io sono interessato a esplorare fino in fondo la pratica umana di farsi il bagno. Da quanto tempo siamo in questo letto, comunque? Non mi rispondere. Non lo voglio sapere. Quali sono le tue considerazioni sulla vasca da bagno, piuttosto?".
Spock infatti ci aveva meditato sopra "L'uso di acqua è un immenso spreco. La vasca da bagno di questa suite misura due metri di lunghezza per due punto cinque mentri di larghezza per mezzo metro di profondità. C'è uno scalino su un lato che misura un metro e mezzo di lunghezza per mezzo metro di larghezza per un quarto di metro di profondità. Di conseguenza la vasca può contenere due punto venticinque metri cubici d'acqua. Se consideriamo le nostre reciproche masse corporali come variabili dello spostamento dell'acqua..."
McCoy mise due dita sulla bocca di Spock "Dubito fortemente che, anche con la tua mente matematica, potrai predire con precisione quanta acqua potremmo spostare in quella vasca, se capisci cosa intendo. Comunque non ci pensare. Che ne dici se adesso la riempiamo con due punto venticinque metri cubici d'acqua calda e sapone, e ti faccio vedere quello che noi mortali terrestri intendiamo dire con baciarsi, okay?"

***

McCoy aveva seguito Spock da quando erano arrivati su Ganjitsu, e quindi dopo il bagno, quando Spock si vestì, McCoy fece lo stesso, e si chiese se a questo punto vestirsi avesse un senso. Aprì il suo bagaglio e tirò fuori l'ennesimo regalo che gli era stato fatto da qualcuno che avevano incontrato lungo la missione: un maglione color nero carboncino ricavato dal pelo di un qualche animale bizzarro del quale McCoy non riusciva a ricordarsi la pronuncia del nome. La donna che glielo aveva regalato, una ragazza che aveva tentato invano di conquistarlo, aveva insistito nel dire che non era stato fatto nessun male all'animale per ottenere quel materiale. Il maglione era morbido e poco aderente, gli accarezzava la pelle qua e là mentre si muoveva, sfregandogli sui capezzoli in modo provocante, tanto che McCoy riusciva a stento a concentrarsi per riordinare la sua valigia.
Si chiese se esistesse qualcosa in quella stanza che non lo facesse sentire in quel modo. Pensava di essersi stabilizzato un po' ora che era fuori dal letto e si muoveva, ma tutta la tenerezza e il piacere appena provati lo attiravano di nuovo verso quel luogo confuso e indistinto dove lui e Spock erano ancora impegnati nel processo del legame. Si spaventò all'idea di dover abbandonare ben presto questo delizioso isolamento per tornare a bordo dell'astronave. Sarebbe stato molto difficile. Meglio non pensarci.
Era piacevolmete distratto dal tocco della lana, o un materiale molto simile, sulla sua pelle pulita. Si adagiò mollemente sul divano raffinato spofondando tra i cuscini con un sospiro di soddisfazione. "Non so tu" disse rivolto a Spock "Ma adesso mi ci vorrebbe un buon pasto".
Spock si guardò intorno per maggior precauzione, ma era abbastanza sicuro che nella suite non ci fossero replicatori di cibo (e non c'era una cucina, considerando che la maggior parte degli ospiti vi si intratteneva per poche ore) "Le nostre opzioni sono limitate con solo quello scompartimento refrigerato a nostra disposizione"
"Non voglio mangiare quella roba stantia" disse McCoy "Voglio cibo fresco. Pensi che possiamo farci consegnare qualcosa qui?".
Spock passò un po' di tempo al computer e declamò per McCoy una breve lista di ristoranti della città che consegnavano le ordinazioni.
"Voglio una bistecca" disse McCoy "No, aspetta, voglio un fagiano. Che esemplari di pollame avranno su Ganjitsu? E lo voglio affogato nel burro e su un letto di foglie di insalata fresca. E un filone di pane e una bottiglia di olio d'oliva. Oh, e voglio che ci consegnino il vino più costoso che esista sul pianeta. Sake. La bottiglia di sake più costosa di Ganjitsu. E per dessert... cioccolato. Qualcosa con il cioccolato. Non mi importa se si tratti di gelato, di un pasticcino ripieno, o cosa. Basta che sia di cioccolato" fece un gesto che stava ad indicare la grandezza del dolce che intendeva mangiare. Spock ascoltò pazientemente tutto questo, e basandosi sulle informazioni di ciascun ristorante, mise insieme un vero e proprio banchetto che sarebbe stato consegnato loro in pochi minuti.
Quando finì di disporre le ordinazioni, Spock si diresse verso il suo bagaglio e ne estrasse il suo elaboratore di dati portatile che collegò al computer. Si sedette al piccolo tavolo da pranzo dall'altro lato rispetto al divano e cominciò ad armeggiarvi sopra.
"Cosa pensi di fare con quello?" McCoy cercò faticosamente di alzarsi a sedere per esprimere la sua indignazione, ma rimase seppellito fra i cuscini del divano.
"Non ci vorrà molto. Voglio solo controllare le ultime news dal comando della flotta astrale"
"Solo controllare, eh?" disse McCoy pungente "Metti via quei dannati aggeggi, siamo in vacanza! Anche se i Klingon si fossero impadroniti del quartier generale della flotta, saremmo lo stesso in vacanza".
Spock lo ignorò, così McCoy si alzò dal divano, o meglio, si divincolò rotolandosi fino a cadere, e strappò con violenza il piccolo elaboratore dalle mani di Spock, fissandolo con uno sguardo che, se si fosse potuta incanalare l'energia che ne scaturì, avrebbe di certo fuso la sabbia in vetro. Ma Spock sapeva che non si trattava di una situazione critica, perchè il dottore stava facendo troppa confusione. Quando qualcosa lo preoccupava seriamente, McCoy rimaneva impassibile e silenzioso come la pietra.
E infatti McCoy riappoggiò l'elaboratore sul tavolo e ritornò nel suo nido di cuscini "E' strano adesso anche solo parlare con te" disse "Mi sento come se dovessi fondermi con te ogni volta che sento il bisogno di dirti qualcosa, e parlati in quel modo"
"Alcune cose sono meglio espresse in quella maniera. Ma una volta che saremo ritornati sull'Enterprise e avremo ripreso la nostra routine, penso che troverai che la comunicazione verbale è ancora la cosa più appropriata"
"Certo, non credo che sarei pronto ad abbandonarla del tutto, non ancora"
"Vale anche per me"
"Come sarà quando ritorneremo sull'astronave?"
"I vulcaniani considerano poco salutare focalizzarsi solo sul loro matrimonio a dispetto di tutto il resto. Esistono molti altri doveri sociali. Un legame richiede ben poca manutezione"
"Non sei divertente".
Spock non sorrise, nè alzò un sopracciglio, ma McCoy poteva percepire una nota di malizia nella sua voce quando disse "Svolgeremo tutta la manutenzione che riterrai necessaria".
Rilassandosi sul divano, McCoy emise un sospiro di soddisfazione "Spock, non potevi dirmi qualcosa di più romantico".

***

McCoy si svegliò in piena notte, si rannicchiò più vicino a Spock e inspirò profondamente, pronto per rimettersi a dormire. Concluse che avrebbe voluto svegliarsi almeno altre cinquanta volte quella notte solo per avere altrettante opportunità di sentire la calda gioia che gli procurava stringere Spock a sè e riaddormentarsi vicino a lui. Domani sarebbe stato il loro ultimo giorno di licenza, e non avebbero più potuto passare tutta la notte insieme per un lungo periodo.
Hmm... quanto lungo?
Qualcosa nella sua mente gli disse che Spock era sveglio. Giurò di poter sentire la sua coscienza vigile. "Spock?" sussurrò "Quando la missione quinquennale sarà terminata credi che potremo prenderci un posticino dove stare insieme per il resto della nostra vita?" Non ci fu risposta da parte di Spock. McCoy suppose che il suo istinto aveva avuto torto, e che Spock stesse in realtà dormendo. Mi chiedo che cosa stia sognando, pensò McCoy. Forse prima o poi lo saprò.


FINE

   
 
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