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Autore: _Zaelit_    15/10/2023    0 recensioni
È trascorso qualche mese dal termine della lotta per la libertà dei guerrieri originati dal Progetto Jenova e Progetto Yoshua.
Sephiroth è partito in cerca della sua redenzione, mentre Rainiel vive con Zack ed Aerith nel Settore 5. Un altro nemico, però, intende portare avanti la guerra che loro credevano terminata. Quando un vecchio amico porterà discordia nelle vite dei due ex-SOLDIER, quando un angelo dalle piume nere tornerà a cercare il dono della dea, Rainiel e Sephiroth, e tutti i loro compagni, dovranno ancora una volta confrontarsi con un male più pericoloso del precedente e che, come se non bastasse, sembra conoscerli molto bene.
Libertà, amore, pace: tutto rischia di essere spazzato via ancor prima di poter essere ottenuto... e il Dono degli Dèi è più vicino a loro di quanto pensino.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genesis Rhapsodos, Nuovo personaggio, Sephiroth, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Capitolo 51
SECONDO PRIMO INCONTRO

 

Immobile come una statua di ghiaccio, sull'attenti per il suo Generale, Rain osservò con occhi spalancati Sephiroth che si ricomponeva, mettendosi in piedi e dando un'occhiata in basso, nel profondo del dirupo da cui aveva appena salvato la soldatessa.

«Sarà pure un simulatore, ma una caduta da questa altezza avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi.» disse il guerriero d'élite, per poi ripulirsi dalla polvere e camminare in direzione opposta al precipizio. Tutto attorno a lui, il paesaggio di montagna si trasformò digitalmente, divenendo di nuovo la bluastra cupola della stanza d'allenamento digitale.

Rainiel quasi si sforzò di trattenere il fiato. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva parlato con il Generale, il suo idolo indiscusso? Anni, forse? No... a ripensarci, si disse, aveva avuto una strana conversazione con lui non molto tempo prima.

«Nome e classe.» richiese schietto Sephiroth, ancora di spalle rispetto a lei.

«Rainiel Chanstor, signore!» I muscoli di Rainiel si tesero, la schiena perfettamente dritta, una mano sulla fronte e l'altra rigida lungo il fianco. «Terza classe di SOLDIER!»

«Chanstor...» Sephiroth ripeté quel cognome come se stesse cercando di capire se suonasse familiare il suo suono, o il movimento delle sue labbra nel pronunciarlo. Poi camminò di profilo, avvicinandosi a uno schermo non troppo lontano dall'uscita che riportava le statistiche e i dati dell'addestramento scelto per la simulazione. «Dici di essere una terza classe, Chanstor, ma noto che hai selezionato una missione appositamente programmata per i membri della prima.» Parlando con voce pacata ma fredda, in un gesto lento e aggraziato si voltò a guardare la ragazza in uniforme. I suoi occhi serpentini le perforarono l'anima, facendola sentire vulnerabile.

Tremando, Rain cercò una giustificazione valida. «Chiedo scusa, signore. Io... Io volevo solo... mettermi alla prova, e...»

«L'hai superata, e con un ottimo punteggio, anche.» Sephiroth spense lo schermo, interrompendo il suo balbettio. A braccia incrociate, prese ad avvicinarsi a lei. «Riposo, soldato.» aggiunse poi con un sopracciglio sollevato, notando la postura rigida della ragazza ancora sull'attenti.

Rainiel sbiancò e cercò di non incontrare il suo sguardo. Sephiroth notò subito questa sua esitazione. «Non è un rimprovero.» sentì di dover aggiungere, considerando quella ragazza piuttosto strana. «Ti ho osservata per un po'. Non molti SOLDIER del tuo rango possiedono le capacità necessarie per completare un livello di addestramento del genere.»

Lei abbassò lo sguardo sui piedi, imbarazzata. Se non era un rimprovero, avrebbe dovuto considerarlo un complimento?

«Tuttavia...» Sephiroth riprese a muoversi. Lei non capì dove stesse andando finché non lo vide raggiungere le sue Aikuchi, cadute a terra poco prima, e sollevarle, rigirandole tra le mani nel tentativo di esaminarle con minuzia. «Il simulatore è disponibile agli addestramenti per i seconda classe. Persino i membri in prima devono prenotare prima di poterne usufruire. E quelli di terza, come te, non possono addestrarsi qui senza la presenza o il permesso di un mentore di rango superiore.»

Ecco. Quella era la parte del rimprovero. Rainiel piegò la schiena in un inchino rispettoso, il sudore freddo che si radunava in piccole goccioline sulla sua fronte.

«Sono mortificata per non aver rispettato il regolamento, signore. Ecco...» balbettò una giustificazione, «... Il mio mentore è fuori città per una missione, e ho pensato di addestrarmi da sola. Non ho comunque chiesto un permesso, quindi so di aver sbagliato. Ero così impaziente di riprendere gli allenamenti che ho dimenticato questo dettaglio. Non ricapiterà più.»

Riaprendo gli occhi, Rainiel si trovò davanti le sue due spade corte, strette in un guanto nero teso verso di lei. Sephiroth si era mosso, silenzioso come un'ombra, ed era tornato davanti a lei.

«... Chanstor.» ripeté, ancora una volta. «Tu sei l'allieva di Genesis. Sono stato io ad affidarti a lui per il tuo apprendistato.» disse all'improvviso, il viso calmo attraversato da una piccola ruga dubbiosa, «Non è così?»

I grandi occhi azzurri di Rain si spalancarono mentre rinfoderava le spade. «Lei... si ricorda di me, signore?»

Sephiroth parve vacillare per un momento, a quella domanda. «Io...»

Una sagoma sfocata, un pavimento biancastro, un neonato in lacrime. Una sfera rosso sangue, una giovane guerriera promettente, il viso di un amico. E poi? Oltre quel punto era tutto... oscurità. Perché gli era tornato in mente tutto ciò?

Il Generale scosse la testa, come si fosse distratto all'improvviso. «... Ricordo qualcosa. È stato molti anni fa. Hai sconfitto tutti gli aspiranti SOLDIER del tuo corso, pur essendo l'unica candidata donna, e tra i più giovani.» Ripercorse quell'esperienza, vista attraverso lo schermo di un computer. Angeal era stato ben lieto di chiamarlo nella stanza di controllo per mostrargli lo spettacolo. «Io... non dimentico facilmente chi riesce a sorprendermi.» aggiunse.

Si sentiva strano. Come se stesse recitando un copione preesistente. Qualcosa che aveva già detto, già fatto. Ebbe una sensazione di deja-vu.

Rain non riuscì a nascondere un piccolo sorriso che colse Sephiroth alla sprovvista, un bagliore di ammirazione nei suoi occhi. «Sono così lieta che non mi abbia dimenticata! Grazie a lei sono l'allieva di Genesis, e...» Si guardò alle spalle. Osservò il simulatore.

Sì, era la sua allieva. Da anni. Non era mai stata promossa, non aveva mai stretto una singola amicizia. Che aveva fatto della sua vita, esattamente?

«... e sto apprendendo molto. La strada è lunga, ma dimostrerò il mio valore.» annunciò.

Sephiroth si ritrovò a fissarla per qualche secondo. Quello sguardo sul suo volto, quel desiderio di inseguire i suoi sogni... quella forte ambizione mai dormiente, sempre lì, in prima linea, esposta al mondo: La soldatessa gli ricordò immediatamente Angeal. Una fitta al cuore lo costrinse a volgere altrove lo sguardo.

«Sii paziente. Genesis è un ottimo SOLDIER, quando non è troppo occupato a essere una testa calda. Sarà un ottimo esempio, per te.» la rassicurò.

Stavolta fu la sua breve risata a sorprenderlo. Rainiel si coprì le labbra, piacevolmente stranita dal fatto che il Generale fosse capace di scherzare così su un amico.

Sephiroth la guardò con attenzione. Quel sorriso gli era così familiare, ma... era anche sconosciuto.

«Ci siamo incontrati di nuovo, dopo quella volta, Chanstor?» domandò.

La risatina di Rain si arrestò di colpo.

Un salvataggio inaspettatoUn ramo animato in una foresta buia. Un viaggio verso un villaggio lontano. Una frana. Era tutto lì, e poi... i ricordi sparirono. Cosa stava pensando? Cosa aveva ricordato? Lo aveva solo... immaginato?

Rainiel si schiarì la gola. «È possibile che io abbia partecipato ad alcune missioni con lei, signore. Soprattutto ad una, la più recente, in Wutai. Però...» La ragazza scosse la testa. Non aveva idea di cosa fosse successo in Wutai. Genesis non le aveva fornito troppe informazioni.

Sephiroth annuì, comprensivo ma anche amareggiato. «Non ricordi, dunque. Speravo che potessi aiutarmi, ma siamo nella medesima situazione.» sospirò, «Ho sentito che sei l'unica superstite, oltre me. A quanto pare abbiamo entrambi subito dei gravi danni alla memoria.» ricapitolò, confermando quello che era il suo dubbio.

Rainiel notò in lui una punta di frustrazione. «Mi dispiace...» aggiunse, stringendosi un braccio con la mano opposta, «I dottori hanno detto che potrei recuperare i ricordi, nel giro di qualche mese. Forse per lei, signore, il processo sarà anche più rapido.» provò a consolarlo.

Sephiroth lo apprezzò, ma non lo diede a vedere, restando esternamente impassibile, perso nei suoi pensieri più immediati.

Rain si massaggiò il collo e iniziò a parlare di nuovo, attirando la sua attenzione.

«Noi... ci siamo incontrati di nuovo, non molti giorni fa, a dire il vero. Dopo la missione.» raccontò.

Fu a questo punto che le palpebre di Sephiroth si separarono ancor di più. «Davvero?» chiese, atono all'esterno ma piuttosto incuriosito in fondo. Ecco qualcos'altro che non ricordava minimamente.

Rain annuì. «Nel corridoio, tra gli uffici degli scienziati. Io ero appena uscita dall'infermeria, e lei ha detto... delle cose strane.» si pentì forse, troppo tardi, di aver accennato a quel fatto. D'altronde Genesis le aveva fatto capire in molti modi che non avrebbe dovuto premere troppo sullo stato di confusione del Generale. Lungi da lei volerlo turbare in alcun modo.

Sephiroth però era ormai troppo interessato a quella faccenda. Incrociò le braccia e osservò i ciuffi ramati che celavano le guance arrossate della giovane SOLDIER. «Continua.» la spronò.

Lei usò la punta di uno stivale per grattarsi nervosamente l'altra caviglia, mantenne lo sguardo basso, le mani dietro la schiena. «Mi ha chiesto di...» si schiarì la voce, lanciando fugacemente qualche occhiata a lui, che la metteva abbastanza in soggezione, «... Ricordarla.»

Il Generale rimase lì, pensante, ancora per un po'. Non sembrò elaborare subito quello che l'allieva del suo amico disse, o per la precisione non lo capì affatto. Aveva chiesto a quella giovane SOLDIER di ricordarlo? E perché mai? Sembrava che si ricordassero perfettamente a vicenda.

La risata, ancora una volta imbarazzata, di Rain lo strappò alle sue riflessioni. «Be', potrei aver capito male. Sempre che non me lo sia immaginato, o sognato, chi lo sa.» spiegò, prima di arrossire e scuotere le braccia, totalmente vulnerabile davanti al suo modello ispiratore, «Voglio dire, non che io la sogni, Generale, assolutamente! Però, cioè, intendevo che...»

«Sephiroth.» la corresse lui, osservando il simulatore attorno a loro e cogliendola alla sprovvista, «Chiamami solo Sephiroth. Quel titolo... mi sta un po' stretto, ultimamente.»

Rain nascose un piccolo sorriso. Esattamente come a lei stava stretta quella divisa da terza classe.

«Comunque sia, forse si è trattato di un'allucinazione, o forse ero in stato confusionale. Sta di fatto che non ricordo assolutamente quel nostro incontro, solo il primo.» dichiarò chiusa quella discussione. «È stato un piacere incontrarti, Rainiel. Hai ottime doti, consiglierò a Genesis di raccomandarti al direttore per una promozione di livello o persino di classe.»

Gli occhi di Rainiel brillarono. «Sarebbe un onore, signore!» quasi cantilenò per la gioia, prima di ricomporsi, «Cioè, grazie mille... Sephiroth.»

Lui le rivolse un piccolo sorriso. Cordialità, amicizia, informalità. Tutti ciò non gli dispiaceva affatto, al contrario, bramava momenti semplici come quelli come fossero ossigeno. Purtroppo però Angeal non sarebbe stato lì a fargli discorsi sull'onore per ore e ore, e neppure Genesis sembrava aver voglia di  assillarlo con la recitazione di quel suo prezioso poema. Forse si era fermato a parlare con quella ragazza per disperazione - d'altronde, quando gli era mai capitato di fare una conversazione con un giovane terza classe che non fosse semplicemente mirata a organizzare strategie e dare ordini da seguire? Ad ogni modo, si sentiva un po' meglio, e pensò di aver preso una buona scelta, quando aveva affidato quella giovane promettente a Genesis.

«Porta a Genesis i miei saluti, quando ritornerà a Midgar.» sollevò un guanto in aria, in cenno di congedo. «E cerca di non sforzarti troppo. I danni al simulatore costano un bel po' di guil al presidente, ma non sono certo che potranno aggiustare anche te.» sogghignò.

Rainiel si passò una mano fra i capelli. «Ricevuto. Ho superato la prova che mi ero prefissata, quindi... cercherò di stare tranquilla d'ora in avanti.» promise con un tono più innocente che sincero.

Sephiroth scosse la testa, divertito. «Sarà meglio per te.» scherzò ancora, prima di uscire.

Per qualche motivo, mentre osservava la porta chiudersi alle spalle dell'uomo, Rainiel provò una sorta di deja-vu. Guardò le mani salde attorno all'elsa delle sue spade e sospirò, scuotendo la testa e dando la colpa alla confusione degli ultimi tempi. Aveva ancora bisogno di tempo per riprendersi, e non era l'unica.

Mentre gli altri la evitavano e le lanciavano occhiate sospette, Sephiroth non si era fatto problemi a chiacchierare con lei per un po' e, pur essendo noto per la sua aria severa e intransigente, era stato molto gentile con lei, persino divertente. Rainiel aveva davvero bisogno di qualcuno con cui parlare, per esempio un amico, ma non aveva nessuno, e quei pochi minuti si erano rivelati molto importanti per lei.

Così, mentre riprendeva fiato e sentiva finalmente i muscoli dolerle ora che l'adrenalina del combattimento l'aveva abbandonata, si ripromise che quella non sarebbe stata la loro ultima conversazione.

 

   
 
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