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Autore: Alis_Weasley    15/10/2023    0 recensioni
[Number24]
Yasunari ospita Yuu - suo manager e compagno di squadra - a casa sua, ma alla sua famiglia sfugge un "piccolo", per nulla insignificante, dettaglio: che si tratta di un ragazzo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yasunari non voleva credere che fosse successo veramente. La sua famiglia, le sue chiassose sorelle e persino i suoi genitori avevano assalito lui e Yuu sulla soglia di casa e avevano preso quest'ultimo per la sua - solo a pensare quella parola si sentiva avvampare e si sarebbe voluto sotterrare - "fidanzata".

A nulla erano servite le flebili proteste di Yuu, che cercava di specificare il proprio genere di fronte all'evidente e imbarazzante confusione.
Quando suo padre poi si era messo a dire che adesso sarebbe spettato a loro due proteggere la tomba di famiglia, Yasunari si era messo a gridare di smetterla e senza aggiungere altro aveva afferrato Yuu per un polso e se lo era trascinato dietro su per le scale.

"Ah! Yasunari-kun a-aspetta.." aveva detto quest'ultimo, lanciandosi un'occhiata preoccupata e mortificata alle spalle. Ma il resto della famiglia non sembrava affatto seccato, anzi, tutti e quattro gli mostrarono il pollice alzato e si misero a ridacchiare e a rivolgersi occhiate eloquenti.

Yasunari rosso in viso chiuse la porta della propria camera, cercando di calmare il respiro.
Perché stava avendo quella reazione esagerata? Insomma... Si, la sua famiglia lo aveva messo in imbarazzo ma, era davvero solo quello?
Oppure c'entravano i pensieri che aveva fatto nelle ultime settimane sotto la doccia post allenamento che avevano come protagonista proprio Yuu, il suo viso dolce, quasi femmineo, e il suo corpo così mingherlino per un giocatore di rugby?

Yasunari aveva cercato di ignorare la cosa il più possibile, raccontandosi che aveva solo bisogno di scaricare lo stress, che era un caso che pensasse sempre a Yuu in quei momenti e che non era assolutamente l'idea di lui a causarli.

Però non poteva dimenticare come si era sentito quando aveva visto quei giocatori  della squadra avversaria prendersela con il manager, incapace di rispondere, accovacciato sulle ginocchia a testa bassa sul proprio tablet in frantumi.  Sapeva che Yuu aveva del carattere, era venuto fuori alcune volte in cui aveva ripreso persino Natsusa per i suoi comportamenti infantili, ma probabilmente in quella situazione, per il bene della squadra, aveva deciso di lasciare che calpestassero il suo orgoglio.

Ma Yasunari no. Lui aveva sentito un moto di rabbia crescergli nel petto e il forte desiderio di proteggerlo, di difenderlo, di attirarlo a sé e rassicurarlo. Lo vedeva fragile e bisognoso di protezione proprio come se fosse...

Capitava che avvertisse il desiderio di avvolgergli le esili spalle col proprio braccio, decisamente più muscoloso.
E quella volta in cui aveva provato a cucinare - la lingua di Natsusa ci aveva messo un giorno sano a tornare del suo colore normale- lui non era riuscito a dirgli in faccia quanto fosse pessimo e, per non farlo rimanere male, gli aveva detto che era buono. Suo padre lo faceva spesso con sua madre. E anche alcuni dei suoi amici con le proprie fidanzate.

La sera in cui Natsusa lo aveva portato in camera di Yuu al dormitorio, per fargli rivedere i video delle sue vecchie giocate, si era sentito gonfio di orgoglio e stupidamente felice di fronte a tutti quei complimenti e lo sguardo genuinamente eccitato del ragazzo dai capelli blu.

Le sue parole lo incoraggiavano, avere la sua ammirazione era un motivo per impegnarsi al massimo.

Yasunari aveva realizzato pian piano di cercare la presenza di Yuu vicino a sé: in metro ad esempio, si assicurava di lasciare un posto libero quando si sedeva e non spostava il proprio zaino finché non compariva colui a cui lo aveva riservato.
Lui, che poco tempo prima se ne stava sempre da solo, con le cuffiette ignorando gli altri.

Prima di una partita o anche solo di un allenamento, dentro di sé aspettava quello sguardo, quel sorriso, quel 'metticela tutta' pronunciato da quelle labbra sottili.
 
"Scusami Yuu..." disse, a tono basso, tornando alla realtà.
"N-no, va tutto bene" lo rassicurò subito l'altro, al quale dava ancora le spalle.
"Adesso scendo e gli spiego tutto" continuò risoluto, afferrando la maniglia della porta. Ma una piccola mano afferrò il tessuto della sua maglietta all'altezza del bicipite e lo fece immobilizzare.
"Yasunari-kun non c'è bisogno! Io... Non sono infastidito. A-anzi..."
Yasunari si voltò a incontrare un viso ancor più rosso del proprio.
"... Anzi?" ripeté incredulo.
"No... Ecco... Volevo dire che sono contento di non aver arrecato un disturbo alla tua famiglia...anche se non penso di poter contribuire nel modo che intende tuo padre... Sai... Riguardo al portare avanti il nome della famiglia-
"Ti prego...! Non. Ripeterlo" lo bloccò il rosso, spalmandosi una mano in faccia per la disperazione.
Entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere poco dopo, ritrovando il contatto visivo e non riuscendo più a distogliere lo sguardo.

"Però hanno ragione sul fatto che ti prendi sempre cura di me" sussurrò Yasunari con un tono fin troppo dolce persino alle sue orecchie.
"A-anche tu! Anche tu ti prendi cura di me" rispose velocemente l'altro, col respiro accelerato e la determinazione in viso. "Quindi... - continuò - quindi mi sta bene, possiamo anche fare finta che io sia... la tua... ragazza, per questa sera! " esclamò, lasciando Yasunari di sasso.

Aveva capito bene? 
Un verso incredulo abbandonò le sue labbra ma non riuscì ad aggiungere altro perché dal piano di sotto giunse la voce di sua madre che annunciava che la cena era pronta.

Yuu gli afferrò la mano e sorriso tremante gli disse "andiamo, Yasunari-kun? ".

Riuscì solo ad acconsentire come un automa. Il suo cervello era in tilt, il suo cuore pompava sangue come se non ci fosse un domani e sentiva aumentare la sudorazione solo a soffermarsi sulle loro dita intrecciate mentre scendevano le scale.

Aveva uno stupido e inequivocabile sorriso stampato in faccia.
   
 
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