Il Velo di Smeraldo
Nella fredda cittadina di Gleenmore, il verde smeraldo era più di un semplice colore: era un emblema di prosperità e bellezza. Le donne lo indossavano durante le cerimonie, convinte che portasse fortuna. Nessuno sapeva che questo colore, tanto idolatrato, nascondeva un segreto terribile, custodito nel silenzio della Signora Ive.
Nel cuore di Gleenmore, il negozio della Signora Ive brillava come un gioiello dimenticato. Le sue stoffe dai colori vividi sembravano respirare vita propria. Isabelle, una giovane donna dalla bellezza incantevole, vi si avventurò un pomeriggio, attratta da una stoffa verde che sembrava emanare una luce ipnotica.
“Questo abito è fatto per te,” sussurrò la Signora Ive con un sorriso enigmatico. Isabelle acquistò l'abito senza esitazione, ignara del veleno che serpeggiava tra le sue pieghe.
Da quel giorno, Isabelle cambiò. Cominciò a indossare esclusivamente il verde, un colore che sembrava riflettere ogni sua emozione. Il pigmento, però, era più di un semplice ornamento: era un veleno potente, un arsenico che entrava lentamente nel suo corpo e nella sua mente. Il mondo intorno a lei si trasformò in una distorsione verdeggiante, e la giovane si abbandonò a un’ossessione che la consumava.
Con il passare delle settimane, Isabelle divenne irriconoscibile. La sua risata gioiosa si trasformò in un suono inquietante, i suoi occhi brillanti si spensero in un'ombra opaca. Ferite si aprirono lungo il suo corpo, come se l'abito stesso volesse divorare la sua carne.
La gente di Gleenmore osservava con timore la trasformazione della giovane. Il verde, un tempo simbolo di vita, si era tramutato in un presagio di morte. Le voci sussurravano che Isabelle fosse maledetta, una vittima della Signora Ive e del suo oscuro patto.
Una notte senza luna, Isabelle si avventurò verso il fiume che tagliava la cittadina. I suoi passi risuonavano come un lugubre tamburo nella quiete. Quando raggiunse l’acqua, vi si gettò senza esitazione. Il verde del suo abito si dissolse nell'acqua, come un’ombra velenosa che macchiava le limpide correnti. Le sue risate riecheggiarono nella notte, un lamento folle e disperato che spezzò il silenzio di Gleenmore.
Il giorno seguente, il verde smeraldo fu bandito. Gli abiti, le stoffe e ogni traccia di quel colore furono bruciati in una pira che illuminò il cielo grigio. Ma il negozio della Signora Ive rimase intatto, le sue porte chiuse come un monito. Si dice che la Signora Ive continui ad aggirarsi per le strade deserte di Gleenmore, attirando con le sue stoffe altre anime incautamente attratte dal verde.
Il ricordo di Isabelle svanì lentamente, come il fumo della pira. Ma nelle notti più scure, quando il vento soffia dal fiume, si può ancora sentire una risata spezzare il silenzio: il requiem del verde che una volta brillava a Gleenmore.Nella fredda cittadina di Gleenmore, il verde smeraldo era più di un semplice colore: era un emblema di prosperità e bellezza. Le donne lo indossavano durante le cerimonie, convinte che portasse fortuna. Nessuno sapeva che questo colore, tanto idolatrato, nascondeva un segreto terribile, custodito nel silenzio della Signora Ive.
Nel cuore di Gleenmore, il negozio della Signora Ive brillava come un gioiello dimenticato. Le sue stoffe dai colori vividi sembravano respirare vita propria. Isabelle, una giovane donna dalla bellezza incantevole, vi si avventurò un pomeriggio, attratta da una stoffa verde che sembrava emanare una luce ipnotica.
“Questo abito è fatto per te,” sussurrò la Signora Ive con un sorriso enigmatico. Isabelle acquistò l'abito senza esitazione, ignara del veleno che serpeggiava tra le sue pieghe.
Da quel giorno, Isabelle cambiò. Cominciò a indossare esclusivamente il verde, un colore che sembrava riflettere ogni sua emozione. Il pigmento, però, era più di un semplice ornamento: era un veleno potente, un arsenico che entrava lentamente nel suo corpo e nella sua mente. Il mondo intorno a lei si trasformò in una distorsione verdeggiante, e la giovane si abbandonò a un’ossessione che la consumava.
Con il passare delle settimane, Isabelle divenne irriconoscibile. La sua risata gioiosa si trasformò in un suono inquietante, i suoi occhi brillanti si spensero in un'ombra opaca. Ferite si aprirono lungo il suo corpo, come se l'abito stesso volesse divorare la sua carne.
La gente di Gleenmore osservava con timore la trasformazione della giovane. Il verde, un tempo simbolo di vita, si era tramutato in un presagio di morte. Le voci sussurravano che Isabelle fosse maledetta, una vittima della Signora Ive e del suo oscuro patto.
Una notte senza luna, Isabelle si avventurò verso il fiume che tagliava la cittadina. I suoi passi risuonavano come un lugubre tamburo nella quiete. Quando raggiunse l’acqua, vi si gettò senza esitazione. Il verde del suo abito si dissolse nell'acqua, come un’ombra velenosa che macchiava le limpide correnti. Le sue risate riecheggiarono nella notte, un lamento folle e disperato che spezzò il silenzio di Gleenmore.
Il giorno seguente, il verde smeraldo fu bandito. Gli abiti, le stoffe e ogni traccia di quel colore furono bruciati in una pira che illuminò il cielo grigio. Ma il negozio della Signora Ive rimase intatto, le sue porte chiuse come un monito. Si dice che la Signora Ive continui ad aggirarsi per le strade deserte di Gleenmore, attirando con le sue stoffe altre anime incautamente attratte dal verde.
Il ricordo di Isabelle svanì lentamente, come il fumo della pira. Ma nelle notti più scure, quando il vento soffia dal fiume, si può ancora sentire una risata spezzare il silenzio: il requiem del verde che una volta brillava a Gleenmore.