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Autore: Magica Emy    16/10/2023    4 recensioni
Ispirata dall'episodio 102 dal titolo "Ranma è diventato un Dongiovanni", ho immaginato un piccolo momento tra i nostri due protagonisti che mi sarebbe tanto piaciuto vedere. Spero vi emozioni come ha emozionato me.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si bloccò di colpo e per qualche secondo rimase lì, in piedi, perfettamente in equilibrio sulla staccionata, osservandola con attenzione mentre lei faceva lo stesso. Ne accarezzò con lo sguardo il morbido profilo, parzialmente illuminato dalla fioca luce notturna dei lampioni, arrossendo come un peperone quando quei grandi occhi color cioccolato incontrarono i suoi. Il cuore prese a battergli all’impazzata e un nodo in gola gli impedì di pronunciare anche solo una frase di senso compiuto, tuttavia non sembrava affatto arrabbiata e questo lo aiutò a rilassarsi almeno un po’, riprendendo pian piano il controllo delle proprie emozioni.
«Beh? Perché ti sei fermato all’improvviso?» chiese, scrutandolo con curiosità. Ecco. Quello, forse, era il momento più adatto per…
«Sc…scusa p…per poco fa.»
Maledizione, c’era proprio bisogno di mettersi a balbettare in quel modo? La vide arricciare le labbra in un’adorabile espressione di pura sorpresa.
«E, tanto per sapere, per cosa ti staresti scusando esattamente? Per aver trascorso l’intera giornata a correr dietro a ogni ragazza incrociata sul tuo cammino, oppure per averci provato anche con me?»
Ok. Uno a zero per te, Akane Tendo.
Si massaggiò la nuca, ridacchiando imbarazzato. Ripensare a tutto ciò che era stato capace di combinare in quelle frenetiche ore, gli fece venir voglia di sprofondare per la vergogna. Se solo la terra lo avesse inghiottito in quell’istante…no, cavolo, no. Assolutamente no! Altrimenti, come avrebbe fatto a…
«E…ecco, io…io non…»
Sì, appunto. Avanti idiota, diglielo. Deve saperlo. Diglielo che quelle parole le pensavi sul serio e non le hai dette solo perché eri sotto l’effetto di quello stupido cerotto. Dille che nel tuo cuore non c’è né mai ci sarà spazio per nessun’altra all’infuori di lei, che ogni volta che sorride tutte le tue certezze crollano miseramente come un castello di carte e resta solo l’irrefrenabile voglia di annullare la distanza che vi separa, per baciarla fino a farti mancare il fiato. Per stringerla forte come poco prima quando, per evitare che cadendo si ferisse in qualche modo, le hai fatto scudo col tuo corpo e poi…
«Non preoccuparti, so che lo hai fatto solo per via di quell’incantesimo, perciò non ce l’ho con te. Figuriamoci se, in condizioni normali, tu che non mi vedi neppure come una donna avresti mai potuto dire una cosa del genere.» rispose con semplicità, esibendo un sorriso triste che per un momento parve adombrare il suo bel viso, stringendogli il cuore. Scese dalla staccionata con un agile salto, parandolesi proprio davanti, in cerca del suo sguardo ormai sfuggente.
«Io…lo penso sul serio.»
Le parole gli sfuggirono prima che potesse rendersene conto. La fidanzata lo scrutò da capo a piedi, perplessa.
«Cosa?»
«Che tu sia ca…»
Respira Ranma, puoi farcela.
«Ca…ca…rina. Lo penso su…sul serio, ok?»
Seguì un lungo momento di silenzio, durante il quale non seppe proprio cosa aspettarsi. Oppure sì. Dannazione, lo sapeva, stava sbagliando tutto un’altra vol…
«Ok. Allora, se lo pensi davvero, per quale motivo ti sei scusato?»
La sua voce lo riportò bruscamente alla realtà, facendolo avvampare, impacciato.
«Beh, i…io…mi dispiace.»
Complimenti. Un perfetto imbecille, ecco cos’era. Abbassò gli occhi verso la punta delle proprie scarpe consumate, torcendosi nervosamente le dita e quando, timoroso, tornò a specchiarsi nei suoi, altro non vide se non un largo sorriso ad attenderlo.
«Sai, questa versione di te mi piace molto di più.»
Rinfrancato e spiazzato al tempo stesso lasciò così che lo prendesse per mano e il contatto con la sua pelle calda gli provocò un piacevole brivido di eccitazione lungo la schiena.
“Questa versione di te mi piace molto di più.”
Lo aveva detto veramente? Era…seria?
«Allora? Vogliamo tornarcene a casa, adesso? Si sta facendo tardi.»
Lo esortò senza smettere di sorridere e si rese conto di non aver bisogno di ulteriori conferme, poiché conosceva già la risposta. Ricambiò quella tenera stretta col cuore gonfio d’emozione, incamminandosi insieme a lei senza riuscire a smettere di guardarla. Non soltanto carina, di più. Era bella. Bella da togliere il fiato.
Mi piaci anche tu.
Un giorno, forse, avrebbe trovato il coraggio di confessarglielo. Per adesso, quel piccolo passo in più poteva anche bastare.
   
 
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