Non respirare le mie spore,
non sederti sul mio ventre,
perché della di Lei volontà
io sono vittima e fedele servitrice.
Io sono la carne che si fa vino,
sono l'anima che imita le aquile,
sono il sentiero del non ritorno,
mistero e rifulgente speranza,
della caduta dello spettro
e della spada.
Attraverso me si aprono due porte,
una del silenzio, una di Venere.
L'organo della vita respira,
ed io non riesco a zittire il suo canto.