Il
gladiatore si inginocchiò a
terra, avvertendo il crepitio della sabbia sotto il suo peso. La luce
del sole
danzava nell’arena, rincorrendo i piccoli mulinelli di sabbia
che si alzavano
di continuo, sospinti dal vento. Uno spettacolo magico che presto
avrebbe
ceduto il posto ad un altro tipo di
gioco,
un gioco di sangue e acciaio, una danza con la morte. Non che gli
capitasse
spesso, di uccidere un avversario. I combattenti esperti servivano
più che
altro per intrattenere la folla e il sovrano, e
l’addestramento era decisamente
lungo. Parecchie volte Alito
si era
ritrovato a confortare i nuovi arrivati, gente che a malapena sapeva
impugnare
un’arma e che aveva ancora il terrore negli occhi, e
prometteva solennemente
che li avrebbe addestrati e trasformati nei campioni acclamati dal
popolo.
Certo, il sangue scorreva, ma la rena lo assorbiva alla svelta, e le
ferite
diventavano pallide cicatrici, segni di gloria sulla pelle scura del
guerriero.
Quel
giorno, Alito avrebbe avuto
a che fare con uno sfidante d’eccezione, il sovrano in
persona. Apprezzava
davvero quell’uomo dall’animo ardente, che non
esitava a misurarsi con un
semplice gladiatore (poco più di uno schiavo qualsiasi) per
seguire la sua
passione. Sorrise, fissando la sabbia. Quel duello sarebbe stato
memorabile, ne
era certo.
Angolo
autrice: gli anni passati
a leggere Alberto Angela tornano utili nei momenti più
insospettabili…
Hime