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Autore: Fiore di Giada    29/10/2023    0 recensioni
[[L\\\'angelo bianco]]
[Tra "I figli di nessuno" e "L'angelo bianco". Scritto per la challenge "Un prompt al giorno" indetta dal gruppo Facebook "Fondi di caffé, il tuo scrittoio multifandom". Il prompt scelto è "gioco".]
Un altro breve missing moment tra questi due film.
Il nostro Guido osserva sua figlia giocare e ha una allcuinazione, in cui vede il suo defunto primogenito.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cauto, Guido apre la porta della camera di Anna.
La bambina, seduta sul suo lettino, stringe a sé la bambola. 
I suoi occhi cerulei, seri, vagano sul corpo inanimato, mentre la sua mano, leggera, si posa sul volto del giocattolo.
L'uomo sorride. L'innocenza di sua figlia, come un vento primaverile, dona al suo cuore una lieve serenità.
I suoi gesti gentili, dolci circondano la sua figura esile d'una aureola luminosa.
Ad un tratto, a poca distanza da lei, pare materializzarsi la figura alta e nervosa di un bambino sobriamente vestito, dai folti e corti capelli neri.
Di scatto, l'uomo arretra d'un passo, mentre il cuore accelera i battiti, come se volesse spaccargli le costole. Di nuovo, è apparsa l'immagine di suo figlio Bruno.
Ma il suo sfortunato primogenito è morto.
Scuote la testa e chiude gli occhi, mentre il cuore martella il suo petto. La vicinanza dei suoi figli è sublime, ma è una illusione del suo animo straziato.
Lui avrebbe voluto entrambi nella sua famiglia.
Bruno doveva giocare con te, figlia mia., si dice, amaro. Davanti ai suoi occhi, si plasma una realtà meravigliosa, ma illusoria.
I suoi due figli riempiono l'aria delle loro risate argentine.
Barcolla e si appoggia al muro portante della porta. A volte, gli sembra di essere sospeso su un abisso.
Ma una domanda, implacabile, martella la sua mente.
Perché Bruno non ha potuto giocare con lei?
− Papà, ti senti bene? − domanda la voce di Anna.
Guido si scuote e il suo sguardo, confuso, si posa sulla bambina. 
Un sorriso amaro solleva le sue labbra. No, non sta bene.
Ma sua figlia non merita un'ulteriore angoscia.
Si inginocchia e posa le mani sulle sue spalle.
La bambina, perplessa, fissa i suoi occhi in quelli dell'uomo. Il sorriso di suo padre, in quel momento, le sembra strano.
− Anna, figlia mia… Non cambiare mai. E ricordati che il tuo papà ti vuole bene. E te ne vorrà sempre. − mormora, la voce velata dalla malinconia. Quanto è diversa dalla sua perfida madre.
A quelle parole, la bambina accenna ad un tenue sorriso. Suo padre è strano, ma non può dubitare del suo amore per lei.
Si butta sul suo petto e l'uomo, d'impeto, la stringe a sé.
− Anche io ti voglio bene, papà. −
   
 
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