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Autore: LorasWeasley    30/10/2023    2 recensioni
[Blue Lock]
AU [nagireo]
Reo deve sposarsi, ma i suoi amici non accettano che non lo faccia con Nagi.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Wedding day


Reo non ci stava capendo più niente.
Sentiva distrattamente l’officiante che, al posto di fare il suo lavoro, discuteva al telefono con qualcuno. Sentiva distrattamente anche i suoi amici litigare per vari motivi e qualcun altro urlare per i fiori che avevano appena preso fuoco. 
Era il completo caos e stava per avere un attacco di panico.
I suoi occhi non riuscivano a mettere a fuoco neanche la persona che aveva davanti, la persona che avrebbe dovuto sposare. Le sue mani stavano tremando. Stava respirando troppo e troppo velocemente. Tutto lo stress accumulato in quelle settimane si riversò in lui in quel preciso momento, portandolo a distruggersi mentalmente.
Urlò e scappò via.
 
 
-
 
Due giorni prima…
 
-Che cazzo ci fate tutti in casa mia!?
Barou non era del tutto sicuro di come si fosse ritrovato in quella situazione. Aveva solo aperto la porta dopo che qualcuno aveva suonato il campanello e il momento dopo tutti i suoi compagni di calcio si erano accomodati a casa sua come se fossero stati invitati.
-Barou-san, hai da bere?- domandò Bachira fin troppo felice.
-Oh sì, per me una birra- aggiunse Karasu.
-Io vorrei qualcosa da sgranocchiare- chiese invece Zentetsu.
Evidentemente non erano tutti così stupidi, perché sia Yukimiya che Isagi si accorsero di Barou che era pronto a uccidere qualcuno e fecero morire le richieste affermando che non erano lì per fare una festa ma per qualcosa di più importante.
-Sarebbe?- ruggì il proprietario di casa in un misto di odio e curiosità.
Chigiri, dopo essersi sistemato su una poltrona e aver aperto il suo portatile pronto a lavorare, affermò –Progettare un piano per impedire a Reo di sposarsi con una donna che neanche conosce.
Il fatto era questo: tutti loro erano diventati amici perché giocavano o avevano giocato nella stessa squadra di calcio, creando un gruppo con delle dinamiche abbastanza strane, ma che stranamente funzionava.
Nagi e Reo erano sempre stati una coppia, chiunque in quel gruppo li aveva conosciuti che stavano già insieme, quasi come se fosse un’unica entità, avendo una chimica perfetta sia dentro che fuori il campo da calcio. Finché non si erano lasciati.
Nessuno era sicuro di quale fosse la verità dietro quella rottura, le teorie erano tante e le versioni raccontate da entrambe le parti coinvolte molto diverse, ma di una cosa erano certi: era stato tutto un malinteso ed entrambi si amavano ancora, sarebbe stata solo questione di tempo prima che anche loro l’avrebbero capito.
Ma così non era stato perché un giorno, di punto in bianco, Reo aveva invitato tutti loro al suo matrimonio. Un matrimonio organizzato dalla sua famiglia che aveva solo scopi politici e commerciali, un matrimonio con una ragazza che aveva visto solo due volte in tutta la sua vita e con la quale non aveva mai parlato davvero.
“Come puoi accettare una cosa simile!? Pensavo che ti rifiutassi di fare quello che ti dicono i tuoi genitori!” era stato Chigiri a urlargli quelle cose, non potendo accettare quello che il suo amico aveva deciso.
Reo aveva risposto alzando semplicemente le spalle e commentando “Non mi interessa, non amerò nessun altro oltre Nagi ma lui mi ha lasciato, quindi chi se ne frega?”
Furioso, Chigiri ci aveva poi provato con Nagi “Davvero lo lascerai sposare? Davvero non hai intenzione di fare nulla?”
“Ha preso la sua decisione. Probabilmente è meglio così.”
Evidentemente Chigiri era l’unico a cui interessava quella relazione, ma non gli importava e convinse (chi abbastanza facilmente chi per esasperazione) tutti i loro amici a fare qualcosa per impedire che quei due facessero il più grande errore della loro vita.
Ed eccoli quindi tutti lì, riuniti nell’enorme villa di Barou, due giorni prima del matrimonio, a progettare un piano che impedisse lo svolgimento della cerimonia. Erano in tanti e c’erano molte menti brillanti tra di loro, cosa poteva andare storto?
 
-
 
Quando Nagi si svegliò quella mattina, trovò Isagi, Chigiri e Bachira in casa sua. Ancora stordito dal sonno, ci mise qualche secondo di troppo a recepire la notizia e chiedere confuso -Come siete entrati?
-Non è stato difficile visto che non chiudi a chiave- rispose Bachira come se entrasse a casa delle persone ogni giorno, Nagi non lo escluderebbe considerando il tipo di persona.
-Alzati- comandò Chigiri mentre scostava le coperte dal suo corpo -non abbiamo molto tempo.
-Tempo per fare cosa?- Nagi li guardò con sospetto e non si mosse di un millimetro.
-Per prepararti, abbiamo molto lavoro da fare per farti sembrare carino.
-Era un insulto?- chiese non troppo offeso mentre si metteva a sedere lentamente, con la paura che se non l’avesse fatto Chigiri l’avrebbe buttato a terra.
-Hai visto uno specchio in questi ultimi giorni? Sospetto di no. Non puoi impedire a Reo di sposare un’altra con quel volto cadaverico e quelle occhiaie nere.
Nagi si bloccò, ricordando solo in quel momento che quello era il giorno.
Abbassò lo sguardo e borbottò -Reo non è più un mio problema. 
Chigiri esplose -Le tue occhiaie dicono il contrario. 
Isagi decise di intervenire con tono più calmo e un sorriso quasi di scuse -Mi dispiace Nagi, non ti lasceremo mandare a puttane la tua storia con Reo, ti stiamo solo facendo un favore, ci ringrazierai.
Nagi era sempre più preoccupato, ma anche un po' incazzato perché non volevano lasciarlo a deprimersi in pace -E in cosa consiste questo favore?
-Lo capirai- rispose Chigiri non dando una vera risposta -ora andiamo in bagno, mi servono molte cose per restaurare la tua faccia, poi Isagi si occuperà di vestirti.
Bachira alzò una mano mentre dondolava seduto sulla sua sedia da scrivania -Io sono qui per chiacchierare! Ah e c’è Rin che ci aspetta in macchina, speriamo che non vada via.
-Non andrà via- rispose sicuro Isagi e Nagi si chiese cosa gli avesse promesso in cambio per sottoporsi a tutto quello. Non che potesse prendersi il lusso di pensare alle (non) relazioni degli altri quando lui non era di certo in una situazione migliore.
Seguì Chigiri in silenzio, sapendo che se avesse protestato avrebbe solo allungato quello strazio. Inoltre aveva le chiacchiere di Bachira per provare a capire qualcosa in più.
-Non ci stiamo preparando per presentarci alla cerimonio e urlare qualcosa alla “io mi oppongo”, vero?
-Tranquillo, per quello c’è l’altra squadra.
 
-
 
“L’altra squadra” non era propriamente quel gruppo di persone che chiunque sano di mente avrebbe voluto mandare per fermare un matrimonio, ma non c’erano alternative quindi si dovettero accontentare.
-Qual è il piano?- domandò Karasu scendendo dalla macchina.
-Non abbiamo un piano- ricordò loro Aryu.
-Forse possiamo solo chiederlo con gentilezza?- propose Tokimitsu.
-Sapevo che sarebbe stato pieno di belle ragazze!- commentò Otoya completamente distaccato dalla missione generale, pensando solo ai suoi interessi.
-Vi prego, non facciamo casini, gestire Chigiri incazzato è dura- pregò Kunigami realmente spaventato dal suo ragazzo.
-Andiamo solo a convincere Reo a venire con noi, cerchiamo di non dare nell’occhio- concluse infine Yukimiya, credendoci davvero che avrebbero potuto fare una cosa veloce e indolore.
 
Evidentemente non tutti loro sapevano cosa volesse dire “non dare nell’occhio”, poiché non era assolutamente quello che stavano facendo.
Cercando di passare inosservati mentre cercavano il loro amico, la maggior parte di loro si perse tra la folla in attesa dell’inizio della cerimonia. Aryu sembrò dimenticare la sua missione principale e si ritrovò a criticare lo stile pietoso di alcune donne, iniziando a dare consigli gratuiti su quali colori abbinare e cosa andasse di moda quell’anno.
E se da un lato Aryu stava criticando persone che si stavano solo domandando chi lo avesse invitato, dall’altro Otoya iniziò a provarci con le damigelle. Con tutte e tre contemporaneamente.
-Forse il suo piano è impedire il matrimonio portandole via- provò ad essere ottimista Kunigami.
Yukimiya sbuffò sistemandosi gli occhiali sul naso -Dubito fortemente che Otoya ricordi ancora perché siamo venuti qui. Andiamo avanti.
Dopo aver perso quindi due elementi (non troppo importanti in realtà), i quattro si diressero verso le stanze più interne, quelle dove gli sposi si stavano preparando e che, di conseguenza, erano off limits per gli invitati.
Come volevasi dimostrare furono quindi fermati abbastanza presto.
-Non potete passare di qua.
Fu una vecchia signora a fermarli, sembrava tanto una di quelle streghe delle favole occidentali e li stava guardando come se volesse scoprire tutti i loro più oscuri segreti.
-Siamo i migliori amici di Reo- affermò Yukimiya con il sorriso che avrebbe fatto cadere qualsiasi donna ai suoi piedi. Beh, evidentemente non quella.
-Quindi?- chiese questa.
-Dobbiamo dargli supporto morale, nessuno di noi vuole che entri nel panico proprio prima della cerimonia, giusto?
Gli altri tre annuirono velocemente.
La donna li fissò uno per uno, poi disse piano -Avete intenzione di rovinare questo matrimonio?
Non ci fu risposta mentre tutti e quattro i ragazzi trattenevano il respiro e spalancavano gli occhi.
Yukimiya stava già cercando un modo per uscire da quella situazione quando la donna li stupì e si fece da parte -Se la risposta è sì, allora andate. Non permetterò al signorino di fare il più grande errore della sua vita.
-Oh… grazie.
 
Avevano vestito Reo con il completo più elegante, bello e costoso che ognuno di loro avesse mai visto nella propria vita, gli avevano acconciato i capelli alla perfezione e gli avevano anche messo un filo di trucco per farlo sembrare radioso.
Ma era tutta apparenza, perché il ragazzo era visibilmente in ansia mentre camminava avanti e indietro nella stanza, si torceva le mani facendosi male ed era a un passo dall'esaurimento nervoso.
-Reo- chiamò piano Kunigami con le mani avanti, come si fa con un animale ferito che potrebbe attaccarti da un momento all'altro.
Il ragazzo si voltò di scatto, poi sibilò -Cosa ci fate voi qui?
-Non farlo Reo, non è davvero quello che vuoi.
-Non posso avere quello che voglio.
Karasu rise -Siete proprio due deficenti, dio mio.
Kunigami gli lanciò un'occhiataccia, poi riprovò a parlare con calma e moderazione -Ascolta, siamo solo preoccupati per te perché siamo tuoi amici, tu adesso pensi che sia la cosa giusta da fare, perché è così che la tua famiglia ti ha convinto, ma questo non ti renderà felice, questo ti distruggerà giorno dopo giorno fino a trasformarti...
-Non voglio ascoltarti- Reo li interruppe dandogli le spalle.
-Reo, per favore...
-ZITTO! NON VOGLIO ASCOLTARVI! ANDATE VIA!
E non ci fu più spazio per parlare, perché Reo chiamò la sicurezza e i quattro furono trascinati fuori dalle sue stanze private senza aver possibilità di aggiungere altro.
 
-Non possiamo fallire così- stava dicendo Yukimiya pensieroso, dai loro posti in fondo mentre iniziava la cerimonia e Reo finiva di percorrere la navata fino all'altare.
Avevano continuato a provare idee, con Otoya che cercava di portarsi via le damigelle e Karasu che pagava bambini per convincerli a fare il caos, ma nulla sembrò funzionare.
Questo fino a quando Aryu sospirò distrutto e annunciò -Non volevo farlo così perché è il modo meno elegante di agire, ma visto che non ci sono altre soluzioni...- mise una mano sulla spalla di Tokimitsu e ordinò -colpisci.
Fu così che il più diplomatico e carino del gruppo corse in mezzo a tutte quelle persone e, letteralmente, rapì Reo caricandoselo sulle spalle a forza e portandoselo via prima che chiunque di loro potesse reagire, prima ancora anche dell'arrivo della sposa.
Anche i loro amici erano rimasti basiti e sorpresi dalla situazione, ma si ripresero abbastanza in fretta per correre in macchina e non farsi scappare l'opportunità.
Anche Reo, dopo essere stato caricato in macchina, era troppo sconvolto per urlare contro di loro o chiedere che diavolo stessero facendo, si limitò quindi a sospirare e dire piano -Guardate che prima o poi dovrò tornare indietro, state solo ritardando l’inevitabile, mi sposerò comunque.
Yukimiya sorrise dolce e gli sistemò il cravattino -Certo che ti sposerai, ma non con quella ragazza.
-Cosa!?
 
-
 
Che i suoi amici avessero progettato il matrimonio tra lui e Nagi era l’ultima cosa che Reo si sarebbe aspettato da quella giornata. Ma la situazione divenne ancora più assurda quando si rese conto di essere a casa di Barou. Un Barou che, con l’aiuto di Zentetsu (e questo stesso glielo fece sapere tutto orgoglioso), aveva abbellito con tutti i fiori e le decorazioni. Ma la cosa che gli fece capire che probabilmente era tutto un sogno strano dovuto a qualche allucinogeno fu vedere Shidou che faceva da officiante.
-Perché cazzo hai la licenza per fare l’officiante!?- Karasu diede voce ai suoi pensieri.
-Perché così ho potuto sposare me e Sae.
-E lui lo sa?- Hiori lo guardò stranito -Perché in realtà non puoi sposare te stesso. 
Rin afferrò il suo telefono -Glielo dico subito.
La situazione continuava ad essere talmente assurda che Reo ebbe la sensazione di non viverla appieno, lui era un semplice spettatore di tutta quella vicenda che non si trovava più all’interno del suo corpo.
Nagi lo stava guardando con uno sguardo strano, quasi preoccupato. Ma nonostante il più alto fosse bellissimo, con metà dei capelli tirati all’indietro e un vestito che accentuava tutti i suoi muscoli, Reo rimase impassibile anche a lui.
Visse in modo passivo i suoi amici che lo spinsero all’altare, Zentetsu che fece partire la musica ma quella sbagliata, i fiori che presero fuoco quando dei fili troppo vicini ebbero un cortocircuito, le urla, mezzo pavimento bagnato di acqua che avevano usato per spegnere l’incendio, Shidou che litigava al telefono con Sae perché “tesoro, non possiamo parlarne dopo? Sto cercando di sposare due persone qui!”
E poi fu troppo.
Fu come una lampadina che si accendeva, la semplice consapevolezza del: sei tu al centro di tutto, se non riprendi in mano la tua vita adesso, te ne pentirai.
L’attacco di panico arrivò senza che riuscisse a fare nulla.
 
Quando Reo scappò urlando, si chiuse dentro la prima stanza che trovò: un bagno.
Nagi gli fu subito dietro, chiudendosi la porta alle spalle e girando la chiave, lasciando all’esterno tutto il caos e i rumori dei loro amici.
La vista di Reo gli fece stringere il petto in una morsa: era distrutto. Aveva gli occhi lucidi e le mani così tanto strette tra i suoi capelli spettinati da aver fatto diventare le nocche bianche, si stava mordendo le labbra a sangue e stava avendo un attacco di panico.
-Reo- lo chiamò piano raggiungendolo -Reo, guardami.
Ma Reo neanche si era accorto di lui, troppo preso dai suoi mormorii di “non posso farlo” e “voglio andare via”, mormorii spezzati perché non riusciva a respirare correttamente.
-Reo- provò di nuovo Nagi mentre gli prendeva il volto a coppa con le mani, lo fece con urgenza e si ritrovò spinto dal bisogno di baciarlo.
Lo fece, poggiando le labbra sulle sue e mozzando il suo respiro, era stato dettato dal bisogno di farlo calmare, ma anche dalla necessità di chi non aveva potuto farlo per molto tempo.
-Respira con me- sussurrò sulle sue labbra dopo qualche secondo, prendendo un grande respiro e spingendo l’altro a imitarlo. Dentro e fuori lentamente, prendendosi tutto il tempo di cui avevano bisogno.
Le mani di Reo avevano lasciato i propri capelli e ora si stavano aggrappando alle braccia di Nagi, lo stava facendo con forza e disperazione ma il più alto non se ne sarebbe lamentato.
Quando Reo tornò alla realtà, iniziò a piangere.
-Non posso farlo- singhiozzò -non posso sposarla, non voglio…
-Lo so, non devi farlo, va tutto bene- continuò a sussurrare Nagi baciandogli la fronte e asciugandogli le guance bagnate.
-E non posso sposare te, non così, non voglio farlo così ‘shiro…
Nagi sorrise contro la sua pelle e lo strinse di più -Va bene, neanche io voglio farlo così, non devi giustificarti per questo. Va tutto bene amore.
Era sempre stato Reo a prendersi cura di Nagi. Sempre. Fin dal primo momento che si erano conosciuti non c’era stato giorno in cui Reo non l’aveva fatto, in cui non l’aveva portato in braccio, in cui non gli avesse preparato il pranzo o comprato tutto ciò che voleva. Era sempre Reo che lo coccolava e che gli aveva reso la vita il più facile possibile. Nagi sapeva che adesso era il suo turno.
Finirono seduti a terra, Nagi appoggiato contro il bordo della vasca da bagno e Reo contro il suo petto mentre continuava a piangere per tutto lo stress che aveva accumulato in quegli ultimi mesi.
-Anche tu sei il mio tesoro- decise di dirgli Nagi, sempre in sussurro contro la sua pelle.
“Tesoro” era ciò che Reo aveva sempre detto di lui con orgoglio e gioia a tutti quanti, Nagi ne stava infine capendo il significato.
-Sei il mio tesoro, quindi mi prenderò cura di te. Andrà bene, te lo prometto.
Prendersi cura di lui fu esattamente quello che fece: aspettò che si calmasse, poi lo portò a casa sua ignorando le richieste di spiegazione da parte dei loro amici. Si fecero insieme una doccia calda, indossando dei vestiti morbidi e, infine, si sdraiandosi sotto le coperte.
Qui alternarono baci e discorsi, parlando della loro relazione, di com’era finita, di cosa avevano sbagliato e frainteso, di cosa avrebbero fatto per evitare di farla finire allo stesso modo, di quanto non avessero mai smesso di amarsi. Nagi gli promise che non sarebbe più stato Reo a occuparsi di tutto, ma che l’avrebbero fatto insieme, che il giorno dopo sarebbe stato al suo fianco mentre andava a parlare con i suoi genitori e dava spiegazioni sul perché avesse abbandonato il proprio matrimonio, sul perché non avrebbe potuto farlo in ogni caso anche senza l’interruzione dei loro amici.
-Andrà bene- promise di nuovo Nagi baciandolo piano -Andrà bene perché non dovrai più farlo da solo.
  
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