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Autore: Carmaux_95    02/11/2023    2 recensioni
[DamiAnya per Nini♥]
Damian e Anya non hanno niente in comune.
Damian è uno studente diligente, Anya si addormenta nel bel mezzo delle lezioni.
Se la classe va in gita scolastica, Damian si informa in merito alla meta nel caso un professore lo interpelli così che possa fare bella figura e spiccare fra tutti i compagni mentre Anya è semplicemente contenta di non trovarsi costretta fra i banchi di scuola.
Se Damian con un orecchio ascolta il chiacchiericcio dei suoi amici mentre con la coda dell’occhio osserva i movimenti del professore aspettando per tutta la durata del viaggio un’occasione che non si presenta, Anya chiacchiera con Becky e ride.
Ride così spesso e in modo così spontaneo e vibrante che a Damian non può che risultare semplicemente insopportabile.
Ma per quanto possa trovare fastidiosa la risata di Anya, i suoi pianti nel bel mezzo della notte lo sono ancora di più.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anya Forger, Damian Desmond
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NIENTE IN COMUNE
 

Per Nini ♥
 

Damian e Anya non hanno niente in comune.
Damian è uno studente diligente, Anya si addormenta nel bel mezzo delle lezioni.
Se la classe va in gita scolastica, Damian si informa in merito alla meta nel caso un professore lo interpelli così che possa fare bella figura e spiccare fra tutti i compagni mentre Anya è semplicemente contenta di non trovarsi costretta fra i banchi di scuola.
Se Damian con un orecchio ascolta il chiacchiericcio dei suoi amici mentre con la coda dell’occhio osserva i movimenti del professore aspettando per tutta la durata del viaggio un’occasione che non si presenta, Anya chiacchiera con Becky e ride.
Ride così spesso e in modo così spontaneo e vibrante che a Damian non può che risultare semplicemente insopportabile.
Lei non capisce quanto sia importante quello che stanno facendo, che le gite scolastiche rappresentano un’ottima occasione per guadagnare stellae: lei si limita a guardarsi intorno con lo sguardo curioso e senza una preoccupazione al mondo.
“Io non sono come gli altri: mentre loro si divertono, io userò tutte le mie forze per raggiungere la vetta affinché mio padre mi lodi di nuovo…”
Lei sorride emozionata quando vede l’albergo nel quale trascorreranno le prossime due notti.
Damian potrebbe dirle che si tratta di un edificio storico la cui importanza culturale e la sua posizione centrale sono i principali motivi per cui è stato scelto dai professori. Potrebbe dirglielo, ma alla fine scuote la testa e distoglie lo sguardo.
Lei corre impaziente nel corridoio, raggiungendo la stanza che occuperà insieme a Becky e un’altra compagna di classe.
È solo una stupida camera. Damian, a due di distanza in quel medesimo corridoio, potrebbe giurare che siano tutte uguali: tre letti, un armadio e un bagno. Cosa c’è di così entusiasmante?
Perché è così contenta anche il mattino dopo, quando tutta la classe si riunisce nella sala da pranzo dell’albergo per fare colazione?
Ma soprattutto perché si siede di fianco a lui? Anche se a dire il vero sembra essere stata Becky a suggerirle di occupare quella sedia rimasta libera… non che le stesse guardando!
Si salutano freddamente ma Damian, fingendo disinteresse, sbircia i suoi movimenti. All’improvviso inorridisce: «Cosa stai facendo?!»
Anya ha in mano la brocca del latte, inclinata per versarsene la quantità desiderata in una ciotola. Peccato che la ciotola non sia vuota.
«Colazione! Non ti piacciono i cereali?»
«Certo! Ma non si mangiano così!»
«No?»
«Si mette prima il latte! I cereali si aggiungono dopo, pochi alla volta!»
Anya guarda la ciotola, confusa, poi torna a Damian: «Cosa cambia?»
Questa poi!
«Se metti prima i cereali e poi il latte i cereali diventano subito mollicci!»
«Non mi pare…», borbotta la bambina tornando a versarsi il latte. «Sono buoni!»
Una smorfia deturpa il viso di Damian al pensiero della poltiglia che si formerà in quella ciotola ma poi torna alla propria colazione: che faccia quello che vuole, non sono fatti suoi! Sta per rispondere ad una domanda di Emil ma sente una mano picchiettargli sulla spalla. Si volta di nuovo verso Anya e la vede avvicinargli il cucchiaio ricolmo di quelli che una volta erano cereali.
«Secondogenito, vuoi assaggiare?»
QUESTA POI!
Sente le guance infiammarsi: «C-certo che no! Che schifo!»
Il sangue gli va alla testa per cui finisce di ingozzarsi la colazione e si alza per allontanarsi da quel campo minato con la scusa di aver dimenticato lo zaino in camera.
Fa giusto in tempo a sentire Becky commentare: “Certo che voi due non avete proprio nulla in comune… è così romantico!”.
 
*
 


Damian e Anya non hanno, appunto, niente che li accomuni.
Quando stanno per lasciare l’albergo per dare inizio al viaggio d’istruzione, Damian è pronto per l’appello con diversi minuti d’anticipo mentre Anya arriva all’ultimo, di corsa, con lo zaino ancora mezzo aperto – e che non si premura di chiudere – dal quale minaccia di cascare fuori di tutto.
Se lei sembra stare perfettamente bene, lui sente ancora le guance brucianti al solo pensiero della scena avvenuta poco prima in sala da pranzo: non sa se Anya ci sia rimasta male o meno per quella sua reazione brusca ma che si aspettava? Che si facesse imboccare da lei? Con il suo stesso cucchiaio, per giunta? Se per lei non è successo niente degno di nota, Damian si costringe a contare le piastrelle del pavimento giusto per tenersi impegnato e calmare il battito del proprio cuore.
Quando Damian, all’ultimo prima di uscire dall’albergo, trova in terra quel peluche rosa, blu, giallo con ali, criniera e coda a forma di serpente lo raccoglie con la fronte corrucciata: dove lui vede un pupazzo orrendo, per forma e colori, Anya vede uno dei suoi più cari tesori.
Non sapeva appartenesse a lei. Lo scopre quella sera.
Per quanto possa trovare fastidiosa la risata di Anya, i suoi pianti nel bel mezzo della notte lo sono ancora di più.
Quando Anya scoppia improvvisamente a piangere, Damian si barrica in camera insieme ad Ewen ed Emil e cerca di tapparsi le orecchie con il cuscino.
Verso mezzanotte Damian sente rumore di passi provenire dal corridoio ma nemmeno l’intervento del professore è sufficiente a tranquillizzare Anya.
“Da quanto tempo va avanti? Che diavolo è successo?”
Verso l’una, uno strano tic nervoso agli occhi e la vena sulla fronte pulsante come sul punto di esplodere, Damian decide di prendere la situazione nelle proprie mani. Si alza dal letto, si domanda come cavolo abbiano fatto Ewen ed Emil ad addormentarsi e marcia verso la camera incriminata.
Adesso ci penserà lui!
È consapevole delle notevoli borse nere che gli decorano gli occhi ma tanto meglio: renderanno ancora più esplicito il suo risentimento.
Bussa violentemente e con insistenza alla porta fino a quando non la vede aprirsi.
“Adesso ci penso io!”
Sbuffa come una teiera sul fuoco ma poi la vede, mezza nascosta dietro la porta, dalle ciglia una lacrima minaccia di precipitare sulle guance.
Di colpo perde tutta la spavalderia e sente il cuore sprofondargli nel petto.
“Stupido… stupido, Damian”.
Avrebbe dovuto riflettere prima di farsi prendere dalla rabbia: e dire che ormai dovrebbe saperlo che non riesce a controllarsi quando Anya piange. Lo ha già fregato più di una volta in quella maniera: quando è venuta a scusarsi per avergli tirato un pugno, per esempio, o anche quando hanno giocato a carte insieme…
“Racchia dalle gambe tozze, vuoi tapparti la bocca? Sto cercando di dormire!”
«R-…», digrigna i denti, frustrato. Perché, dannazione!? Perché in queste situazioni non riesce più a spiccicare parola? «C-cos’è successo?»
Anya si stropiccia gli occhi arrossati ed è tra un mugugno e un singhiozzo che Damian scopre il nome di quell’emorragia oftalmica a forma di peluche: il Signor Chimera deve essere scivolato fuori dallo zaino di Anya quando è arrivata, tutta trafelata, per l’appello del mattino. Quando Damian lo ha raccolto ha pensato di provare a rintracciarne il legittimo proprietario ma una volta infilato nello zaino, l’attenzione dirottata verso quel primo giorno di gita, se ne è dimenticato.
Non l’ha fatto apposta… e nonostante questo si sente in colpa mentre lo restituisce ad Anya.
«Il Signor Chimera! Lo hai trovato!» esclama, afferrandolo e stringendolo al petto, gli occhi di nuovo luminosi. «Non riesco a dormire senza!».
Damian abbassa lo sguardo e annuisce: sa cosa significhi. Anche lui conserva ancora il suo pupazzo preferito… quello che abbracciava ogni notte che la solitudine gli impediva di dormire sereno. Non può certo perdere la faccia ammettendolo ai suoi amici, ma quella morbida presenza al suo fianco è un conforto di cui spesso sente la mancanza nel suo dormitorio dell’Eden College; è una consolazione indispensabile le rare volte che torna a casa e si sente ancora più triste di quando è a scuola.
«Secondogenito?» Una mano si appoggia sulla sua spalla, spingendolo a sollevare lo sguardo. Anya lo guarda, sorridente e comprensiva. «Anche Anya a volte si sente sola…»
Damian diventa paonazzo: sembra… sembra quasi che gli abbia letto nel pensiero!
Tuttavia, non può darle ragione: ne va della sua reputazione!
«No, io…»
«Ma con il Signor Chimera», riprende Anya tornando ad abbracciare il suo pupazzo e asciugandosi un’ultima lacrima. «ho meno paura».
Damian non sa bene come rispondere: «B-buon per te…»
«Il Signor Chimera è speciale per me ma se ti senti solo posso prestarti il Signor Pinguino, se vuoi. Ma è già stato ferito in battaglia una volta quindi devi promettermi che-»
Tutte le tonalità di rosso fanno capolino sul viso di Damian che, preso in contropiede e imbarazzato, non sa in che altro modo rispondere se non alzando la voce: «Non lo voglio il tuo stupido pupazzo! Scema! E non ne ho affatto bisogno!»
Torna sui suoi passi lasciandola di sasso ma, di fronte alla porta della propria camera, indugia. La guarda, lì impalata, e si morde le labbra: «Non… non dirlo a nessuno, va bene?»
Anya annuisce: «È naturale aiutare gli amici, giusto? Come dici tu! Anzi, migliori amicissimi!»
«Non ho mai detto “migliori”!»

 
*

 
Forse Damian e Anya hanno qualcosa in comune. Scoprirlo ha sorpreso e meravigliato entrambi.
Ora, quando i loro sguardi fugaci si incontrano, sembrano condividere un segreto solo loro.


 
damianya
 
 
Angolino autrice:
 
Non ricordo bene in che capitolo del manga, ma Damian ad un certo punto dice (o meglio, pensa, ma dati i poteri di Anya… ‘^^) che quando era alle elementari non riusciva ad addormentarsi senza il suo pupazzo preferito. Questo mi ha fatto pensare ad Anya e al fatto che il Signor Chimera era il suo unico pupazzo quando era in orfanotrofio: considerano l’età di questi bimbi e le rispettive situazioni ho immaginato che i rispettivi peluche possano aver avuto un grande valore sentimentale per entrambi.
La frase “è naturale aiutare gli amici” è una citazione dal capitolo 75, solo che a pronunciarla è Damian.
 
Comunque, TANTI AUGURI NINI!!! Arrivo un pochino in ritardo ma non ti sto a dire quante volte ho riscritto questa shottina -.- non mi convinceva mai del tutto… e ancora detto ho le mie riserve…
Ma comunque, non mi sembrava giusto indugiare ancora. Quindi di nuovo AUGURONI!!!!
Spero di essere riuscita a strapparti un sorriso in questi giorni un po’ grigi ♥
Come sempre ringrazio chiunque sia arrivato fin qui ^^
A prestoo!
Bea
  
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