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Autore: Carla Marrone    04/11/2023    0 recensioni
Una favola contemporanea su un tema che mi tocca da vicino. Clara ha appena cominciato la scuola ed incontra Fedele, un bambino nuovo, davvero speciale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blessed by Mechano 

 

Clara prese posto al banco con fare svogliato e depresso. Comprensibile, era il primo giorno di terza media. Si era svegliata alle sette, mentre, durante le vacanze estive, non si alzava dal letto, prima delle dieci. Fece cenni di saluto a tutti i compagni e sorrise vivace alle amiche del cuore. 

Troppo presto, per i suoi gusti, fece ingresso, in aula, l’insegnante di matematica. Era seguita da un volto nuovo. Aveva sentito dire che una nuova famiglia si era trasferita, da poco, in paese. Non avrebbe mai immaginato che il figlio sarebbe finito proprio nella sua classe. Era un ragazzo di media statura, dalla corporatura minuta e l’incarnato chiaro. La colpirono molto i suoi occhi verdi e la capigliatura riccia e ribelle, di un bel castano chiaro. 

La professoressa lo presentò. Si chiamava Fedele e veniva dalla città. Diede al ragazzo l’opportunità di scambiare qualche prima parola con i coetanei ed egli si espresse così:- Ciao a tutti! Cavolo, non mi aspettavo la sfiga di cominciare proprio con l’ora di matematica.- I bambini furono d’accordo simultaneamente che gli piaceva.

Fedele, tuttavia, li stupì con la sua incredibile preparazione sulla materia. La prof, per ripicca, l’aveva interrogato sugli argomenti più difficili, senza riuscire minimamente ad intaccare il suo sangue freddo. Gli fece addirittura i complimenti. Clara pensò che, nella scuola che frequentava, in città, fossero avanti rispetto a loro e non diede importanza alla cosa. La secchia, però, rodeva, ammirata.

 

Le tre ore successive trascorsero relativamente tranquille. Gli insegnanti si concentrarono sul ripasso ed il controllo catastrofico dei compiti delle vacanze. C’era addirittura chi, con la scusa che era l’ultimo anno, si era rifiutato di svolgerli. 

 

Quando giunse le ricreazione, Clara decise di dedicarsi alla sua grande passione per il disegno, al punto che bidonò le sue super amiche, per restare in classe a schizzettare. Loro sbuffarono, ma, poi, fecero spallucce e si diressero al distributore automatico. 

“Bello, mi piace il soggetto!” Esclamò la voce allegra di Fedele, alle sue spalle. 

La ragazzina sobbalzò e, per poco, non tracciò una riga storta sul foglio. Osservava intento il suo eroe manga dal braccio bionico. 

“Grazie. Voglio fare il liceo artistico, l’anno prossimo…” Spiegò, un pò imbarazzata. 

“Hai talento, è la scuola giusta. Credo tu abbia anche cuore.” Sentenziò triste il bimbo. 

“Wow, che mega complimento. Non mi conosci nemmeno!” 

“No, è che…” Adesso, era il turno di Fede di apparire imbarazzato. Clara se ne dispiacque e si sentì in colpa. Cercò le parole adatte a rimediare ma, prima che potesse proferirle, la campanella suonò e tutti si diressero in palestra, per la tanto agognata ora di ginnastica. Da alcuni in particolare, se non altro. Clara non faceva parte di quel gruppo di sportivi salutisti. A pallavolo era sempre stata una schiappa. Troppo tempo passato davanti a videogiochi e fumetti. 

Fedele, invece, provò di essere l’esatto opposto e riuscì a sbalordire persino i patiti dello sport con la sua schiacciata ultra potente. Inutile dirlo, entrò subito a far parte della loro combriccola. Clara pensò che non le avrebbe mai più rivolto la parola e provò come un’inspiegabile fitta allo stomaco. 

Dopo essersi tolti le tute e data una rinfrescata, tornarono in classe, sbadigliando ancor prima che cominciasse la lezione di storia. Quando tutti ebbero preso posto, il professore notò un banco vuoto e chiese chi mancava. Apparentemente era proprio il ragazzo nuovo. Decise di mandare Clarissa a cercarlo in palestra. Ipotizzò, stizzito, fosse lento a cambiarsi. Ben contenta di saltare parte della lezione e lieta di poter spiegare meglio ciò che voleva dire durante l’intervallo, la ragazzina si alzò dal banco ed iniziò la missione di recupero. Che si rivelò essere, più che altro, una missione di ricerca. Negli spogliatoi, non c’era. Dove poteva essersi cacciato e perché se n’era andato? Forse, gli era venuto un calo di zuccheri. Provò, così, a vedere se era andato alle macchinette. Niente. Un po’ in ansia, prese a girare tutta la scuola. 

 

Vide i suoi riccioli sbucare da dietro un cespuglio, in fondo al giardino esterno. Si chiese cosa diamine ci facesse lì. Decisamente perplessa e quasi timorosa uscì e lo raggiunse. Si avvicinò a lui, in silenzio e ciò che vide la sconvolse. Il suo braccio era aperto in due e dentro c’erano cavi, ingranaggi e circuiti! Urlò per lo spavento. Il ragazzo si accorse di lei e si affrettò a richiuderlo. 

“Non avere paura, ti posso spiegare!” Esclamò concitato, paonazzo in volto.

“Sei… un robot.” La piccola era sbiancata. 

“Non proprio, sono un BBM.” Asserì calmo, quasi fosse la cosa più normale del mondo, indicando la sigla tatuata sullo sportellino della sua appendice.

“Cioè?” Azzardò Clara in fil di voce.

“Significa Blessed By Mechano. E’ una nuova compagnia che esegue protesi robotiche sperimentali.”

“Come gli esper? Quelle le ho viste dappertutto sui social.” Domandò, una volta riacquistata la lucidità. 

“Molto meglio!” Il giovane alzò il pollice, l’indice ed il mignolo, in un gesto baldanzoso da rockettaro. 

“Quindi… tu, prima, non avevi il braccio destro?” Osò chiedere.

“Ho avuto un infarto. Mi è mancata l’aria, per molto tempo e il mio cervello è rimasto danneggiato. Di conseguenza non muovevo più un braccio.” Spiegò mesto. 

La giovane sgranò gli occhi e spalancò la bocca. “Ma è fighissimo, sei un supereroe! Ecco perché eri così bravo con i numeri. E, adesso, si spiega anche la potenza eccezionale del braccio destro. Ehm, cioè, mi spiace tu abbia avuto un infarto. Scusa, ho formulato male la frase.” Concluse colpevole. 

Fedele rise. “Sì, hanno dato un piccolo boost anche alla mia testa. Il braccio, invece, è più esposto. Di conseguenza, delicato. E’ rimasto danneggiato, durante la partita di pallavolo e lo stavo riparando.” 

“Sai farlo da solo?! Posso guardare?” Clara era entusiasta. 

“Se non ti impressioni.” Rispose in tono piatto. “Io, in infermeria, non ti ci accompagno.” Aggiunse divertito.

La ragazza non rispose. Era troppo intenta ad osservare il procedimento. Provò, tra l’altro, di essere incredibilmente coriacea. Fedele volle farglielo notare, una volta finito. 

“Merito di tutti i fumetti horror che leggo.” 

Ridacchiò un:- Sei strana.-

“Ehi, guarda che si imparano un sacco di cose sull’anatomia umana, leggendo quella roba!” Ribatté piccata e divertita. Si guardarono e sorrisero. 

“Mi prometti che non racconterai niente a nessuno?” Clara fece giurin giurello, segnandosi il petto e le labbra con le dita. 

“Grazie.” Le baciò la guancia. 

La bimba arrossì e si affrettò a dire:- Mi baci per così poco?-

“Non è poco. Avevo indovinato che tu hai cuore. Ti sei comportata da vera amica.” Le rispose con voce dolce e calma. 

Rimasero in silenzio, per alcuni minuti. Poi, Fedele le parlò così:- Sai, credo che, prima, o poi, racconterò a tutti la mia storia. Devo solo trovare il coraggio.-

“Non è questo. Coraggio ne hai da vendere. E’ solo una questione di azzeccare i tempi. Anche i tuoi, intendo.” Spiegò Clara. Ci teneva ad essere un buon supporto per il suo nuovo miglior amico. 

Lui sembrò soddisfatto della conversazione. Asserì vigorosamente con il capo, si alzò e le tese la mano sinistra. Lei lo imitò, ma gli prese la mano destra. Il ragazzo arrossì. 

Abbassarono entrambi il capo e si diressero insieme alla terza A. Probabilmente, la lezione di storia era terminata. Non che gli dispiacesse. Certo, gli sarebbe toccata una bella lavata di capo. Tanto, Clara aveva deciso, non avrebbe detto una sola parola che avrebbe potuto mettere in difficoltà il suo amico speciale. Aveva, però, già pronta una scusa che li avrebbe messi entrambi in imbarazzo. Avrebbe detto che il distributore delle merendine li aveva inghiottiti! 

 

   
 
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