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Autore: Soe Mame    04/11/2023    2 recensioni
«Lo siento, Lovi.»
«Cosa?»
L'idiota sbattè le palpebre, confuso. E ora perché era confuso? Quale cosa assolutamente normale l'aveva mandato nel panico? «
Lo siento. È la prima volta che torni qui dopo anni, e-»
«Sì, ma
cosa senti?»
[La convivenza tra Chibi Romano e Spagna continua ad avere problemi e la lingua continua a non aiutare affatto.]
[Anche qui è rating verde anche se Lovino parla.]
[Sequel spirituale de I Vitelli Dei Romani Sono Belli.]
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi proprietari. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.]

Mala mala mala sunt bona



«Posami qui.»
Antonio obbedì. Lovino doveva riconoscerlo - Perché lui era giusto e magnanimo, e dava credito a chi mostrava di meritarselo: quando non diceva cose fastidiose (Tipo che era il suo Capo, che doveva obbedirgli, che non poteva mangiare cinque pomodori insieme, che non poteva rimanere sveglio fino a tardi, che non doveva correre con le forbici in mano, che non doveva toccare le sue armi- Insomma, quando non era un vecchio pedante e antipatico), Antonio era un bravo servitore. Quando Lovino glielo ordinava, Antonio lo prendeva in braccio e lo portava dove doveva, senza perdere (troppo) tempo. Poteva dirsi mediamente soddisfatto, per quanto una simile competenza non annullasse tutti i suoi numerosissimi difetti.
«Questo» Lovino gonfiò il petto, assunse un tono solenne e aprì un braccio a mostrare il panorama del golfo. «è il castello più antico di Napoli.»
«Oh.» Antonio sembrava dovutamente colpito. Accettare la sua magnificenza era il primo passo per la completa sottomissione.
«Risale all'epoca del nonno.» Lovino ci tenne a sottolinearlo. «Si chiama Castel dell'Ovo.»
«Castel del Lobo?»
Lovino annuì. Ormai era a Madrid da qualche tempo e si era reso conto di come là la v e la b sembrassero intercambiabili.
«A Roma doveva piacere davvero molto el lobo
Lovino inarcò un sopracciglio. «... Suppongo?» Il nonno non gli era mai parso particolarmente amante delle uova - E, soprattutto, che razza di affermazione era? Un'idea. In effetti, poteva sembrare un po' strano che un castello fosse intitolato ad un uovo - Lui c'era abituato, quindi non ci aveva mai dato troppo peso, ma un forestiero? Era necessaria una spiegazione. «Si chiama così perché la leggenda vuole che Virgilio vi abbia nascosto l'ovo magico!»
Antonio sgranò gli occhi. «Un lobo magico?»
«Dalla cui interezza dipende la salvezza della fortezza e di Napoli tutta!» Un po' melodrammatico, ma così diceva la leggenda.
«Capisco.» Strano. «È affascinante come tuo nonno abbia messo lobos nelle città più grandi. Doveva amarli proprio molto.»
Ma dove cazzo le aveva viste tutte 'ste uova?
«Che sia un lobo rinchiuso in una fortezza» continuò lo scemo: «o uno che allatta, Roma ha lasciato i suoi amati lobos ovunque.»
Le uova che allattano? Che minchia stava dicendo? Ma sapeva com'era fatto un uovo o pensava che tutte le cose tonde commestibili fossero uova? E anche in quel caso, che cazzo c'entrava?
Meglio distrarlo, ché lì la situazione stava precipitando.
«Ma non dovevamo andare da una certa parte?»
Lo scimunito parve riscuotersi. «Oh, giusto!»
E glielo doveva pure ricordare lui. Idiota.
Il cretino, giustamente, si chinò per essere alla sua altezza. «Tu conosci bene Napoli-»
«Grazie al cazzo.»
«-quindi accompagnami fino a el destino final
Lovino inarcò entrambe le sopracciglia. Che melodramma. «Devi solo andare da un ministro, mica a morire.» Supponeva. Sarebbe stato un problema. Almeno questo Capo aveva il potenziale per diventare suo servo non retribuito.
Lo scemo non rispose subito. Rimase, anzi, qualche secondo sovrappensiero - Addirittura, distolse lo sguardo da lui. Quando tornò a guardarlo, si toccò la faccia, come per assicurarsi che non gli fosse caduta. «Ho un aspetto così terribile?»
«Certo.»
Un sospiro sconfitto. «Lo siento, Lovi.»
«Cosa?»
L'idiota sbattè le palpebre, confuso. E ora perché era confuso? Quale cosa assolutamente normale l'aveva mandato nel panico? «Lo siento. È la prima volta che torni qui dopo anni, e-»
«Sì, ma cosa senti?»
Lo stupidotto aprì la bocca, ma non disse nulla. La richiuse. Strano. Molto strano.
Doveva aiutarlo. Come si era ridotto - Suggerire ai suoi padroni! «Il tono della mia voce? Le onde del mare? Le voci nella testa? I fantasmi?»
Quasi gli parve che lo scemo stesse andando nel panico. Cosa doveva fare, con lui? Perché non riusciva ad esprimersi in modo chiaro?
Si spalmò una mano sulla faccia. «Ma dimmi te se devo pure subire un cretino del genere.»
«Vuoi subir?» L'idiota parve tornare in vita. E l'aveva fatto per un motivo simile? Allora era davvero pessimo come gli sembrava!
«Eh? No!» Lovino mise le braccia conserte. «Chi è così fesso da desiderare di subire qualcosa?»
«Beh...» Un sorriso esitante. «Prima subiste encima de mi...»
Lovino assottigliò lo sguardo. Se non altro, se ne rendeva conto. E la cosa sembrava persino metterlo a disagio. Almeno riconosceva i propri difetti.
Sventolò una mano. «Lascia stare e andiamo.» Un po' per volta, l'avrebbe educato ad essere una nazione normale. Povera Spagna, che nazione pessima le era capitata!
Allungò le braccia verso di lui. Lui lo guardò. Lovino ricambiò.
Quando iniziò a sentirsi abbastanza idiota, sentì il bisogno di risvegliarlo dalla pietrificazione. «Beh?»
«Hai detto...» Non finì la frase, quasi fosse retorica.
San Gennaro e tutti i santi d'Italia e tutte le divinità del nonno, ma che aveva fatto di male?
«Muoviti!»
«Deciditi, Lovi, sei-»
«Prendimi in braccio, bastardo!»
Il bastardo obbedì e il giusto ordine naturale fu ripristinato.
«Allora...» Lo scemo tirò fuori un biglietto da una tasca. Era in ottime condizioni, fino a qualche giorno prima, ora era già tanto se si riusciva a leggere l'indirizzo.
«La dirección es esta.»
Questo aveva le allucinazioni auditive e riusciva ad intuire la direzione da prendere semplicemente leggendo l'indirizzo? Era una capacità da pirati o stava vaneggiando?
«Dobbiamo encontrarla
«Chi?» Chi c'era, ancora? Perché non ne era stato informato? Non voleva vedere altre nazioni, una già gli bastava. Anche se... «Aspetta, incontrarla?» Una donna? Dovevano incontrare una donna? «Mettimi giù!»
«Ma-»
«Levati!» Saltò giù. Non poteva incontrare una gentildama in braccio ad un cretino! Cosa avrebbe pensato, la gentildama? Non avrebbe compreso il suo piano di sottomissione, né la reale natura di quel trasporto come la sostituzione di una lettiga nobiliare, e avrebbe pensato che fosse un bambino che voleva solo farsi prendere in braccio ed evitare di camminare!
«Vuoi dire» Lo scemo azzardò. «lléveme
«Levete, sì, levete!»
Delle mani attorno alla vita, e Lovino tornò su.
Lo stava prendendo per il culo. Non c'era altra spiegazione.
«Cosa cazzo stai facendo, dannato bastardo?»
«Si può sapere cosa vuoi?» Ora anche lui si metteva ad urlare? Inconcepibile! «Prima ti lamenti di subir encima de mi, ora mi dici di llevarte, deciditi!»
«Cosa c'è di difficile da capire?» Per quanto si agitasse, il bastardo non lo lasciava andare - Aveva il sospetto, vaghissimo e senz'altro errato, perché di certo non avrebbe mai osato fare una cosa del genere, che quello lì stesse accarezzando l'idea di lanciarlo nel golfo. «Mettimi giù, prima che arrivi la signorina!»
«Quale signorina?» Il tono di chi realizzava solo in quel preciso istante, dopo secoli di vita, l'esistenza delle femmine.
«L'hai detto tu dobbiamo incontrare una signorina!»
«... No?»
Beh, in effetti, non aveva pronunciato la parola "signorina" o "gentildama", ma allora- «E chi dovremmo incontrare, allora?»
«Il timbre giusto.»
Cosa minchia c'entravano i timbri, ora? Un'illuminazione: stava forse dicendo che voleva incontrare qualcuno con lo stemma della persona da cui doveva andare? «E perché cazzo non me l'hai detto prima?» Ciò non escludeva che si trattasse comunque di una signorina - No, la reazione del bastardo escludeva che si trattasse di una signorina. Il cuore divenne una vetrata di chiesa rotta da un sasso.
«Credevo fosse scontato, Lovi.» Piano piano, il cretino lo rimise a terra. Imbecille, se non c'erano signorine doveva prenderlo in braccio! «Comunque, dovrebbe essere il catorce. Dimmi se lo vedi.»
No, ora.
Come si era passati dall'aspettare una graziosa signorina al cercare un catorcio di merda?
«Perché un catorcio?» Gli uscì spontaneo, dritto dal cuore. Era certo di avere gli occhi lucidi.
Il deficiente rispose dopo un paio di secondi. «Suppongo fosse quello disponibile?»
Oddio, avevano messo i ministri spagnoli in un catorcio! C'era già la rivoluzione e lui non ne sapeva nulla?
«Vamos.» La mano del cretino sulla spalla. «Llévame al destino y encontramos el timbre catorce.
... Ma che cazzo-

Stavano ormai camminando da diversi minuti. Lovino non aveva neppure idea di che razza di catorcio dovesse cercare, sapeva solo che ci avevano fatto un timbro con cui avrebbero sancito il destino di Spagna e che dovevano incontrare un coglione che andava in giro con uno stemma con sopra il catorcio.
Si fermò. Il bastardo si era fermato, per questo si era fermato anche lui. E il bastardo si era fermato perché si era di nuovo chinato alla sua altezza. «Va tutto bene, Lovi?»
«No, ovvio.» Si trattenne dal mettersi le mani nei capelli - O di metterle in faccia a lui. «Sento che mi devo fermare
«Lovi!» Il cretino gli prese il viso tra le mani. Il suo sguardo si era fatto di colpo preoccupato. «Non devi pensare una cosa simile! Non devi attirarti cose del genere, poi finisci davvero per enfermarti
... Tutto a posto?
«Ma mi fanno male le gambe
Una luce di esitazione in quegli occhi sgranati. «Dove?»
Come "dove"? Quale perversa consequenzialità portava a rispondere "dove?" all'affermazione per cui facevano male le gambe?
Oddio, l'aveva perso.
Si indicò le gambe. Il cretino le guardò a sua volta. Gli toccò le caviglie e i polpacci, come a cercare qualcosa. Scosse la testa. «Lovi, non c'è nessun gambas, qui.»
Oddio. Che paura.
«Non sapevo neanche potessero far male.»
Aiuto. Era un mostro.
«Nel senso...» Ah, a lui mancavano le parole? «Mordono?»
Lovino indietreggiò.
Cosa cazzo stava succedendo. Cosa cazzo stava sentendo.
«Lovi...» Lui era a disagio? «Tienes problemas?»
Fu così che Lovino esplose.
«Si tu ca' tieni problemi!»
Sgranò gli occhi.
Oddio.
Era contagioso.

.

Note:
* «Mala mala mala sunt bona»: Le mele fanno bene alla guancia dolorante o Le mele marce fanno bene alla guancia. [Wikipedia]
* L'equivoco sul nome di Castel dell'Ovo è realtà storica!
"dell'Ovo" e "del Lobo" hanno un suono quasi uguale, soprattutto in spagnolo: quando gli spagnoli conquistarono il Regno di Napoli, nel sentire "Castel dell'Ovo" pensarono che l'edificio si chiamasse "Castel del Lobo" (Castello del Lupo) e così continuarono a chiamarlo per i successivi due secoli.
C'è da dire che mi sembra più sensato pensare che un castello sia intitolato ad un lupo che non ad un uovo, quindi li capisco- [Wikipedia]
* Dizionario Italiano - Spagnolo / Spagnolo - Italiano:
- Destino ↔ Destinazione (Può anche voler dire "destino" e basta)
- Lo siento ↔ Mi dispiace (Può anche voler dire "sentire" nel senso di "percepire")
- Subir ↔ Salire
- Dirección ↔ Indirizzo
- Encontrar ↔ Trovare
- Lléveme ↔ Portami
- Timbre ↔ Campanello
- Catorce ↔ Quattordici
- Enfermar ↔ Ammalarsi (Infatti anche in italiano c'è la parola "infermo" e tutte le declinazioni di "infermiere", ma Lovino non ci stava pensando-)
- Gamba ↔ Gamberetto
- Tenere ↔ Avere (Napoletano)


Avevo il sospetto che le disavventure foneticogrammaticali di Lovino e Antonio non sarebbero finite con burri e dentiere, e infatti eccone un altro entusiasmante, eccezionale, esplosivo, esasperante, eziologico(?) episodio!
Sì, alcune parti sono abbastanza forzate, dubito seriamente all'epoca avessero i "campanelli" e non so cosa dovessero figurarsi come "catorci", ma non importa. (Ah, lo ribadisco, non c'è nessuna pretesa di storicità, solo disagio.)
Qui le vere domande sono: Antonio avrà mai lanciato Lovino nel primo specchio d'acqua disponibile? Perché sopporta questo piccolo mostriciattolo? Io non lo so, me lo sto chiedendo da tipo il secondo episodio del Capo Spagna e Chibi Romano.
(Ad ogni modo, a forza di scrivere Spamano comincio un po' ad impietosirmi del fatto che questo poveretto venga appellato solo per insulti. Tuttavia, quando provo a pensare cose dal suo POV, diventano melensaggini cariadenti o yanderate possessive, quindi, Antò, niente POV finché non impari a comportarti.)
Comunque, anche stavolta, nella mia testa era meglio. (!) *scappa*
  
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