Da un po' di tempo Hudson guardava spesso verso ovest e sospirava tristemente.
Agli altri dispiaceva vederlo così, ma ogni volta che provavano a parlargli, lui diceva loro di non impicciarsi.
Ma una sera Hudson decise di confidarsi con Golia e mormorò un nome: - Taisa.
- Chi è Taisa? - chiese Golia.
- È stata la mia compagna prima che tu nascessi - rispose Hudson. - Era una guerriera forte, orgogliosa e anche molto bella. Abbiamo passato ore a inventarci storie sul tramonto dopo che un umano ce l'ha descritto. Taisa desiderava tanto vederlo insieme a me.
- Cosa le è successo? - chiese Golia.
- È stata fatta a pezzi di giorno durante una delle tante guerre che abbiamo combattuto - disse Hudson abbassando lo sguardo. - Ho messo i frammenti del suo corpo in un'urna e l'ho nascosta nei sotterranei del castello. Vorrei tanto trovare il modo di esaudire il suo desiderio.
Golia rifletté e si ricordò di quando Elisa gli aveva parlato delle macchine fotografiche, che erano in grado di catturare le immagini.
Secondo lei il punto migliore per vedere il tramonto a Manhattan era su una piccola collina privata.
Xanatos riuscì facilmente a convincere il proprietario a cedergli il terreno, così Golia, Hudson ed Elisa recuperarono l'urna e la misero in un piccolo altare in cima alla collina che Xanatos aveva fatto costruire apposta.
Poi arrivò l'alba e Golia e Hudson rimasero lì tutto il giorno sotto forma di statue.
Elisa aspettò il tramonto munita di macchina fotografica e immortalò il momento più emozionante, in cui il cielo si tingeva di rosso sfumando verso il buio della notte.
Quando Golia e Hudson tornarono a muoversi, Elisa diede la foto al vecchio Gargoyle e lui la mise sull'altare.
- Riposa in pace, Taisa! - disse Hudson. - Il tuo desiderio è stato finalmente esaudito!