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Autore: oops_logout    05/11/2023    1 recensioni
Yuri, obbligato da Sergej, si dovrà occupare per un’intera giornata della bambina della loro vicina di casa.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Boris, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Coercitivo

 
«Che ci fa Cosa qui?» Yuri si bloccò su l’uscio nel vedere Sergej nel salottino in fondo al breve corridoio con in braccio la bambina della loro vicina di casa, Boris entusiasta a passo svelto andò a salutare la ridente bambina. «Perché è qui senza Anna? E perché ci sono tutte queste sue cose?» vendendolo nella stanza la bambina dalle braccia di Boris allungò le braccine per poterlo afferrare, Yuri si irrigidì, i bambini, in particolare quella bambina, lo mettevano fortemente a disagio. «Vuole venire in braccio da te» Boris gliela mollò tra le mani e Yuri la tenne ben salda ma con le braccia tese mentre la piccola emetteva versi gioiosi e con le manine provava ad afferrargli i capelli, la tenne pochi secondi e la passò a Sergej che da quando era entrato lo guardava piatto e freddo. «Perché è qui?» «La terremo per tutto il fine settimana, Anna tornerà lunedì» «Ma perché?» «Pratica in clinica, roba per l’università, e visto che non aveva nessuno a cui affidarla in questi giorni le ho detto che avremmo badato noi alla piccola Tanja» «Perché?» «Perché le cose dell’università sono molto serie ed è giusto aiutare, ancor più quando ad aver bisogno è una nostra vicina di casa e amica» Yuri aprì bocca per dire qualcosa ma Sergej gli mandò uno sguardo tagliente «no Yuri! Non ci doveva pensare bene prima di farla! Mettiti nei suoi panni, sta studiando a l’università, lavora e sta crescendo una bambina da sola» cominciò con vocina giocosa poiché la piccola lo guardava e lui temeva che un tono austero, seppur nei confronti di Yuri, avrebbe potuto farla inquietare «vero piccolina? La tua mamma è bravissima e Yuri deve superare il trauma di averti vista nascere e questo disagio verso i bambini, e quale modo migliore se non quello di averti qui per un intero fine settimana? Siii!» la bambina rideva e con lei Boris poiché il tono di Sergej discordante con il discorso severo a un imbronciato Yuri era bizzarro.
 
Alle dieci di sera finalmente la piccola Tanja prese sonno, Boris e Ivan avevano giocato con lei facendola correre gattoni per tutto l’appartamento convinti che si sarebbe stancata presto, ma loro si stancarono prima della bambina e quando decise che era il momento di dormire si sentirono davvero sollevati e si buttarono stremati sul divano. Yuri si era rifugiato sul divano, lontano dai loro giochi e dalla bambina. Ne ignorava la ragione ma i bambini piccoli lo facevano sentire impacciato, non aveva idea di come comportarsi e le urla e i pianti gli davano fastidio, un po’ tutto ciò che riguardava i bambini gli dava fastidio e quindi preferiva evitarli, quella bambina in particolare lo metteva a disagio più degli altri e senza fare nulla di diverso.
«Accetto il fatto che a te i bambini non interessano e non voglio obbligarti a interessartene» cominciò calmo Sergej, dopo aver messo la bambina a dormire nella culla nel salottino si sedette accanto a Yuri «però questa cosa che ti mette a disagio perché l’hai vista nascere va superata» Yuri continuava a guardare la televisione fingendosi non interessato al discorso ma in realtà lo stava ascoltando, «se ci pensi hai cose ben peggiori e causa di un comprensibile turbamento. Tua madre ti ha abbandonato, la povertà e la vita in strada, un padre alcolizzato e violento che ti picchiava, la vita tremenda al monastero tra allenamenti più simili a torture che allenamenti e la perenne incertezza di riuscire a sopravvivere, e credimi questo lo so, l’ho vissuto anche io, e non dimentichiamo il coma e quei mesi interminabili per riprenderti. Tutto questo è come se non ti avesse toccato, poi assisti al meraviglioso momento della vita che viene al mondo ed è un trauma insuperabile e limitante»
«Meraviglioso?» sibilò inacidito Yuri evitando lo sguardo di Sergej, insopportabile quando si comportava da psicologo laureato su internet o mammina empatica o una fusione dei due.
«Si, meraviglioso» fu l’affermazione irritata dell’altro cambiando improvvisamente atteggiamento.
«Si è aperta che sembrava spaccarsi in due tra i lamenti ed è venuto fuori quel coso che pareva un uovo alieno»
«Tanja è nata con la camicia, una cosa rarissima e bellissima»
«Da film dell’orrore.»
Sergej respirò profondamente prima di rispondere, voleva dirgli tante cose ma sapeva sarebbe stato solo fiato sprecato e che avrebbe iniziato un’inutile e lunga discussione con Yuri. «Supera la cosa. Va bene che non vuoi passare del tempo con lei ma almeno non comportarti da antipatico e dai una mano quando serve».

 
Il mattino seguente, benché fossero appena le 7:00, non c’era il solito brusio mattutino e il profumo della colazione in preparazione. In casa non c’era nessuno, sul tavolo in cucina un raccoglitore ad anelli dalla copertina giallo limone e sopra un biglietto:
 
“Siamo fuori per delle commissioni, torneremo tra qualche ora.
Tanja dorme ancora, quando si sveglia lavala e dalle da mangiare. Se non siamo ancora tornati occupati di lei.
Tutto ciò che ti serve sapere è scritto in questo raccoglitore e in casa c’è tutto ciò di cui hai bisogno.
Divertiti Yuri.
Baci baci, Sergej”

 
«Ma che stronzi!» digrignò rabbioso i denti accartocciando il biglietto. Tirò un profondo respiro per calmarsi e si preparò il caffè, lungo e amaro, una metafora di come si aspettava quella giornata. Mentre beveva il suo caffè nel più totale silenzio e serbando rancore verso i suoi compagni che lo avevano lasciato solo con la bambina, sfogliava il quaderno. Sergej si era preso la briga di scrivere e stampare tutte le informazioni utili, con tanto di illustrazioni passo passo sul come fare cosa, e metterle nel raccoglitore in ordine alfabetico, alla prima pagina c’era l’indice. Non aveva tralasciato nulla, dal cambio del pannolino al come tenerla in braccio, in che modo e perché una posizione piuttosto che un’altra. «Tutto questo è assurdo» borbottò quando arrivò alle indicazioni sul come vestirla abbinando correttamente stoffe, colori e tipo di vestito a l’occasione.
 
Un piagnucolio sommesso dal salotto, Tanja si era svegliata, Yuri fu attanagliato da un pesante senso di noia e fastidio, sperava davvero dormisse più a lungo, qualche ora in più o magari tutto il giorno. La ignorò fino a quando cominciò a piangere più forte e disperatamente.
La bambina piangeva e si dimenava nella culla e lui non aveva la benché minima idea di come mettere in pratica ciò che aveva letto con particolare attenzione, prenderla in braccio, cosa che trovava molto difficile da fare. Conscio di non poterla lasciare lì tutto il giorno e infastidito dal pianto la afferrò con presa salda e le braccia distese per tenerla lontano, lei continuava a piangere e dimenarsi. La mise a sedere sul divano, voleva telefonare Sergej o Boris ma sapeva cosa gli avrebbero risposto, che il problema era il suo modo di trattare con la bambina. Andò in cucina a prendere il raccoglitore e rilesse le istruzioni per prenderla in braccio, intanto la piccola Tanja piangeva disperatamente seduta sul divano e lo fissava in lacrime mordendosi la manina. Quel pianto era fastidioso e al contempo pressante, spazientito e con una certa ansia si fece coraggio e la prese in braccio come da istruzioni, portandola vicino a sé e gli sembrò una delle cose più difficili da fare di sempre. Lei gli afferrò la maglia continuando a singhiozzare mordendosi la manina. Yuri pensava a tantissimi modi per vendicarsi dei suoi amici e del loro tiro mancino, andare via e lasciarlo solo con Tanja per chissà quanto tempo pur sapendo della sua indisposizione ad occuparsi di lei. «Adesso però smettila, ti preparo la colazione Cosa, però smetti di piangere». La portò in cucina, posò sul tavolo il raccoglitore e cercò la voce “Colazione”, Sergej suggeriva di intiepidire un biberon di latte sciogliendo i biscotti per bambini ben sbriciolati e, scritto in grassetto sottolineato, specificava che il latte per Tanja era nel congelatore in una pratica monodose pronta a l’uso e di non sprecarlo perché era il latte di sua madre. A Yuri venne un brivido lungo la schiena e sentì stringersi lo stomaco, “Va bene, è solo latte di mammifero, non è diverso da quello delle vacche che si compra al negozio, è solo di un altro mammifero” non sapeva esattamente cosa gli dava fastidio del dover maneggiare il latte materno umano, eppure gli dava fastidio, intanto Tanja aveva smesso di singhiozzare e guardava lui e cosa combinava. Provò a metterla sul seggiolone che Sergej aveva montato in cucina ma lei si era aggrappata saldamente alla sua maglietta e come provava a tirarla via ricominciava a gridare disperata, «e va bene rimani in braccio, Cosa rompiscatole». Mantenendo la bambina con un braccio, con l’altro libero preparava il necessario sciogliendo nel pentolino a bagnomaria, come da istruzioni, il latte congelato in monodose e mentre questo si scioglieva e riscaldava sbriciolava dei biscotti da mettere nel biberon pestandoli con un bicchiere sul tavolo, e in tutto ciò quei sei chili e mezzo di bambina sul braccio e aggrappata a lui come un koala cominciavano davvero a pesargli. Benché ci avesse provato a metterla a sedere sul seggiolone e aveva anche provato a farle mantenere il biberon da sola, si trovò costretto a darle lui il biberon tenendola in braccio, e intanto sperava che Sergej e Boris facessero presto ritorno poiché cambiarla gli sembrava ancor più impegnativo del farle fare colazione, ma suo malgrado non arrivò nessuno e dal pessimo odore che sentì circa una mezzora dopo la colazione e i rinnovati pianti capì che gli toccava. «Se ti metto la lettiera?» Tanja seduta per terra con il pannolino sporco lo guardava con i lacrimoni agli occhi mentre Yuri cercava di capire come pulirla e come metterle il pannolino leggendo le indicazioni sotto la voce “Cambio”. Il fatto che era una femmina gli rendeva le cose ancor più complicate, gli dava imbarazzo dover cambiare il pannolino, ancor più a una femmina. «Se facciamo diversamente? Devo usare per forza la spugnetta? Che schifo» la guardò e lei lo fissava, la prese in braccio e la portò nel bagno adagiandola nel box doccia e la spogliò, aprì la finestra e le tolse il pannolino carico trattenendo il respiro e lo chiuse in tre buste per congelare gli alimenti e una busta per la spazzatura e lo appese fuori dalla finestra. La lavò completamente con l’acqua tiepida della doccia aiutandola a stare in piedi e lei rideva e sgambettava nell’acqua, poi l’asciugò e per essere sicuro di averla asciugata bene la soffiò ben bene tutta quanta con il phon, e in una nuvola di borotalco le mise il pannolino nuovo che dopo vari tentativi, giri e rigiri riuscì a indossarle correttamente. La vestì senza seguire le indicazioni su gli abbinamenti date da Sergej perché alla fine a lui tutte quelle tonalità pastello sembravano stare benissimo insieme, anche a caso, e la tutina da orsetto giallo anche se per dormire era decisamente più comoda di un vestitino.
La lasciò giocare in salotto facendole un recinto con i due divani e le sedie e si lavò e vestì in fretta per timore che non vedendolo avrebbe ricominciato a piangere disperatamente e questo non lo sopportava proprio. Se la portò in giro per la casa mentre riordinava la sua stanza e gli spazi comuni. Per evitare di vivere in un porcile lui e Sergej avevano stabilito delle regole, ognuno pulisce il suo e tutti puliscono gli spazi comuni, chi trasgredisce paga, e a Yuri non andava affatto di mettere soldi nel “barattolo degli sfizi del più virtuoso del mese” (ide di Sergej), soldi che mensilmente toccavano a chi di loro manteneva più in ordine l’appartamento messi giornalmente da chi si impegnava meno. Intanto passarono un paio d’ore abbondanti, tempo nel quale tra una cosa e l’altra ne aveva speso di più giocherellando con la bambina che era libera di gattonare per tutta la casa, seppur con le gambe, le braccia e il busto fasciate in panni per la polvere. Alle undici del mattino ancora nessuno era tornato e lui annoiato di stare in casa prese Tanja, ignorò il raccoglitore degli appunti, e la portò a fare una passeggiata nel bosco mettendola a cavallo di Kiwi, uno dei cani da guardia, un pastore del caucaso di sessanta chili. L’aveva fissata sul cane indossandole la pettorina di Kiwi di quando era cucciolo legandola con dei lacci da scarpe alla pettorina di Kiwi, idea che gli sembrò ingegnosa e sicura.
 
Sergej in fila alla cassa del supermercato avvertì un terribile brivido percorrergli lungo la schiena e il pensiero ricadde subito su Yuri con Tanja, «No no, non farà scemenze, non è il tipo da farle» borbottò tra sé e sé «è responsabile e Tanja è in buone mani. Si, Yuri è responsabile e Tanja è in buone mani». 



Fine capitolo 1

I personaggi del manga/anime Beyblade di Takao Aoki sono stati utilizzati in questa fanfic.
 

Da un po' stavo pensando ad una fanfic idiota del genere, un po' per ravvivare il fandom che ormai è defunto e un po' perché la versione di Yuri che partecipa alle mie fanfic si lamenta del fatto che scrivo solo roba seria e tecnica di lavoro e non fanfic idiote con lui come protagonista.  
Comunque sarà breve, altri due capitoli e poi finisce. 
   
 
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