Il gruppo di JimiJengo proseguì per circa un’ora in linea retta ma, ad un certo punto, videro un albero dalla forma particolare per la terza volta: stavano girando in tondo. Beta, reo di dover sì rispettare il Comandante ma consapevole che si erano persi afferrò per il braccio proprio colui che stavano seguendo. -Mio signore, stiamo rifacendo la stessa strada! – esclamò Beta. JimiJengo guardò in malo modo il sottoposto ma non rispose…a parole: tirò a sé Beta, gli piegò il braccio destro mettendoglielo dietro la schiena e in pochissimo tempo si ritrovò un coltello sotto il mento. -Credo di averti già detto che non mi dovevi contraddire e tu lo hai fatto! Cocciuto e stupido! – -Signore, venga a vedere! – Un membro del commando chiamò il Comandante e quest’ultimo si girò in direzione della richiesta, rimise il coltello nella manica e calciò via Beta facendolo cadere. -Guai a te se lo rifai! – disse JimiJengo con tono grave. Il Comandante raggiunse il commando e vide che i nove uomini a sua disposizione si erano messi a cerchio. -Che succede? – Gli bastò vedere per capire: il disperso era lì con una freccia conficcata in piena fronte e scendeva uno strano liquido verde che gli aveva bruciato la pelle. JimiJengo la osservò con cura ed annusò la sostanza. -Un odore forte ma dolce! – Prese il coltello dalla manica destra e toccò con la lama la sostanza; di lì a poco vide che stava corrodendo l’acciaio. Lasciò cadere l’arma da taglio e di lì a poco arrivò Beta a passo spedito il quale, inconsciamente, calpestò proprio l’arma con lo stivale sinistro. -Che succede? – chiese il vicecomandante dell’Iron Shield. -Non ti muovere! – disse uno del commando. Vide del fumo alzarsi dalla propria scarpa e capì di aver calpestato qualcosa. In poco tempo gettò il fucile d’assalto a terra, slacciò le stringhe dello stivale e fece appena in tempo: la sostanza non era ancora entrata. -Cosa diavolo era? – chiese Beta. Si abbassò per riprendere il fucile d’assalto. Un sibilo quasi impercettibile venne udito da Beta il quale, una volta rimessosi in posizione eretta, fu testimone del trapassamento di un compagno. Quest’ultimo fu colpito in pieno petto con una freccia imbevuta della stessa sostanza di colore verde. L’uomo cominciò a soffrire e provò a togliersi i vestiti e JimiJengo si avvicinò ad esso. -Mi aiuti signore! – chiese. -Subito! – Il Comandante prese la chitarra e la trasformò in un fucile d’assalto sparando numerosi colpi verso il povero malcapitato. I restanti membri del commando urlarono per il dolore e JimiJengo, una volta girato, disse con un sorriso maligno: -Gli ho salvato la vita! Osservate che fine farà e se dovesse capitare anche a voi farò lo stesso! – Di lì a poco videro che il compagno aveva il tronco scoperto mostrando i tessuti muscolari e le ossa. Beta, adirato come non mai, sparò diversi colpi in direzione dell’albero dove era stato ritrovata la prima vittima. Sparò un numero spropositato di proiettili e nel farlo urlò come un forsennato. -Maledetti! – urlò a voce alta.