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Autore: Astrid von Hardenberg    12/11/2023    0 recensioni
❝ Una notte, Ginevra decide di scappare dal Palazzo in cui abita, per ritrovare i suoi genitori e perché lo considera più un incubo e non solo una prigione.
Durante la fuga, in un momento di disperato bisogno, incontrerà il suo angelo con un'accompagnatrice e la porteranno al sicuro in una Villa che, per un po', diventerà il suo rifugio: lì, durante un ballo, avrà inizio tutto. ❞
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Juliet/Giulietta, Nuovo personaggio, Romeo Montague
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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~ Lorenzo ~

 
 
⚠️ L'inizio presenta ancora scene un po' forti e linguaggio un poco scurrile ⚠️
 
 
***

Si sentì cadere a terra un pezzo di legno.
«Ci stava impiegando troppo quel grassone» disse uno del gruppo «Quelle come te non vanno di certo corteggiate» a mala pena si reggeva in piedi.
Il secondo aggressore si lasciò cadere su Ginevra e provò a sollevarle la gonna, lei oppose resistenza, provò ad afferrargli le mani per fermarlo.
«Tenetela ferma o faremo giorno»
Gli altri suoi compari obbedirono, Ginevra sputò sulla faccia del suo aggressore e scalciò, allora lui le diede un pugno, ma non abbastanza forte da privarla dei sensi; sputò sangue, lei, non voleva arrendersi, avrebbe almeno voluto rivedere un'ultima volta i suoi genitori, così tentò di liberarsi dalla presa di quegli ubriaconi.
L'individuo sopra Ginevra cercò di strapparle la parte superiore dell'abito, ma ci riuscì solo in parte e così, frettolosamente, le sollevò una volta per tutte le vesti, lei provò a serrare le gambe, però lui era forte, troppo in confronto a lei.
«Voi cagne capite solo questo linguaggio, vi piace essere trattate in questo modo, vero?» L'uomo si preparò a prenderla con la forza.
Cos'era diventato il suo corpo? Un oggetto che tutti volevano possedere: ogni uomo incontrato le aveva ridotto l'innocenza a brandelli e lei si sentiva sporca.
"Che cosa mi avete fatto? Come mi avete ridotta? Sono il frutto di mani traboccanti di voluttà e menti perverse".
Lacrime amare caddero in quell'istante, sfogo di collera e impotenza; quell'essere immondo stava per penetrarla, ma improvvisamente si accasciò a terra privo di sensi.
Ginevra intravide una figura distorta, anche per via delle lacrime, aspettandosi il peggio, visto come stavano andando le cose, seguì un rumore, sembrava vetro che si frantumava.
«Lasciatela! O giuro quanto è vero Iddio che questi saranno i vostri ultimi ricordi prima di andare all'inferno» la voce carica d'ira, in mano la figura stringeva qualcosa, Ginevra serrò gli occhi un paio di volte, per liberarsi delle lacrime, e le sembrò di intravedere il collo di una bottiglia dal bordo dentellato, la persona appena arrivata la puntava contro gli aggressori, questi ultimi si allontanarono quando la figura avanzò minacciosa, alla fine si arresero e corsero via, nonostante gli aggressori fossero numericamente in vantaggio era palese che non sarebbero stati in grado di difendersi, a mala pena stavano in piedi.
Lei non mosse un muscolo, se ne stava immobile stesa su quel pavimento sudicio, coperta dall'oscurità di quel viottolo, ma quasi spoglia delle sue vesti.
«Potete sentirmi?» la figura gettò l'oggetto che aveva in mano e fu immediatamente di fianco a Ginevra, le si accasciò accanto, aspettando di vederla reagire, a lei bastò uno sfioramento sul braccio, un gesto del tutto involontario da parte di chi l'aveva salvata, per farle scattare qualcosa dentro: Ginevra si alzò come una furia, dirigendosi verso i due uomini privi di sensi; iniziò a dar loro calci, pugni, sputò sui corpi, li graffiò e sfogò la sua rabbia.
Lo sguardo di Ginevra cadde su un pezzo di vetro, lo afferrò e si gettò sul primo individuo, la figura, però, la fermò per un soffio, bloccandole le braccia, ancora un paio di centimetri e il pezzo di vetro sarebbe affondato nella carne di quell'individuo.
Lei si dimenò, graffiò, morse pesino chi l'aveva salvata, finché fu libera da ogni contatto e solo allora lasciò cadere a terra l'oggetto che stringeva in mano, ferendosi appena.
Chi l'aveva soccorsa restò lì con lei, non voleva lasciarla sola in quelle condizioni.
«Non vi faranno più del male» mormorò la figura, l'aria sofferente, massaggiava il punto in cui era stato morso poco fa «Nemmeno io ve ne farò. Ve lo prometto».
Per alcuni minuti ci fu solo silenzio, non sembrava nemmeno di stare per strada.
«Siete scossa, se me lo permettete posso aiutarvi» la voce vellutata della figura arrivò come una luce nell'oscurità.
Lei trasalì e si destò, alcuni lembi della parte superiore dell'abito le ricaddero sui fianchi e cercò di coprirsi con le braccia, la figura allora le porse il mantello, che quei bifolchi le avevano strappato, ma vedendo la riluttanza di Ginevra poggiò a terra l'indumento e solo allora, lei, si affrettò a prenderlo per coprirsi.
Nel punto in cui si trovavano, la luce era soffusa e Ginevra poté finalmente vedere chi l'aveva salvata.
«Sono un maschio, anche se non si direbbe» se si fosse sentito in imbarazzo, il giovane, non lo diede minimamente a vedere.
Lei, più che al vestiario, prestò più attenzione al viso del suo salvatore, era bello come uno di quegli angeli dipinti nei quadri: sguardo misericordioso e lineamenti delicati, androgini, in quel momento poteva benissimo essere scambiato per una fanciulla.
«Ho perso i vestiti giocando a carte, gli unici che ho rimediato sono stati solo questi» e indicò il vestito che indossava.
Senza accorgersene, Ginevra smise di tremare.
«Almeno sono riuscito a tenermi le scarpe» continuò lui, alzando leggermente la gonna, questa volta il tono era scherzoso.
Ginevra lo guardò confusa.
«Mi chiamo Lorenzo» disse lui, chinando leggermente il capo in segno di saluto.
Lei non rispose, non ce la faceva, sentiva come delle lame nella gola.
«Non occorre rispondiate» si affrettò a dire Lorenzo «Siete scossa e l'ultimo dei vostri pensieri è fare le presentazioni. Vi ho detto il mio nome in modo tale che non mi consideriate una minaccia».
Il giovane le sorrise amichevolmente, subito dopo si udirono dei passi e Lorenzo si parò davanti a Ginevra, vista la situazione di poco fa doveva proteggerla. Lei, però, indietreggiò, qualsiasi contatto, seppur non troppo ravvicinato, la infastidiva.
«Mio caro, i vostri indumenti» parole scherzose dette da una voce suadente.
Lorenzo si era accorto della reazione di Ginevra e si allontanò, l'ultima cosa che voleva era spaventarla più di quanto già non fosse.
«Non temete, è un'amica» disse lui con un tono di voce basso, ma udibile da Ginevra.
«Ho vinto i tuoi abiti» sotto la luce di una delle torce, la voce prese la forma di una giovane dalla bellezza eterea, la sua figura era sinuosa, la sua pelle pareva porcellana, i capelli mossi come le onde del mare e neri come la notte, le labbra rosse come il sangue e gli occhi di un colore particolare, parevano sia verdi che grigi.
«Piena di sorprese come sempre, mia bella» replicò Lorenzo.
La giovane dal portamento elegante spostò lo sguardo da Lorenzo a Ginevra e poi di nuovo su Lorenzo, una domanda silenziosa si fece largo.
Lui si voltò lentamente verso Ginevra.
«Lei è Selene, non abbiate paura».
Ginevra indietreggiò ancora e si trovò spalle al muro; quella parete era fredda, ruvida, sentiva la pelle graffiarsi sotto quel contatto, si strinse nelle braccia, gli occhi due specchi di paura.
«Ha bisogno di aiutato» disse Lorenzo, una volta che Selene si avvicinò un po' di più; lei notò che l'amico massaggiava una mano e non le sfuggì nemmeno il turbamento di Ginevra, non le erano del tutto chiare le dinamiche di quell'incontro.
Ginevra non sapeva cosa fare, pensava solo che sarebbe potuta morire se fosse rimasta alla mercé dei suoi aggressori, Selene sembrò non badare alla situazione e tornò a rivolgersi a Lorenzo.
«Cambiati e andiamo via» gli porse l'abito elegante, lui lo prese e cercò un posto appartato dove sistemarsi.


NdA
Ciao a te, che sei arrivato/a fin qui ☺️Spero che il capitoli ti sia piaciuto e, soprattutto, sia stato comprensibile, dato che alcune parti mi parevano un po' confuse, nel caso: chiedo scusa
🙏🏻
Da adesso in poi la storia inizierà a prendere un po' più piede.
Grazie per aver letto, votaro ed eventualmente commentato
😌🌸
Ci leggiamo al prossimo capitolo, se lo vorrai 🥰

As 💫
   
 
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