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Autore: Tynuccia    13/11/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] La protagonista dei loro discorsi gli si fece incontro, adocchiandoli con una certa irritata curiosità. “Si può sapere cosa avete voi due da bisticciare?”.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Dearka Elthman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Karma
 
 
 
In una delle tantissime, forse troppe, filippiche retoriche del Comandante Le Klueze, Athrun pensava di ricordare un amaro riferimento a determinate leggi universali riconducibili ad un’antica dottrina orientale. 
 
Non riusciva a ricondurre l’episodio specifico, ma sapeva di aver pensato che il concetto di base fosse terribilmente spiccio, nella sua semplicità.
 
Il karma. 
 
Lì per lì non ci aveva dato troppo peso, e con una guerra così sanguinosa ad inasprire le loro giovani vite si era lasciato trascinare da un’amarezza che non gli apparteneva ed aveva storto il naso. Era ovvio che le azioni cattive non sarebbero andate impunite, ma la consapevolezza di una ciclicità del destino era stata una magra consolazione di fronte a determinati orrori che, se il mondo fosse stato giusto, non avrebbe sicuramente conosciuto. 
 
Tre anni dopo, però, dovette riconoscere un merito al suo sibillino mentore e alle sue parole sconclusionate: il karma esisteva eccome, e si giudicò superficiale per il modo in cui se ne era reso conto. 
 
“E quindi su Orb avete tutti un secondo nome? Affascinante”.
 
L’Ammiraglio Zala strinse le labbra in una linea sottile, sistemandosi gli occhiali scuri che indossava per far fronte al sole di mezzogiorno, mentre il loro entourage stava dando il primo saluto al rappresentante delle Hawaii in visita diplomatica a Onogoro. 
 
“Non tutti”, precisò Cagalli, sorridendo appena ed in maniera terribilmente educata, ma con un vago rossore sulle guance. 
 
Ritto in piedi vicino al figlio di Patrick Zala, il Capitano Elthman emise un basso lamento scocciato. “Cosa ci troveranno le donne nei biondi abbronzati?”. 
 
Athrun seguì lo sguardo dell’amico, piantato con un certo astio sul politico, troppo scocciato per rendersi conto che si stava insultando da solo. Quell’adone straniero non aveva soltanto attirato una reazione di candido stupore nel Delegato, ma anche di Miriallia Haww, presente per un’intervista, e Dearka aveva ingenuamente offerto il proprio aiuto per far parte della scorta già che si trovava a Orb in permesso. “Suvvia”, fece Athrun, con fare conciliatorio. “Sua moglie arriva domani”.
 
“Quindi non ti dà noia che perfino quel maschiaccio della tua fidanzata si sia riscoperta una timida fanciulla alle prese con il primo cazzo?”, indagò Dearka, spiandolo accigliato. 
 
Athrun si giudicò fuori allenamento rispetto alla sopportazione dell’ex camerata dai capelli biondi, perché l’istinto di menare le mani fu, in lui, estremo, ma si risolse a scuotere le spalle. “Non c’è nulla di male, stanno solo chiacchierando”, rispose invece, ringraziando mentalmente di essere stato punzecchiato in continuazione, in gioventù, da Yzak, che gli aveva inculcato un bel po di autocontrollo. “E poi Cagalli è la rappresentante del paese, se gli mancasse di rispetto passeremmo tutti dei grossi guai”.
 
Annoiato, Dearka decise di distogliere l’attenzione omicida dalla sua amata con un po’ di sano, vecchio sfottò all’indirizzo dello Zala. “Come sei diventato zen”, si complimentò, incrociando pigramente le braccia dietro la nuca. “C’è chi gli avrebbe già perforato quei bei pettorali definiti con un paio di pallottole”.
 
Athrun sospirò, tornando a tormentarsi gli occhiali, che celavano uno sguardo tutt’altro che rilassato. Per colpa di quale biondo abbronzato, però, non sapeva dirlo. “Ho fatto molta pratica ai tempi del fidanzamento di Cagalli con Yuna”.
 
Dearka latrò una risata di disprezzo. “Capirai lo sforzo! Ho visto le foto, quel cretino era un cesso a pedali. È come se io mi fossi dovuto sentire minacciato da Kuzzey”.
 
“Chi?”, si incuriosì suo malgrado Athrun, ma di nuovo si rese conto dell’ineluttabilità del karma; perché se lui, quel fatidico giorno, non avesse decapitato il Mobile Suit del ragazzo di Miriallia, ora non si sarebbe ritrovato a desiderare di dare a Dearka il foglio di via da Orb. “Il Comandante Le Klueze aveva proprio ragione”.
 
Teatrale fino al midollo, il soldato di ZAFT gli schiaffò una mano sulla fronte. “Oi, questa è bella! Ti senti bene? Non avrai contratto qualche malattia tropicale che ti fa sragionare?”.
 
“Dearka!”, sbottò Athrun, scostandogli l’arto con poco garbo. “Non hai un qualche rapporto da mandare a Yzak?!”.
 
Il suo amico sogghignò placido. “Ho altre settantadue ore di assoluta libertà”, ci tenne a fargli sapere. “E sono un vero amico, con la a maiuscola, perché sarei disposto a trascorrerne qualcuna con te per evitare che stasera tu possa trovare un capello biondo sui vestiti di Cagalli, come quello che pescai dalla tua tuta da pilota dopo il vostro primo incontro”.
 
“Non ci sarebbe nulla di sospetto, visto che Cagalli è bionda”, ringhiò Athrun, improvvisamente solidale con il suo rivale storico. Ad avere a che fare con il Capitano Elthman, perfino Lacus Clyne avrebbe sviluppato un caratteraccio intrattabile. 
 
La protagonista dei loro discorsi gli si fece incontro, adocchiandoli con una certa irritata curiosità. “Si può sapere cosa avete voi due da bisticciare?”.
 
“Donne e tradimenti”, declamò Dearka. “Hai abbandonato il fusto hawaiano solo per farci la paternale?”.
 
Cagalli aggrottò la fronte e scosse il capo. “Miriallia deve intervistarlo, visto che ha un’agenda piuttosto piena”, spiegò con una scrollata di spalle. 
 
In barba alle continue prese in giro ai danni dell’Ammiraglio, Dearka si congedò con una rapidità invidiabile, correndo appresso agli altri due e borbottando insulti a mezza bocca. 
 
“Finalmente”, sospirò Athrun. “Santa Miriallia che lo sopporta”.
 
Cagalli sorrise divertita. “C’è di buono che lavora molto bene, o lo avrei cacciato dal perimetro alla prima stupidaggine”. 
 
Il suo innamorato annuì, concorde, e le si accostò. “Comunque oggi mi è bastato per capire cosa provi quando le altre donne fanno le svenevoli”. 
 
Il Delegato gli rivolse un’occhiata stranita. L’argomento era delicato e a lei non piaceva interpretare il ruolo della pazza gelosa, quindi si risolse a fare spallucce. “Sei talmente fuori dal mondo che non te ne accorgi neppure, delle tue spasimanti”. 
 
Athrun si permise di sfiorarle la mano durante il loro incedere. “Non mi sembravi così conciliante quando quella stagista ha finto di cadere”, le fece notare, ripescando il più recente episodio di indesiderate avances alla sua persona. 
 
Cagalli tirò su con il naso, sollevando il mento. “L’etica professionale dei miei collaboratori è un plus decisamente prezioso. E poi se ne è occupato brillantemente Kisaka”. 
 
“In effetti non l’ho più vista per i corridoi”, ragionò il Coordinator, adocchiando la sua innamorata con una certa apprensione, che lei dovette intercettare, perché gli diede una spinta giocosa al braccio. 
 
Per favore. Se dovessi impiegare quel poveraccio come sicario, di sicuro non inizierei da quella signorina sfacciata. C’è una lunga lista di pretendenti con capi di imputazione ben più gravi”, rispose Cagalli, andando a prendersi i capelli tra le mani per mimare due codini. 
 
Athrun scoppiò a ridere. “Sei proprio tremenda”, la rimproverò, lieto di notare come un sorriso le avesse increspato le labbra. “Comunque, visto che io non dispongo di un Kisaka personale, mi tocca”, annunciò, quindi si prese un istante per abbassarsi a darle un rapido bacio.
 
La principessa sobbalzò letteralmente, perdendo tutta la tracotanza e guardandosi freneticamente intorno, le gote irresistibilmente rosse. “Sei impazzito, per caso?”.
 
Il Coordinator le regalò un sorriso e scosse lentamente i capelli scuri, posando la fronte sulla sua. “Perdonami, ma ho sentito il bisogno di bilanciare un karma particolarmente nefasto”. 
 
  
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