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Autore: LorasWeasley    14/11/2023    1 recensioni
[Blue Lock]
AU [Nagireo] [Accenni Rinsagi e Kunigiri]
Cosa succederebbe se Nagi, Chigiri, Barou e Isagi lavorassero tutti insieme in uno studio di piercing e tatuaggi?
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il lavoro perfetto

-La prossima persona che entra qui dentro per chiedere un tatuaggio ispirato al calcio la mando a farsi fottere- Chigiri sbraitò nel momento esatto in cui l’ultimo cliente al quale aveva appena finito di disegnare la scritta “I Love Noel Noa” si chiuse la porta alle spalle.
Nagi, messo comodo su una poltrona destinata ai clienti mentre giocava a un gioco sul cellulare, commentò con il suo tono annoiato e basso –Non farti sentire da Isagi che potrebbe proporsi di accompagnarlo.
Bachira scoppiò a ridere.
Due secondi dopo, la porta fu aperta da un nuovo cliente e il suo ingresso fu annunciato dallo scampanellio tipico. Non che comunque sarebbe passato inosservato data la sua altezza, le sue spalle larghe e muscolose e i suoi capelli arancioni. Nagi si accorse di lui nonostante tutta la sua concentrazione fosse sul suo gioco.
Chigiri lo guardò come se fosse un miraggio.
-Ehm, ciao…- il ragazzo sembrava abbastanza imbarazzato e dopo una breve occhiata a Nagi e Bachira decise di rivolgersi al rosso dietro il bancone –posso prendere un appuntamento per un tatuaggio?
-Certo! Di cosa si tratta? Mi serve capire la dimensione del disegno per rendermi conto del tempo che ci serve e quindi quando farti tornare.
-In realtà volevo qualcosa di molto piccolo, tipo una palla da calcio sul polpaccio o in un posto simile.
Scese il silenzio, il personaggio di Nagi morì sullo schermo mentre questo, insieme a Bachira, alla parola “palla da calcio” alzarono subito lo sguardo sul loro amico per vedere la sua reazione.
Chigiri non mosse un muscolo, poi sorrise tranquillo e rispose -Certo, tutto quello che vuoi! Adoro fare tatuaggi sul calcio, è il mio sport preferito!- controllò velocemente i suoi impegni sul pc e continuò -Va bene domani alle sedici?
Nagi tossì soffocando con la sua stessa saliva, che faccia di culo.
-Va benissimo.
-Perfetto grazie, dammi i tuoi dati così ti registro.
Dieci minuti dopo, con la sua prenotazione confermata per il giorno dopo, il ragazzo lasciò lo studio. In tutto questo sia Bachira che Nagi non avevano ancora smesso di guardare Chigiri.
-Che c’è?- esplose questo sulla difensiva -Non scopo da settimane! Ma l’avete visto?
-Chi è che scopa?- domandò Isagi tornando in quel momento con il pranzo per tutti e di comune accordo decisero di lasciar cadere l’argomento. Nagi fece ripartire il gioco sul proprio cellulare e si sistemò più comodo contro la poltrona. Aveva trovato il lavoro perfetto.
 
-
 
Il “Blue Lock” era uno studio di tatuaggi abbastanza rinomato al centro di Tokyo. Il proprietario era un certo Ego che aveva altre filiali sparse per il paese, non si presentava mai di presenza ma minacciava tutti di tenerli d’occhio dalle telecamere. I ragazzi non lo mettevano in dubbio visto che a ogni riunione online o a ogni e-mail che inviava loro, faceva capire che aveva ascoltato e visto ogni cosa. Un po’ inquietante e non propriamente legale, ma ci si abituava facilmente.
Lo studio era grande ed elegante, con i muri e le decorazioni di blu (nessuno sapeva se fosse dovuto al nome o se il nome fosse stato preso dal colore delle decorazioni). Vi era una reception con i toni del celeste e del bianco e ci si accedeva attraverso una porta grande e in vetro che dava su una delle vie più trafficate della città. Nella reception stava un grande bancone con un computer e cianfrusaglie varie. Poi delle poltrone per i clienti in attesa e un tavolino basso dove vi erano posati i portfolio con le foto dei tatuaggi migliori che avevano realizzato fino a quel momento. Dalle reception si raggiungevano cinque stanze: un bagno e quattro studi privati dove ognuno svolgeva il proprio lavoro in privato. Tre di questi studi erano utilizzati per i tatuaggi, uno per i piercing.
Nello studio di Tokyo lavoravano in quattro: Chigiri Hyoma, Isagi Yoichi, Nagi Seichiro e Barou Shouei. Lavoravano tutto il giorno in base agli appuntamenti che prendevano e facevano dei turni in modo da essere sempre almeno in tre in negozio. La domenica era libera per tutti.
Poi c’era Meguru Bachira, lui era un jolly. Non lavorava lì ma ci passava buona parte della sua giornata quando non aveva nulla da fare. Il suo hobby preferito era quello di disegnare tatuaggi brutti e provare a convincere i clienti a tatuarseli inventando tutta una filosofica spiegazione dietro un disegno che logica in realtà non aveva.
Nagi adorava lavorare lì dentro. Lui era l’unico che non si occupava dei tatuaggi ma dei piercing: era un lavoro facile, veloce e che pagava bene. Ma quello che soprattutto amava di quel lavoro era che ci fosse sempre talmente tanto caos per colpa degli altri tre che nessuno si accorgeva mai delle lunghe pause che faceva sulle poltrone per giocare o per oziare non facendo assolutamente nulla.
 
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-Mio dio, chi cazzo ha rovesciato una boccetta di profumo qui dentro?- sbraitò Barou nel momento esatto in cui arrivò in negozio qualche minuto dopo gli altri per iniziare il turno di quella giornata.
-Nessuno- rispose Nagi a sua volta infastidito da tutto quell’odore -È semplicemente Chigiri che ha deciso di fare come gli animali e conquistare il suo futuro uomo con il profumo.
-Vuole conquistarlo o stordirlo?
-C'è differenza?
Di norma Nagi non andava mai d’accordo con Barou, ma c’erano le rare eccezioni come quella in cui si alleavano contro qualcuno che era diventato più fastidioso del resto.
-Ehy!- il diretto interessato diede fine a quello scambio di battute -Fatevi i cazzi vostri.
Chigiri non si era messo solo il profumo, ma si era anche vestito in modo abbastanza carino e provocante. Dio, era del trucco quello sul suo volto?
-Disgustoso- sibilò Barou superandolo e andandosi a chiudere nel proprio ufficio.
Chigiri passò tutta la mattina a sistemarsi i capelli e a guardarsi allo specchio per assicurarsi che fosse in condizioni perfette. Così tanto preso da se stesso che non si rese conto che Nagi non svolse alcun tipo di lavoro per l’intera mattinava. A pranzo mangiò un pasto leggerissimo che non gli avrebbe fatto gonfiare la pancia o puzzare l’alito, poi prese una mentina e rimase in attesa del suo appuntamento quasi scodinzolando come un cane che aspetta il ritorno del padrone davanti la porta.
-Sta arrivando!- disse a un certo punto il rosso tutto elettrizzato mentre tornava, per la milionesima volta, davanti lo specchio.
Barou, in pausa anche lui in quel momento, alzò un sopracciglio -Come lo sai?
-Ha messo una storia su Instagram che è in macchina.
-Come diavolo fai ad avere il suo Instagram!?
Chigiri gli lanciò un’occhiataccia come se fosse scemo, poi decise di spiegare qualcosa che per lui era elementare -So che si chiama Kunigami Rensuke, non è stato difficile trovare il suo profilo.
Nagi borbottò -Sei uno stalker.
-Mi piace solo essere informato.
Barou chiese -Quando faccio il compleanno?
Chigiri ritrattò -Mi piace essere informato delle cose che mi interessano.
Dieci minuti e un litigio dopo, il cliente varcò la porta dello studio perfettamente puntuale con l’orario del suo appuntamento.
Il volto di Chigiri si rischiarò e gli concesse un sorriso -Ciao! Kunigami, giusto?
Nagi soffocò il principio di una risata facendola passare per un colpo di tosse e Chigiri gli lanciò uno sguardo che avrebbe potuto ucciderlo, ma durò solo un brevissimo secondo per poi decidere che sarebbe stato più saggio portare il cliente direttamente nel suo ufficio.
Non appena si chiusero la porta alle spalle, Nagi chiese a Barou -Se il cliente urla per molestie dobbiamo intervenire?
Barou corrugò la fronte mentre pensava a quella prospettiva e, per paura di dover davvero intervenire, Nagi ritrattò per lavarsene le mani -Io mi metto le cuffie.
 
-
 
Anche quel giorno Nagi non aveva voglia di lavorare, le temperature si erano abbassate e questo lo aveva spinto solo a voler stare avvolto in una coperta limitandosi a muovere solo le mani per giocare ai suoi videogiochi. Era già tanto che si fosse presentato a lavoro.
Aveva trovato la posizione perfetta su una delle poltrone nella sala principale, lontano dalla porta d'ingresso e vicino alla stufa. Stava benissimo, voleva passare tutta la giornata in quel modo. Anche l'ambiente intorno a lui era relativamente calmo, con Bachira stranamente in silenzio poiché troppo concentrato a disegnare le sue opere d'arte e Isagi che controllava i suoi appuntamenti al computer sempre in silenzio.
Ma quella calma non durò a lungo perché lo scampanellio della porta annunciò loro l'arrivo di un nuovo cliente, Nagi non si prese la briga neanche di alzare lo sguardo.
-Ciao, benvenuto!- lo accolse Isagi dal suo posto dietro il bancone.
Il nuovo arrivato raggiunse il suo collega con un sorriso e risposee -Buongiorno, vorrei fare un piercing.
A Nagi sfuggì un leggero lamento dalle labbra mentre si stringeva di più sulle sue spalle, come se questo potesse farlo sparire. Non voleva lavorare.
-Sì, certo- rispose Isagi alzando uno sguardo sull'albino -ehm Nagi, sei libero per...?
Non riuscì a finire la frase che Nagi rispose veloce -Sono occupato oggi.
Non era vero, aveva una sola prenotazione per quel pomeriggio ma dovevano ancora passare due ore, solo che non era bravo con le novità dell'ultimo minuto, doveva prima prepararsi psicologicamente e convincersi che lo faceva per i soldi. Era un processo lungo e faticoso ed era il motivo per cui Nagi non lavorava mai se non su prenotazione.
-Allora quando posso dargli l'appuntamento?
Per tutta la conversazione Nagi non aveva ancora alzato lo sguardo dal suo gioco.
-Controlla la mia agenza.
A quel punto sentì i due chiacchierare per conto proprio e Nagi poté tornare a rilassarsi contro la sua poltrona e continuare quello che stava facendo, questo fino a quando Bachira non si sporse verso di lui e sussurrò contro il suo orecchio -è l'erede dei Mikage, ne sono sicurissimo.
Solo quello fece staccare lo sguardo dal suo gioco, alzando un sopracciglio e voltandosi verso l'amico -è ricco?
-Più di quanto tu possa mai guadagnare in una vita intera.
Ecco, quello cambiava tutte le carte sul tavolo. Spense il cellulare e si alzò di scatto portando, per la prima volta, lo sguardo sul cliente.
Era un ragazzo che sembrava avere la sua stessa età, poco più basso di lui, muscoloso il giusto, occhi e capelli viola. Era quel colore che probabilmente l'aveva fatto riconoscere dal suo amico come parte della famiglia Mikage.
-Mi sono liberato- annunciò facendo un passo verso di lui -Fare un piercing costa 32400* yen, visto che sei carino posso scendere a 32000, ti va bene?
Era una tecnica perfetta che Nagi aveva perfezionato nel corso degli anni: sfruttare i ricchi che non davano peso ai soldi chiedendogliene molti di più di quelli che normalmente servivano per quel tipo di servizio, facendogli poi credere che gli stava facendo uno sconto e un favore.
Isagi si era bloccato sul posto, il sorriso congelato sul volto e una goccia di sudore che brillava sulla sua tempia. Bachira invece stava facendo di tutto per non far sgorgare la sua risata, i risultati erano pessimi.
Però sul cliente funzionò alla perfezione, questo infatti arrossì e balbettò -Oh sì, grazie, va benissimo. Facciamo adesso?
Nagi annuì -Pagamento anticipato.
-Oh certo, scusami- Mikage si affrettò ad afferrare la carta di credito dal portafoglio e porgerla a Isagi senza neanche controllare l'importo sullo schermo. Nagi si pentì di non aver chiesto di più.
Infine lo portò nel suo studio chiudendosi la porta alle spalle.
-Dove lo facciamo questo piercing?- domandò Nagi in modo preciso e conciso mentre andava a indossare i suoi guanti.
-Ehm...- il ragazzo era rimasto al centro della stanza, si guardava intorno con la paura negli occhi e si stava torturando le mani -non saprei in realtà...
Ah. Era quel tipo di cliente: il tipo che nel momento esatto in cui entrava nel suo ufficio si rimangiava tutto e capiva di non volerlo più fare, terrorizzato dagli aghi.
Nagi, di norma, aveva una tolleranza nulla verso gente di quel genere, ma quel ragazzo aveva pagato fin troppo per poterlo trattare male. Quel ragazzo valeva il suo tempo e Nagi decise di comportarsi bene per una volta.
-Perché non ti siedi?- gli propose indicandogli il lettino sul lato destro della stanza.
Il ragazzo sembrò ancora più nel panico, ma annuì piano e fece come richiesto.
Nagi prese la sua sedia e gli si mise di fronte scrutandolo -Come ti chiami?
-Reo.
-Non sembri molto felice di voler fare un piercing, vero Reo?
L'altro ragazzo abbassò lo sguardo colpevole e fece l'inizio di un principio di risata isterica, poi borbottò -Voglio farlo, ma ho un po' paura degli aghi.
Quello che Nagi avrebbe risposto normalmente in una situazione del genere era sempre un "decidi nei prossimi due secondi, o ti buco o te ne vai, mi stai facendo perdere tempo", ma quello che rispose quella volta fu un -puoi pensarci un po' se ti serve per calmarti.
L'altro annuì grato e tornò a guardarsi intorno, poi spiegò meglio -Voglio farlo perché così mio padre ne sarebbe furioso, lo voglio in un posto visibile dove tutti i suoi amici e colleghi non possano fare a meno di vederlo.
Nagi si trovò a sorridere leggermente -Ah, sei nella fase ribellione. Non è un po' tardi per quello? Sembri avere la mia età.
Reo arrossì ancora di più muovendosi a disagio sul suo posto e facendo uscire l'inizio della sua lingua per stringerla tra le labbra in un gesto nervoso -Le ribellioni non hanno età.
-Mhmm, come dici tu- concesse infine l'albino. Con i suoi familiari aveva sempre avuto un rapporto di amicizia e comunque non li aveva mai visti troppo spesso, quindi non poteva di certo giudicare.
-Il piercing all'orecchio è il più popolare- spiegò tornando al suo lavoro -posso anche mostrarti dove fa meno male. Ma se vuoi qualcosa di più evidente suggerirei il naso o il labbro.
Parlarono per almeno mezz'ora, sia di argomenti tecnici che non, fino a quando Reo si rese conto che quello non era il giorno giusto per essere ribelli.
SI alzò dal suo posto e confessò -Dubito che oggi avrò il coraggio di farlo. I soldi ovviamente tienili per il disturbo che ti ho dato. Magari torno un'altra volta, ma non prometto nulla.
Nagi annuì accompagnandolo alla porta -Mi trovi qui.
 
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Chigiri era disperato. Distrutto mentre se ne stava a deprimersi su una delle poltrone per i clienti e si lamentava a intervalli regolari.
Nagi aveva smesso di ascoltarlo due ore prima.
Isagi invece stava ancora provando a consolarlo.
-Dai amico, sono sicuro che riuscirai ad avere il tuo appuntamento entro la fine del mese.
Chigiri fece un nuovo lamento e rispose -Apprezzo la tua positività ma ormai è difficile sperare. Ero così felice quando mi aveva dato il suo contatto social e cosa ci ho guadagnato? Lui che non ha mai pubblicato neanche una foto a petto nudo! Perché pubblica solo foto di cuccioli e tramonti? Mi distrugge…
-Vabbé dai… non è importante quello che pubblica se poi comunque…
-Se poi cosa? Sono due settimane che flirto con lui e non ha mai capito nulla! Non so più che fare, mi sono inventato di tutto!
Nagi davvero non era interessato alla vita amorosa di Chigiri e a come questo si stesse struggendo per il ragazzo dai capelli arancioni che giorni prima gli aveva chiesto il tatuaggio di una palla da calcio, ma a quella frase non poté fare a meno di alzare un sopracciglio e chiedere confuso -Come hai flirtato con lui, esattamente?
-Ho messo mi piace a tutte le sue foto! Fino a quelle di quattro mesi fa! Più evidente di così non si può! E NULLA, NON MI HA MAI CERCATO!
Isagi riprovò -Ma deve tornare per farsi controllare il tatuaggio, giusto? Avrai modo di parlargli nuovamente in quell’occasione.
Un nuovo briciolo di speranza illuminò gli occhi del rosso, così Nagi la uccise sul nascere affermando -è venuto l’altro ieri, era il tuo giorno libero quindi l’ha controllato Barou.
I lamenti e la disperazione triplicarono e Nagi si pentì di aver aperto bocca, meditò anche di portarsi a casa il cactus che avevano sul bancone per paura che tutta quell’energia negativa avrebbe potuto ucciderlo. Forse doveva nasconderlo nel suo ufficio.
Una notifica sul cellulare lo distrasse dai suoi pensieri e, con un'occhiata veloce, vide che un certo "reo_m" aveva iniziato a seguirlo sui social.
Aprì velocemente il profilo e ricambiò il segui, passarono poi solo pochi secondi prima che questo gli inviasse un messaggio "Sei il ragazzo dei piercing vero? Il tuo profilo è troppo anonimo per riconoscerti, lol".
Solo perché Nagi teneva alla sua vita che decise di non mostrare a Chigiri quel messaggio commentando "vedi come si fa?", si sarebbe vantato in un altro momento.
 
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-Sta bene il tuo collega dai capelli rossi?- domandò confuso Reo mentre entrava nel suo ufficio per la seconda volta, questa volta senza ansia e con più tranquillità, sedendosi al posto dell'ultima volta senza che gli fosse stato chiesto.
-Chigiri? Tutto normale.
A Reo non era sembrato tutto normale quando l'aveva visto accasciato contro il bancone e aveva risposto a monosillabi depressi, ma non erano affari suoi.
Si guardò intorno come l'ultima volta e si accorse di una novità.
-Uh, quel cactus non c'era prima- notò.
Nagi finì di indossare i guanti e si girò verso la pianta in questione spiegando -Si chiama Choki, la tenevamo all'ingresso ma la depressione di Chigiri stava influenzando tutto, non volevo che morisse.
Reo soffocò una risata -Sicuro che vada tutto bene con il tuo collega?
-Sì- confermò di nuovo -è solo depresso perché non riesce a farsi scopare da un cliente che aveva puntato.
Reo arrossì e distolse lo sguardo, la punta della lingua che tornava a spuntare dalle sue labbra in un gesto involontario. Era carino.
Nagi si riscosse da quella visione e prese la pistola che faceva i buchi alle orecchie -Ci siamo convinti oggi?
Tornò il panico negli occhi viola dell'altro e si fece indietro mettendo le mani avanti in segno di resa -Aspetta! Aspetta! Dammi qualche altro minuto!!
Anche quel giorno Reo lasciò lo studio dell Blue Lock senza alcun tipo di piercing e con la promessa che sarebbe tornato un altro giorno, ma Nagi non era infastidito dalla situazione e, anzi, si ritrovò a pensare che non era poi una rottura stare in compagnia dell'altro. E non era tutto merito dei soldi che stava guadagnando.
 
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Mancavano dieci minuti all’orario di apertura, ma Chigiri non sembrava intenzionato a sistemare le cose prima dell’arrivo dei clienti come tutti gli altri giorni. Al contrario, aveva spento tutte le luci, fatto sedere Isagi, Barou e Nagi (quello era uno dei pochi giorni in cui tutti e quattro si trovavano in ufficio) sulle poltrone e puntato il computer verso di loro.
-Non ho avuto molto tempo visto che me lo hai chiesto ieri sera, non sono neanche riuscito a trovare una canzone adatta di sottofondo, ma spero che questo non ti farà dare un giudizio negativo al mio lavoro.
Isagi corrugò la fronte -Il tuo lavoro…?
-Non mi avevi chiesto di trovare informazioni su quel ragazzo?
Barou sembrava pronto a uccidere qualcuno e non erano neanche le nove. Nagi ricordò che il giorno prima un cliente scorbutico (che si era scoperto essere il fratello di un loro collega di un'altra sede e che era andato da loro per fare un dispetto a questo) aveva preso un appuntamento nel loro ufficio e Isagi l'aveva servito, commentando infine quanto gli era era sembrato carino e chiedendo a Chigiri se riusciva a trovare informazioni sul suo conto.
-Hai fatto un Power Point per questo?- Nagi non era sicuro di come reagire a quella informazione.
-Sì.
La prima slide era il titolo, un grande “ITOSHI RIN” che riempiva tutto lo schermo. Isagi sembrava volesse solo morire, Nagi immaginò che se avesse espresso quel desiderio ad alta voce, Barou sarebbe stato pronto a soddisfarlo.
La slide successiva si intitolava “Informazioni personali” e, mentre Chigiri elencava i punti, questi spuntavano uno sotto l’altro.
  • Maggiorenne da poco
  • Altezza 186 cm
  • Segno zodiacale: Vergine
  • Gruppo sanguigno: A
  • Fratello maggiore: Itoshi Sae 
  • Ricco (non quanto Reo ma la fortuna di Nagi è unica)
Barou, che adesso sembrava solo sconvolto più che incazzato, commentò -Non so se voglio più sapere come hai saputo del suo gruppo sanguigno o del perché pensi che sia importante.
Nagi borbottò -Io non so qual è il mio- ignorando quell'ultimo punto con il riferimento al suo cliente preferito.
Chigiri li ignorò e spiegò diverse cose su quella prima slide, facendo tutto un discorso sull’astrologia per affermare quanto fosse importante sapere il segno zodiacale.
La slide successiva si intitolava “Pro/Contro”.
PRO:
  • Gioca a calcio
  • Ha un bel fisico
  • Ha un bel culo
  • Guida
  • É tsundere anche se non lo sa
  • Ha un fratello gay
CONTRO:
  • Ha un comportamento di merda
  • Non capisce le battute
  • É fin troppo popolare tra le ragazze
  • Non sembra essere stato colpito dal fascino di Isagi
  • Non ha una macchina personale
  • Ha un fratello gay
-Perché il punto sei è scritto in entrambi i posti?- domandò Isagi sempre più confuso.
-Perché avere un fratello gay ti apre la mente e ti permette di accettarti più facilmente se anche tu tendi per quella sponda. Allo stesso tempo però se quel fratello ti porta ad avere traumi forse non vuoi vedere un cazzo neanche da lontano.
Lo scampanellio della porta li fece girare di scatto tutti e quattro e Bachira si bloccò all’ingresso -Ragazzi! Che succede qui?
Chigiri lo invitò a sedersi -Bachira prego, accomodati, ricomincerò la presentazione solo per te.
Barou bestemmiò. Nagi prese il proprio cellulare e mandò un veloce messaggio di SOS a Reo "chiamami".
Si erano scambiati i numeri dopo quel secondo inconcludente incontro e questa era la prima volta che li usavano, nonostante ciò passarono solo diversi secondi prima che Reo lo chiamasse.
Nagi sospirò di sollievo, mostrò il cellulare che vibrava e si alzò per andare fuori borbottando un -scusate, è urgente.
Si chiuse nel proprio ufficio e accese la stufa accoccolandosi davanti il calore crescente, rispose alla chiamata in quella posizione.
-Va tutto bene?- disse con urgenza l'altro, aveva il fiato corto come se stesse correndo.
-Mi hai appena dato la possibilità scappare da qualcosa di terribile, grazie.
Reo rise -Voglio sapere?
-Non penso.
L'altro rise ancora, c'erano rumori in sottofondo di gente che parlava e oggetti che venivano spostati, Nagi chiese -sei a lavoro?
-Sì, sono appena arrivato.
-Mhmm... devi chiudere?- Nagi non aveva voglia di chiudere.
-Non c'è bisogno, lavorare nell'azienda di papà ha i suoi privilegi. Aspetta che vado nel mio ufficio.
Quando infine chiusero la chiamata, diverso tempo dopo, Nagi si accorse che era passata esattamente un'ora e quarantadue minuti.
 
-
 
-Oggi Chigiri sembrava felice- commentò Reo entrando nell'ufficio dove Nagi lo stava già aspettando e chiudendosi la porta alle spalle.
-Ah sì, mi sa che è riuscito a farsi scopare dal cliente dell'altra volta. Sospetto che Barou sia intervenuto perché non lo sopportava più.
Reo rise, questa volta senza imbarazzarsi nel fare quei discorsi. Poi decise di osare di più.
-Hai mai fatto piercing alle parti intime?
Nagi sembrò sorpreso da quella domanda, si voltò a guardarlo curioso e gli si avvicinò, rispondendo tranquillo -Ne ho fatti molti ai capezzoli, sia a uomini che alle donne. Non ho mai fatto nulla alle parti intime di una donna, ma ho bucato qualche uccello.
Reo si stava agitando, ne erano simbolo il suo leggero rossore alle guance e la sua lingua tra le labbra. Sussurrò -Fa male?
Nagi alzò un sopracciglio, fin troppo concentrato su quella lingua, e fece un nuovo passo verso di lui, adesso era meno di un metro a dividerli -vuoi provare? Devi essere duro per potertelo fare, posso darti una mano.
Reo rise in imbarazzo -Non penso che sia il caso di iniziare con un piercing del genere.
Non disse nulla sull'altra parte della frase, così Nagi decise di lasciar correre per quel giorno, non sapendo se prenderlo come un risvolto positivo o negativo -in effetti non sarebbe un posto che gli amici di tuo padre potrebbero vedere. O almeno credo.
Reo fece un cipiglio infastidito -Ehy, non prendermi per uno facile.
Nagi alzò le spalle -Scusa, sono abituato a Isagi. Anche se forse adesso si è fissato davvero con quel ragazzino.
-Di chi parli?
E fu così che il discorso passò ad altre persone e qualsiasi tipo di flirt fosse nato tra i due fu accantonato, decidendo in un tacito accordo che era ancora troppo presto per quello.
 
-
 
Dentro il loro studio c'era talmente tanto caos che Nagi riusciva a sentire le persone litigare nonostante si fosse chiuso nel proprio ufficio.
Il problema era che fosse quasi l'orario della sua pausa pranzo, il cellulare era quasi scarico e aveva lasciato il caricabatterie nella sala comune: mai errore più grande.
Quindi l'albino stava meditando se saltare la sua pausa pranzo e vivere all'interno del suo ufficio senza telefono e cibo o andare lì fuori e affrontare tutto quello che stava succedendo.
A quanto aveva capito un cliente aveva accettato di farsi fare un tatuaggio che Bachira aveva disegnato, uno di quelli discutibili. Ma in quel momento l'unico tatuatore in ufficio era Barou e questo si stava opponendo in tutti modi nel farlo.
-Non me ne frega nulla dei soldi!- urlò proprio in quel momento -Mi rifiuto di mettere nel mio portfolio il disegno di un pene che balla la samba!
Forse Nagi avrebbe lasciato il suo ufficio solo per la curiosità di vedere il disegno in questione.
Il suo cellulare, al 3% di batteria, lampeggiò per l'arrivo di un nuovo messaggio, era Reo.
"Quando posso venire di nuovo per quel piercing?"
Nagi sospirò e prese una decisione mentre digitava velocemente una risposta "Che ne dici di smettere di vedermi pagandomi e andiamo a un appuntamento? Offro io, ho avuto un cliente generoso e posso permettermelo."
Ecco, adesso avevano un appuntamento. O almeno sperava, visto che il suo cellulare si era spento definitivamente e non poté scoprire la risposta. Non se prima non fosse finita la guerra nella stanza accanto.
 
-
 
Infine, Nagi scoprì nel modo più duro che era ossessionato dalla lingua di Reo.
La cosa era stata evidente fin dal primo momento in realtà, il ragazzo infatti aveva questo vizio di tenerla spesso incastrata tra le sue labbra e Nagi si era perso a guardarla fin dal loro primo incontro nel suo ufficio. 
All'inizio però Nagi non aveva capito quanto lo stesso prendendo, quanto ne stesse diventando ossessionato. Ma dopo quel primo appuntamento ufficiale, mentre si baciavano in macchina di fronte casa di Reo che avrebbe solo dovuto rientrare, Nagi sentì quella lingua esperta nella sua bocca che giocava con lui e lo rincorreva e fu proprio in quel momento che ebbe l'epifania.
Si staccò dalle sue labbra con uno schiocco, lo fissò con uno sguardo deciso e afferrandogli la mascella annunciò -Reo. Ti farò un piercing alla lingua.
Non era una domanda, era un'affermazione. Dopo tanti appuntamenti in studio conclusi nel nulla, adesso era stato l'albino a prendere la decisione per l'altro.
Reo era spaventato, ma anche un pizzico curioso da quella nuova prospettiva.
-Saresti stupendo- sussurrò Nagi tornando a baciarlo in un tentativo di calmare la sua paura -fidati di me, lasciamelo fare.
E quello che stava succedendo nelle sue parti inferiori al solo immaginare quella piccola pallina di metallo al centro della lingua rossa di Reo era qualcosa che non gli era mai capitato con nessuno. Riusciva quasi a sentirlo già contro la sua pelle.
Reo annuì una sola volta, spaventato ma eccitato anche lui da quella nuova prospettiva. Avrebbe avuto infine il suo piercing.
Nagi lo sapeva già, ma adesso poté confermarlo: aveva trovato il lavoro perfetto.
 
[4614 parole]
 
*32400 yen sono circa 200 euro. In media il costo di un piercing va dai 25 ai 50 euro.

 
  
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