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Autore: Tynuccia    18/11/2023    1 recensioni
[Gundam SEED] Aveva notato che si stava arrovellando il cervello già da qualche minuto, ma aveva preferito lasciarlo cuocere nel suo stesso brodo. "Sì, Capitano?".
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Slancio
 
 
 
Il compito ingrato di darle la notizia era stato, ovviamente, suo.
 
In un contesto completamente diverso, o con un'altra persona, non avrebbe avuto modo di indugiare. Avrebbe comunicato quanto deciso ai piani alti, spiccio e distaccato, ed avrebbe continuato con la sua routine in maniera non dissimile dal solito.
 
Ora, invece, era appoggiato al muro dello stanzino adiacente all'hangar, una gamba a sostentarlo e le braccia incrociate sul petto, mentre il suo sguardo era fisso sull'altro soldato e aveva la mente quasi rovente a furia di trovare le parole adatte.
 
Apprezzò, quantomeno, che aveva passato lunghe giornate ad eseguire una mirata introspezione su quel determinato argomento, senza la quale avrebbe già messo le mani al collo di qualcuno per sfogare il nervosismo.
 
"Hahnenfuss".
 
Shiho sollevò lo sguardo dal suo portatile e lo posò su di lui. Aveva notato che si stava arrovellando il cervello già da qualche minuto, ma aveva preferito lasciarlo cuocere nel suo stesso brodo. "Sì, Capitano?".
 
Yzak si morse il labbro e si schiarì la gola. "Il Comandante Le Klueze mi ha informato di comunicarti che vuole che tu prenda parte alla prossima battaglia", riuscì finalmente a dire. "Attivamente".
 
La ragazza rimase con le dita sospese a mezz'aria, a quella novità, ed interruppe il suo frenetico digitare al computer. Era quella la spinosa questione che lo aveva tanto tormentato? Per un attimo si chiese se non fosse una pratica scusa per raggirare la verità, ma il suo superiore le sembrò genuinamente più tranquillo. "Capisco", replicò in un sussurro. "Farò rapporto direttamente al Comandante".
 
"Non ce n'è bisogno", mormorò Yzak, distogliendo lo sguardo. "Basterà che ti presenti sulla rampa di lancio con il tuo Mobile Suit". Trovando quell'angusto stanzino soffocante, si avviò verso l'uscita, ma la voce tremula della sua sottoposta lo fece fermare.
 
"Pensa che sarò all’altezza?".
 
L'albino tornò a voltarsi, spiando l'espressione titubante che le appesantiva i lineamenti. Le sue mani erano intente a stropicciare i lembi dell'uniforme, e lui ormai aveva cominciato a riconoscere i segni tangibili della sua angoscia. Avrebbe voluto sedersi vicino a lei, intrecciare le dita alle sue e dirle quello che desiderava, ma un comportamento simile, oltre che terribilmente poco rigoroso, non gli apparteneva. E la giovane Coordinator, per qualche bizzarro motivo, sembrava accettarlo. "Quante stronzate", mormorò infine. Come previsto, lei esibì un sorrisetto divertito. "Sei una Redcoat, se non ci riuscissi tu, non avrebbe senso far uscire gli altri".
 
Con lo sguardo perso nel vuoto, Shiho fece un piccolo cenno con il capo. "Mi sento così in imbarazzo", confessò. "Finora non ho combinato nulla, quasi come quella Natural che seguiva il Comandante dappertutto. Non so neppure io cosa ci faccio qui".
 
Yzak strinse un pugno dietro la schiena. Tecnicamente, il suo discorso non faceva una grinza, e non sarebbe certo stato lui a darle contro. Per quanto indossasse la divisa dei soldati d'élite, a differenza degli altri due cadetti del Joule Team, non era mai andata in battaglia, troppo concentrata a risolvere i problemi del suo DEEP Arms per tentare un vero e proprio combattimento con un Mobile Suit difettoso. Paragonarsi, però, alla prigioniera di Le Klueze era un vero e proprio insulto alla sua persona. Se in pratica non aveva contribuito granché alla causa, nel privato era stata una vera e propria ancora di salvataggio per lui. Dopo aver assistito alla disfatta di Nicol, alla detonazione dell'Aegis e alla cattura di Dearka, Yzak aveva cominciato a mettere in dubbio il suo intero universo, e tornare vivo sulla Vesalius era soltanto un'ulteriore scocciatura; poi, in una serata relativamente tranquilla, era finito con l'aiutare la sua sottoposta ad analizzare i malfunzionamenti del DEEP Arms, e di volta in volta si era abbandonato a quel calore umano, che non pensava avrebbe più sperimentato. Non durante la guerra, almeno. 
Nuovamente desiderò carta bianca per parlare liberamente, e farle sapere quanto la sua presenza fosse d'aiuto. "Hahnenfuss, è un momento di sfogo, o sei sinceramente preoccupata per le tue capacità da pilota?", indagò invece, osservandola mentre si alzava dalla panchina. "Perché sulla prima ipotesi non posso dire nulla, e sulla seconda potrei urlarti contro così tanto da farti sanguinare i timpani".
 
Shiho si strinse nelle spalle, riponendo il portatile nella sua borsa. "Forse un mix delle due cose, signore", rispose, sempre con voce flebile. "L'ultima cosa che voglio è deluderla".
 
Sospirando, Yzak le andò vicino e si permise di far calare le mani sulle sue spalle, costringendola a guardarlo. "Devi stare tranquilla, Hahnenfuss. Sei perfettamente in grado di tornare vittoriosa e sulle tue stesse gambe", disse, detestando la morbidezza del suo tono. "E... e se dovessi essere in pericolo, ci sarò io a proteggerti, quindi... non ti preoccupare".
 
La ragazza sgranò appena gli occhi nell'udire quelle parole, cogliendo la sincerità nello sguardo del suo superiore. Le sue guance si colorarono appena e, senza neppure sapere che cosa le prendesse, lo strinse in un abbraccio, premendo una guancia contro il suo petto. Sapeva che, in un modo tutto suo, il suo superiore teneva a lei, ma sentirlo parlare in quel modo le aveva fatto quasi scoppiare il cuore nella cassa toracica. "Grazie".
 
Le braccia di Yzak tremarono appena, e si riscoprì desideroso di lasciarsi andare, e ricambiare quella stretta gentile, ma per l'ennesima volta, quel giorno, dovette mettere l'egoismo da parte. "Hahnenfuss", disse quindi, sperando che la sua voce non tremasse, e che suonasse gentilmente autoritario.
 
Shiho sollevò le palpebre, sentendosi chiamata, e impiegò un paio di secondi a realizzare esattamente cosa avesse fatto. Sobbalzò contro di lui e si affrettò ad indietreggiare, guardando in ogni direzione meno che la sua. Cominciò ad inchinarsi, su e giù, stringendo le mani contro il grembo. "Scusiscusiscusciscusi", biascicò, dandosi dell'idiota per quel gesto così sconsiderato.
 
Yzak schiuse appena le labbra per degnarla di una ramanzina all'acqua di rose, giusto per non perdere la faccia, ma l'eco acuta della sirena rimbombò nell'aria, segnalando loro l'imminente battaglia. "Sia ben chiaro che ti perdonerò in un solo modo", borbottò, e la visione del suo volto in fiamme fu un nuovo pugno allo stomaco. "Vedi di non farti ammazzare".
 
Decidendo che non era più il momento di verginali sceneggiate, Shiho annuì e si portò sull'attenti, sperando soltanto che la fiducia del Capitano Joule fosse ben riposta.
 
  
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