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Autore: Tynuccia    18/11/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Il biondo strabuzzò gli occhi alla vista dell’arma, che lei aveva preso come se fosse stato un lucidalabbra. “E quella?!”, starnazzò.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dearka Elthman, Miriallia Haww, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prospettive
 
 
 
Quella che doveva essere una normale manifestazione, fortemente voluta da Lacus Clyne per celebrare l’anniversario della fine della seconda guerra, si era trasformata in un incubo per la popolazione di Aprilius One. 
 
Uno sconosciuto gruppo terroristico, che in barba al nome poco rinomato aveva dato prova di un’organizzazione brillante, si era infiltrato tra le fila di ZAFT, approfittandone per far scoppiare una bomba e seminare il caos tra le strade cittadine.
 
“Da questa parte”.
 
Miriallia guardò Dearka, che la stava trascinando lontano dalla sparatoria in atto, la mano stretta attorno alla sua ed un atteggiamento che mal si sposava con l’immagine che era solito dare di sé. Avrebbe voluto protestare e dirgli che sapeva perfettamente correre senza l’aiuto di nessuno, ma qualcosa le suggeriva che, in quel momento, il Coordinator non avrebbe sentito ragioni.
 
Si fermarono dietro un’automobile rovesciata, approfittandone per riacquistare un po’ di fiato dopo che erano fuggiti dal palco, bersaglio principale dei criminali. “Cosa diavolo sta succedendo?”, chiese lei, che pure si trovava sui PLANT per un servizio giornalistico su quella manifestazione. Certo, una parte di lei ribolliva per quel vile attacco, ma quella più professionale si sfregava metaforicamente le mani per l’articolo che sarebbe uscito, ben più interessante di una sequela di nomi illustri ed i loro pacifici interventi. 
 
Dearka si tolse il cappello e lo sollevò appena sopra la sua testa, oltre la fiancata dell’auto, e subito un proiettile lo oltrepassò, sibilando. “Dannazione”, imprecò, avendo stabilito che oltre il loro riparo improvvisato c’era il nemico. “Yzak andrà su tutte le furie”, constatò poi con un sorriso teso.
 
“Ti sembra il momento di preoccuparti della reazione del tuo superiore per dei danni all’uniforme?”, lo rimbrottò lei, osservando, con la gola arida, il cappello forato. 
 
Il giovane prese la pistola e controllò il caricatore, quindi spiò la sua fidanzata. “Intendevo per la breccia nella sicurezza”, spiegò brevemente. “Non era assegnata alla nostra squadra, ma conoscendolo gli verrà una sincope per questo malfunzionamento del sistema”. 
 
Miriallia strinse le labbra e valutò che era sicuramente una situazione bizzarra, specie perché solitamente era proprio il Joule Team ad essere incaricato di gestire i perimetri. “Spero che mi fornirai dettagli succosi, quando finirete le indagini”.
 
In barba alla situazione tesa, Dearka scoppiò in una risata divertita. “Non ti ricordavo così sanguinaria, signorina Haww”. 
 
Alle loro spalle esplose un colpo e i due sobbalzarono. Quando si voltarono, al posto di un terrorista, trovarono il Comandante Joule in persona, la pistola ancora fumante e uno sguardo torvo. “Siamo in piena emergenza e voi due siete dietro un’auto a pomiciare?!”.
 
Dearka si alzò, sollevando le mani davanti a sé. “Stavamo cercando di capire il da farsi amico, rilassati”, spiegò, agitando il cappello forato. 
 
L’albino grugnì, ma sembrò decidere di soprassedere. “Andiamo, Elthman. Il Maggiore Hahennfuss mi ha comunicato che lei e la sua squadra hanno circondato gli ultimi responsabili in un edificio in fondo alla strada”.
 
Dearka annuì, ma indicò la sua compagna con un pollice. “Prima devo scortare Miri al sicuro”.
 
“Col cavolo”, replicò la diretta interessata, inalberando un’espressione battagliera. Frugò nella sua borsetta, estraendo una pistola. “Vengo con voi”.
 
Il biondo strabuzzò gli occhi alla vista dell’arma, che lei aveva preso come se fosse stato un lucidalabbra. “E quella?!”, starnazzò. 
 
“Ti ricordo che facevo la reporter in zone di guerra”, rispose lei, stringendosi nelle spalle. “E che sono stata nell’esercito”.
 
Yzak, tutt’altro che scandalizzato, fece un cenno del capo. “Andiamo”.
 
“Joule! È una civile! Di sicuro non vorrai una civile alle tue dipendenze”, protestò vivacemente l’altro, tallonando i due e maledicendo entrambi per essere due completi, irresponsabili idioti. 
 
L’albino sbuffò appena. “In circostanze normali me la sarei mangiata viva, ma ora come ora abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile”. Lanciò un’occhiata penetrante alla giornalista. “Niente cazzate, Haww. Siamo d’accordo?”.
 
Lei annuì e si rimise in marcia, ignorando completamente i borbottii contrariati del Capitano Elthman. 
 
*
 
Alla fine di quella lunga giornata, Miriallia non aveva fatto cazzate, come promesso al Comandante Joule, ma aveva comunque finito per rimanere leggermente ferita da un proiettile vagante. 
 
Seduta su una barella mentre uno dei paramedici finiva di medicarle il braccio, la Natural avrebbe volentieri continuato a fare mente locale su cosa scrivere nel suo articolo, ma l’arrivo del suo fidanzato pose fine ai suoi pensieri. 
 
“Non voglio minimamente vedere te e Yzak nella stessa stanza per almeno sei mesi”, ringhiò lui, lasciandosi cadere vicino a lei. 
 
Ora, che fosse proprio Dearka ad essere furioso con lei era un divertente cambio di ruoli, ma Miriallia fu più accorta del solito e rimase impassibile. “Cancelliamo la cena con lui e Shiho domani, allora?”.
 
“Ah-ah, molto spiritosa”, la redarguì amaramente il Coordinator, adocchiando la fasciatura con astio. “Come ti senti?”.
 
La ragazza gli posò la testa sulla spalla ed abbassò le palpebre. “Sono sopravvissuta a molto peggio. Non sono messa cosi male”, minimizzò. Per tutto il tempo che aveva avuto a che fare con quello scanzonato dongiovanni, mai si sarebbe immaginata un lato tanto premuroso; soffocante quasi. Doveva ammettere, però, che non le dispiaceva affatto. “Yzak è furibondo?”.
 
“Ti è andata bene. Sta già meditando vendetta nei confronti di chi ha permesso che dei terroristi si fingessero soldati, non ha di sicuro tempo da perdere con una civile fin troppo spericolata”, rispose Dearka. “Vieni, andiamo a casa. Non so te, ma non vedo l’ora di mettermi a letto”.
 
Miriallia si alzò, afferrando volentieri il braccio che lui le stava tendendo. Non si era aspettata che quella trasferta sui PLANT sarebbe stata così movimentata, ma del resto era già da un po’ che aveva iniziato a rifletterci. Quando ancora frequentava il liceo, su Heliopolis, si era fatta una chiara idea di come sarebbe stato il suo avvenire. Si sarebbe diplomata, avrebbe intrapreso un qualche corso universitario e avrebbe sposato Tolle. Spesso si immaginava come una perfetta casalinga, e la cosa aveva il potere di renderla terribilmente felice, nella sua banalità. 
 
Nel tragitto verso la macchina, però, si ritrovò a fissare il suo nuovo compagno, e la vista del cappello che aveva calcato in testa, corredato del foro di proiettile, la rese sia malinconica che divertita. Di sicuro la vita con lui era molto più frenetica, e pericolosa a tratti, senza contare i suoi adorati servizi in zone della Terra in cui vigeva il caos più totale, ma doveva ammettere che in qualche sadico modo le piaceva enormemente; forse anche più che preparare un pranzo nutriente per un futuro marito che aveva smesso di respirare anni prima. Le prime volte che si era sentita così viva erano state accompagnate da un amaro senso di colpa, ma con il passare del tempo aveva dovuto scendere a patti con la consapevolezza che aveva già sofferto a sufficienza, e che era più che meritevole di andare avanti. “Dearka?”, lo chiamò, interrompendo la loro marcia. Il Coordinator la guardò, con aria curiosa, e lei gli cinse il collo con l’unico braccio sano, baciandolo con trasporto. “Ti ringrazio”.
 
Dearka non riuscì a non gongolare, ma decise di inalberare un’espressione torva ben poco convincente. “Sia ben chiaro che se mi farai venire i capelli bianchi con le tue trovate geniali non risponderò delle mie azioni”, mormorò, senza resistere però alla tentazione di tornare a sfiorarle le labbra con le sue, stringendola a sé.
 
Miriallia sghignazzò e gli batté un colpo leggero sul petto. “Ti starebbero sicuramente meglio che non a Yzak”, assicurò, beandosi della risata divertita del suo fidanzato e valutando che, in fondo, le sue prospettive non erano poi così malaccio. 
  
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