INVIDIA


Yzak aveva sempre pensato che nessuno al mondo potesse urtargli i nervi più di Athrun Zala, con quel suo essere sempre all’altezza della situazione, sempre maledettamente perfetto sotto ogni dannato punto di vista. Adesso, a distanza di anni, si rendeva conto di essersi sbagliato. Esisteva qualcuno capace di fare di peggio, risultando impeccabile e, al contempo, non facendoglielo pesare.
   «Ti rendi conto che è un controsenso, sì?» tentò di farlo ragionare Dearka, quando lo sentì borbottare per l’ennesima volta.
   Il Comandante Joule lo gelò con lo sguardo. «Sapevo che era una spina nel fianco sin da quando pilotava lo Strike, ma mai mi sarei aspettato un affronto simile.»
   Poco più in là, intenta a centellinare il suo caffè, il Maggiore Hahnenfuss si concesse un sorriso. «Non credo sia sua intenzione sfidare la tua autorità.»
   «Tanto più che ricoprite la stessa carica», gli fece notare il Capitano Elthman, raggiungendo la collega - e amica - per prelevare anche lui qualcosa dal distributore automatico.
   Sebbene quei due cercassero di rabbonirlo, Yzak tornò a fissare la scena con sguardo alterato. Dall’altro capo della mensa, il Comandante Kira Yamato, unitosi da poco a ZAFT, sembrava essere diventato improvvisamente l’idolo delle reclute - e non solo. Questo non soltanto perché era, in effetti, un ottimo soldato; quanto soprattutto perché aveva dei modi gentili che non passavano inosservati - e ai quali molti di loro non erano abituati.
  «Il cocco di Lacus Clyne», sibilò fra i denti l’albino, serrando la presa attorno al proprio bicchiere, che si inclinò su se stesso rischiando di far traboccare il caffè. «Ecco cos’è.»
   «Certo», gli diede corda Dearka con un sospiro paziente. «Sta qui per questo, non perché ha letteralmente e ripetutamente salvato il culo a tutta l’umanità.»
   A Shiho andò il caffè di traverso e rise e tossì al contempo, mentre Yzak tornava a fulminarli con lo sguardo. «La verità è una sola», riprese il biondo, decidendo di sfidare la sorte ma di togliersi anche un sassolino non indifferente dalla scarpa. «Sei geloso perché Athrun preferisce giocare con lui piuttosto che con te.»
   Accanto a lui la ragazza scoppiò a ridere così forte che diverse persone si voltarono a guardarli, Kira compreso. «Idiota!» esplose invece il Comandante Joule, stritolando nel palmo il bicchiere e versandone così tutto il contenuto sul pavimento. «Chi diavolo se ne importa di quel bastardo di Athrun?! Che se ne stia pure a Orb a fare il mantenuto!»
   «Ahi, ahi...» ricominciò Dearka, trovando quella reazione estremamente divertente. «Quindi il vero problema è che ti secca che loro si siano ben piazzati e tu no.» Yzak fu preso talmente in contropiede che non fu abbastanza lesto nel rispondergli a tono. Pertanto il Capitano Elthman si sentì autorizzato a rivolgersi alla compagna. «Shiho, sbrigati a fare carriera, così potrà fare il raccomandato anche lui.»
   Avvampando, il Maggiore Hahnenfuss sobbalzò, non trovandolo più così divertente. «Che c’entro io?!»
   L’altro scosse il capo. «Sì, brava. Fai pure tu la finta tonta. Dieci a uno che ve la fate insieme già da tempo senza mettere al corrente gli amici», concluse allontanandosi per raggiungere il loro nuovo collega, nonché suo vecchio commilitone ai tempi della prima guerra.
   Imbarazzata, e ben conscia di essere colpevole, Shiho sbirciò in direzione di Yzak, livido di rabbia. «Ti sei sporcato tutta la divisa. E gli stivali.»
   «Lo so», sbraitò lui, cercando di modulare il tono della voce, nonostante tutto. «Ma non azzardarti a farmi notare altro o quel cretino penserà che siamo pure sposati.»