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Autore: Tynuccia    29/11/2023    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] La ragazza si morse il labbro per non scoppiare a ridere, e decise di dargli corda. “Sì, decisamente”, confermò, nonostante avesse giudicato estremamente affascinante l’accompagnatore di Miriallia Haww a quell’evento.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Confessione
 
 
 
Prima era scomparso, dileguandosi tra il marasma di persone presenti all’evento, e lasciandola sola a destreggiarsi con persone che conosceva a malapena. Per quanto fossero tutti più o meno suoi coetanei, lei non era esattamente la persona più socievole del mondo, e se l’era cavata con un paio di battute, complice anche lo champagne che i camerieri portavano abilmente su vassoi d’argento;
 
poi lui era tornato tra i comuni mortali e l’aveva, letteralmente, salvata da una tediosa conversazione. Le aveva afferrato il polso e l’aveva condotta lontano dalla confusione e dal vociare, trascinandola su per una rampa di scale, in direzione del piano superiore, senza spiccicare parola.
 
Inutile dire che il suo cuore si era agitato contro la gabbia toracica, interpretando tutto quello show come il momento che aspettava, silenziosamente, da anni. Per un istante valutò di fermarsi e cedere contro il corrimano, ma conosceva il suo superiore, e sicuramente avrebbe preferito essere lui a prendere l’iniziativa.
 
Si fermarono di fronte alla porta di una stanza, e fu lì che Yzak Joule la sorprese, sorridendole con fare colpevole. “Perdonami”, mormorò, evidentemente imbarazzato. “Non conosco nessuno più qualificato di te per aiutarmi”.
 
Il fiato le si mozzò in gola, ben conscia della mano che ancora le stringeva il polso, ora con meno foga. “Quello che vuoi”, le uscì in un sussurro. Ed era vero. Shiho avrebbe acconsentito a qualsiasi cosa, se significava accontentarlo. 
 
L’albino annuì, quasi solenne, e la lasciò andare. “Grazie”, disse, considerevolmente più tranquillo, quindi si passò una mano tra i capelli chiari, che neppure in quel modo si scompigliarono. “Quello scemo di Elthman non mi ascolta proprio”.
 
Lei rimase interdetta, e riuscì soltanto a schiudere le labbra. “Oh”, disse, quindi arrossì e distolse lo sguardo. “Credevo che intendessi altro”. Lo sentì strepitare, scandalizzato, e le venne comunque da ridere. 
 
“Ma per chi mi hai preso?!”, starnazzò l’albino, avvampando. Le si avvicinò, scrutandola in volto. “Non dirmi che sei sbronza anche tu”.
 
“A questo punto sarebbe meglio”, borbottò Shiho, sentendosi una cretina di prima categoria per essersi fatta un film del genere in testa — e per averglielo pure detto. Inspirò a fondo e tossicchiò. “Allora, com’è la situazione?”.
 
Considerando che sarebbe stato sicuramente meglio glissare su quel fraintendimento, o si sarebbe sbugiardato, Yzak incrociò le braccia sul petto. “È ubriaco fradicio e sbiascica stronzate”. Sospirò e posò gli occhi oltre la spalla della sua sottoposta. “In questo momento ha bisogno di qualcuno con un animo più gentile del mio. Per quello ho pensato a te”.
 
Shiho sorrise ed annuì, azzardandosi a posargli una mano sulla spalla. “In fondo sei una brava persona”, ci tenne a fargli sapere, ma fu veloce nell’infilarsi nella biblioteca e non aspettare una sua replica. Si chiuse la porta alle spalle e non le fu difficile individuare il Capitano Elthman, stravaccato su una poltroncina di pelle pregiata. Aveva una bottiglia di vodka in mano, il papillon slegato ed i capelli completamente scarmigliati, con qualche ricciolo che gli cadeva sulla fronte. 
 
“Oh, Cristo”, lamentò, guardandola. “Joule ha mandato l’artiglieria pesante”. Sollevò le mani, mimando i gesti di un mezzobusto del telegiornale per sordomuti.
 
Shiho aggrottò la fronte e lo raggiunse, lasciandosi cadere di fronte a lui. “Questa storia che parlo poco non è più divertente”, affermò, piccata. “Anzi, augurati di sentirmi dire un sacco di cose nel prossimo futuro”.
 
Dearka buttò all’indietro la testa. “Ora come ora, mi auguro solo che tu possa essere più divertente di quel palo in culo con cui fai la lecchina giorno e notte”. La guardò, mortalmente serio, e le tese la bottiglia. “Maggiore, beva immediatamente”, abbaiò, in un’imitazione particolarmente azzeccata del loro superiore, e lei, suo malgrado, rise. 
 
“Sei tremendo”, gli fece notare, ma accettò volentieri l’alcol. Non poteva affrontare un ubriaco da (quasi) sobria, ed era in una fase della sua vita in cui malediceva l’aver perso gli anni migliori dell’adolescenza con addosso l’uniforme militare. Scolarsi della vodka in compagnia rappresentava l’unica cosa sensata che potesse fare una diciottenne come lei, quindi non si fece troppe remore ad accostare la bottiglia alle labbra per prendersi un lungo sorso, che le bruciò la gola. 
 
Dearka fischiò e tornò a riappropriarsi della vodka. “È proprio vero che se te lo dice Yzak, tu fai la qualunque! Non pensavo che avresti accettato subito”. 
 
Shiho scosse violentemente il capo, consapevole della sua poca tolleranza agli alcolici. “Piantala”, lo rimbrottò, sapendo che aveva fatto centro. “Beh, dimmi tutto”.
 
Il biondo mugugnò qualcosa, attaccandosi alla bottiglia come se fosse un biberon. “Ma ti pare possibile? Ha preferito quel coso a questo Dio del sesso!”, si indignò, balzando in piedi per indicarsi con entrambe le mani. “Sono molto più bono io!”.
 
La ragazza si morse il labbro per non scoppiare a ridere, e decise di dargli corda. “Sì, decisamente”, confermò, nonostante avesse giudicato estremamente affascinante l’accompagnatore di Miriallia Haww a quell’evento. Era di bell’aspetto, ed estremamente affabile. Da quel punto di vista, non se l’era sentita di biasimarla, ma di certo le era spiaciuto enormemente per il Capitano Elthman. “Si può sapere cosa hai combinato per far sì che non ti voglia più vedere manco in fotografia?”.
 
Dearka le passò la bottiglia ed assunse un’espressione sconsolata. “Top secret”, rispose, come sempre quando interpellato su quella questione. “Evidentemente ha un debole per i Natural perdenti”.
 
Shiho gli rivolse un’occhiata severa e prese un altro sorso. “Queste sono esattamente le frasi che dovresti evitare, se vuoi sperare di tornare nelle sue grazie”, gli fece notare con tono aspro. Lo vide sbuffare come un moccioso e tornare a sedere sulla poltrona, le lunghe gambe penzoloni dal bracciolo. “Posso aiutarti in qualche modo?”. 
 
Dearka scosse il capo, squadrandola da capo a piedi. “Occhio per occhio, l’ideale sarebbe flirtare con te davanti a Miriallia. Stasera sei veramente una bomba, ma temo che poi non vivrei troppo a lungo per raccoglierne i frutti”.
 
Il Maggiore rise. “Effettivamente sa essere parecchio violenta”, constatò, ricordando l’episodio sull’Archangel di cui l’altro parlava sempre, quello in cui la Natural l’aveva aggredito con un coltello. 
 
“Parlavo di Yzak”, replicò lui con uno schiocco di lingua. “L’altro giorno mi ha fatto una testa così col fatto che sono un tuo superiore, e che dovrei comportarmi come tale”. 
 
Shiho gli avrebbe passato la bottiglia, ma dopo quella frase provò l’irresistibile impulso di continuare a bere. “A volte è proprio un vero idiota”, mormorò contrariata, specie per l’incidente diplomatico di poco prima. 
 
Preso contropiede da quell’insulto proveniente dalla fan numero uno del soldato albino, Dearka applaudì quasi commosso. “Ah, ma allora anche tu sei capace di provare astio nei suoi confronti”, commentò. 
 
Lei sospirò e si pulí la bocca con il dorso della mano, la mente ormai annebbiata. “Se ti dico una cosa, tu prometti che smetterai di deprimerti per Miriallia?”. 
 
Il ragazzo soppesò quell’offerta per qualche istante. “Dipende”, disse infine, leccandosi le labbra. “Deve essere un bello scoop, Hahnenfuss, ma mi piace come ragioni quando sei brilla”. 
 
“Fidati, ne vale la pena”, fu la replica solenne della giovane. Lo vide annuire, come sempre elettrizzato dalla prospettiva di qualche pettegolezzo succoso. “Sono innamorata del Comandante Joule”. 
 
Seppur ubriaco, Dearka si sentì un verme nello scoppiare in una risata divertita. “Ma va’?”, boccheggiò, battendosi la mano sul ginocchio. “Ti prego, è evidente che gli sbavi dietro, o te ne saresti andata anni fa!”. 
 
Shiho strinse le labbra e sollevò il dito medio, tornando a bere. “La stai mettendo giù come se fosse solo una cottarella”, lo accusò, il viso scarlatto per la vergogna di essersi finalmente esposta con qualcuno, che però non la stava prendendo minimamente sul serio. 
 
Lui sollevò le braccia davanti a sé. “Perdonami”, concesse, annuendo con così tanta foga che altri riccioli gli caddero sulla fronte. “Anzi, mi spiace se ci stai male, ma ti sei scelta uno dei Coordinator più tonti della storia”. Le sorrise, notando che l’espressione della collega era sconsolata tanto quanto la sua. “Siamo proprio patetici, hm? Rinchiusi in una biblioteca a piangerci addosso”. 
 
“Mal comune, mezzo gaudio”, stabilì Shiho, ravvivandosi distrattamente i capelli. “Non credo che Yzak intendesse qualcosa del genere, quando mi ha spedita qua nel tentativo di tirarti su di morale, ma spero che sia servito”. 
 
“Tutto sommato sì”, ragionò Dearka, alzandosi per impossessarsi nuovamente della bottiglia e scolarsi la vodka rimanente. “Forza, andiamo”, disse poi, tendendole una mano. “Dobbiamo assolutamente mangiare qualcosa, o finirai abbracciata a un cesso gelido per il resto della notte. E non sto parlando del nostro amico”. 
 
Contrariata per la frecciatina, ma sicuramente d’accordo, Shiho si mise in piedi, scoprendo di avere le gambe traballanti, complici anche i tacchi che indossava. “Paghi tu, però”.
 
“Signorsì signorina”. Dearka si mise sull’attenti e fece per aprire la porta, ma all’ultimo ci ripensò, e in un rapido gesto strattonò la scollatura dell’abito della ragazza. “Mi ringrazierai dopo”, assicurò, quindi abbassò la maniglia ed uscì, trovando Yzak appoggiato al muro, le braccia conserte sul petto, ma soprattutto a debita distanza. “Eccoci qua!”, annunciò, allegro, trascinando con sé la collega, intenta a sistemarsi nuovamente il vestito. 
 
“Mi sembrate messi male”, osservò algido il Comandante Joule, adocchiandoli esasperato. “Non ho mandato Shiho allo sbaraglio per farla conciare così”.
 
Complice la sua confessione, Dearka la spintonò verso di lui, divertito dal modo sgraziato con cui le afferrò un braccio per non farle perdere l’equilibrio. “Stavamo pensando di andare a mangiare un boccone”, mormorò il Maggiore Hahnenfuss, in imbarazzo, ma non si divincolò, aggrappandosi invece al bavero della sua giacca. 
 
“Col cazzo che vi lascio andare, fareste più danni che altro”, abbaiò Yzak, concentrando la sua attenzione sul suo migliore amico, e chiedendosi cosa diavolo fosse preso a entrambi. Dearka sembrava sicuramente meno depresso, ma a spese della sua sottoposta. “Guido io”.
 
Il biondo batté le mani, con entusiasmo. “Andiamo, allora. E tu, dolcezza, vedi di fare attenzione a non precipitare dalle scale”, disse, all’indirizzo di Shiho. “Non sarebbe meglio se la prendessi in braccio?”, si rivolse quindi a Yzak, ammiccando. 
 
La ragazza spalancò gli occhi e fece per sbiascicare qualcosa, ma il Comandante Joule non si fece pregare troppo ed accolse il suggerimento di Dearka, che intanto se la rideva neppure troppo sommessamente. “Pensa che figura di merda se ruzzolassi giù nel salone”, borbottò, scuotendo piano la testa mentre lei si aggrappava al suo collo. “La gente finirebbe col pensare che sono a capo di una banda di reduci degli alcolisti anonimi”.
 
“Dio, quanto vi voglio bene”, sospirò Dearka, dimostrando una certa agilità nonostante la sbornia. Estrasse il cellulare e scattò una fotografia ai due, indovinando le loro accese proteste. “Questa me la riguarderò quando mi verranno attacchi di sconforto. Perché, se sono riuscito a far comportare Yzak come un perfetto gentiluomo, allora, di sicuro posso riprendermi Miri in quattro e quattr’otto”.
  
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