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Autore: Duchessa712    29/11/2023    0 recensioni
Dal college, Caroline si aspettava tutto tranne che trovarsi a dividere la stanza con Katherine Pierce in persona .
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Di quando Caroline e Katherine furono compagne di stanza

Dal college, Caroline si aspettava di tutto tranne che trovarsi a dividere la stanza con Katherine Pierce in persona. Quello che si aspettava ancora meno, però, era divertirsi durante questa esperienza assolutamente al di fuori dall'ordinario (non che le altre che si fosse trovata a vivere fossero più normali, ma non era il punto). Perchè Katherine era divertente e, senza la minaccia costante di Klaus, più libera e spensierata.
Caroline rise la prima volta che se ne accorse, che realizzò quanto somigliasse ad Elena - la Elena di prima dei Salvatore e di Ibridi e Doppelganger, la Elena capitano della squadra delle cheerleader, che formava la coppia perfetta col quaterback biondo e belloccio, la Elena reginetta delle feste e della scuola, che si scolava bottiglie di whisky di nascosto insieme a Tyler.
Caroline rise e disse: "Certo che siete proprio un gioco di specchi!", ma rifiutò di spiegare perchè non era proprio stupida (a differenza degli stupidi stereotipi sulle bionde e quello che lo stupido Damon poteva pensare) e sapeva che Katherine non avrebbe gradito: alla vita, ancora, ci teneva, grazie tante!
Naturalmente, non lo avrebbe mai ammesso, di divertirsi, perchè, insomma, era Katherine, la stronza cattiva che aveva cercato di rubare il fidanzato alla sua migliore amica e aveva fatto entrare in crisi Damon tante di quelle volte da perdere il conto (e non è che a Caroline, Damon piaccesse poi tanto, ma a furia di combattere insieme per salvarsi la pelle si forma una sorta di tregua o lealtà o qualcosa del genere), che aveva ucciso Jeremy e Caroline stessa e tutte le altre cose che formavano una lista infinita. Però, insomma, poteva andare peggio. Soprattutto quando si trovavano a spettegolare e mangiare cioccolata e guardare stupidi film strappalacrime ("Oh, mio Dio! Tu stai piangendo!", "Certo che no, Caroline! Sono una vampira di cinquecento anni che ha visto morire la sua famiglia ed è sfuggita a Klaus Mikaelson: di sicuro non piango per una commedia romantica!") ed era quasi come avere un'amica.
Certo, Katherine era mille volte più disordinata di Elena e non le mandava a dire e a volte sembrava non avere bene idea di cosa fare della ritrovata libertà e allora aprivano una bottiglia e mettevano la musica a un volume assurdo e ballavano fino all'alba quando Caroline avrebbe dovuto studiare, ma nessuno è perfetto, no? Men che meno Katherine Pierce.
Il problema vero era quando Katherine si annoiava, che succedeva più volte di quanto piacesse a entrambe (Caroline aveva una teoria in proposito: a furia di correre da una parte all'altra del globo e starsene sempre sul chi vive e non levarsi i tacchi nemmeno per andare a letto, Katherine era diventata un po' drogata di adrenalina. "La tua brillante conclusione è che mi manca Klaus? Sicura di non star proiettando, Care?"). E quando succedeva, diventava peggio di una bambina.
"Quindi" iniziò un pomeriggio che veniva giù il diluvio, trascinando la i finale e i piedi sul pavimento fino al mini-frego. "Com'è che, esattamente, ti trovi in possesso di questo?". Dove questo era il bicchiere di plastica ben sigillato nascosto sul fondo che nessuno per le emergenze che nessuno doveva toccare. Katherine, ovviamente, lo faceva dondolare incautame con un sorriso birichino.
Caroline sapeva che la cosa migliore da fare con i bambini insistenti è lasciarli perdere finché non si stufano.
Katherine aveva fatto della pazienza una specialità in cinquecento anni di vita. Caroline non era mai stata portata.
Durò, però, dieci minuti buoni, la sua resistenza.
"Eddai, Care! Siamo amiche, le amiche non hanno segreti, no?"
"Uno: noi non siamo amiche. Due: da che pulpito."
"Sono solo curiosa."
"Tu non sei solo curiosa. E rimettilo giù, ci manca solo che lo rovesci."
"Oh, non essere noiosa! Gli altri lo sanno, che hai fatto colpo fino a questo punto?".
Caroline continuò imperterrita a leggere. "Io non ho fatto colpo."
"Klaus non regala il suo sangue al primo che passa."
"Tu che ne sai che è di Klaus?"
"Adesso mi offendi!" stava davvero mettendo il broncio!? "Non sono certo nata ieri e non sono Elena."
"Puoi non pronunciare il nome della mia migliore amica come se fosse il peggiore degli insulti?"
"E tu non cambiare argomento."
"Sto studiando."
"Hai tutta l'eternità per farlo - però, ti prego, evita di tornare sempre al liceo, non prendere esempio da Stefan!"
"Potevi pensarci prima di soffocarmi a diciassette anni. Mi avresti semplificato le cose, sotto questo punto di vista". Almeno avrebbe potuto ordinare da bere senza soggiogare sempre il barista.
"Sappiamo entrambe che ti ho fatto un favore".
Esasperata, Caroline si arrischiò a guardarla. Era stesa sul letto a testa in giù, il sangue sempre dondolante tra le sue mani. Con uno scatto repentino, provò a recuperarlo.
"Lo hai ringraziato, almeno?".
No, ovviamente. Non l'aveva più visto dal giorno del diploma e non sentiva la sua voce dall'ultima volta che si era permessa di ascoltare il messaggio che le aveva lasciato in segreteria. Non che Katherine dovesse saperlo.
"Io ti giuro, che se lo fai cadere, ti uccido con le mie mani!"
"Oh, ma che paura! Sforzati di più, persino Stefan sa fare più paura!"
"Sei terribile. E adesso ridammelo!".
Katherine, però, aveva smesso di ascoltare, lo sguardo fuori dalla finestra. Senza ragione apparente, posò il bicchiere sul comodino e saltò giù dal letto, sistemandosi i capelli mentre si dirigeva verso la porta.
"E adesso dove vai!?"
"Ha smesso di piovere. Ti offro un gelato". Caroline avrebbe dovuto studiare. Ma il gelato non sembrava una brutta idea. E non è che poteva lasciarla da sola.
"Giuro che se mi chiedi di soggiogare il gelataio-"
"Come sei prevenuta!" "Hai detto che me lo offri. Con quali soldi, esattamente?"
"Chi ha mai parlato di pagare? Gli uomini hanno l'abitudine di cadere ai miei piedi." "Katherine!".
In questi momenti, invece, Caroline non sapeva se ridere o piangere.
   
 
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