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Autore: BellaLuna    30/11/2023    3 recensioni
[Black Widow]
Natasha guarda la neve cadere fuori dalla finestra e resta ad aspettare un segnale che teme più di qualsiasi altra cosa, ma che sa arriverà, prima o poi. E intanto spera, anche se non lo ammetterebbe mai, soprattutto a se stessa, che quel Natale tutti insieme nell'Ohio, possa non essere il loro "Last Christmas".
[Questa storia è dedicata a Mari Lace, e partecipa alla ToBeWrtitingChallenge2023 indetta sul forum Ferisce la penna.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Yelena Belova
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Last Christmas
 

Dedicata a Maria


*
 


È un sabato mattina come un altro, quello in cui dal cielo della piccola cittadina americana in cui vivono da un anno, due mesi, tre settimane e quattro giorni, in una villetta familiare dalle tende a fiori e la carta da parati giallo canarino e il tetto spiovente, all’improvviso inizia a nevicare.
Piccoli fiocchi bianchi danzano giù da piatte nuvole plumbee e si depositano senza far rumore sul giardino di casa, ammucchiandosi fino a creare un tappeto color perla tutt’intorno a loro, fra i parchi e le auto dei vicini.
È diverso, pensa Natasha, guardando fuori dalla finestra del soggiorno, mentre la radio trasmette musica natalizia, e mamma e Lena danzano sul tappeto persiano fra il camino acceso e l’albero di natale, con indosso le loro buffe calzettone di Rudolf la Renna – proprio il quadretto perfetto di una finta perfetta famiglia americana! – al ritmo di Last Christmas dei Wham.
È diverso dalla Russia, pensa, portandosi le mani al caldo sotto le ascelle, e aspettando con lo sguardo perso nel vuoto, che spine di ghiaccio le trapassino la carne e le buchino le ossa, fino a farla tremare tutta, fino a farle mancare il respiro.
Nat aspetta e aspetta, mentre dietro di lei Yelena inizia a inventare a caso le parole della canzone che non si ricorda, mamma ride buttando indietro la testa e tutt’intorno a lei la casa è calda, un inganno confezionato ad arte e profuma di pan di zenzero e spremute d’arancia.
Aspettanon la Nat che ora sta vivendo il sogno americano, la Nat che spera sempre, anche se non lo dice mai, nemmeno a se stessa, che quello possa non essere il loro ultimo Last Christmas, ma la piccola Natalina Romanova, ancora persa nell’inverno russo senza fine e misericordia – di vedere soldati sbucare fuori dalla neve come scarafaggi, e ballerine dalle gambe sottili come zampette di ragno (di vedova nera) danzare sul bianco, sospese nel vuoto.
E, infine, aspetta di vedere quel candore immacolato tingersi di rosso scarlatto tra una piroette, un demi plié e un colpo di pistola e un altro.
Ma la neve che cade giù dal cielo dell’America, non è la neve della Madre Russia.
Non seppellisce cadaveri, non addestra bambine a morire, non odora di cenere e polvere da sparo.
Ricorda più uno sbuffo di farina nell’aria. Lo starnuto di Yelena sull’impasto dei biscotti della mamma, le sue guancette arrossate dal freddo l’unica impronta rossa che Natasha vuole ricordare.
“NA-AAAT!”
L’urlo della sua sorellina la raggiunge quando la canzone è giunta ormai quasi alle sue note finali.
Lena le si para davanti felice e sorridente, tutta denti da latte, occhioni verdi e codine bionde che ballonzolano in aria al ritmo dei suoi passi.
Le prende la mano (che è calda, e spine di ghiaccio e di gelo, sotto la sua pelle, non ci sono più) e, senza possibilità di replica, inizia a trascinarla sul tappeto di fronte al camino dove, appoggiati alla mensola, uno schiaccianoci e una principessa danzante sorvegliano la loro piccola radiolina.
“Che affetti!? Su, su, guadda, è divettente! Vieni a ballale con noi!”
Natasha prova ad esibirsi in un sorriso – Reale. No. Bugiardo. No. Reale. – che spera possa essere tanto grande e luminoso come il suo. Ricambia la stretta della sua mano e la segue verso il tappeto, canticchiando la canzone insieme a lei, improvvisando le parole che non conosce.
E fra una piroette e un’altra, fra una risata vera o finta e un’altra, prova a dimenticare che la spia della stanza rossa che abita nella sua testa, possa esistere ancora.
 
 



 

FINE


 


N/A: Ciao a tutti! Approdo qui con questa piccola (quasi) flash natalizia che spero possa strappare un sorriso a un'amica: la bravissima autrice, grande amante di questo fandom e di questi personaggi, Mari Lace! <3
Mari, questo è il meglio del "domestic fluff" che sono riuscita a tirare fuori, e giusto perchè il Natale si avvicina, mi sa! XD
Grazie a tutti coloro i quali passeranno a leggere e, se vorranno, a commentare.
Alla prossima,
BellaLuna 
  
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