DISCLAIMER: I personaggi presenti in questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di Katsura Hoshino &CO; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per divertimento o autolesionismo, diepende dal caso.

 

May I hold you
as you fall to sleep
When the world is closing in
And you can’t breathe here

 Alma si sveglia di soprassalto al sentire le grida di Yu. I loro letti sono vicini, nella stessa stanza scura, claustrofobica nella moltitudine di cavi e macchinari sibilanti. Il più delle volte cullano il sonno, ma non questa notte.
 Yu deve aver avuto uno dei suoi incubi. Non che ne abbia mai parlato con chiarezza, ma Alma lo capisce, lo sente, come fossero i propri.
 Anche lui ne ha molti, moltissimi, e non ne parla. È l’unica cosa che tiene per sé, in realtà.
Sogna di un sole cocente e di erba chiazzata di rosso, di fiori color rubino dai petali sfrangiati. Di fitte dolorose al petto. Di un cielo che diventa nero, del freddo che lo raggiunge improvviso e gli toglie il respiro. Ogni volta è questa l’ultima immagine che gli resta impressa: il blu inghiottito dall’oscurità dietro le sue palpebre.
 Anche lui grida spesso, alla fine, quando il sonno si interrompe in questo modo violento.
E il suo primo gesto è quello di voltarsi a guardare Yu alla sua destra, sempre. Dal suo lettino, lo vede sdraiato su un fianco, verso di lui, sempre. Incontrare i suoi occhi cristallini è un tale conforto, in quei momenti. Un faro nel mare in tempesta.
“Sono qui. Con te.”
“Veglio su di te.”
 Quegli specchi lucenti gli parlano, sebbene Yu non emetta un fiato. Alma comprende i limiti all’espansività del compagno ed è già abbastanza che non sbotti qualche insulto per averlo svegliato.
 Allora si sforza di replicare con un sorriso, sempre.
 “È passato. Va tutto bene” significa.
 E si corica su un fianco anche lui. Si guardano di rimando, due coppie di pozze celesti che cercano reciprocamente un punto fermo nel caos in cui vivono.
Yu non stacca mai il contatto visivo per primo, perché sa che Alma è un fifone. Sa che mente, sa che gli incubi lo svuotano di ogni emozione per poi colmarlo di terrore, qualsiasi cosa sia ciò che vede quando sogna. Sa che trema, sotto le coperte.
Yu lo abbraccia con lo sguardo finché Alma non si riaddormenta. Sempre.
 Invece il turno è suo, questa notte.
Alma scatta a sedere. E osserva stranito il compagno. Questi è steso supino, la mano sinistra in alto, aperta a ventaglio verso il soffitto, il viso deformato in una smorfia che sa di rabbia e dolore. Sta piangendo.
È la prima volta che succede e, nel profondo, Alma ha una brutta sensazione.
 Spaventato, lo chiama, ma Yu non risponde. Vede che digrigna i denti e che con la mano destra artiglia le coperte. Vede che il suo petto si alza e si abbassa con frenesia, come alla disperata ricerca di aria.
- …per sempre…- gli sente mormorare infine, espirando.
 Allora il ragazzino scivola giù dal proprio lettino e gli si avvicina, il cuore martellante sul punto di scoppiare.
Sussurra più volte il suo nome, mentre gli sfiora la spalla.
 Finalmente, Yu lascia cadere il braccio sinistro e socchiude le palpebre. In un primo momento è come se non vedesse bene, ha un’espressione spaesata in viso.
Poi avverte il contatto con la pelle di qualcun altro ed è lì che si accorge di Alma al suo capezzale. Cambia atteggiamento in un battito di ciglia, conscio di essersi agitato nel sonno, e le guance, ancora umide, si fanno purpuree.
Si ritrae. Si scusa per aver fatto rumore, con le iridi che schizzano fra le proprie mani strette alle coperte, gli armadi a destra e poi il soffitto, incapaci stavolta di fermarsi in quelle del compagno.
 Alma sospira. Gli si dipinge in volto quell’espressione piena di affetto, un sorriso che riscalda anche questa gelida notte, un sorriso che potrebbe curare tutti i mali del mondo. La sensazione negativa non è scomparsa, ma non pone alcuna domanda né commenta l’accaduto. Gli basta sapere che Yu stia bene.
 Non torna subito al proprio letto però, un pensiero improvviso lo trattiene lì in piedi.
O meglio, una richiesta.
 - …posso restare? - domanda, dopo un attimo di incertezza.
 Yu dapprima non capisce cosa intenda l’altro, poi si pietrifica. Ci pensa, i secondi passano, ma non rifiuta né accetta. Solo, dopo un interminabile minuto in cui i piedi nudi di Alma stavano venendo divorati dalle fredde mattonelle, gli dà le spalle e si fa piccolo verso il bordo del materasso.
 Alma gongola appena per poi scivolare sotto le coperte del compagno, colmando quello spazio creato per lui. Si raggomitola e poggia la fronte sulla schiena di Yu. E tutto il resto scompare.

All that’s made me
Is all worth trading
Just to have a moment with you
So I will let go
With all that I know
Knowing that you’re here with me
For your love is changing me

05.12.23

Questo spaccato è nato per caso ad agosto, proprio mentre ascoltavo la canzone May I dei Trading Yesterday: nelle orecchie la voce del testo e davanti agli occhi l’immagine di questi due con il loro modo di vegliare il sonno l’uno dell’altro.
Penso a questo duo sempre e vorrei scrivere di questo duo sempre: di come hanno sofferto e di come hanno lottato, di quanta voglia di vivere avevano. Di quanta voglia di vivere insieme avevano, in entrambe le vite.
Voglio loro un bene immenso.
Buon compleanno Alma 🤍