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Autore: dragun95    06/12/2023    1 recensioni
Godzilla e Kong hanno distrutto Mechagodzilla ponendo fine alla rivalità che le due razze provavano da generazioni. Ma la Monarch non ha smesso di studiare la Terra cava e nemmeno la Dasao. Paula fa parte della divisione Mens della Dasao e possiede alcune abilità sovrannaturali, grazie ai quali potrebbe aver scoperto dei segreti inquietanti riguardanti la Culla dei Titano.
Adam invece ha deciso di dare un taglio al lavoro per godersi qualche giorno di riposo. Ritrovandosi però coinvolto in questioni familiari che ha sempre preferito evitare, per non soffrire più.
Anche sa divisi nel mondo interno e quello esterno i due ragazzi, si troveranno ad affrontare cose che nessuno dei due si sarebbe aspettato. Anche se in misure molto diverse.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dasao Research'
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CAPITOLO 1

 
 
 
L’aria della Terra cava era diversa da quella in superficie. Non aveva quel sentore di inquinato e tossico causato dai fumi di scarico, delle macchine e fabbriche. Era totalmente pura e ricca di energia che sembrava quasi farla vibrare.
Un luogo incontaminato dove le mani dell’uomo non erano arrivate rischiando di contaminarlo. Inoltre l’ambiente da film fantascientifico, era quello che Paula apprezzava di più di quel mondo sotterraneo. Era così strano per lei alzare la testa e vedere la terra al posto del cielo, gli dava come l’impressione di essere finita in un’altra dimensione.
 
Paula era un membro della D.A.S.A.O. Una giovane ventenne alta nella media e molto atletica dalla carnagione color cappuccino. Il viso delicato era incorniciato da lunghi capelli marrone scuro, occhi neri e delle lentiggini che sembravano decorarle il viso.
 
La giovane tornò a concentrarsi sul suo tablet. Riprendendo a distanza di sicurezza, tramite la videocamera incorporata un branco di Behemoth che stava pascolava. Adorava quei grossi Titani che sembravano un incrocio tra un bradipo gigante e un elefante.
Anche per via del loro carattere docile e per niente aggressivo. Rimase a riprenderli con tutta la calma del mondo, quando un’ombra la coprì e lei alzò di scatto la testa. Quel gesto istintivo, le fece incontrare la figura di un grosso volatile, ma le piume invece di sembrare morbide dall’aspetto sembravano coriacee come un’armatura naturale.
 
Titanus Avis rock” sorrise riconoscendo la sagoma della creatura che aveva già catalogato. Forse stava andando a caccia di qualcosa da mangiare. Anche se lei non voleva rischiare di entrare nel suo menù, era arrivata l’ora di tornare indietro. Come se le avessero letto nel pensiero, il suo auricolare squillò per segnalargli una chiamata in arrivo.
 
-Chi parla?- domandò aprendo il canale di comunicazione.
 
<< Paula sei ancora fuori? >> disse una voce maschile con accento scozzese che conosceva.
 
-Sto tornando Professore, ho finito di raccogliere i dati-
 
<< Torna in fretta alla base. Abbiamo trovato dei resti nuovi che devono essere analizzati >>
 
-Arrivo subito!- rispose con eccitazione prima di chiudere la chiamata. Altri resti, voleva dire scoprire un’altra storia di quell’ecosistema. Rimise il tablet nel suo zaino e salì a bordo del suo veicolo per l’esplorazione della Terra cava, o come lo chiamava lei: Magnet VS.
Sembrava un quad dal muso appuntito come una freccia, con una serie di tubi azzurri al posto delle ruote e dei piccoli reattori sul retro.
 
Si tirò indietro i lunghi capelli legati in una treccia e si infilò il casco prima di mettere in moto il veicolo. Accendendolo tramite il riconoscimento della sua impronta digitale e mettendo sulla schermo digitale incorporato, il percorso fino alla base.
Appena venne accesa, la Magnet VS iniziò a fare un rumore elettrico, mentre l’energia circolò tra i tubi illuminandoli ancora di più. La forte energia annullò parzialmente la forza di gravità, grazie al magnetismo, facendo staccare il veicolo dal suolo. E iniziare a volare per raggiungere la base.
 
Quando viaggiava su uno di quei veicoli super tecnologici, gli sembrava di essere un personaggio di un film e di trovarsi su un set cinematografico, con intorno delle telecamere a riprenderla. Ma quella era la vita reale. Continuò fino a raggiungere una grande cascata.
 
-Richiesta di apertura rampa d’ingresso- comunicò all’auricolare. La parete della cascata si aprì rivelando un ingresso nascosto, mimetizzato nella roccia. La Magnet VS, entrò e si fermò all’area dei veicoli di ricognizione. Scese dal veicolo togliendosi il casco, mentre degli addetti alla manutenzione si avvicinavano per prendere in custodia il mezzo per controllarlo.
Lei invece andò verso la porta salutando le guardie armate stanziate all’hangar con un gesto che venne ricambiato.
 
La Dasao era riuscita a costruirsi una base sfruttando delle gallerie nella cascata e scavandone altre per farci entrare tutti i loro apparecchi di ricerca ed attrezzature. In questo modo le creature autoctone della Terra cava, non li avrebbero trovati e attaccati ritenendoli una minaccia o delle possibili prede.
 
-Sei tornata Paula- la salutò un uomo giapponese che la stava aspettando.
 
-Salve dottor Yano. Ecco i dati che ho raccolto- gli passò il suo tablet e l’uomo osservò tutto ciò che aveva registrato.
 
-Benissimo. Il professor Ewan ti aspetta al nuovo sito di scavo al secondo piano inferiore. Spera che tu possa “Vedere” qualcosa- lei non trovò però molto divertente quel vedere tra le virgolette. Lo trovava come una presa in giro.
 
-Grazie dell’informazione, scendo subito- disse sbrigativa percorrendo il corridoio fino ad un ascensore.
Sentì il suono dei meccanismi dell’ascensore attivarsi e portarla verso il basso. Anche se trovava che avrebbero potuto metterci della musica d’aspetto.
Quando le porte si aprirono venne accolta da un gruppo di guardie che gli bloccavano l’accesso puntandogli contro le armi. Considerando i reperti inestimabile era comprensibile che avessero delle guardie pesantemente armata.
 
-Identificati!- disse una di queste.
 
-Paula Vilca della divisione Mens- la guardia gli scansionò il viso per il riconoscimento facciale. Quando ebbe la conferma che fosse lei gli fece cenno di proseguire.
Viste le pareti e il soffitto pieno di stalattiti doveva trattarsi di una caverna all’interno della cascata forse dietro di essa. Alcuni uomini stavano illuminando i resti e scattando delle foto per catalogarli.
 
-Finalmente sei arrivata Paula- disse un ragazzo di qualche anno più grande. Will Lair era un arrogante assistente di qualche anno più grande di lei, abbastanza carino con dei capelli neri e occhi azzurri come il ghiaccio.
 
-Ciao Anche a te Will- lo salutò lei infastidita dal suo tono. Fece per rispondergli in maniera acida, quando si sentì abbracciare. Ritrovandosi stretta da Asami.
 
-Sei arrivata finalmente Paula!- adesso aveva ben quindici anni e risultava molto più vivace. I capelli erano ancora più lunghi, a parte una piccola treccia dietro alla nuca, si era fatta più alta e matura negli standard degli adolescenti.
 
-Ciao anche a te- la saluto abbracciandola: -Dov’è il professore?- chiese staccandosi e guardandosi in giro, non trovandolo.
 
-Ci sta aspettando al sito interessato, poco più avanti. Per cui muoviamoci- rispose il ragazzo al posto di Asagi. La castana storse le labbra facendogli la linguaccia, prima di essere presa a braccetto dall’amica e trascinata.
 
-Adam non è ancora tornato?- chiese la mora. L’altra scosse la testa, sapeva quanto l’amica fosse affezionata al giovane ricercatore di Titani. Anche lei l’aveva incontrato e doveva ammettere che era piuttosto sveglio, anche se gli sembrava troppo impacciato nel loro primo incontro.
 
-Tranquilla Asa. Sono certa che tornerà presto- gli disse facendogli l’occhiolino. La giovane orientale arrossì sbuffando per quel commento.
 
 
֍֎֎֍֍
 
 
Fare esercizio era molto importante, glielo dicevano sempre ad Adam. Anche se preferiva starsene rintanato nel suo laboratorio a studiare. Faceva anche esercizio così da non perdere la resistenza, abbastanza accettabile che possedeva.
Alla fine lo trovava utile, soprattutto quando dovevi scappare da un mostro gigante che voleva ucciderti. Come in quel caso.
 
Continuò a correre sulla neve senza voltarsi indietro, anche perché sapeva che la cosa che li stava inseguendo era dietro di loro. Si era unito ad una spedizione in cerca di altri varchi per raggiungere la Terra cava nei continenti ghiacciati del globo.
Ed invece avevano trovato un maledetto Frost Vark.
 
“Quanto bisogna essere iellati per trovare un Titano al primo colpo?” si chiese voltando indietro la testa.
Era gigantesco, anche se non quanto Godzilla. Aveva una postura quadrupede con il corpo ricoperto di placche ossee triangolari stratificati verso l’esterno. Questa corazza naturale lo ricopriva dalla testa alla punta della coda, l’asciando esposto il muso che presentava delle vibrisse come la talpa dal naso a stella. Solo che questi avevano le punte luminescenti.
 
Era un esemplare magnifico, anche se avrebbe preferito vederlo a distanza di sicurezza. E quella di certo non lo era. L’organismo terrestre enorme non identificato o MUTO per abbreviare. Li stava inseguendo da quando avevano sconfinato nel suo territorio. La creatura aprì la bocca iniziando a fare una specie di risucchio, attirando nella sua bocca tutto il calore che trovava.
Il biondo guardò impotente, alcuni soldati della Dasao dietro di lui essere trasformati in statue di ghiaccio da quella spaventosa abilità.
 
-Quanto dista il veicolo dell’estrazione?- grido a chi gli stava in testa.
 
-Dieci metri- anche se quella creatura non era una scheggia sulla terra, lo era però sotto il ghiaccio. Se si fosse messo a scavare sarebbero stati fottuti. Iniziò a riflettere cercando di trovare un modo per distrarlo. Sapeva che si nutriva di calore e che individuava le prede, tramite la termolocalizzazione. Ma quella era anch’essa una debolezza.
 
-Qualcuno di voi ha un razzo di segnalazione o una granata incendiaria. Qualcosa che emani calore?- gridò subito il biondo vedendo il titano che si avvicinava.
 
-Si abbiamo i razzi di segnalazione-
 
-Lanciatemene uno!- ordinò il biondo continuando a correre, sentendo però il fiatone per lo sforzo.
 
-Cosa?-
 
-Ho detto lanciatemi un lanciarazzi- l’uomo più vicino fece come aveva detto, lanciandogli la pistola lanciarazzi. Adam la prese traballante sente e voltandosi indietro. Il Frost Vark si immerse sotto al manto di neve. Ma era esattamente quello che voleva. Tirò indietro il cane e sparò un colpo mandandolo più indietro che poteva.
La scia sotterranea del MUTO, virò cambiando direzione e tornando indietro ritornando in superficie. Per nutrirsi del calore del razzo di segnalazione. Era riuscito a distrarlo per qualche prezioso istante, mentre davanti a loro il veicolo di estrazione si faceva più vicino.
 
-Richiedo l’utilizzo di un colpo accecante!- disse il capo squadra in testa. Il veicolo aprì uno degli scomparti dei missili ai lati sparando un colpo. All’impatto l’effetto fu uguale a quello di una granata stordente, solo cento volte più forte. Adam e il resto della squadra vennero buttati a terra, mentre il Frost Vark cadde di lato agitandosi, per il forte rumore.
Le orecchie del giovane ricercatore, stavano fischiando per l’esplosione. Tanto che il ragazzo fece fatica a rimettersi in piedi e tenere l’equilibrio sulle gambe. La mano del caposquadra gli afferrò il braccio trascinandolo verso il veicolo.
 
-Portaci via di qui. Ora!- il pilato iniziò a prendere quota, mentre il Titano si rimetteva dolorosamente in piedi. Ma quando li vide il veicolo era ormai fuori dalla sua portata. L’unica cosa che poté fare fu ruggire di rabbia, prima di ritornare sotto il manto di neve.
 
-Ricerca movimentata, eh?- chiese il pilota guardando quelli che erano riusciti a tornare. Il caposquadra lo mandò a quel paese, per poi guardare il biondo, che si teneva le orecchie doloranti.
 
-Tutto bene?- chiese lui guardando il biondo. Quel colpo lo aveva quasi assordato, ma se non altro ciò gli aveva dato la forza per prendere una decisione che valutava da un po'. E che ogni volta aveva sempre rimandato.
 
-Ora basta…- inizio attirando l’attenzione dell’uomo: -…io mi prendo una pausa- disse prima di lasciarsi andare appoggiando stancamente la schiena contro la parete del veicolo e guardando fuori dal finestrino. Cercando di ignorare il ronzio nelle orecchie.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Da amante del Monsterverse eccomi tornato con una storia riguardante questo universo.
Questa storia si baserà su due punti di vista differente, quello di Paula nella Terra cava e quello di Adam che invece si trova in superficie. Qui abbiamo visto alcuni Titani uno nuovo e uno apparso nella serie “Monarch: legacy of monsters”.
 
La storia sarà ispirata in parte alla serie e al trailer del nuovo film che uscirà l’anno prossimo. Ma la trama sarà completamente inventata da me.
Che dire se non che spero che questo inizio vi sia piaciuto e abbia attirato la vostra curiosità. Ci vediamo al prossimo aggiornamento. A presto.
  
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