Lo stesso giorno, alle 19:00, casa Byers
Hop e Undi erano davanti alla porta di casa, in attesa di essere ricevuti, e ognuno aveva portato qualcosa per la cena: Hop una bottiglia di vino bianco sotto il braccio come aveva promesso, e Undi una bottiglia di Coca-Cola di due litri.
“Quindi… adesso verremo spesso a casa di Joyce?” domandò la ragazza.
“Forse, ma non dobbiamo approfittarne. In fondo è pur sempre casa sua, non nostra” rispose Hop.
“Allora, non dormiamo qui stasera?”
“Beh, se faremo tardi, forse sì. Ma solo perché non c’è scuola. Perciò, non ti abituare”
“Okay”
La porta si aprì e trovarono Jonathan ad accoglierli.
Hop cercò di essere composto, anche se non sapeva bene il perché, visto che Jonathan non aveva uno sguardo intimidatorio.
“Ciao Jonathan!” salutò subito Undi
“Ciao Undi” salutò il ragazzo con tono gentile: “Will mi ha raccontato di come vi siete divertiti alla fiera. E ti chiedo scusa se stamattina mi sono chiuso in camera mia.”
“Non fa niente” rassicurò: “Ma posso raccontarti tutto
durante la cena!”
“In fondo, non ha raccontato molto nemmeno a me” aggiunse Hop.
Jonathan sorrise e la invitò dentro, rimanendo da solo all’ingresso con Hop. Nessuno dei due disse una parola, ancora imbarazzati per questo successo in mattinata.
“Jonathan,” disse Hop: “Ascolta, riguardo quello che è…”
“È tutto a posto Hop” interruppe subito il ragazzo: “Mamma mi ha spiegato tutto.”
Il volto di Hop cambiò, rimanendo sorpreso.
“Anzi, forse lo sapevo già, ma ho preferito far finta di niente…” e guardò in basso.
“Jonathan, non so che cosa pensi di me. Ma ho davvero delle intenzioni serie con tua madre e non le farei mai del male, voglio che tu lo sappia.”
“Lo so, Hop” assicurò e alzo lo sguardo: “So che non lo faresti mai. Non dopo tutto quello che abbiamo vissuto. E so che saresti sempre dalla nostra parte.”
Hop fece un accenno di sorriso, apprezzando davvero tanto le sue parole.
“E soprattutto, so che non feriresti mia madre. Cercherai sempre di renderla felice, e per me è la cosa più importante, perché se lo merita”
“E le darei anche il mondo se potessi”
Si scambiarono sorrisi, entrami capendo che volevano la stessa identica cosa: la felicità di questa famiglia.
Hop era grato di avere anche la benedizione di Jonathan.
“Però, se un giorno combini un guaio o qualsiasi altra stronzata, io sarò sempre dalla parte di mia madre”
“Sì, questo lo so…” rispose “E avresti tutte le ragioni.”
“Bene”
Si guardarono con espressione seria, finché non scese un po’ la tensione del momento, e si concessero un sorriso.
“Posso entrare ora?” domandò Hop ironicamente.
“Solo se mi fai bere un po' di quel vino” rispose indicando la bottiglia.
Per tutta risposta entrò in casa dicendo: “Questo lo devi chiedere a tua madre” si incamminò verso alla cucina, con Jonathan che lo seguiva.
Quando entrò vide la tavola apparecchiata di tutto punto, con Will e Undi già seduti uno accanto all’altra, mentre Joyce metteva al centro della tavola una ciotola di insalata russa.
Mentre Jonathan si sedeva a tavola, Hop mise il braccio introno ai fianchi di Joyce tirandola a sé, facendola sussultare dallo spavento, mentre diceva: “Allora che cosa c’è di buono stasera?” e le diede un bacio sulla guancia facendola ridere, davanti ai ragazzi, che cercavano di essere indifferenti, soprattutto Jonathan.
“Arrosto con insalata russa fatta in casa” rispose sorridendo.
“Allora ho fatto bene a prendere il vino bianco” disse mettendo la bottiglia sul tavolo “Solo che non è un Chianti”.
Joyce sciolse l’abbraccio rispondendo: “Beh, quello sarà per le occasioni speciali” si sedette sulla sedia e scambiò uno sguardo ammiccante con Hop, che ricambiava ben volentieri.
Sotto agli occhi perplessi di Undi e Will e lo sguardo paziente di Jonathan.
Iniziarono a mangiare, sembrava una tranquilla cena di famiglia.
Potevano chiudere definitamente tutta la storia del sottosopra e dei mostri.
E iniziare la loro nuova vita insieme.
Come una vera famiglia.