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Autore: Abrus_Aureus    12/12/2023    0 recensioni
"25daysoficcmas" dal gruppo fb "Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom" (8 dicembre)
Prompt: "fa troppo freddo", "oro", "x non ha abbastanza coraggio"
Paring: Byler (Will x Mike)
Dal testo:
"Sono mesi che non vedi Mike se non a scuola, probabilmente da quando è iniziato l’anno. Non è che ti evita, i vostri discorsi sono ancora normali, più o meno. Rilassati, forse. Freddi, in realtà. E sono andati via via scemando, fino ad essere banali scenette inospitali e distaccate, come un vecchio copione che si ripete sempre uguale. È come se qualcosa si fosse rotto."
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Jonathan Byers, Mike Wheeler, Nancy Wheeler, Will Byers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Last Christmas, I gave you my heart, but the very next day, you gave it away >>
 
Apri gli occhi, confuso. Il lieve tepore delle coperte tenta di riportarti a via con sé, ma l’intenso profumo di cannella e zenzero ti ruba ogni strascico di sonno. Ti metti a sedere e ti stropicci gli occhi, ancora assonnato.
 
<< This year, to save me for tears, I’ll give it to someone special >>
 
Sorridi, sentendo tua madre canticchiare in cucina. Ti era mancata la tua vecchia camera, ti era mancata Hawkins.
 
Scendi dal letto e ti cambi, velocemente, prima di infilarti nel corridoio per andare in bagno. Non appena apri la porta un profumo inebriante ti cattura e con la coda dell’occhio scorgi tua madre intenta a ballare un buffo lento insieme a Hopper. È bello vederla felice. Ma tu, sei felice?
 
Scivoli in bagno e non appena esci ti scontri con Jonathan, carico di lucine natalizie. << Mi dispiace. >> Ti scusi immediatamente, aiutandolo a raccogliere i fili. << Pensavo avessimo abbastanza addobbi, non credi? >> Gli sorridi, lui ricambia. Il vostro rapporto è sempre stato bello, tuo fratello è sempre stato dalla tua parte. Eppure senti dentro di te che dopo quel discorso che avete avuto alla Surfer Boy, quel giorno che stavate preparando la vasca di deprivazione sensoriale per Eleven, qualcosa è cambiato. È come se si fosse fatto più stretto, più intenso.
 
<< Lo sai che la mamma ha dei problemi con le luci di Natale. >> Ti fa l’occhiolino, complice. <<  Ne è come stranamente ossessionata, chissà come mai .>> Scoppia a ridere, e tu ti unisci a lui.
 
Joyce vi sente parlottare e si affaccia al corridoio, sorridendo. << Will! Ti sei svegliato tardi oggi, tesoro. Hai lavato le mani? Qui è quasi pronto, senti che profumino .>>
 
Lanci un’occhiata complice a tuo fratello e poi la segui, con un bel sorriso stampato in faccia. Sono passati sei mesi da quando Vecna ha spaccato Hawkins in quattro. Sei mesi da quando Eddie è morto. Sei mesi che Max è in coma e Lucas non la lascia sola un momento. Quasi sei mesi che El è via da casa, che segue un percorso con Owens per diventare più forte e cercare di salvare questo posto. Eppure oggi è Natale, e hai tutte le intenzioni di provare quantomeno a godertelo. Lo devi alla tua famiglia. Ma lo devi anche un po’ a te stesso.
 
Ti siedi a tavola con le migliori intenzioni, poi il volto lievemente cupo di Jim ti fa tentennare. È preoccupato per El. Tutti lo siete. Ma lui è il suo papà. Tua madre lo circonda da dietro con un abbraccio, stringendolo forte. << Dopo mangiato ci verranno a prendere, ci hanno permesso di vederla oggi. >>
 
<< Mi manca, Joyce. Natale senza la mia bambina non mi sembra neanche Natale. >>
 
<< Le porteremo anche qualcosa di buono da mangiare, assieme ai regali. Sarà felice di vederti. >>
 
Poi prende posto e iniziate a mangiare. Tua madre ha fatto l’arrosto con le patate e qua e là è pieno di antipasti da stuzzicare tra un boccone e l’altro. L’atmosfera si fa di nuovo più leggera e il pranzo passa sereno, come se tutti stessero provando a tenere le proprie preoccupazioni appena fuori dalla porta, cosicché non possano intaccare quell’abbozzo di tranquillità che si è magicamente venuta a creare.
 
<< Era tutto buonissimo, mamma. >> Jonathan sorride, stringendole la mano in segno di approvazione.
 
<< Sì, mamma. Davvero buonissimo. >> Ti unisci al coro dei complimenti, Joyce vi ringrazia con dolcezza.
 
Inizi a sparecchiare con Jonathan mentre tua madre e Hopper preparano le cose da portare a El. Dall’altra stanza la voce di Hopper tuona seria. << Non entrate in questa stanza ragazzi, i vostri regali li avrete questa sera. Mi raccomando! >>
 
<< Non preoccupatevi, io sto andando da Nancy! >> La voce di Jonathan è giocosa, quel botta e risposta deve averlo messo di buon umore.
 
Tu ti irrigidisci, perché va da lei? Non stanno più insieme da qualche mese.
 
Tuo fratello nota la tua confusione e sospira, riportandoti alla realtà. << Siamo rimasti amici, Will. Non giudicarmi. Vado solo ad augurarle un buon Natale e a darle un pensierino. >>
 
Sollevi un sopracciglio. << Un pensierino? E cos’è? >>
 
<< Un braccialettino d’oro. >> Fa spallucce. << Niente di che, è a catenina. >>
 
Stringi le labbra, restando in silenzio e continuando a portare via piatti e stoviglie, con lo sguardo basso. Vuoi bene a tuo fratello, ti si stringe il cuore a vederlo così. A quanto pare soffrire per amore è proprio una prerogativa Byers.
 
<< Dico davvero, Will! >> Il suo tono è deciso. Sbuffa, poi torna a portare attenzione ai piatti che sta lavando. << Perché non vieni con me? Così mi accompagni. E magari saluti Mike. >>
 
Lo stomaco ti si stringe di colpo e senti il fiato mancarti nel petto. Sussulti, facendo cadere la ciotola che stavi portando in mano. Ti chini immediatamente a raccogliere i cocci. << Scusa, mi è scivolata. >> Sono mesi che non vedi Mike se non a scuola, probabilmente da quando è iniziato l’anno. Non è che ti evita, i vostri discorsi sono ancora normali, più o meno. Rilassati, forse. Freddi, in realtà. E sono andati via via scemando, fino ad essere banali scenette inospitali e distaccate, come un vecchio copione che si ripete sempre uguale. È come se qualcosa si fosse rotto, esattamente come quella stupida ciotola. Ma tu non trovi tutti i cocci. In più lui ora è triste, tu lo sai che è triste, lo senti. Probabilmente gli manca Eleven, ma tu cosa puoi farci? Soprattutto dal momento che lui con te non parla più.
 
<< Allora? >> Jonathan ti incalza appena, sempre dandoti le spalle.
 
<< Io… >> Balbetti, le mani sudate e il respiro affannato. << Io non credo sia una buona idea. >>
 
<< E perché? >> 
 
<< Fuori fa… >> Ti guardi attorno, spaesato. << Fa troppo freddo. >>
 
Tuo fratello chiude l’acqua e si gira a guardarti, con le braccia incrociate sul petto. << Ma che dici? Andiamo in macchina dai Wheeler, mica in bici. >> Poi si rigira, finendo di pulire le ultime stoviglie. << Ed è normale faccia freddo, è Natale. Non avrai mica intenzione di non uscire più di casa fino ad aprile? >>
 
<< No, beh no. Ovviamente no, insomma… >>
 
<< Bene allora. Vatti a preparare, tra dieci minuti si parte, piccolo Willy. E prendi la cassetta dei The Clash da camera mia! >>
 
Non fai in tempo a rendertene conto che sei nella macchina di Jonathan. Sei frastornato, vedere Mike non era nei piani della giornata. Hai le difese abbassate. Ti appoggi alla portiera e guardi fuori dal finestrino, il fiato caldo che appanna il vetro gelato. Guardi fuori e conti gli isolati che ti separano da casa Wheeler. << È una pessima idea. >>
 
Jonathan ti guarda appena, poi torna con gli occhi sulla strada, entrando nel vialetto. Spegne il motore.
 
<< Pensi che sarà in casa? Vuoi farmi fare la figura dello stupido? >> Ti stringi nella giacca e appoggi la tempia al finestrino freddo. << Sarà da El insieme alla mamma e Hopper. È Natale. Sembrerò solo patetico. >>
 
Tuo fratello rimane ancora in silenzio. << Grazie per avermi accompagnato. Non so se avrei avuto abbastanza coraggio a venire da solo. >> Sta guardando dritto davanti a sé, cambia il focus del discorso non appena si accorge di quanto male ti fa.
 
Nemmeno io. Ma lo lasci risuonare silenzioso nella tua testa. << Ti dispiace se ti aspetto in macchina? >>
 
<< Non penso ci vorrà molto. >> Scende dall’auto e lo segui con lo sguardo fino a quando non lo vedi davanti alla porta. Poi chiudi gli occhi e reclini la testa all’indietro, sospirando. Inizi a pensare a quando eravate piccoli, a quante volte hai percorso questa strada ridendo, impaziente di giocare con Mike, di stare con lui. Perché si è rovinato tutto?
 
Sei immerso nei tuoi pensieri quando senti battere sul vetro. Ti ricomponi e vedi Nancy lì che ti fissa con gli occhi spalancati e le sopracciglia sollevate, mentre ti fa cenno di scendere. Preso alla sprovvista cerchi tuo fratello con lo sguardo, che è qualche passo dietro di lei. Apri la portiera e scendi.
 
<< Ciao Nancy, buon Natale. >> Sei stranito, è evidente.
 
<< Ciao Will, scusami se sono venuta a chiamarti, ma Jonathan mi ha detto che eri in macchina. >> Fa una lieve pausa, girandosi verso tuo fratello, che annuisce. Poi torna a guardarti. << Si tratta di Mike…ti va di entrare? Fa freddo qui e non ho preso la giacca. >> Si stringe nelle spalle, tremando appena.
 
La segui dentro insieme a tuo fratello, che chiude la porta dietro di voi. La casa è calda e accogliente come al solito, e un profumo speziato ti riempie le narici. Butti l’occhio verso il salotto e il signor Wheeler sta dormendo in poltrona con Holly accoccolata sulle ginocchia.
 
Nancy attira di nuovo la tua attenzione. << Questo è stato un Natale… >> Tentenna. << Strano. >> Guarda di nuovo Jonathan, poi torna a posare gli occhi su di te. << Mike ha a malapena toccato cibo. E per tutto il resto del tempo è rimasto in camera sua. In realtà fa così da quando sono iniziate le vacanze. Potresti andare a vedere come sta? >>
 
Ti si stringe di nuovo lo stomaco. Sembra proprio che tu non possa evitare questa situazione. Guardi la scala e poi torni a guardare Nancy e Jonathan.
 
<< Ti prego, Will. Con me non vuole parlare. >>
 
<< C…Certo. >> Sospiri forte, le mani iniziano a tremarti appena. << Allora salgo. >>
 
Quei gradini ti sembrano infiniti, ad ogni passo speri solo di sprofondare giù.
La porta della camera di Mike è lì davanti a te che ti fissa. Fai un bel respiro e batti tre colpi.
 
<< Va’ via, Nancy. Ho detto che non voglio parlare. >>
 
Ti tremano le gambe, la testa pesante. << Mike? Sono io. >>
 
Silenzio. Un insopportabile silenzio si fa strada attorno a te e inizi a trattenere involontariamente il respiro. I secondi passano e a te sembrano ore, ti chiedi se dovresti bussare ancora o se, semplicemente, il suo silenzio in realtà stia già dicendo qualcosa.
 
Poi la porta si apre. << Will? >>
 
Lo guardi e i tuoi occhi corrono rapidamente sulla sua figura snella. È in pigiama, ha le occhiaie. << Pensavo non ci fossi, io credevo… >> Inizi a parlare, sentendo come il bisogno di colmare quel silenzio. << Credevo fossi da El. >>
 
Mike fa una smorfia, tu ti maledici per aver aperto bocca. << Non mi ha voluto. Ma in realtà non sarei comunque andato. >> Poi si sposta e ti fa entrare, chiudendoti la porta alle spalle. Si siede sul suo letto e tu resti in piedi come un burattino. << Da quando è partita non mi scrive quasi più. E non mi chiama. >>
 
Ti avvicini. << Probabilmente non glielo permettono, Mike. Lo sai che è pericoloso, deve stare al sicuro. >>
 
<< Però il modo per dirmi che non voleva andassi lì l’ha trovato. >>
 
<< L’ha fatto per proteggerti, lei tiene così tanto a te. Se ti succedesse qualcosa non potrebbe mai perdonarselo, mai. Lo sai che morirebbe per te. Ma è difficile essere lei, è difficile essere diversi. Ci si sente come una barca nel bosco. El non vuole che ti accorgi del fatto che è diversa perché ha pura che tu possa abbandonarla. >>
 
Mike ha lo sguardo basso, le spalle strette ed una posizione di generica chiusura. << Prima che partisse abbiamo litigato, esattamente come la scorsa volta. >> Fa una pausa e tu ti siedi accanto a lui. << Mi ha detto che i miei sentimenti non sono autentici. Mi ha detto che ho avuto bisogno di te che mi spronavi per riuscire a dirle che la amo. Ma non è così, non è assolutamente vero! Io ho solo difficoltà ad esprimere quanto tengo a lei. Non sono più riuscito a dirglielo. >> Sospira pesantemente.
 
<< Sono sicuro che lei ti ama, non desidera niente di più che essere amata da te. Sei la persona più importante della sua vita. Tu la ami? >> Ti mordi la lingua mentre fai la domanda attorno cui sembra ruotare tutta la tua vita.
 
<< Certo! È la mia ragazza, viene da sé che la amo. >> Fa un’altra pausa e tu non sai se è il momento di dire di nuovo qualcosa, ma d’improvviso è come se la tua mente fosse completamente vuota. Poi lui riprende a parlare. << Ma è evidente che non la amo abbastanza. Lei lo sa, mi ha “piantato in asso”, mi ha detto che ha di meglio da fare che stare dietro a queste cose. Dice cha ha bisogno di capire se stessa. E vuoi sapere la parte migliore? Né lei né tantomeno io stiamo veramente soffrendo l’allontanamento. E questa cosa mi sta facendo impazzire! >> Si alza in piedi come una furia, facendoti sobbalzare.
 
<< Ma no, Mike, lei… >>
 
<< Smettila, Will. Smettila di nasconderti dietro a Eleven. >>
 
Il sangue ti si gela nelle vene. Senti il cuore saltare un battito e le mani iniziare per l’ennesima volta a sudare. Il respiro ti si fa irregolare e un’ondata di caldo ti travolge. Hai paura. È così, hai paura. Hai paura di Mike. Hai paura del suo giudizio, hai paura del disprezzo con cui i suoi occhi possono posarsi su di te. Hai paura di perderlo.
 
<< La verità è che El ha ragione. Continui a parlarmi attraverso di lei, continui a confondermi. Le cose che ho detto a Eleven quando ero sotto pressione le ho dette perché ricordavo le tue parole, perché tu mi stavi incitando, manovrandomi come una marionetta. Parlavo a El attraverso le tue parole e le parlavo secondo le cose che tu mi avevi detto di lei. Ma non erano riferite a lei. Vero, Will? >>
 
Il panico ti assale, resti in silenzio con lo sguardo basso, come congelato.
 
Si risiede accanto a te. << Cos’hai combinato, Will? Perché hai fatto di tutto per far sopravvivere una relazione fantasma? >>
 
Alzi appena lo sguardo, sostenendo il suo per un momento. << Perché stai così? >>
 
<< Cosa? >>
 
<< Perché stai così male? Se non stai soffrendo per El. >> I tuoi occhi si abbassano di nuovo, quell’abbozzo di coraggio che torna ad abbandonarti.
 
Mike fissa un punto indistinto davanti a sé. Sta in silenzio, non ti guarda. L’aria è pesante, piena di parole non dette, di sentimenti non espressi. L’aria è così pesante che ti schiaccia, ti manca il fiato. È stato un errore accompagnare Jonathan, è stato un errore ascoltare Nancy.
 
Ti alzi, di colpo, incapace di sopportare ancora quel peso così ingombrante. Fai per avviarti verso la porta quando ti senti afferrare un polso. Ti blocchi, con gli occhi sgranati. Mike ti ha preso per il polso per fermarti. Ti giri lentamente, per guardarlo, e con tua sorpresa noti anche lui ti sta guardando. E forse, per la prima volta, hai come l’impressione che ti veda davvero.
   
 
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