Beeene.
Se mi seguite o vi è capitato di
leggere le mie storie, saprete che tipo di rapporto
c'è fra La mia Gabrielle e Nick. Bene.
Prendete i soliti Coco e Nick e metteteli
da parte, perche questa shot è qualcosa di
decisamente innovativo, in questo
senso. Un esperimento.
Avrei voluto postarla ieri, per il
compleanno della Pecora, visto che è dedicata a lui. Gli regalo la sua
Coco, tutta per lui,per una volta.<3
E invece la posto oggi, che è il mio, di compleanno!x3
Comunque auguri di cuore,
anche in ritardo, al mio piccolo Nick.=*
How Did I Fall In Love With You?
Remember when
we never needed each other.
The best of friends,
"like
sister and brother".
We understood we'd never be alone...
<< Si
allontanò bruscamente, interrompendo il contatto con decisione, quasi ne fosse
improvvisamente spaventato. Rimasero
fronte contro fronte, fissandosi negli occhi con il fiato corto. - Niente...? -
Domandò Gabrielle a mezza voce, mentre le sue labbra si piegavano in un piccolo
sorriso. Nick agitò silenziosamente il capo da destra a sinistra, sfiorandole
nel movimento il naso con il proprio. - Lo sapevo. - Mormorò, con aria serena.
- Quello che sento per te, Piccolo... - Continuò, strappandogli un sorriso. - Rimarrà
immutabile. Perchè è già perfetto
così. - >>
Those days
are gone and I want you so much.
The night is long and I need your touch.
Don't know what to say,
I never meant to feel this way...!
Don't want to be alone, tonight.
L'aria arrivava afosa e umida, dal pianerottolo
buio.
Strizzò la maniglia, sentendo l'ottone scivolare
sotto le dita sudate.
Faceva caldo, troppo caldo perfino per una sera di
metà agosto californiano, sentiva il cotone candido della t-shirt appiccicarsi
lungo la schiena, grattare sulla cintura di cuoio scuro. Il giubbotto di pelle
- se l'era buttato sulle spalle, sotto l'ennesimo temporale mattutino -
penzolava inerme, stretto nell'altra mano.
"Non
andartene."
La voce sottile rimbombava ancora nella sua mente,
contro le pareti bianche del piccolo appartamento. Si intrufolava oltre la
porta socchiusa, scivolando lungo le scale di marmo grigio.
- Nick... -
No. Non poteva voltarsi. E non poteva guardarla,
sarebbe crollato immediatamente e avrebbe trascinato anche lei in
quell'inferno... Aveva già fatto buona parte del lavoro sporco e non aveva il diritto di peggiorare ulteriormente la
situazione. Sarebbe stato sufficiente scrollare il braccio, sciogliere la
debole presa delle dita sottili. Varcare quella soglia ed arrivare alla prima
fermata del metrò. Rigorosamente senza
voltarsi indietro.
Questo, per lo meno, era ciò che sosteneva il suo io razionale.
Il Nicholas Jonas che era sempre stato. Quello che
amava Gabrielle come e più di una sorella, che sapeva di non poter andare oltre e che non ci aveva mai, nemmeno
provato... Perchè lei era solo di Joe o di Kevin.
Il problema era l'altro.
Il Nick che la desiderava. E basta. La desiderava
profondamente, per ogni significato che quella parola potesse assumere.
- Guardami. - Sobbalzò. Non si aspettava di
sentirla così decisa... Eppure le tremavano le mani. Faceva fatica a
trattenergli il polso.
Stava provando ad essere forte, la sua Coco, lo era. Lo era sempre stata, per lui.
- Non chiedermelo. - Rispose, altrettanto risoluto.
- Fammi andare via. -
- No. Non voglio stare da sola, stanotte. -
Trattenne il respiro, con forza tale da bruciarsi
la gola. Quasi fino alle lacrime. Avrebbe voluto pestare i piedi e urlare che
non era giusto. Che non era leale che lei fosse così maledettamente bella,
dolce e piena di coraggio...! Quale uomo sano di mente avrebbe detto
"no"?
Lasciò andare il pomo di metallo, gettò il chiodo
su una delle poltrone vicino al'ingresso e si voltò. Puntandole addosso gli
occhi vivi, arrabbiati. Brucianti.
E, guardandola, ne ebbe la conferma. Capì
immediatamente che l'aveva rovinata.
Che quei mesi silenziosi, fatti di sguardi e contatti
che di innocente non avevano ormai più nulla, avevano innescato in lei un
cambiamento del tutto sbagliato. Perchè, diamine, Gabrielle non doveva guardarlo così! Non doveva volere niente di più da
lui, che un abbraccio... Una carezza. Tutta quella bramosia, da dove arrivava?
Era davvero possibile che le cose fossero degenerate a tal punto..?
Se solo l'avesse amata un po' meno...
O di un amore non tanto profondo e intenso da
renderlo cieco anche davanti all'evidenza, allora avrebbe potuto fermarsi e
mettere un freno al proprio istinto. Peccato fosse più che impossibile.
Con un verso a metà fra un sospiro e un ruggito,
scattò in avanti. Era sua.
Lo era da tempo tale, che stringerla fra le
braccia, fin quasi a soffocare di lei, non fu altro che il naturale coronamento
di un lungo gioco di desideri repressi.
What can I
do, to make it right?
Falling so hard, so fast, this time...
What did I say, what did you do?
How did I fall in love with you?
"E' sbagliato."
Lo pensò, quando si chinò a posare le labbra all'attaccatura
del collo niveo.
Lo ripetè, mentre
tracciava il profilo della sua mandibola con una scia di piccoli baci umidi.
Lo urlò, nel sentire il corpo di lei cedere, sotto
le sue mani e poggiarsi morbidamente contro il muro.
Il bianco dell'intonaco si mischiava a quello delle
loro t-shirt. I jeans scuri erano poco più che una macchia danzante nella pallida
luce che filtrava dall'esterno. Erano vestiti assurdamente uguali, quel giorno.
Si somigliavano, dentro e fuori, come gemelli. Quello che stava facendo era
completamente sbagliato, lo sapeva.
Ironicamente, lo reputava quasi incesto.
E non c'era niente che potesse renderlo più "giusto". Non esisteva una
soluzione, per quanto febbrilmente si dannasse di trovarla. La amava e basta.
Sì, si era innamorato tante volte delle persone sbagliate e in qualche modo,
era sempre riuscito ad imporsi di dimenticarle... Ma non ora.
Un amore così rapido e violento, così totale non l'aveva mai provato. Lo
saturava completamente e non lasciava spazio neppure a un millimetro del Nick
razionale e capace che tanto gli sarebbe stato utile.
Quello che non gli avrebbe mai permesso di lasciar
correre una mano lungo il fianco di Gabrielle in quel modo, nè
tantomeno di insinuarsi oltre l'orlo della sua maglietta, divorando con le dita
la pelle tesa appena sotto l'ombelico. Coco si inarcò appena, incredibilmente
sensibile al suo minimo tocco e Nicholas dovette sforzarsi per riuscire a
prendere fiato nel modo giusto.
Singhiozzò, buttando fuori l'aria... Pochi secondi
e già stava andando in overdose di
lei.
Serrò le labbra, mentre un verso simile a un
ringhio si annidava nella sua gola asciutta. Si puntellò con un braccio alla
parete, il viso nascosto nell'incavo della sua spalla. Fra il cotone leggero e
i lunghi, setosi boccoli scuri... Sarebbe stato banale dire che profumavano
dell'aroma aranciato del suo shampoo preferito, eppure era così: avevano l'esatta, irresistibile fragranza di lei,
appena uscita dalla doccia.
Lo faceva impazzire.
Lo stava letteralmente facendo uscire di testa il
desiderarla in quel modo e non sapere perchè. Che
cosa avesse scatenato quel mutamento. La causa
prima.
Sarebbe stato molto più semplice, trovare il gesto
o la parola incriminata e potersi spiegare.
- Come diavolo ho fatto ad innamorarmi di te, in
questo modo? - Sussurrò, con voce spezzata.
I hear your
voice and I start to tremble,
Brings back the child
that I
resemble.
I cannot pretend that we can still be friends.
Don't want to be alone, tonight.
- Serve a qualcosa, se ti dico che è un errore...?
- Soffiò Gabrielle, scostandogli i capelli dal viso. - Che non dovremmo
neppure... sfiorarci? - Le sue dita
arrivarono fulminee all'altezza del cuore, accarezzandolo piano attraverso la
stoffa leggera.
Trattenne il respiro, facendosi quasi violenza nel
reprimere il desiderio di annullare qualunque barriera fra lei e la sua pelle. E
si premette la mano sottile contro il petto, rafforzando il contatto fra di
loro, come se, in quel modo, potesse semplicemente soffocare il proprio battito
vergognosamente accelerato.
La strinse febbrilmente, tenendola ferma sotto la
sua. Sentendosi, all'improvviso, assurdamente bambino, piccolo e incapace di sostenere un peso così grande.
- Nick, stai tremando...?
- Sgranò gli occhi, osservando le sue labbra serrate assottigliarsi appena, e
le sue spalle sussultare lievemente.
- Non posso lasciartelo fare...! - Mormorò,
improvvisamente amaro, scuotendo la testa ricciuta. Mosse un passo
all'indietro, tentando inutilmente di creare spazio fra loro.
Coco gli fu immediatamente vicina. Lo fermò,
afferrandolo per un braccio e legandolo nuovamente a sè.
Per lui fu come tornare a respirare, dopo aver
ingenuamente pensato di poter sopravvivere senz'aria. Le cinse i fianchi sottili,
premendole un poco la mano contro la schiena.
- Che cos'è che non potresti...? - Soffiò, spingendoglisi rabbiosamente contro.
- Permetterti... questo! - Replicò Nick, socchiudendo gli occhi. Sentiva le labbra
di lei, morbide e fredde, contro la propria pelle tiepida. Si muovevano rapide
e leggere, lungo il suo collo.
La catenella delle piastrine tintinnò bruscamente,
quando Gabrielle la bloccò fra le dita sottili.
- Coco, io ho solo sedici anni...! - Esalò, inspirando bruscamente. La spinse
delicatamente all'indietro, prima di rilassare la schiena contro il muro. - Lo
sai a cosa vai incontro? -
La guardò, assorbendo ogni dettaglio di lei con gli
occhi scuri. Vittima della sua stessa, insaziabile sete. Osservò la sua testa
piegarsi impercettibilmente in avanti, i capelli scivolare lungo le guancie,
nascondendo l'espressione contrita. Ma fu quando vide le mani stringersi in due
piccoli pugni nervosi, che capì.
Inconsapevolmente, il suo corpo era già teso
nell'atto di accettarla.
- A te, Nicholas. - Rispose, mentre lo abbracciava,
sostenendosi alle sue spalle.
- Non è una cosa giusta...! - Ringhiò, cocciuto, aggrappandosi letteralmente a lei.
Le sue dita premevano irrequiete sui fianchi sottili, al punto che lasciò
leggeri segni rossi su quella pelle sensibile.
- No. - Sibilò Coco, in tono di sfida. - Affatto. Sei minorenne, non hai nemmeno diciott'anni e ti ho
sempre considerato un fratellino, il mio piccolo
Nick. Non ho mai nemmeno pensato...! - Si fermò, cercando di prendere fiato. -
E improvvisamente ho una voglia assurda di baciarti, di sentirmi addosso le tue
mani, di stringerti fino a confondermi con te. Di... - Esitò, lasciandogli
intendere perfettamente dove volesse arrivare. - E tutto questo è talmente
sbagliato, da risultare quasi contro natura. -
Si immobilizzò, sentendola scivolare via.
Boccheggiando, quando un soffiò d'aria umida e
immobile prese il posto del suo corpo sottile. Alzò lo sguardo di scatto e la
vide indietreggiare, decisa. Voltarsi seccamente e sparire, oltre la porta di
legno laccato che sapeva essere quella della sua camera. Esitò, immaginandosi
per un attimo in strada, sotto la luce altalenante di un lampione, dopo essere
scappato senza dirle nulla. Lasciandola così. Meschino.
Era già in fondo al corridoio, davanti alla piccola
stanza da letto. Contro natura.
- Ma mai niente mi è sembrato più perfetto...! -
Posò il palmo sullo stipite smaltato di blu, fissandola intensamente. La
costrinse, quasi, a sollevare lo sguardo su di lui.
Mosse un unico passo in avanti, mentre lei si
alzava, scivolando veloce tra il bordo del letto e la sua chitarra, poggiata
contro la libreria di noce.
- Ti voglio.
- Bisbigliò Gabrielle, piantandogli gli occhi addosso con una decisione di cui
non l'avrebbe creduta capace, fino a poche ore prima.
- Non potremo più fingere che non sia successo
niente, dopo. - Decretò. - Non saremo
gli stessi. -
Lei inclinò appena il capo, sorridendogli con
infinita, amara dolcezza.
Se la trovò accanto in un attimo e permise
inconsciamente alle proprie mani di intrufolarsi sotto la t-shirt e lambirle la
schiena.
- Non lo siamo più, da tempo. - Sussurrò,
maliziosa, al suo orecchio.
Oh, I want to
say this right.
And it has to be tonight ...
Just need you to know.
Sentì il pavimento scivolargli letteralmente sotto
i piedi, prima di atterrare con un tonfo morbido sul materasso e la sua bocca
fu su quella di lei, senza che potesse avere il tempo di formulare un qualunque
pensiero coerente. Assaggiò ogni millimetro di quelle labbra sottili,
lasciandosi sfuggire un sospiro più violento degli altri, quando lei scelse di cedere. Socchiudendole arrendevolmente,
sotto la sua delicata pressione.
- Anche io ti voglio, Gabrielle...! - Soffiò, senza
allontanarsi di un solo millimetro. Le sollevò con decisone l'orlo della maglietta,
lasciando scivolare il palmo della mano sulla sua pelle liscia. - E se mi
chiedessi, di nuovo, cosa ho sentito mentre ti baciavo... "niente" non sarebbe di certo la
parola adatta. - Coco sorrise, lasciando correre le dita fra i suoi ricci
scombinati.
Poi, senza dire una parola, lasciò cadere le
braccia sul materasso, tendendole docilmente verso l'alto. Nick esitò, incerto
se credere o meno alla tacita richiesta che gli sembrava di aver scorto nello
sguardo di lei. Sussultò, quando Gabrielle gli strinse delicatamente la mano,
spingendola verso l'alto e lasciando che il cotone leggero le si arricciasse
appena sotto il seno.
Era incredibile cosa
gli potesse fare, sentirla così arrendevole al suo tocco...
Senza smettere di guardarla, obbedì e le sfilò
completamente la t-shirt, lasciandola scivolare piano contro la sua pelle prima
di lanciarla a terra con totale noncuranza.
Perfino il rumoroso scrosciare del mare agitato di Venice Beach, le voci squillanti dei turisti
di passaggio ed il traffico singhiozzante della periferia di Los Angeles
venivano completamente inghiottiti dai battiti assordanti del suo cuore.
Rimbombavano in ogni singolo millimetro della sua testa, impedendogli di
percepire qualsiasi altra cosa, al di fuori di Gabrielle e della posizione in
cui si trovavano.
Completamente assorbito
da lei, lasciò che intrufolasse le piccole mani veloci sotto la sua maglietta,
soffocando un singhiozzo appagato quando, poi, prese ad accarezzarlo
teneramente. Le lascio fare tutto quello che voleva, calando completamente le
sue difese. Come non aveva mai fatto con nessuna...
Per il solo e semplice fatto che nessuna era lei.
- Ti amo... - Soffiò, mentre la sua t-shirt
raggiungeva quella di Coco sul pavimento. - Mi imbarazza, ma non riesco a
vergognarmene. - Continuò risoluto.
Voleva dirglielo.
Per quanto, ormai, fosse maledettamente evidente ad
entrambi. Voleva che Gabrielle ascoltasse quelle parole, pronunciate da lui,
così come, a suo tempo, le aveva sentite dai suoi fratelli.
E non poteva che essere lì, in quel momento. Pelle
contro pelle. Vicini come non erano mai stati.
- Sono irrimediabilmente perso di te, mademoiselle Lemoin. A dispetto
dell'età, della distanza tra America e Francia, della diversità... Di tutto. -
Le bisbigliò all'orecchio, mentre le sue dita tracciavano percorsi invisibili
sul braccio teso di lei.
- Solo tu avresti potuto dirlo così... - Sorrise Coco, soffocando un piccolo brivido. - ... Mister Jonas. - Lo attirò verso il
basso, tornando a cercare bramosamente le sue labbra morbide.
Nicholas si lasciò sfuggire un mormorio
soddisfatto, nell'avvertire i timidi movimenti di lei contro il proprio corpo e
si senti mancare totalmente il fiato per una manciata di secondi quando, poi,
allargò leggermente le gambe per fargli spazio.
I don't want
to live this life,
I don't want to say "goodbye"...
With you I wanna spend the rest of my life.
Le sue mani affamate cercarono, istintivamente, la
pelle morbida e invitante di Gabrielle. Scesero lungo i fianchi snelli, finendo
per scontrarsi con la cintura dei jeans, scivolata appena verso il basso.
- Posso..? - Bisbigliò, improvvisamente esitante.
La sua mano tremava, incerta, fra il bottone quadrato dei levi's
e l'ombelico scoperto di lei.
- Certo. - Annuì Coco, accarezzandogli una guancia.
- Ma, Nick... Tutto a posto? - Soffiò, nel sentire le sue dita incastrarsi con
il gancio della zip. Scese a sfiorargli le labbra, disegnandone il contorno
mentre sondava il suo sguardo dubbioso.
- Sì. - Replicò lui, rapido, distogliendolo.
Gabrielle sorrise, sollevandosi appena per posargli un bacio leggero all'angolo
della bocca... E Nicholas si sciolse, letteralmente, perdendosi nel suo
profumo.
Slacciò la cerniera con fare improvvisamente
deciso, cercando di ignorare il senso di panico che gli stava montando dentro e
spinse goffamente i pantaloni verso il basso, imponendosi di pensare solo ed
esclusivamente a lei. Non all'anello, non al voto, non al fatto che stava
praticamente uccidendo suo padre.
-Nick... - Nemmeno la sentì. Chiuse gli occhi, posandole le labbra
all'attaccatura del collo. E bastò quello a farlo sentire meglio. Coco era
spaventosamente invitante, tanto da cancellare ogni singola traccia del suo
senso di colpa. - Nick.. - Ripetè lei, soffocando un
gemito quando l'ennesimo bacio arrivò a lambirle il punto più sensibile. Gli
strinse il braccio, cercando inutilmente di attirare la sua attenzione. - Nick...! - Esclamò, ancora, spingendo
appena contro la sua spalla per allontanarlo. - Ascoltami. - Si alzò,
sfilandosi del tutto i jeans, prima di lasciarli cadere sul pavimento.
- Scusami. - Ringhiò lui, lasciandosi cadere a peso
morto sul materasso.
- No, "scusami"
niente. - Sbuffò Gabrielle, incrociando le gambe davanti a sè.
- Nicholas sorrise di come lei sembrasse perfetta e per nulla fuori posto anche
mezza nuda. - Tu non lo vuoi spezzare, quel voto. E va bene così. - Sorrise,
sporgendosi appena in avanti. Lui sgranò gli occhi, scattando come una molla.
- Io voglio stare con te...! - Esclamò, prendendole
il viso fra le mani e chinandosi su di lei quasi con foga.
- Ehi..! Lo so. - Ridacchiò lei, ricambiando il suo
bacio prima di allontanarlo di nuovo. - Lo so...! Ma non sei pronto a
rinunciare alla promessa che hai fatto. Lo capisco e lo rispetto. - Stese le
braccia, allacciandogliele intorno al collo con un gesto morbido.
- Sarebbe come rifiutare sedici anni della mia
vita... E iniziare a vivere quella di un altro. Non posso...! - Mormorò,
scuotendo appena la testa.
- Non te lo chiedo. - Lo rassicurò.
- Sei incredibile... - Mormorò Nick, sfiorandole
l'orecchio con il respiro leggermente irregolare. - E, onestamente, non so
quanto riuscirò a resistere...! - Coco sospirò, nel sentire le sue mani calde
contro la schiena e si lasciò spingere di nuovo sul materasso, ridendo.
- Quella non è tua...! - Le fece notare, poi,
osservando la mano di lei arpionare una delle t-shirt abbandonate ai piedi del
letto. Gabrielle la afferrò e lo fece spostare appena, per riuscire ad
indossarla.
- Lo so. - Soffiò, tendendo le labbra in un
sorrisino malizioso. - Lo so benissimo. Ma io ho freddo e... preferisco che tu
stia così. -
Everything's changed, we never knew.
Nicholas osservò la luce dei lampioni scontrarsi
col soffitto bianco della sua stanza.
Si sistemò un braccio dietro la testa, mentre
l'altro rimaneva fermamente aggrappato alle spalle di Coco che dormiva, mezza
sdraiata su di lui. Il suo respiro regolare gli accarezzava la pelle in maniera
terribilmente stuzzicante e il calore delle sue mani sul torace nudo lo invitava
a mandare al Diavolo la sua fama di bravo ragazzo, tanto quanto il modo in cui
le lunghe gambe snelle di lei si intrecciavano alle sue.
Rabbrividì, quando la sentì muoverglisi
contro.
- Mi avresti davvero lasciata qui, sola a casa
tua...? - Sussultò, nel sentire la voce sottile di Coco fare irruzione nel suo
personalissimo silenzio.
- Non credo ce l'avrei fatta, alla fine. - Rispose,
in un respiro, senza smettere di seguire i movimenti morbidi delle ombre sul
muro. - Ma ti avrei salvata... -
- Salvata?
- Replicò lei, arricciando il naso. - E da cosa? -
- Da tutto questo. Ti rovinerà. - La strinse, chinandosi
a baciarle la fronte con un piccolo sospiro.
- Io voglio rovinarmi...! - Soffiò, sfiorandogli il
collo con le labbra. - Voglio perdermi in te, fino al punto di non ritorno. - Avrebbe ribattuto
qualcosa di estremamente convincente, se non avesse desiderato ardentemente la
stessa, identica cosa.
"Egoista.
Per una volta."
- E' davvero cambiato tutto, senza che lo sapessimo...?
- Mormorò, invece, mascherando un'affermazione nella sua domanda.
Gabrielle annuì, sollevandosi appena per sussurrargli
all'orecchio. Strappandogli un sorriso.
- Come
diavolo ho fatto ad innamorarmi di te, in questo modo? -
How did I
fall in love with you?
(How Did I Fall In Love With You - Backstreet
Boys)