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Autore: Minako_86    17/09/2009    5 recensioni
[...]E non c'era niente che potesse renderlo più "giusto". Non esisteva una soluzione, per quanto febbrilmente si dannasse di trovarla. La amava e basta. Sì, si era innamorato tante volte delle persone sbagliate e in qualche modo, era sempre riuscito ad imporsi di dimenticarle... Ma non ora.[...]
Shot-esperimento (in ritardo) per il compleanno di Nick. Dedicata a lui, ovviamente.
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beeene.

Se mi seguite o vi è capitato di leggere le mie storie, saprete che tipo di rapporto c'è fra La mia Gabrielle e Nick. Bene.

Prendete i soliti Coco e Nick e metteteli da parte, perche questa shot è qualcosa di decisamente innovativo, in questo senso. Un esperimento.

 

Avrei voluto postarla ieri, per il compleanno della Pecora, visto che è dedicata a lui. Gli regalo la sua Coco, tutta per lui,per una volta.<3

E invece la posto oggi, che è il mio, di compleanno!x3

 

Comunque auguri di cuore, anche in ritardo, al mio piccolo Nick.=*

 

 

 

How Did I Fall In Love With You?


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Remember when we never needed each other.
The best of friends,

"like sister and brother".
We understood we'd never be alone...

 

 

 

<< Si allontanò bruscamente, interrompendo il contatto con decisione, quasi ne fosse

improvvisamente spaventato. Rimasero fronte contro fronte, fissandosi negli occhi con il fiato corto. - Niente...? - Domandò Gabrielle a mezza voce, mentre le sue labbra si piegavano in un piccolo sorriso. Nick agitò silenziosamente il capo da destra a sinistra, sfiorandole nel movimento il naso con il proprio. - Lo sapevo. - Mormorò, con aria serena. - Quello che sento per te, Piccolo... - Continuò, strappandogli un sorriso. - Rimarrà

immutabile. Perchè è già perfetto così. - >>

 

 

 

Those days are gone  and I want you so much.
The night is long and I need your touch.
Don't know what to say,
I never meant to feel this way...!
Don't want to be alone, tonight.

 

 

 

L'aria arrivava afosa e umida, dal pianerottolo buio.

Strizzò la maniglia, sentendo l'ottone scivolare sotto le dita sudate.

Faceva caldo, troppo caldo perfino per una sera di metà agosto californiano, sentiva il cotone candido della t-shirt appiccicarsi lungo la schiena, grattare sulla cintura di cuoio scuro. Il giubbotto di pelle - se l'era buttato sulle spalle, sotto l'ennesimo temporale mattutino - penzolava inerme, stretto nell'altra mano.

 

"Non andartene."

 

La voce sottile rimbombava ancora nella sua mente, contro le pareti bianche del piccolo appartamento. Si intrufolava oltre la porta socchiusa, scivolando lungo le scale di marmo grigio.

 

- Nick... -

 

No. Non poteva voltarsi. E non poteva guardarla, sarebbe crollato immediatamente e avrebbe trascinato anche lei in quell'inferno... Aveva già fatto buona parte del lavoro sporco e non aveva il diritto di peggiorare ulteriormente la situazione. Sarebbe stato sufficiente scrollare il braccio, sciogliere la debole presa delle dita sottili. Varcare quella soglia ed arrivare alla prima fermata del metrò. Rigorosamente senza voltarsi indietro.

 

Questo, per lo meno, era ciò che sosteneva il suo io razionale.

Il Nicholas Jonas che era sempre stato. Quello che amava Gabrielle come e più di una sorella, che sapeva di non poter andare oltre e che non ci aveva mai, nemmeno provato... Perchè lei era solo di Joe o di Kevin.

 

Il problema era l'altro.

Il Nick che la desiderava. E basta. La desiderava profondamente, per ogni significato che quella parola potesse assumere.

 

- Guardami. - Sobbalzò. Non si aspettava di sentirla così decisa... Eppure le tremavano le mani. Faceva fatica a trattenergli il polso.

 

Stava provando ad essere forte, la sua Coco, lo era. Lo era sempre stata, per lui.

 

- Non chiedermelo. - Rispose, altrettanto risoluto. - Fammi andare via. -

 

- No. Non voglio stare da sola, stanotte. -

 

Trattenne il respiro, con forza tale da bruciarsi la gola. Quasi fino alle lacrime. Avrebbe voluto pestare i piedi e urlare che non era giusto. Che non era leale che lei fosse così maledettamente bella, dolce e piena di coraggio...! Quale uomo sano di mente avrebbe detto "no"?

 

Lasciò andare il pomo di metallo, gettò il chiodo su una delle poltrone vicino al'ingresso e si voltò. Puntandole addosso gli occhi vivi, arrabbiati. Brucianti.

E, guardandola, ne ebbe la conferma. Capì immediatamente che l'aveva rovinata.

Che quei mesi silenziosi, fatti di sguardi e contatti che di innocente non avevano ormai più nulla, avevano innescato in lei un cambiamento del tutto sbagliato. Perchè, diamine, Gabrielle non doveva guardarlo così! Non doveva volere niente di più da lui, che un abbraccio... Una carezza. Tutta quella bramosia, da dove arrivava? Era davvero possibile che le cose fossero degenerate a tal punto..?

 

Se solo l'avesse amata un po' meno...

O di un amore non tanto profondo e intenso da renderlo cieco anche davanti all'evidenza, allora avrebbe potuto fermarsi e mettere un freno al proprio istinto. Peccato fosse più che impossibile.

 

Con un verso a metà fra un sospiro e un ruggito, scattò in avanti. Era sua.

 

Lo era da tempo tale, che stringerla fra le braccia, fin quasi a soffocare di lei, non fu altro che il naturale coronamento di un lungo gioco di desideri repressi.

 

 

 

What can I do, to make it right?
Falling so hard, so fast, this time...
What did I say, what did you do?
How did I fall in love with you?
 

 

 

"E' sbagliato."

 

Lo pensò, quando si chinò a posare le labbra all'attaccatura del collo niveo.

Lo ripetè, mentre tracciava il profilo della sua mandibola con una scia di piccoli baci umidi.

Lo urlò, nel sentire il corpo di lei cedere, sotto le sue mani e poggiarsi morbidamente contro il muro.

 

Il bianco dell'intonaco si mischiava a quello delle loro t-shirt. I jeans scuri erano poco più che una macchia danzante nella pallida luce che filtrava dall'esterno. Erano vestiti assurdamente uguali, quel giorno. Si somigliavano, dentro e fuori, come gemelli. Quello che stava facendo era completamente sbagliato, lo sapeva.

 

Ironicamente, lo reputava quasi incesto.

 

E non c'era niente che potesse renderlo più "giusto". Non esisteva una soluzione, per quanto febbrilmente si dannasse di trovarla. La amava e basta. Sì, si era innamorato tante volte delle persone sbagliate e in qualche modo, era sempre riuscito ad imporsi di dimenticarle... Ma non ora.

 

Un amore così rapido e violento, così totale non l'aveva mai provato. Lo saturava completamente e non lasciava spazio neppure a un millimetro del Nick razionale e capace che tanto gli sarebbe stato utile.

Quello che non gli avrebbe mai permesso di lasciar correre una mano lungo il fianco di Gabrielle in quel modo, tantomeno di insinuarsi oltre l'orlo della sua maglietta, divorando con le dita la pelle tesa appena sotto l'ombelico. Coco si inarcò appena, incredibilmente sensibile al suo minimo tocco e Nicholas dovette sforzarsi per riuscire a prendere fiato nel modo giusto.

 

Singhiozzò, buttando fuori l'aria... Pochi secondi e già stava andando in overdose di lei.

 

Serrò le labbra, mentre un verso simile a un ringhio si annidava nella sua gola asciutta. Si puntellò con un braccio alla parete, il viso nascosto nell'incavo della sua spalla. Fra il cotone leggero e i lunghi, setosi boccoli scuri... Sarebbe stato banale dire che profumavano dell'aroma aranciato del suo shampoo preferito, eppure era così: avevano l'esatta, irresistibile fragranza di lei, appena uscita dalla doccia.

 

Lo faceva impazzire.

 

Lo stava letteralmente facendo uscire di testa il desiderarla in quel modo e non sapere perchè. Che cosa avesse scatenato quel mutamento. La causa prima.

Sarebbe stato molto più semplice, trovare il gesto o la parola incriminata e potersi spiegare.

 

- Come diavolo ho fatto ad innamorarmi di te, in questo modo? - Sussurrò, con voce spezzata.

 

 

 

I hear your voice and I start to tremble,
Brings back the child

that I resemble.
I cannot pretend that we can still be friends.
Don't want to be alone, tonight.

 

 

 

- Serve a qualcosa, se ti dico che è un errore...? - Soffiò Gabrielle, scostandogli i capelli dal viso. - Che non dovremmo neppure... sfiorarci? - Le sue dita arrivarono fulminee all'altezza del cuore, accarezzandolo piano attraverso la stoffa leggera.

 

Trattenne il respiro, facendosi quasi violenza nel reprimere il desiderio di annullare qualunque barriera fra lei e la sua pelle. E si premette la mano sottile contro il petto, rafforzando il contatto fra di loro, come se, in quel modo, potesse semplicemente soffocare il proprio battito vergognosamente accelerato.

 

La strinse febbrilmente, tenendola ferma sotto la sua. Sentendosi, all'improvviso, assurdamente bambino, piccolo e incapace di sostenere un peso così grande.

 

- Nick, stai tremando...? - Sgranò gli occhi, osservando le sue labbra serrate assottigliarsi appena, e le sue spalle sussultare lievemente.

 

- Non posso lasciartelo fare...! - Mormorò, improvvisamente amaro, scuotendo la testa ricciuta. Mosse un passo all'indietro, tentando inutilmente di creare spazio fra loro.

 

Coco gli fu immediatamente vicina. Lo fermò, afferrandolo per un braccio e legandolo nuovamente a .  

Per lui fu come tornare a respirare, dopo aver ingenuamente pensato di poter sopravvivere senz'aria. Le cinse i fianchi sottili, premendole un poco la mano contro la schiena.

 

- Che cos'è che non potresti...? - Soffiò, spingendoglisi rabbiosamente contro.

 

- Permetterti... questo! - Replicò Nick, socchiudendo gli occhi. Sentiva le labbra di lei, morbide e fredde, contro la propria pelle tiepida. Si muovevano rapide e leggere, lungo il suo collo.

La catenella delle piastrine tintinnò bruscamente, quando Gabrielle la bloccò fra le dita sottili.

 

- Coco, io ho solo sedici anni...! - Esalò, inspirando bruscamente. La spinse delicatamente all'indietro, prima di rilassare la schiena contro il muro. - Lo sai a cosa vai incontro? -

 

La guardò, assorbendo ogni dettaglio di lei con gli occhi scuri. Vittima della sua stessa, insaziabile sete. Osservò la sua testa piegarsi impercettibilmente in avanti, i capelli scivolare lungo le guancie, nascondendo l'espressione contrita. Ma fu quando vide le mani stringersi in due piccoli pugni nervosi, che capì.

Inconsapevolmente, il suo corpo era già teso nell'atto di accettarla.

 

- A te, Nicholas. - Rispose, mentre lo abbracciava, sostenendosi alle sue spalle.

 

- Non è una cosa giusta...! - Ringhiò, cocciuto, aggrappandosi letteralmente a lei. Le sue dita premevano irrequiete sui fianchi sottili, al punto che lasciò leggeri segni rossi su quella pelle sensibile.

 

- No. - Sibilò Coco, in tono di sfida. - Affatto. Sei minorenne, non hai nemmeno diciott'anni e  ti ho sempre considerato un fratellino, il mio piccolo Nick. Non ho mai nemmeno pensato...! - Si fermò, cercando di prendere fiato. - E improvvisamente ho una voglia assurda di baciarti, di sentirmi addosso le tue mani, di stringerti fino a confondermi con te. Di... - Esitò, lasciandogli intendere perfettamente dove volesse arrivare. - E tutto questo è talmente sbagliato, da risultare quasi contro natura. -

 

Si immobilizzò, sentendola scivolare via.

Boccheggiando, quando un soffiò d'aria umida e immobile prese il posto del suo corpo sottile. Alzò lo sguardo di scatto e la vide indietreggiare, decisa. Voltarsi seccamente e sparire, oltre la porta di legno laccato che sapeva essere quella della sua camera. Esitò, immaginandosi per un attimo in strada, sotto la luce altalenante di un lampione, dopo essere scappato senza dirle nulla. Lasciandola così. Meschino.

 

Era già in fondo al corridoio, davanti alla piccola stanza da letto. Contro natura.

 

- Ma mai niente mi è sembrato più perfetto...! - Posò il palmo sullo stipite smaltato di blu, fissandola intensamente. La costrinse, quasi, a sollevare lo sguardo su di lui.

 

Mosse un unico passo in avanti, mentre lei si alzava, scivolando veloce tra il bordo del letto e la sua chitarra, poggiata contro la libreria di noce.

 

- Ti voglio. - Bisbigliò Gabrielle, piantandogli gli occhi addosso con una decisione di cui non l'avrebbe creduta capace, fino a poche ore prima.

 

- Non potremo più fingere che non sia successo niente, dopo. - Decretò. - Non saremo gli stessi. -

 

Lei inclinò appena il capo, sorridendogli con infinita, amara dolcezza.

Se la trovò accanto in un attimo e permise inconsciamente alle proprie mani di intrufolarsi sotto la t-shirt e lambirle la schiena.

 

- Non lo siamo più, da tempo. - Sussurrò, maliziosa, al suo orecchio.

 

 

 

Oh, I want to say this right.
And it has to be tonight ...
Just need you to know.

 

 

 

Sentì il pavimento scivolargli letteralmente sotto i piedi, prima di atterrare con un tonfo morbido sul materasso e la sua bocca fu su quella di lei, senza che potesse avere il tempo di formulare un qualunque pensiero coerente. Assaggiò ogni millimetro di quelle labbra sottili, lasciandosi sfuggire un sospiro più violento degli altri, quando lei scelse di cedere. Socchiudendole arrendevolmente, sotto la sua delicata pressione.

 

- Anche io ti voglio, Gabrielle...! - Soffiò, senza allontanarsi di un solo millimetro. Le sollevò con decisone l'orlo della maglietta, lasciando scivolare il palmo della mano sulla sua pelle liscia. - E se mi chiedessi, di nuovo, cosa ho sentito mentre ti baciavo... "niente" non sarebbe di certo la parola adatta. - Coco sorrise, lasciando correre le dita fra i suoi ricci scombinati.

 

Poi, senza dire una parola, lasciò cadere le braccia sul materasso, tendendole docilmente verso l'alto. Nick esitò, incerto se credere o meno alla tacita richiesta che gli sembrava di aver scorto nello sguardo di lei. Sussultò, quando Gabrielle gli strinse delicatamente la mano, spingendola verso l'alto e lasciando che il cotone leggero le si arricciasse appena sotto il seno.

Era incredibile cosa gli potesse fare, sentirla così arrendevole al suo tocco...

 

Senza smettere di guardarla, obbedì e le sfilò completamente la t-shirt, lasciandola scivolare piano contro la sua pelle prima di lanciarla a terra con totale noncuranza.

 

Perfino il rumoroso scrosciare del mare agitato di Venice Beach, le voci squillanti dei turisti di passaggio ed il traffico singhiozzante della periferia di Los Angeles venivano completamente inghiottiti dai battiti assordanti del suo cuore. Rimbombavano in ogni singolo millimetro della sua testa, impedendogli di percepire qualsiasi altra cosa, al di fuori di Gabrielle e della posizione in cui si trovavano.

 

Completamente assorbito da lei, lasciò che intrufolasse le piccole mani veloci sotto la sua maglietta, soffocando un singhiozzo appagato quando, poi, prese ad accarezzarlo teneramente. Le lascio fare tutto quello che voleva, calando completamente le sue difese. Come non aveva mai fatto con nessuna...

Per il solo e semplice fatto che nessuna era lei.

 

- Ti amo... - Soffiò, mentre la sua t-shirt raggiungeva quella di Coco sul pavimento. - Mi imbarazza, ma non riesco a vergognarmene. - Continuò risoluto.

 

Voleva dirglielo.

Per quanto, ormai, fosse maledettamente evidente ad entrambi. Voleva che Gabrielle ascoltasse quelle parole, pronunciate da lui, così come, a suo tempo, le aveva sentite dai suoi fratelli.

E non poteva che essere lì, in quel momento. Pelle contro pelle. Vicini come non erano mai stati.

 

- Sono irrimediabilmente perso di te, mademoiselle Lemoin. A dispetto dell'età, della distanza tra America e Francia, della diversità... Di tutto. - Le bisbigliò all'orecchio, mentre le sue dita tracciavano percorsi invisibili sul braccio teso di lei.

 

- Solo tu avresti potuto dirlo così... - Sorrise Coco, soffocando un piccolo brivido. - ... Mister Jonas. - Lo attirò verso il basso, tornando a cercare bramosamente le sue labbra morbide.

 

Nicholas si lasciò sfuggire un mormorio soddisfatto, nell'avvertire i timidi movimenti di lei contro il proprio corpo e si senti mancare totalmente il fiato per una manciata di secondi quando, poi, allargò leggermente le gambe per fargli spazio.

 

 

 

I don't want to live this life,
I don't want to say "goodbye"...
With you I wanna spend the rest of my life.

 

 

 

Le sue mani affamate cercarono, istintivamente, la pelle morbida e invitante di Gabrielle. Scesero lungo i fianchi snelli, finendo per scontrarsi con la cintura dei jeans, scivolata appena verso il basso.

 

- Posso..? - Bisbigliò, improvvisamente esitante. La sua mano tremava, incerta, fra il bottone quadrato dei levi's e l'ombelico scoperto di lei.

 

- Certo. - Annuì Coco, accarezzandogli una guancia. - Ma, Nick... Tutto a posto? - Soffiò, nel sentire le sue dita incastrarsi con il gancio della zip. Scese a sfiorargli le labbra, disegnandone il contorno mentre sondava il suo sguardo dubbioso.

 

- Sì. - Replicò lui, rapido, distogliendolo. Gabrielle sorrise, sollevandosi appena per posargli un bacio leggero all'angolo della bocca... E Nicholas si sciolse, letteralmente, perdendosi nel suo profumo.

 

Slacciò la cerniera con fare improvvisamente deciso, cercando di ignorare il senso di panico che gli stava montando dentro e spinse goffamente i pantaloni verso il basso, imponendosi di pensare solo ed esclusivamente a lei. Non all'anello, non al voto, non al fatto che stava praticamente uccidendo suo padre.

 

-Nick... - Nemmeno la sentì. Chiuse gli occhi, posandole le labbra all'attaccatura del collo. E bastò quello a farlo sentire meglio. Coco era spaventosamente invitante, tanto da cancellare ogni singola traccia del suo senso di colpa. - Nick.. - Ripetè lei, soffocando un gemito quando l'ennesimo bacio arrivò a lambirle il punto più sensibile. Gli strinse il braccio, cercando inutilmente di attirare la sua attenzione. - Nick...! - Esclamò, ancora, spingendo appena contro la sua spalla per allontanarlo. - Ascoltami. - Si alzò, sfilandosi del tutto i jeans, prima di lasciarli cadere sul pavimento.

 

- Scusami. - Ringhiò lui, lasciandosi cadere a peso morto sul materasso.

 

- No, "scusami" niente. - Sbuffò Gabrielle, incrociando le gambe davanti a . - Nicholas sorrise di come lei sembrasse perfetta e per nulla fuori posto anche mezza nuda. - Tu non lo vuoi spezzare, quel voto. E va bene così. - Sorrise, sporgendosi appena in avanti. Lui sgranò gli occhi, scattando come una molla.

 

- Io voglio stare con te...! - Esclamò, prendendole il viso fra le mani e chinandosi su di lei quasi con foga.

 

- Ehi..! Lo so. - Ridacchiò lei, ricambiando il suo bacio prima di allontanarlo di nuovo. - Lo so...! Ma non sei pronto a rinunciare alla promessa che hai fatto. Lo capisco e lo rispetto. - Stese le braccia, allacciandogliele intorno al collo con un gesto morbido.

 

- Sarebbe come rifiutare sedici anni della mia vita... E iniziare a vivere quella di un altro. Non posso...! - Mormorò, scuotendo appena la testa.

 

- Non te lo chiedo. - Lo rassicurò.

 

- Sei incredibile... - Mormorò Nick, sfiorandole l'orecchio con il respiro leggermente irregolare. - E, onestamente, non so quanto riuscirò a resistere...! - Coco sospirò, nel sentire le sue mani calde contro la schiena e si lasciò spingere di nuovo sul materasso, ridendo.

 

- Quella non è tua...! - Le fece notare, poi, osservando la mano di lei arpionare una delle t-shirt abbandonate ai piedi del letto. Gabrielle la afferrò e lo fece spostare appena, per riuscire ad indossarla.

 

- Lo so. - Soffiò, tendendo le labbra in un sorrisino malizioso. - Lo so benissimo. Ma io ho freddo e... preferisco che tu stia così. -

 

 


Everything's changed, we never knew.

 

 

 

Nicholas osservò la luce dei lampioni scontrarsi col soffitto bianco della sua stanza.

Si sistemò un braccio dietro la testa, mentre l'altro rimaneva fermamente aggrappato alle spalle di Coco che dormiva, mezza sdraiata su di lui. Il suo respiro regolare gli accarezzava la pelle in maniera terribilmente stuzzicante e il calore delle sue mani sul torace nudo lo invitava a mandare al Diavolo la sua fama di bravo ragazzo, tanto quanto il modo in cui le lunghe gambe snelle di lei si intrecciavano alle sue.

 

Rabbrividì, quando la sentì muoverglisi contro.

 

- Mi avresti davvero lasciata qui, sola a casa tua...? - Sussultò, nel sentire la voce sottile di Coco fare irruzione nel suo personalissimo silenzio.

 

- Non credo ce l'avrei fatta, alla fine. - Rispose, in un respiro, senza smettere di seguire i movimenti morbidi delle ombre sul muro. - Ma ti avrei salvata... -

 

- Salvata? - Replicò lei, arricciando il naso. - E da cosa? -

 

- Da tutto questo. Ti rovinerà. - La strinse, chinandosi a baciarle la fronte con un piccolo sospiro.

 

- Io voglio rovinarmi...! - Soffiò, sfiorandogli il collo con le labbra. - Voglio perdermi in te, fino al punto di non ritorno. - Avrebbe ribattuto qualcosa di estremamente convincente, se non avesse desiderato ardentemente la stessa, identica cosa.

 

"Egoista. Per una volta."

 

- E' davvero cambiato tutto, senza che lo sapessimo...? - Mormorò, invece, mascherando un'affermazione nella sua domanda.

 

Gabrielle annuì, sollevandosi appena per sussurrargli all'orecchio. Strappandogli un sorriso.

 

- Come diavolo ho fatto ad innamorarmi di te, in questo modo? -

 

 

 

How did I fall in love  with you?

(How Did I Fall In Love With You - Backstreet Boys)

  
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