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Autore: Diana924    15/12/2023    0 recensioni
Non c’era nulla di cui vergognarsi continuava a ripetersi.
rames ambientata prima della quinta stagione, scritta per il p0rnfest di landedifandom
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Martino Rametta, Niccolò Fares
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Diana924
Fandom: SKAM Italia
Titolo: E di volerti io non smetterò
Personaggi: martino Rametta, Niccolò Fares
Note:  slash, pre Season5, sex-toys
Note2: il titolo è preso da 2parlami d'amore" di Giorgia
Note3: inizialmente volevo qualcosa di più tradizonale, pinche Amazon
Note4: scritta per il p0rn fest di landedifandom



 

Non c’era nulla di cui vergognarsi continuava a ripetersi.

Erano una coppia come tante e se ogni tanto volevano aggiungere del pepe a letto non erano certo dei depravati, solamente degli adolescenti con gli ormoni a mille e una sana vita sessuale. La prima cosa che aveva fatto quando erano andati a vivere insieme era stata cambiare l’indirizzo su Amazon, quello era prioritario secondo Martino Rametta. E trasferire un certo cassettino il più velocemente possibile, per fortuna sua madre non gli aveva fatto troppe domande quando si era offerto di pulire la propria stanza ogni settimana; quello si che sarebbe stato imbarazzante.

Comunque era il momento di sperimentare l’emozione del primo pacco Amazon, aveva portato gli ultimi documenti per l’iscrizione alla Sapienza e ora doveva solamente attendere il ritorno di Niccolò si disse prima di sistemare il pacco sul tavolo.

Avvisare Niccolò? Aprirlo e basta? Sistemarlo nel cassetto e fare finta di niente? Una confezione farlocca come regalo? O farsi trovare mentre lo usava… avrebbe dovuto pensare meglio a tutto si disse mentre il pacco lo fissava minaccioso, il logo di Amazon sembrava quasi prendersi gioco di lui.

Le sue riflessioni furono interrotte dal rumore della porta: Niccolò… merda.

Fingi indifferenza, fingi sangue freddo, fingi… e che cazzo fingi se stai sudando come il quindici di agosto a Ostia?

<< È arrivato un pacco di Amazon >> si limitò a dire, una persona normale si sarebbe limitata ad un’alzata di spalle e ad un’occhiata distratta ma Niccolò non era una persona normale, e quella volta era un problema per lui.

<< Cosa hai ordinato? >> domandò Niccolò prima di sedersi accanto a lui senza però prendere il pacco.

<< Niente… niente di che >> rispose cercando di non arrossire troppo.

<< Sarà, sei arrossito, posso vedere? >> domandò il suo ragazzo. Se avesse detto di si Niccolò lo avrebbe scoperto subito, se avesse detto di no l’altro si sarebbe insospettito. Poteva buttarla sul personale ma prima o poi se ne sarebbe accorto… finito, era finito, meglio cadere con onore.

<< È… per il cassettino >> ammise infine e Niccolò sorrise malizioso prima di lacerare il pacco. Non sapeva cosa lo avesse convinto a quell’acquisto, solo che la descrizione gli era sembrata promettente ed era qualcosa di nuovo.

<< Cosa… come… lo fai tu a me o io a te? >> domandò Niccolò dopo aver aperto al confezione, e pensare che aveva chiesto anche le batterie in omaggio.

<< Si chiama fleshjack, sembra una comune torcia ma in realtà… vedi tu >> gli spiegò mostrandogli meglio il giocattolo, ma perché non si apriva una voragine per inghiottirlo?

<< Capito, quindi non era per noi ma per te, giusto? >> lo prese in giro Niccolò, maledetto lui e la sua mente fin troppo sveglia.

<< L’idea era un’altra: io lo faccio e tu mi guardi, o possiamo fare il contrario >> ammise sempre più scarlatto.

<< Mi piace l’idea che ti masturbi con una specie di torcia che ha la rappresentazione di un culo dove presumo dovrai inserire il cazzo, potrebbe essere divertente >> propose Niccolò, e lui se la rideva pure, ingrato.

<< E facciamolo, tanto ormai… >> si rassegnò lui, sapeva che quello sarebbe stata la sua fine. Per questo ora si ritrovava sul loro letto con i pantaloni calati e quella cazzo di torcia, che poi non era una torcia, in cui aveva infilato il casso e Niccolò che lo osservava, lo stronzo si era persino portato una sedia, fazzolettini e lozione per le mani. Era piacevole, quello doveva ammetterlo, il lattice si adattava meravigliosamente al suo cazzo e anche se non era come la pelle vera in qualche modo ne era un’ottima imitazione. Cominciò quindi a muovere i fianchi dopo aver accesso quell’affare e… però.

Sentiva le pareti muoversi attorno a sé come se volessero accarezzare la sua erezione ed era più che piacevole, era caldo, sicuro e… gli piaceva. Non era come farlo con Niccolò ma poteva comunque abituarsi pensò prima di mordersi le labbra. Quella sensazione era diversa da quelle che aveva sperimentato quando facevano sesso o quando si toccava ma non era sgradevole. Non era mai stato un esibizionista, era capitato che si toccassero ma non era di quelli la cui fantasia proibita era farsi sorprendere dal proprio fidanzato mentre si toccava, o forse si?

Gli stava piacendo tutto quello, se solo… doveva pensare a Niccolò, non al Niccolò che lo stava osservando e che si era appena abbassato i pantaloni ma a qualche ricordo, e ne aveva di ricordi di scopate da condividere. Come quella quando si erano riconciliati, la prima volta che avevano battezzato proprio quel letto, o il divano, o il sedile posteriore dell’auto di Niccolò, il letto di Bracciano, lo spogliatoio, o quando avevano usato per la prima volta… no, quello no!

Si concentrò su quei ricordi, sugli occhi di Niccolò persi nell’orgasmo, i capelli in disordine e le labbra gonfie, il suo corpo che lo accoglieva come se fossero nati per quello o come gli entrava dentro, il modo in cui si muovevano e come amasse baciarlo ovunque, toccarlo dappertutto.

<< Quanto sei bbono >> sentì in lontananza e aprì gli occhi. Niccolò lo stava fissando, i pantaloni alle caviglie, gli occhi pensanti e la mano scomparsa tra le proprie gambe di cui però poteva indovinare il movimento. La tentazione di corrergli incontro per poi sedersi su di lui, calarsi su quel cazzo e passare tutto il pomeriggio così era forte ma allo stesso tempo era vicino, quel maledetto coso gli stava davvero facendo avere un orgasmo. Continuò a muovere il bacino immaginando Niccolò, Niccolò accanto a lui, sopra di lui, dentro di lui o meglio ancora Niccolò che gli stava si sopra ma era lui ad avere il comando, era lui a scoparselo e quei gemiti erano meriti suoi e… oh cazzo.

Si morse le labbra per non gemere troppo forte ma non staccò gli occhi dal moro, e come poteva quando… oh cazzo.

Venne gemendo il nome di Niccolò e poi ricadde sui cuscini, quasi non si accorse che Niccolò era venuto poco di lui da quanto aveva gli occhi pesanti, la pubblicità allora non mentiva pensò con un sorriso soddisfatto, quel coso meritava cinque stelle su Amazon.

<< Vieni qui >> mormorò e Niccolò obbedì, non prima di essersi ripulito alla meglio con i fazzolettini. Si baciarono e poi sentì le mani dell’altro armeggiare con qualcosa e… ora si che ci divertiamo gli venne spontaneo pensare prima di portare le mani sulla schiena dell’altro.

<< E ora? >> gli domandò Niccolò quando si separarono con un sorriso malizioso.

<< Ora scopiamo sul serio >> rispose lui prima che l’altro scoppiasse a ridere e poi lo baciasse.

<< Ti sei appena scopato un giocattolo, vediamo come te la cavi con un culo vero >> lo provocò Niccolò prima di aprire il cassetto dove tenevano lubrificante e preservativi. Il cassettino delle zozzerie si era appena guadagnato un nuovo acquisto.


 
   
 
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