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Autore: Vento di Levante    15/12/2023    0 recensioni
Stede Bonnet è il più improbabile concorrente di Black Betty's Brawl of the Babes - Second Chances Edition.

Our Flag Means Death / Rupaul Drag Race AU.
Non so come altro spiegarlo 😂
Avrà senso (...forse) solo se conoscete entrambi gli show, quindi siete avvisatə.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Equipaggio della Revenge, Izzy Hands, Stede Bonnet
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Puoi dirlo a tutti
1. Second Chances

 

La valigia urtò l'ultimo gradino ed esplose in un'eruzione di tulle acquamarina.

Con un'esclamazione soffocata, Stede Bonnet tentò di frenare il riversarsi del tessuto dalle cerniere scoppiate alla scalinata degli studios; ma tanto sarebbe valso provare a fermare l'effervescenza di un'alka seltzer gettata in acqua.

"Oh, diamine," gemette a mezza voce, mentre l'abito di tulle rifiutava caparbiamente di tornare negli angusti limiti della valigia. Appena Stede lo ricacciava dentro da un lato, svaporava fuori dall'altro.
Alla fine Stede si risolse a buttarcisi sopra, con il disperato slancio di chi spera di contenere con il proprio corpo l'esplosione di una granata.

Le persone che entravano e uscivano dallo studio televisivo lo aggiravano tenendosi a distanza, come se davvero da un momento all'altro il suo bagaglio avesse potuto detonare in una pioggia di lustrini e ciglia finte.

"Scusate," balbettò Stede all'indirizzo di nessuno in particolare. Provò ad allungare le dita verso il secondo trolley, scivolato fuori dalla sua portata quando si era tuffato; ma non osando spostarsi dalla valigia esplosiva riuscì appena a sfiorarlo, col solo risultato di spingerlo definitivamente nel mezzo dell'ingresso.

"...pendejo," sentì sibilare Stede alle proprie spalle.
Ebbe appena il tempo di scorgere il lampo ostile di due occhi neri, prima che una figura snella lo superasse a passo svelto, spingendo avanti senza sforzo due grandi trolley squadrati.

Cosa diavolo credi di fare?
Acuta come uno spillo, la voce di sua moglie (ex moglie) Mary risuonò ancora una volta nel suo cervello.

Stede scrollò con forza il capo e si sforzò di pensare a una soluzione.
Tutto quello che gli veniva in mente, però, era che mentre lui se ne stava lì, stramazzato a perdere tempo, di certo gli altri concorrenti stavano già entrando; mentre lui annaspava come una tartaruga a pancia in su, loro stavano probabilmente esplorando i camerini, si creavano un vantaggio prendendo confidenza con l'ambiente.

Si guardò attorno, chiedendosi ansiosamente chi altro fra le persone che si affrettavano fra le porte scorrevoli fosse diretto agli studios del Brawl. Un signore corpulento e dalla barba bianchissima intercettò il suo sguardo. Si avvicinò a passettini frettolosi.

"Serve una mano?" chiese gentilmente; anche lui trascinava dietro di sé due enormi trolley rigonfi.
Un altro concorrente!

"Niente di cui preoccuparsi..!" esclamò Stede a precipizio, esibendo un sorriso tirato mentre restava steso sulla valigia ribelle come una pelle d'orso. "Tutto sotto controllo!"

Il signore gentile esitò un momento, considerando la scena con palese dubbio; alla fine però desistette e si congedò con un piccolo cenno del capo, dirigendosi verso gli studios con i suoi piccoli passetti da orso.
Indossava i sandali con i calzini.

Stede si lasciò sfuggire un risolino isterico.

Avrebbe fatto tardi.

Chissà se poteva essere squalificato prima ancora dell'inizio della gara?
Sarebbe stato il primo a riuscirci, probabilmente.

Il primo abbastanza fesso da iscriversi a quarantacinque anni suonati e senza un'ombra di esperienza, il primo abbastanza fortunato da superare comunque le selezioni (in un'edizione minore - e allora? In una stagione esplicitamente dedicata ai ripescati, e allora?) e abbastanza cretino da sprecare quell'occasione in un modo così ridicolo, così dannatamente stupido -

Non posso credere che lasci la tua famiglia per questa stupidaggine-

" - è una sciocchezza, ecco, guarda," disse una voce molto vicina al suo orecchio.

Stede si rese conto di essersi dissociato dalla realtà abbastanza a lungo da non accorgersi della persona che gli si era avvicinata e che aveva iniziato a parlargli con una voce morbida come velluto; e che ora gli tendeva una mano bruna e carica di anelli, che si rivelò altrettanto morbida quando Stede la afferrò senza riflettere.

Un istante dopo, Stede si trovava in piedi e un uomo molto bello e dalle braccia tatuate si lasciava cadere sulla sua valigia come su un cavallo da rodeo; poi, trattenendola fra le cosce, iniziò a slacciarsi la cintura di borchie.

Le persone attorno si fermavano a guardare.
Stede non poté che fare lo stesso.

" - mi è successo un fottìo di volte," proseguiva lo sconosciuto in tono discorsivo, mentre avvolgeva strettamente la cintura intorno alla valigia. Aveva davvero delle belle mani.
Portava enormi occhiali a specchio che gli nascondevano metà del viso, ma Stede pensò che aveva un naso simpatico. E capelli raccolti con noncuranza incantevole.

Nel giro di pochi istanti la valigia era serrata nella cintura come in una camicia di forza; lo sconosciuto le diede una piccola pacca di soddisfazione, prima di rialzarsi. "Dovrebbe reggere," disse, porgendo a Stede il manico del trolley con una piccola contrazione delle labbra. "Fossi in te però ci starei attento, quando la riapri."

"Uhm. Grazie...?" farfugliò Stede, cercando un appiglio dietro quegli occhiali a specchio, ma finendo con l'arenarsi sul mezzo sorriso dello sconosciuto.
Anche la sua barba sale e pepe era incantevole; cosa che Stede non si era mai trovato a pensare di nessuna barba, prima di allora.

Prima che gli fosse riuscito di trovare una cosa qualsiasi da dire, lo sconosciuto si stava già allontanando, agitando una mano in gesto di saluto mentre spariva dietro un angolo degli studios.

Stede rimase impalato ancora qualche istante, prima che nel suo cervello inceppato due neuroni facessero contatto. "Black B!"proruppe, in uno scoppio di adrenalina tardiva.

Come aveva fatto a non riconoscerla? Come avrebbe potuto riconoscerla, dal vivo e in borghese - oh Gesù, aveva già una cotta per Edward Teach? Oltre a quella che aveva da sempre per Black B? - ma andiamo, tutti avevano i bollori per Black B - un momento, aveva già fatto la figura dell'imbecille con Black B? Aveva la sua cintura - sarebbe stato strano provarsi la sua cintura prima di restituirla? Sarebbe stato -

"Oi! Ci muoviamo?!" protestò qualcuno alle sue spalle; e quasi di riflesso, come se fosse scattato il via a una gara, Stede afferrò saldamente una valigia in ogni mano ed entrò negli studios a lunghi passi.

Era un segno, decise.

Sarebbe andata alla grande.

///

"...Raschiamo proprio il fondo del barile, stavolta, hah?"

Izzy seguì lo sguardo del barista oltre la vetrata del locale e fino al lato opposto della strada.

Là, proprio all'ingresso degli studios, un qualche cretino era impegolato in una lotta contro la propria valigia.

Spingendo fra i denti quello che era iniziato come un sospiro e si era concluso in un ringhio, Izzy aspirò profondamente i vapori del caffè.

"L'avvicinarsi dei cinquanta gli sta dando alla testa," commentò Spriggs, occhieggiando da sopra il proprio frappuccino - o milkshake zucca e confetti - o qualsiasi merdata fosse a renderlo così tediosamente vispo di prima mattina.

Guardava anche lui in direzione della vetrata, arricciando il naso e alzando le sopracciglia. "...non esiste altra ragione per la specie di freak show che ha messo insieme questa volta."

"C'è eccome," replicò automaticamente Izzy, prima di prendere l'ultimo sorso di caffè amaro, "ed è la barcata di soldi che il network fa ogni volta che esce una stronzata qualsiasi con sopra il nome Black B."

...Quello, e qualsiasi distorto senso di validazione traesse Edward dall'orchestrare una gara fra soli brocchi.

Izzy scosse la testa, accartocciando il bicchiere di carta prima di gettarlo. Uno scherzo, un passatempo? Un gioco da cui aveva certezza che non sarebbero emerse sorprese, rivali o grattacapi?

Il fondo del fondo. Roach - Richard, ma fanculo, Izzy lo conosceva da quando era un marmocchio che lavava i piatti nella cambusa del locale e aveva scelto lui il nomignolo - Roach aveva ragione.

E forse l'aveva anche Spriggs, si disse digrignando i denti.

Edward stava invecchiando.

"...e adesso che cazzo fa," soffiò ancora sottovoce, mentre dall'altro lato della strada era comparso proprio Edward, che si era fermato prontamente a parlare al cretino con la valigia.

Izzy fece in tempo a vederlo sfilarsi la cintura prima che la scena fosse oscurata da un capannello di gente.

"È per questo che ha insistito per occuparsi da solo delle selezioni, questa volta?" chiese Spriggs, con la delicata incredulità di chi assiste a un incidente d'auto al rallentatore. "Non voleva ci fossimo noi a porre un limite al peggio?"

Izzy sospirò ancora una volta. "Noi," disse poi lentamente, "ci assicureremo di far andare avanti il carrozzone che io e Edward trainiamo da più di dieci anni."
Spriggs fece una smorfia alzando gli occhi al cielo, ma ebbe la decenza di non ribattere. Izzy sbuffò. Era il minimo.
Quando la piccola checca ci era saltata su, quel carrozzone era già una limousine. Ma Dio solo sapeva che le cose non erano sempre andate così.

"Bene, basta cazzeggiare," fece Izzy battendo le mani, "al lavoro."

Uscì dalla caffetteria senza salutare e in attesa che il semaforo diventasse verde si accese una sigaretta, lasciando vagare lo sguardo nel traffico.

Dopotutto, era solo un'edizione speciale di Black Betty's Brawl of the Babes, si disse. Aspirò una lunga boccata.
Meno concorrenti, meno puntate, meno aspettative.

Meno drammi, si disse, fra la speranza e la preghiera.

Meno nonsense.

In quel momento un tizio si fermò sul marciapiede di fianco a lui, in attesa di attraversare.
Si era messo a fissarlo.
Izzy gli restituì lo sguardo, non senza una vaga ostilità.

Aveva gli occhi stralunati e il vago odore di erba di un vecchio hippie fuori tempo massimo.
Aveva anche un gabbiano appollaiato sulla testa.
...Aveva con sé due grandi trolley.

Il semaforo diventò verde. "Ci si vede in studio, signor giudice, signore," salutò con voce dallo spesso accento scozzese, prima di marciare verso la scalinata degli studios.
Il gabbiano stridette un paio di volte agitando le ali, prima di procedere a cagargli su una spalla.
L'uomo sembrò non badarci.

Izzy rimase ancora un po' fermo sul marciapiede, guardando il traffico mentre la sigaretta gli si spegneva fra le dita.

///

Ed scoprì quel pomeriggio, entrando nella Werk Room, di essere genuinamente di buonumore.

Per la prima volta dopo molto tempo, nel passare in mezzo ai tavoli si sentiva percorrere tutto da bollicine di frizzante eccitazione, quasi saltellava come un bambino in un negozio di caramelle.

Guardali lì.

Ecco il tizio gigantesco che aveva imparato a cucire dalla mamma, era stato in galera per aver incendiato la roulotte del fratello e aveva registrato l'intero video di candidatura nel cesso del carcere con un telefono di contrabbando. Era uscito due giorni prima. Ed si domandò giulivo se quando il programma fosse andato in onda l'avrebbero rimesso dentro per un altro giro.

Quell'altro tipo - nah, quello Ed l'aveva ammesso perché gli aveva promesso una fornitura per un anno di caramelle toffee fatte in casa.
Glie ne aveva recapitata una scatola insieme alla richiesta di iscrizione.
Col cazzo che Ed si sarebbe fatto scappare quelle caramelle.

Ed ecco il tizio col gabbiano!
"Lo hai portato..!" esclamò Edward - e stavolta non riuscì a trattenere un saltello di entusiasmo. C'era un gabbiano! Vivo! Che all'avvicinarsi di Ed fece una giravolta sulla testa del tizio con un sonoro plat-plat-plat-

"Karl le porge i suoi saluti, signore" disse solennemente il tizio mentre il gabbiano ancora gli ballava la samba sulla testa.

"Non vedo l'ora di vedere cosa ci proporrai, amico," disse Ed con un sorriso che gli pizzicava le guance.

"Anche io, signore, anche io," rispose il tizio con immutata gravità.
Ed desiderò intensamente che vincesse.

...Anche se, realisticamente parlando, le probabilità erano tutte a favore del concorrente mutə.
...Ex mutə.

Bonifacia "Jim" Jimenez aveva già partecipato qualche anno prima, quando era a malapena unə bambinə con una montagna di problemi - dei quali il mutismo selettivo non era nemmeno il più grave.
A Ed era quasi dispiaciuto doverlə rispedire a casa al primo episodio; ma poi Jimenez aveva continuato provarci, si era candidatə a ogni dannata edizione, anno dopo anno, fino all'ultimo spin off, diventando una sorta di persecuzione.
Finché Ed aveva ceduto, e un po' per sfinimento, un po' perché era un piccolo gremlin dispettoso, come diceva Iz, alla fine l'aveva ammessə. Alla Black Betty's Brawl of the Babes - Second Chances.
La brocchi edition.

Se Jimenez l'aveva trovato offensivo, non lo era stato abbastanza da impedirlə di partecipare; era tornatə con le spalle più larghe, i capelli più corti e, si sperava, la lingua più lunga.

"Bello rivederti, Jim," esordì Ed.
Jimenez si immobilizzò, sgranando gli occhi come una lepre davanti ai fari. Ma durò appena un istante; poi restituì un "È bello essere tornati," con una voce roca che avrebbe ridotto in gelatina le ginocchia di Ed adolescente.

Fortunatamente, adolescente non lo era più da un pezzo, si disse Edward passando al concorrente successivo.

Lo aveva tenuto per ultimo.

In quel momento sembrava impegnatissimo ad annodare minuscoli fiocchi tra i boccoli della parrucca più vaporosa che Edward avesse mai visto.

In realtà, Ed si era accorto perfettamente che fin dal momento in cui era entrato in sala non aveva smesso un attimo di seguirlo con gli occhi. Lui se l'era presa comoda apposta.

Finse ancora di credere di non essere stato notato, prendendosi qualche momento per studiare il suo viso che veniva pervaso da un lento rossore, mentre cincischiava inutilmente con l'ultimo fiocco.

Di tutta quella piccola collezione di cause perse, era il suo preferito.
...Ok, se la giocava con il tizio col gabbiano; ma Stede Bonnet era piaciuto a Ed per altri motivi.

Per prima cosa, non aveva alcun senso che si trovasse lì.

"Hey," salutò Ed a voce bassa, quando il rossore sul viso dell'uomo ebbe raggiunto una graziosa tonalità fragola. Bonnet sussultò, facendo cadere dal supporto la parrucca con tutti i suoi fiocchetti; ma riuscì a recuperarla a mezz'aria per ricambiare il saluto con un timido sorriso.

Stede Bonnet era ricco.
Old money, se gli abiti di buon taglio, i capelli curati, le scarpe nuove dicevano qualcosa; e Edward era abituato a leggere parecchio in queste cose.
Deformazione professionale.

"La tua valigia ha retto, poi?"

"Splendidamente!" rispose Bonnet, e il suo sorriso divenne così luminoso che Ed desiderò immediatamente di accenderlo ancora.
"Non finirò mai di ringraziarla. Ho la sua cintura in camera - sono stato sciocco a non portarla, adesso, ma prometto che domani -"

"Ok, stop, stop," lo interruppe Edward alzando le mani, "te la regalo se la pianti di essere così formale. Ok?"

Bonnet tacque e il suo sorriso prese il volo, salì ad accendergli nello sguardo una fiammella di sorpresa e curiosità. Ed cercò di darsi un motivo per diffidare di quella luce e non gli riuscì.

Stede Bonnet era ricco e non aveva alcun tipo di esperienza nel mondo dello spettacolo: questo lo aveva candidamente ammesso lui stesso nel proprio video di presentazione, così amatoriale che quello del tizio nel cesso del carcere in confronto sembrava Kubrick.

Ma c'era qualcosa, aveva pensato Edward vedendolo ancheggiare davanti allo specchio.
C'era una luce, aveva pensato guardandolo indossare un abito dopo l'altro, un personaggio dopo l'altro, con la stessa eccitazione di un bambino che spacchetti i regali di Natale.

Quel qualcosa gli faceva desiderare di vederne ancora.

"Il tema della prima maxi sfida è Pirati dei Caraibi," disse Ed. "Sei pronto?"

"Oh, signor - Black - Edward," rispose Bonnet, mettendo sul suo nome un'enfasi meravigliosa. "So che sembrerà un cliché. Ma credo di essere nato per questo."

///

Black Betty's Brawl of the Babes - Second Chances
Episodio 1 - Werk Room

Sweet Tooth: "Non mi sembra vero di essere di nuovo qui..! La prima volta che ho partecipato doveva essere la prima o la seconda stagione... nessuno a casa aveva idea di che diavolo fossi andato a fare. Stavolta vogliono tutti un autografo di Black B!"

Calypso: "L'hanno intitolata Second Chances, ma qui c'è qualcuno che è arrivato alla terza, quarta... all'ultima, mi sa. E qualcuno che di chance non ne ha proprio mezza."

Dee Dee Bon Bon: "Il talento che c'è in questo show! Vorrei potervi dire che epifania è stata. Me ne stavo chiuso in casa, fresco di divorzio, vivevo sul divano con un secchio di gelato in una mano e il telecomando nell'altra... E ho iniziato a guardarlo per caso, per far passare il tempo. In una settimana avevo divorato tutte le stagioni. E ho pensato, buon Dio..! Questo è quello che voglio fare!"

Tequila, Limon & Jimenez: "Una cosa che ho imparato è che di seconde possibilità nella vita non ne capitano tante. Il mondo è nuovo ogni giorno. Ma quando si presenta l'occasione di chiudere un cerchio, saldare un conto in sospeso... bisogna acchiapparla e non mollarla. ¿Entiendes?"

Mr. Buttons: "..."(fissando dritto in camera a occhi sbarrati)

///

(Fin dalla prima sfida, Stede aveva incontrato qualche difficoltà; ma ci era arrivato preparato.
Era arrivato preparato, nel senso che si aspettava già di non riuscire perfettamente nella prima catwalk della sua vita.

Era normale che gli abiti che aveva ordinato in un unico, glorioso pomeriggio di sperpero non fossero tutti precisamente della misura giusta.

Ed era vero che al trucco impiegava un po' più di tempo degli altri partecipanti; ma tutto sommato era convinto di avere una buona mano.

Perciò, anche se era appena la terza o la quarta volta che metteva insieme tutti i tasselli per dare vita a Dee Dee Bon Bon, poteva dirsi abbastanza soddisfatto del risultato.

Se solo camminare sui tacchi per più di un quarto d'ora non si fosse rivelato una tale tortura.)

///

(Lo spettacolo deve andare avanti.

Per Israel Hands era più di un motto stucchevole; ne aveva fatto un mantra personale. Per un certo periodo, aveva pensato addirittura di tatuarselo.

Valeva per la vita, in cui l'unica cosa che contasse davvero era la capacità di rialzarsi.
E naturalmente valeva per l'arte e lo showbusiness, che si trattasse di un'esibizione in fondo al più pidocchioso dei bar o di una megaproduzione televisiva.

Per fortuna, lo show di Black Betty era una macchina così ben oliata da poter andare avanti nonostante se stessa.
Izzy aveva deciso di considerare questa edizione di falliti alla stregua di uno squallido special di Natale, o una marchetta per qualche sponsor particolarmente influente. In un certo senso, era proprio così: una marchetta per placare i capricci di Edward.

Guardando l'idiota della valigia inciampare sui propri stessi piedi durante la prima sfilata, Izzy pensò che si trattava di una marchetta particolarmente esosa.)

///

(Edward lo sapeva a cosa pensava Iz, mentre gli lanciava quelle occhiate oblique dal lato opposto del tavolo dei giudici. Non aveva ancora detto niente ad alta voce; non con Lucius seduto lì in mezzo a loro.

Ma avrebbe anche potuto sputare il rospo, tanto nessuno avrebbe sentito, e meno di tutti Lucius, assorbito com'era dal crivellare di frecciate ciniche la malcapitata di turno.

...e comunque, non erano così male, pensò Ed guardando Calypso che avanzava imperiosa come una gigantesca medusa. Chiunque riuscisse a mettere insieme un concept alla Iris Van Herpen nella sartoria della galera meritava come minimo la sua attenzione.

Dee Dee Bon Bon era quello che Maria Antonietta avrebbe potuto inventarsi se anziché giocare alla pastorella avesse fatto il cosplay di Capitan Harlock. Arrivò dondolando sui tacchi fino in fondo alla passerella, mandò una pioggia di baci in punta di dita all'indirizzo dei giudici, si girò con uno svolazzo del lungo soprabito e inciampò nei nastri degli stivali.

Izzy si sporse lentamente all'indietro, fino ad affacciarsi dietro le spalle di Lucius; e continuò a fissare Ed in silenzio finché questi non fu costretto a distogliere lo sguardo.)

///

Stede Bonnet era arrivato preparato.

Sul serio: sapeva cosa aspettarsi dai propri colpi di testa.
Sapeva che a tutti piaceva crederlo un cretino inconsapevole, ma non era così.

Stede sapeva benissimo quando stava facendo una cazzata.
Due volte su tre, almeno.
(Mary diceva sempre che il suo problema era che, poi, la cazzata la faceva comunque.)

Quando fu annunciata la classifica e si trovò in ultima posizione, dunque, Stede scelse di non scoraggiarsi.
Conosceva bene il brano previsto per la lip-sync challenge. Gli piaceva.

Aveva fatto le prove nella sua camera d'albergo, la sera prima.

Aveva ancora un 50% di probabilità di farcela, si disse; guardò il proprio riflesso nello specchio del camerino e finse di riconoscere il volto spaventato che gli restituì lo sguardo da sotto un dito di cerone.

///

Izzy represse uno sbuffo di impazienza mentre Edward ripeteva la formula di rito.

Le ultime due queen in classifica, l'ultima possibilità di salvarsi, blah blah blah.
Fosse dipeso da lui, sarebbero tutti tornati a casa senza passare dal via. Izzy scelse di concentrarsi sull'unico aspetto positivo di quella pagliacciata, che erano le ciglia lunghissime di Edward nei panni di Black B.
Il suo rossetto spiccava come una ciliegia fra il nero e argento ispido della barba. Non l'aveva mai voluta togliere e nell'opinione di Izzy aveva fatto bene.

Opinione strettamente professionale.

E non era vero che stava invecchiando, si ritrovò a pensare; o forse sì, ma nel modo infuriante in cui solo Ed poteva farlo, adornandosi degli anni come di giri di perle.

La musica iniziò senza quasi che Izzy se ne accorgesse, ma appena i microfoni dei giudici furono scollegati Spriggs si addossò allo schienale della poltrona.
"Dopo le riprese andiamo da Roach a bere qualcosa," annunciò tenendo gli occhi fissi sulla gara.

"Andiamo chi?" chiese Izzy, distogliendo gli occhi da Ed per guardare il palco a propria volta.

Sweet Tooth, la penultima classificata, non era niente di speciale; ma almeno sapeva muoversi a tempo. Al contrario di Bonnet.
"Quando si ficcheranno in testa che tutti i soldi del mondo non potranno mai comprare uno straccio di senso del ritmo, sarà sempre troppo tardi," bofonchiò Izzy senza aspettare la risposta di Lucius.

Spriggs torse le labbra in un sogghigno. "Parole sante, zietta," replicò sottovoce. "Comunque, siamo i soliti; io, Roach, Pete e Olu appena staccano. Chi vuole aggregarsi dello staff. Brindiamo all'inizio della nuova stagione."

"Bere per dimenticare, hm?" fece Izzy, mentre la canzone prendeva slancio.

This is me.

Appropriata, pensò vagamente.

Israel Hands non l'avrebbe confessato mai, ma aveva l'intima convinzione che chi saliva su un palcoscenico rivelasse di sé molto più di quanto alcun costume, qualunque strato di trucco potessero nascondere.

This is who I'm meant to be, this is me.

E questo era quanto, pensò fissando i due trichechi sul palco con malcelato disprezzo.

///

Ed bisbigliava fra sé le parole della canzone, mentre davanti a lui le concorrenti rimaste tentavano il tutto per tutto.

Sweet Tooth gli ricordava un orsetto del cuore.
Ed non sapeva se quell'associazione gli nascesse dal nome, dal fatto che aveva scelto le caramelle come strumento di corruzione, o dalla mise tutta volant e accessori arcobaleno che aveva scelto. Era come se un'adolescente giapponese decora avesse preso possesso di un camionista di cinquant'anni.

Dee Dee Bon Bon aveva iniziato la prova muovendosi troppo poco, forse per non rischiare un nuovo capitombolo; ma l'aria intimorita non le si addiceva affatto, così chiusa nelle spalle, frenata perfino nel respiro.

Nota dopo nota, però, pareva riprendere coraggio.
Ecco che apriva il petto, sollevava il mento; probabilmente, dietro il playback stava cantando davvero.

We are bursting through the barricades and reaching for the sun

A un certo punto arrischiò una piroetta, e le riuscì; il successo bastò ad accenderle di nuovo quel sorriso a seimila watt.
Ed si trovò a sorridere con lei.

(we are warriors)

Piena di entusiasmo, prese il cappello a tricorno e fece per gettarlo ai giudici; la voluminosa parrucca bionda lo seguì.

///

Fu come se bruscamente si fosse spenta la musica; lo stomaco di Stede divenne un blocco di ghiaccio.

Il tempo si sfasò; la stupida parrucca con tutti i suoi nastrini impiegò un'eternità a toccare terra.

Guardandola, Stede fece in tempo a vedere il suo 50% di possibilità scendere vertiginosamente, finire a zero, cadere giù come la palla di Capodanno a Times Square.

Quando finalmente la parrucca atterrò sul pavimento come un animale investito, improvvisamente il tempo accelerò di nuovo, la canzone riprese, le luci abbagliarono Stede che le sentì scottare su un improvviso sudore freddo.

Dopo dieci anni, non posso credere che sia così che vuoi buttare via tutto, Stede,

e

ti rendi conto che ti stai rovinando la vita?

che la stai rovinando ai tuoi figli?

e

alla tua età

e

cosa credi di trovare?

Si accorse di avere gli occhi offuscati, si accorse che gli tremava il labbro. Stede sollevò lo sguardo per impedire alle lacrime di traboccare.
Si accorse che era tutto vero, e che tutto si era già sbriciolato.

Si accorse che la musica continuava.

This is me.

Stede si sfilò la cuffia che gli tratteneva i capelli, ci passò una mano attraverso.

I am brave, I am bruised
I am who I'm meant to be

Iniziò a sfilarsi i guanti.

///

Per qualche secondo perfino Spriggs si era zittito; Sweet Tooth si era fermata coprendosi la bocca con le mani.

Non era per l'incidente della parrucca.
Quello era un errore da principianti, sì, ma in tante edizioni era successo anche di peggio, faceva parte dei rischi del mestiere.

Ma gli occhi spauriti di quella cretinetta erano quelli di chi vede fuggire via l'ultimo treno della notte, erano del cervo abbagliato che aspetta di farsi investire: naufragavano in uno sgomento troppo reale per restare su quel palco.

Almeno se ne tornerà difilato a casa, si trovò a pensare Izzy. 
E subito si disgustò di scoprirsi impietosito, provò una improvvisa vampa di rabbia verso la persona che si permetteva quella vulnerabilità indecente, che li costringeva ad assistere alla tragedia dello spreco di una vita.

"Cazzone," ringhiò.

Arrivato a quel punto, Bonnet avrebbe dovuto avere almeno il pudore di abbandonare il palco. Invece rimase.
Rimase; e iniziò a gettare via altri pezzi.

///

Ed aveva smesso di respirare insieme a Stede.

In qualche modo sapeva che il loro respiro era sincronizzato e che si era interrotto quando la stupida parrucca era caduta e tutta l'aria era stata risucchiata dalla stanza.

Ed aveva già visto queen avere inciampi del genere, e ne aveva viste recuperare per il rotto della cuffia e ne aveva viste addirittura farlo apposta, creare ad arte colpi di scena.
Ma sapeva senza alcun dubbio che non era questo il caso di Stede Bonnet.

E ne aveva avuto la conferma appena Stede aveva alzato lo sguardo ed era caduto dritto dentro quello di Edward, con la vertigine di chi manca un gradino, con uno smarrimento senza speranza. Una bolla sul punto di scoppiare.

E poi Stede aveva guardato verso l'alto; e si era riagganciato alla musica.

Look out 'cause here I come

Gettò a terra la cuffia, liberò i capelli sudati.

And I'm marching on to the beat I drum

Sfilò prima un guanto; poi l'altro. 

I'm not scared to be seen

Cominciò a spogliarsi metodicamente, un pezzo dopo l'altro, con una vulnerabilità quasi feroce; caddero a terra la giacca con le code, la cintura appesantita dalla sciabola d'argento.

I make no apologies

Aprì il corpetto come sbrancandosi le costole; una alla volta fece cadere a terra le imbottiture, i nastri delle calze.

This is me

Continuò, come per una sfida spaventata, con una trasparenza che forse non apparteneva a quel tipo di spettacolo; ma, pensò Ed, il respiro ancora sequestrato, di sicuro, pensò mentre Stede alzava su di lui uno sguardo nudo e devastante, di sicuro apparteneva a un palco.

///

La musica finì proprio nel momento in cui Stede osò di nuovo alzare gli occhi, e come correndo su un filo il suo sguardo trovò quello di Edward.

Solo Edward, come lui era solo Stede, in quel momento.

///

Izzy strinse le labbra; ignorò il "be', cazzo" sottovoce di Spriggs, si voltò a cercare Ed, perché a questa cosa era necessario dare un taglio, e subito; ma quando lo vide si sentì cadere le braccia.

Perché conosceva Edward; e conosceva quello sguardo.

///

Ed aveva un groppo in gola, pensa un po'.

Stupido.
Tirò su col naso più furtivamente possibile e raddrizzò le spalle.
Stupido.
Emozionarsi ancora.

///

Black Betty's Brawl of the Babes - Second Chances
Episodio 1 - Aftermath

Tequila, Limon & Jimenez: "Come ci si sente?! Ha! Cazzo, questo chiedimelo quando avrò vinto davvero! Però bene. Cazzo. Aaah! Non voglio fermarmi, questa volta, capisci? È solo il primo gradino, questo. C'è così tanto altro, in cima..!"

Mr. Buttons: "Sia io che Karl l'abbiamo trovata molto interessante, come esperienza. Sissignore. Stiamo osservando. Quello che facciamo qualche volta è un po' troppo avantgarde, per certi palati, ma forse finalmente siamo nel contesto giusto. Inoltre, sapevate che a pranzo si può mangiare all-you-can-eat al buffet degli studios?"

Sweet Tooth: "Dicono che il fulmine non colpisce due volte lo stesso punto, ma una botta di culo così - oh, chiedo scusa, non posso dirlo? Insomma, chi l'avrebbe immaginato. Però si chiama Second Chances, no? Non stona che Black Betty per questa prima puntata ci abbia graziati. Prima puntata, nessuna eliminazione! Che c- volevo dire, che fortuna!"

Calypso: "...be'. Non posso lamentarmi, ma non c'è nemmeno da fare i salti di gioia. Non sono uscito, ma non ho neanche vinto, e in più in gara c'è ancora qualcuno che non dovrebbe esserci. Ci siamo capiti. Certo che però, perdere contro Jim... be'. Non mi dispiace, perdere contro Jim."

Dee Dee Bon Bon: "Ah... Non so bene cosa dire. In effetti, ero sicuro che mi avessero già squalificato. Altrimenti forse non avrei avuto il coraggio. Non so come mai Ed - Black B... come mai ha deciso di salvarci tutte e due, ma so che è un regalo. E non voglio sprecarlo. Ci sono così tante cose che devo imparare, sono anche più di quanto pensassi. Ma più ne scopro, e più voglio scoprirne. Siamo qui per vivere le nostre seconde possibilità. Giusto?"

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NdA

...ho in mente tutta una possibile trama ma è altamente possibile che non la scriva mai, quindi ho cercato di fare in modo che il primo capitolo fosse più o meno autoconclusivo.
Potrebbe continuare, comunque :''')

La canzone la conoscete tuttə, ma se per caso qualcuno non la conoscesse, è questa.

 

   
 
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