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Autore: Anchestral    16/12/2023    2 recensioni
Essere un angelo senza ricordi non è facile.
|Fantasy AU ispirata alle official art della serie|
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cheng Xiaoshi, Lu Guang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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You're the reason I live, but you don't remember me
(dalla OST 'Flash' di Gorilla Attack)

È un’azione così banale eppure liberatoria, camminare, trascinando i passi uno dopo l’altro sul marciapiede. Ha due ali piumate, forti, che gli permettono di solcare i cieli e dovrebbe usare quelle, non dovrebbe trovare piacere in un qualcosa che non gli appartiene.

‘Non mischiarti con ciò che non sei,’ un consiglio che gli danno spesso, se non vuole sprofondare, come narrano le leggende. 

Non lo fa spesso, camminare, però in ogni passo sembra ci sia un qualcosa che lo segue; una presenza ma non sa cosa sia.
Si ritrova sempre a passare davanti le finestre di quel negozio, le sue gambe continuavano a riportarlo lì, come fosse un’azione scritta nel profondo della sua vera essenza. 

‘Studio Fotografico Shiguang’, recita l'insegna, affissa su di un muro verde foresta proprio al di sopra di finestre lunghe e limpidissime. Rispecchiano tutto il mondo dietro di lui: la strada vuota e i marciapiedi chiari, tutti gli altri negozi ormai chiusi, case dai tetti rossicci e alberi senza foglie.
Una sola cosa manca proprio al centro di quel quadro, ed è il suo riflesso. Conosce pochi dettagli del suo aspetto, solo quelli che hanno davvero importanza: le ali nere, l’aureola dorata che rischiara i suoi passi, la spada sottile e affilata, nera e brillante anch'essa.

L’identità da angelo è l’unica che gli appartiene davvero. ‘Non mischiarti con ciò che non sei,’ si ripete.

Fa un altro passo, cammina attraverso i vetri che immagina come freddi, qualunque cosa significhi, ed è dentro. Va avanti, supera il bancone vuoto e ordinato, le miriadi di fotografie e ricordi sulle pareti. Sarebbe bello, averne.

Dall’arco che divide gli ambienti, vede i due ragazzi. Anche quella sera sono sul divano. Uno dai capelli bianchi sta leggendo; l'altro è sdraiato occupando gran parte dello spazio sia sul resto del divano che sulle gambe dell’altro ragazzo. Vedere le loro serate dispiegarti lente, le commissioni la mattina e tante altre piccolezze gli sciolgono la tensione dalle spalle e dispiegano i muscoli del suo volto in un sorriso accennato. 'È quello che definiscono come calma', crede.

I due che vivono lì gli suscitano un certo interesse; non ne aveva parlato con nessuno nel reame, nemmeno alla Nike Qiao Ling.

Con un altro passo leggero varca il soggiorno, illuminato dai raggi azzurri e aranciati del crepuscolo. Controlla tutta la stanza, si congela sul posto. Quella scena era familiare, nelle notti di luna piena l’aveva fin troppo spesso.

È un’altra presenza che lo disturba.

Un altro essere è nel soggiorno, avvolto in drappeggi candidi. Ornamenti argentati gli cingono le cosce e le gambe. Lo avrebbe scambiato tranquillamente per un altro angelo se non fosse stato per le corna d'avorio sulla sua testa e le due grandi ali scheletriche, dalla cartilagine rotta, richiuse sulle spalle.

Le piume forti delle sue ali si irrigidiscono.

Un demone. Un demone pericoloso.
È ciò di cui lo avevano sempre avvertito nel reame: ‘
Non appartengono alla nostra dimensione, il tuo compito come angelo è ucciderli.’

Sposta le dita sull'elsa e la stringe. Perché tremavano? 
Rafforza la presa. È ciò per cui era nato. Quello è il nemico naturale.
La brandisce e la porta avanti. La fende nell'aria.
L'altro si accorge della sua presenza, di come l'aria si muove intorno a lui e si gira.

Quel volto…

Blocca in tempo la spada sul collo. 
Qualche goccia di sangue denso e blu inizia a colare sulla pelle chiara e sulla lama scura.

Perché lo fa? Perché non riesce a colpire. Perché…
Il cuore batte forte contro la gabbia toracica, i respiri escono pesanti dalle labbra. Non può farlo. È una convinzione sepolta dentro di lui che urla e si ribella. Quella sensazione gli fa paura. 

Il demone non fa nulla, non si allontana né porta le mani sul libro pesante appoggiato al suo fianco, pieno di chissà quali magie oscure. Lo guarda solamente.

«Perché sei qui… cosa vuoi da loro?» L’angelo riesce a malapena a dire quello, un po’ della sua voce gli muore in gola. Di certo le parole non trasportano la minaccia che avrebbero dovuto. Un senso di familiarità, troppo troppo profondo lo stordisce, ma non sa nemmeno perché e da dove arrivi. C'è una parola, così familiare, che sembra scivolare e poi precipitare dalle labbra, ma non la riesce a ritrovare in nessun modo nella sua testa. Sa che c'è, l'ha detta migliaia e migliaia di volte eppure non la ricorda. Non riesce a dargli forma.

«Lu Guang… ci sei?» La voce proviene dal divano.

L'angelo si gira. È il ragazzo dai capelli neri, a parlare. Non aveva mai potuto sentire la sua voce. Sposta lo sguardo sul ragazzo dai capelli bianchi ed è identico al demone: stesso viso, stessi lineamenti, stessi capelli. Solo gli occhi cambiano sul suo nemico e sono di un azzurro talmente limpido da fare invidia al cielo primaverile. Solo in quel momento si rende conto che i due ragazzi che aveva osservato per tutto quel tempo non erano stati altro che due macchie informi ai suoi occhi, che non aveva mai potuto vedere nemmeno i loro lineamenti.

«Lu Guang? Sei lui?» 

L’angelo si chiede perché quel nome sembra portare con sé tutto ciò che sta cercando da quando ha iniziato a vagare per i cieli eppure non gli dice nulla. Non rievoca nessun ricordo. 
Indugia ancora negli occhi dell'essere etereo e dannato. Per la prima volta vede il suo riflesso. Si gira di nuovo verso il divano. Sbatte le palpebre e cattura tutta la scena con i suoi occhi; poi si rigira verso il demone dagli occhi limpidi.

L'angelo era uguale al ragazzo dai capelli neri.

La testa gli vortica, piena di confusione. 
Un peso al centro del petto sprofonda, quasi schiacciandolo al suolo, come se tremasse e sul punto di rompersi da un momento all'altro.
Non dovrebbe essere lì e ora capisce perché, perché lo tutti lo hanno avvisato. C’è un motivo, lontano dalla sua comprensione, se non ha ricordi della sua identità, se non ha un nome.

«Tu non dovresti essere qui,» risponde il demone dopo secondi che sembrano infiniti. Gli dà le spalle e lo supera, dirigendosi verso un muro. Sta fuggendo via.

«Aspetta! » l’angelo lo raggiunge e gli afferra il polso. «Noi… siamo loro, non è vero?»

Il demone, no, Lu Guang muove veloce il braccio per liberarsi dalla presa.
«Non dovresti nemmeno fare domande, avresti solo dovuto finire il tuo lavoro…» Lu Guang gli stringe la mano che impugna l’elsa e porta la lama scura al collo, dove scorre ancora il sangue maledetto. «Così…» Spinge contro il taglio, facendo sgorgare altre gocce.

«No, fermo!» l’angelo ritrae di nuovo la spada. La lancia via, sbattendo sul pavimento. Salvare due volte un demone… ridicolo. «Tu… sai chi sono… forse sei l’unico.»

«Perché dovrei aiutarti? Ti fideresti delle mie parole? Angeli e demoni non hanno nulla da spartire.»

«Guardali…» l’angelo indica sul divano. I due ragazzi si sorridono a vicenda, il loro affetto sembra traboccare dai loro sguardi e gesti. «Se noi eravamo amici, ci doveva essere un motivo.»

«Non eravamo amici…» Lu Guang abbassa lo sguardo per qualche istante. «Ti dirò solo una cosa. Non farti domande sul passato, è andato ormai e il futuro è già deciso.» Torna a guardarlo dopo aver detto quelle parole, lo sguardo di Lu Guang è fisso sul suo volto, attento e studioso.

«Cosa intendi?»

«Io sono stato maledetto dai ricordi e dalla loro immortalità, tu sei stato benedetto dall’oblio e dalla sua morte. Non fare l’errore di voler sapere più di quanto dovresti e rimediare, perché non finirà bene.»

La sua voce è indecifrabile, l’angelo non riesce a trovare nessun tipo di emozione al di sotto. Tuttavia, lo sguardo nei suoi occhi sembra spezzarsi.

«Dannazione e beatitudine non dovrebbero mai incontrarsi, forse non avremmo mai dovuto incontrarci nemmeno allora.» 

Lu Guang gli dà’ le spalle e dispiega le ali, stirandole. Le sbatte appena; l’angelo non è sicuro che saranno in grado di sostenerlo.

«Il tuo nome è Cheng Xiaoshi, non cercarmi mai più e forse almeno loro due potranno avere qualcosa…»

Lu Guang spicca il volo e in un attimo sfugge dai suoi occhi.






Note dell'autrice:
Salve e ben tornati! 
Grazie mille per aver letto questa oneshot, spero vi sia piaciuta. E' una storia senza troppe pretese, sono stata ispirata dalla Fantasy AU ufficiale e volevo scriverci qualcosa. Spero non sia troppo breve o confusionaria, per ora è una stand-alone autoconclusiva, ma in realtà c'è un'idea dietro (lore, worldbuilding e trama ci sono nella mia testa) e forse la svilupperò in una piccola raccolta non-cronologica di one-shot di simile lunghezza. 
Per ora vi lascio così e con le art ufficiali dei design, alla prossima! :3

 
   
 
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