Challenge: “Calendario dell’Avvento” - storia partecipante al Calendario dell'Avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum “Ferisce la penna"

Giorno 20

Prompt: Mercatini di Natale - labirinto

 

Fandom: Tsurune

Genere: romantico

Tipo: flash-fic

Raccolta: Calendario dell’Avvento 2023

Personaggi: Kaito Onogi, Nanao Kisaragi

Coppia: shounen-ai

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life, angst, lieve incesto

PoV: seconda persona

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Kotoko Ayano. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Abbraccio

 

Ti teneva saldamente la mano mentre vi districavate in mezzo a tutte quelle persone che si erano radunate per quei mercatini di Natale.

I colori, gli odori e i suoni ti fanno quasi girare la testa, ma tutta la tua concentrazione è sulla mano guantata che tiene la tua per non perderti in quel labirinto multicolore.

Vi fermate davanti ad una bancarella di un artigiano che vende statuine a forma di rana, in ogni posizione e di ogni grandezza.

“Scegline una” ti propone Kaito voltandosi verso di te, ha le guance rosse e sta sorridendo, sa quanto tu ami quegli animali.

Non ha ancora lasciato la tua mano anche se adesso siete fermi davanti a quel banchetto, fissi le statuine e ne vedi una dove i ranocchi sono due e si stanno abbracciando, la prendi in mano e ti volti a guardarlo “Le avevo notate anche io…” commenta e il suo sorriso di fa più ampio, ma non raggiunge i suoi occhi.

Con il tuo pacchetto in tasca proseguite lungo la via “Cosa c’è Nanao?” ti domanda all’improvviso e la stretta della tua mano, che tiene ancora nella sua, si fa più forte, ma tu scuoti la testa sorridendo.

“Nulla” menti nascondendo il viso tra le pieghe della sciarpa.

Ti trascina in un vicolo laterale dove non c’è tutta quella gente, ti blocca tra sé e il muro.

“Non mentire” sussurra poggiando gli avambracci sulla parete di mattoni, il suo viso è vicino al tuo, il suo respiro si condensa in nuvolette bianche, sostieni il suo sguardo e ci leggi lo stesso tormento che si agita dentro di te.

“Davvero non c’è niente” ripeti per convincerlo, ma sai che è inutile, il suo corpo è premuto contro il tuo, poggi la fronte sulla sua spalla.

“Non possiamo andare avanti così” sussurra passandoti le dita tra i capelli e tu rabbrividisci al suo fiato nell’orecchio.

“Kacchan…” stringi il suo giaccone tra le dita, ha ragione, ma non potete superare questo confine, non potete e non dovete, lo sapete entrambi ma è sempre più difficile.

“Andiamo?” proponi, ma nessuno dei due si muove o meglio Kaito ti cinge con entrambe le braccia e ti stringe a sé, gli abbracci sono l’unica cosa che vi concedete, ma scioglierli e sempre più straziante.

“Vorrei che non fossimo cugini…” bisbigli mentre una lacrima scende dai tuoi occhi e si perde nel tessuto scuro della giacca di Kaito.

“Lo so…”

“Perché l’amore può fare così male?” bisbigli e la stretta intorno al suo corpo si fa più forte, il suo respiro è pesante.

“Raggiungiamo gli altri al tempio?” domanda dopo un lungo momento.

“No, restiamo abbracciati ancore un po’” proponi e come sempre te lo concede.

Stretti in quel vicolo laterale, avvolti l’uno dal calore dell’altro, beneficiate l’un altro dell’affetto che vi lega e che negli anni si è trasformato in un sentimento più forte e grande ma per voi proibito.