Steve guardava la neve cadere quieta oltre la finestra. Presto dovremo spalare il vialetto, pensava. E gli tornava in mente l'immagine di una trincea imbiancata come di zucchero a velo, caschi fradici di fango e sangue usati come calze di Natale, da riempire solo di fame e speranza.
Un botto alle sue spalle lo riprecipitò alla realtà.
«Non sono stato io», intervenne Tony, uscendo dalla cucina con l'estintore in una mano, Peter sotto l'altro braccio e Riri appesa al solerte Dum-E. L'olezzo di biscotti carbonizzati avrebbe presto riempito le stanze.
Steve sorrise. Non avrebbe mai potuto immaginare un Natale migliore.