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Autore: Shireith    25/12/2023    2 recensioni
Una punizione e due ore dopo, Wylan si trovava ai Tre Manici di Scopa con il gruppo più mal assortito di tutta Hogwarts. Li chiamavano i corvi, il che era ironico, perché nessuno lì era Corvonero: due Grifondoro, un Serpeverde, un Tassorosso, e un ragazzo di Durmstrang. Matthias, il ragazzo di Durmstrang, aveva mani così grandi da poter spezzare scope a mani nude, ma al momento le impiegava per stringere una cioccolata calda su cui soffiava da dieci minuti buoni.
«Scotta», disse a Wylan.
Alla sua destra Inej, una delle due Grifondoro, sorseggiava silenziosamente la sua. Nina, l’altra Grifondoro, osservava Kaz come se stesse meditando un piano per ucciderlo.

Alternativamente, Wylan, Jesper, i corvi, e qualche esplosione.
‣ Wesper | Hogwarts!AU
‣ Storia scritta per il Secret Santa indetto da Mari Lace sul forum Ferisce la penna.
Per Ashla.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jesper Fahey, Wylan Van Eck
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ad Ashla: spero tanto che questa follia ti piaccia, e tantissimi auguri di Buon Natale! 🩷

Mi fai esplodere il cuore
(come una Caccabomba)



 Serpeverde e Grifondoro erano nemici giurati, i due poli opposti della scuola, l’unica loro caratteristica in comune le manie di protagonismo. Una parte di Wylan era contenta di aver indirizzato il Cappello Parlante su Corvonero, un po’ meno contenta di non avergli chiesto Tassorosso, perché almeno quello gli avrebbe fornito la scusa perfetta per parlare a Jesper Fahey.
 Che cosa avevano in comune Wylan e Jesper: niente, all’apparenza.
 Che cosa ebbero in comune una mattina di ottobre: il professore di Pozioni (fumante di rabbia), l’aula di Pozioni (fumante di… altro), un’esplosione. Il professore di Pozioni li lasciò soli abbastanza da permettere al silenzio di spaccare in due l’aula, insinuandosi nello spazio tra i loro corpi. 
 Jesper allungò una mano per tirare un ricciolo di capelli abbastanza lungo da raggiungere l’altezza dei suoi occhi.
 «Mi dispiace», disse Wylan. «Per i tuoi capelli», aggiunse, come se il ricciolo mezzo bruciacchiato non fosse prova a sufficienza della causa del suo dispiacere.
Per i tuoi capelli e la tua bellissima faccia, aggiunse una seconda volta Wylan, questa volta nella sua testa. Per fortuna tutto ciò che Jesper ne aveva ricavato era un taglio sulla guancia destra, o sarebbe stata una grandissima perdita per le persone di tutta l’Inghilterra, di tutto il mondo.
 Jesper scrollò le spalle. Passarono alcuni secondi e Jesper non diede segno di voler prolungare quella conversazione, poi disse: «Mi sorprende sia stato tu a far esplodere la pozione.» Gli scoccò un sorriso e i suoi occhi brillarono.
 «Mh», disse Wylan. «Perché?»
 Poteva immaginare una risposta, ma voleva comunque che fosse Jesper a dirlo.
 «Sei tu l’esperto di Pozioni qui. A me tutta questa roba» – Jesper allargò le braccia come a voler risucchiare l’intera stanza – «nemmeno piace.»
 Se Jesper non fosse stato un disastro in Pozioni, Wylan pensò, il professore non li avrebbe messi in coppia.
 «Per incentivare la collaborazione tra le case», aveva detto. Wylan immaginò che la collaborazione tra certi Serpeverde e certi Grifondoro stesse andando meno splendidamente.
 «Come mai la pozione è esplosa?» chiese Jesper.
 Wylan gli spiegò che la sete di conoscenza aveva prevalso sull’incoscienza, spingendolo a mettere un pizzico in più di essenza di belladonna di quanto fosse richiesto.
 «Definisci ‘un pizzico’.»
 Wylan non era bravo con i numeri, ma la sottostima che diede a Jesper fu calcolata. E abbastanza da farlo fischiare.
 «Tu sei pazzo. Lo puoi rifare?»
 «Cosa?»
 Passi affrettati giunsero dal corridoio. Il sorriso di Jesper era uno scintillio nella penombra.
 «Quanto sei bravo a far esplodere le cose?» 
 
 
 Una punizione e due ore dopo, Wylan si trovava ai Tre Manici di Scopa con il gruppo più mal assortito di tutta Hogwarts. Li chiamavano i corvi, il che era ironico, perché nessuno lì era Corvonero: due Grifondoro, un Serpeverde, un Tassorosso, e un ragazzo di Durmstrang. Matthias, il ragazzo di Durmstrang, aveva mani così grandi da poter spezzare scope a mani nude, ma al momento le impiegava per stringere una cioccolata calda su cui soffiava da dieci minuti buoni.
 «Scotta», disse a Wylan.
 Alla sua destra Inej, una delle due Grifondoro, sorseggiava silenziosamente la sua. Nina, l’altra Grifondoro, osservava Kaz come se stesse meditando un piano per ucciderlo.
 «E questo è quanto.» Kaz unì le mani sul tavolo e lo osservò con un’espressione che Wylan non riuscì a decifrare. Era serio, forse un po’ annoiato, ma la reputazione di Kaz Brekker dava da pensare che ci fosse dell’altro.
 Wylan si voltò a guardare Jesper a labbra strette. «Mi avevi detto che volevi far saltare in aria qualcosa, non qualcuno.»
 Jesper roteò il cucchiaino tra le dita. «Immaginavo non avresti accettato.»
 Wylan evitò di dire che avrebbe accettato comunque, se non altro per avere l’opportunità di studiare Jesper Fahey nel suo elemento. Solo il suo elemento era...
Un gruppo di svitati?
 «Non so se far saltare in aria le persone sia classificabile come scherzo», disse Wylan.
 Le mani di Kaz fremettero; Kaz si sistemò la cravatta come per tenerle impegnate. «Non è uno scherzo», disse con voce cristallina, «e nessuno salterà in aria.» Quello disse dopo, perché prima era più importante specificare che non era uno scherzo ma – 
 «Un modo per inviare un messaggio.»
 Wylan squadrò gli altri tre. «E voi siete d’accordo?»
 
 
 Nelle settimane che seguirono furono Jesper e Inej, ma soprattutto Jesper, ad accompagnare Wylan alla ricerca di tutti gli ingredienti di cui aveva bisogno. Lo sguardo del professore di Pozioni lo seguiva minaccioso in classe, ma Wylan non sapeva se sospettasse o se fosse il suo solito sguardo.
 Uno di quei giorni, Jesper disse a Wylan: «Ho una partita di Quidditch domani, ti va di venire a vederci?»
 Wylan lo osservò mentre Jesper studiava una confezione di caccabombe, un quadro non molto romantico. In quella frazione di tempo Wylan dimenticò chi sarebbe stata la squadra avversaria e, due giorni dopo, si presentò al campo nella speranza che Tassorosso vincesse contro Corvonero.
 Al diavolo la gloria della Casa e tutte quelle robe lì.
 
 
 Il giorno dopo, in infermeria, Jesper disse: «Non ti piace il Quidditch, vero?»
 Wylan voleva fargli notare che prendersi un bolide in fronte rientrava tra i motivi per cui non andava pazzo per quello sport, ma si astenne per solidarietà; sarebbe stato poco carino fare una tale osservazione di fronte a un ragazzo che era stato colpito da un bolide in fronte.
 «A te perché piace?»
 Jesper allargò le braccia come a dire: serve spiegarlo? «È Quidditch», disse infatti. «E poi ti fa rimorchiare molte ragazze.»
 Wylan considerò l’idea di buttare una Caccabomba a terra e scappare nella confusione. La considerò solo per un attimo, prima che riuscisse a dire: «Solo le ragazze?»
 Un’altra pausa, poi: «No, non solo le ragazze.»
 
 
 Inej lo guardava con le sopracciglia inarcate. Si era offesa che Wylan l’avesse definita il braccio destro di Kaz, oppure…?
 «Sentiamo», disse Inej, «perché non lo chiedi direttamente a Kaz?»
 Kaz Brekker era la persona da cui andavi se volevi un piano, ma –
 «Non credo sia la persona adatta a cui chiedere.»
 «Noi invece lo siamo?» disse Nina, e Inej annuì vigorosamente.
 Wylan sospirò. «Tutto quello che mi serve», disse, «è un piano per conquistare Jesper.»
 «Propongo di andare da Jesper e dirgli, ‘Ehi, vuoi venire con me al Ballo del Ceppo?’», disse Nina.
 «Approvo», disse Inej.
 Wylan andò da Kaz.
 
 
 Wylan si aspettava una rivelazione scioccante in cui persino Kaz Brekker sarebbe uscito dal suo personaggio e avrebbe detto: «In che senso tu hai una cotta per Jesper?»
 Invece un sopracciglio, uno soltanto – la notizia non era abbastanza scioccante da scomodare l’altro – si spostò di un millimetro all’insù. «E quindi?»
 «Lo sapevi già?»
 «Penso che l’unico che non lo sa sia Jesper.»
 Era proprio quello il problema.
 Wylan appiattì le labbra.
 «Mh», disse Kaz pensieroso. «Ci devo pensare. Ti farò sapere.»
 Nel frattempo Wylan andò da Matthias.
 
 
 Matthias disse: «Ci vuole un gesto romantico. Qualcosa di grosso, magari di fronte a tutte le scuole.»
 Wylan andò via.
 
 
 Si torna sempre dove si è stati bene… o dove si è stati in punizione. Il reato questa volta riguardava una fredda mattina di dicembre, un’aula di Pozioni, uno sfortunato professore e una Caccabomba. O forse tre. Forse dieci.
 Di solito era Wylan a prendere il comando in Pozioni; era il suo elemento, ci si destreggiava con la stessa maestria con cui Jesper (di solito) schivava i bolidi. Ma quel giorno Wylan ebbe la non-brillante idea di lasciare che fosse Jesper a occuparsi degli ingredienti. 
 L’errore madornale, tuttavia, fu quello di non spiegare a Jesper il sistema di catalogamento dei suoi appunti, che si basava più sui suoi disegni delle piante e i colori a cui erano associati che alle semplici parole. Quello, e la sacca degli ingredienti era sbagliata.
 «Tre dovrebbero bastare», Wylan aveva assicurato a Kaz, riferendosi alle Caccabombe.
 «Prendine dieci», aveva detto Kaz. «Per sicurezza.»
 Ironico che Wylan ripensasse proprio a quella conversazione sulla sicurezza mentre, a rallentatore, vedeva Jesper buttare nel calderone tutte e dieci le Caccabombe. Erano formato piccolo, modificate da Wylan stesso… per risultare più puzzolenti. 
 
 
 Una serie di posti in cui Wylan e Jesper finirono insieme:
 1. l’infermeria; 
 2. l’aula che il professore scelse per la loro punizione, perché quella di Pozioni era inagibile;
 3. l’aula di Pozioni una volta che tornò agibile (la puzza se n’era andata, la sporcizia no. Chi doveva pulirla: loro – senza magia!).
 Jesper impiegò una mezz’ora buona a lamentarsi di tutto: Kaz, il professore, Kaz, il professore, quelle stupidissime Caccabombe, Kaz. «Tutta colpa di Kaz!» imprecò un’ultima volta, tanto per chiarire il concetto di fronte al muro che stava grattando.
 Tecnicamente, pensò Wylan, sì. Ma anche no.
 «E non ho nemmeno nessuno con cui andare al Ballo del Ceppo!»
 Wylan ripensò al piano di Kaz (scartato quando Wylan si era reso conto che richiedeva un’altra esplosione, nonché due mesi per essere attuato), ai suggerimenti di Matthias e, infine, al consiglio di Nina e Inej. Con sua poca sorpresa, fu l’ultimo a prevalere.
 «Jes», disse, «ti va di venire al ballo con me?»
 
   
 
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