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Autore: sanjihailculoinfiamme    29/12/2023    0 recensioni
[Good Omens ]
[Good Omens ]Spoiler season 2.
A distanza di un anno, Crowley non si è nemmeno lontanamente ripreso da essere stato abbandonato da Aziraphale. Ogni giorno fa più male del precedente, e non sa più cosa fare per andare avanti, ma proprio quando sembra essere la fine, il miracolo natalizio si avvera anche per lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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24 dicembre 2024

Era passato poco più di un anno dall'ultima volta in cui gli occhi gialli di Crowley si posarono su quelli azzurri del suo grande e unico amore. La sua intera esistenza si era ridotta a un niente, o, per meglio dire, a un vuoto incolmabile.
Stava seduto su un divano in pelle bianca, tra le dita una flûte, nella sua nuova casa, che si era obbligato a comprare dopo quell'evento per evitare di rimanere perennemente nei paraggi della libreria di Aziraphale (fallendo).

Passò tutte le giornate in solitudine, per non parlare delle festività. Non che gli fosse mai realmente importato, ma quando il ricciolo gli lasciava un biglietto pop-up per Natale nella tasca della giacca o sui sedili posteriori della Bentley un piccolo ovetto di Pasqua senza che se ne accorgesse (a parole sue, usando la magia, ma lo stesso Aziraphale sapeva di non raggiungere nemmeno i livelli dello stregone peggiore, quindi, miracolando), gli faceva stringere il cuore. Quel suo stesso cuore, così arso per l'intero universo, ma non quando sentiva di essere amato dall'unica creatura che gli avesse mai dato un briciolo di valore.

La peggiore di tutte, fu proprio il 25 dicembre 2023, a poche settimane dall'accaduto. Il suo petto era come trafitto da mille proiettili, e non faceva altro che pensare a quel giorno dell'anno precedente. L'angelo aveva insistito per andare al luna park nel pomeriggio, dopo aver pranzato al Ritz. Crowley si era inizialmente lamentato, perché di stare in mezzo a una folla di bambini urlanti che rischiavano solo di andargli addosso non ne aveva proprio voglia, ma cedette come al solito. Non riusciva a dirgli mai di no, soprattutto non dopo averlo visto tutto imbacuccato, dalla testa ai piedi, avvolto da uno sciarpone al collo e con un cappello pon pon come copricapo. Era adorabile, tremendamente adorabile, ma non glielo disse, e anzi, lo prese in giro. Uno dei Natali più belli della sua vita.

Provò a metterci una pietra sopra, su tutto quanto, ma con scarsi risultati. Andò in qualche pub e, con l'aiuto della più totale ubriachezza, provò a potarsi a letto più volte qualche uomo. E non uomini qualsiasi, ma bensì biondi e riccioli, di forma piena e con occhi lucenti. Si sentiva disgustato a provarci con le esatte copie del suo amato, tant'è che, al momento dell'atto effettivo, schioccava le dite e cacciava di casa lo sfortunato partner, senza nemmeno badare a fargli dimenticare l'incontro qppena avvenuto. Si faceva schifo, nel modo più assoluto, ma non sapeva dove sbatter la testa.

Il bacio, il bacio. Tentò tutto con quel gesto disperato e straziante, nella speranza di poterlo trattenere a sé. A distanza di un anno, si rese conto di aver sbagliato il come, avrebbe dovuto accarezzarlo in viso invece che strattonargli la giacca, e, cosa fondamentale, non avrebbe dovuto mollare la presa di getto, contando per di più che l'angelo aveva ricambiato! La schiena gli bruciava ancora nel punto in cui si poggiò a lui con la mano. Ha tutt'ora stampato, nei suoi occhi serpentini, l'affanno del suo angelo, la paura dipinta sul suo volto e lo spaesamento, dopo che Crowley si staccò da lui, con tutta la prepotenza che ebbe in corpo. Ha sbagliato, e se n'è pentito, sarebbe potuto andare diversamente, ma lui è un demone, e come tale, si fa travolgere dalle emozioni più impetuose. Ogni giorno andò in libreria per sedersi sulla loro poltrona, come a voler sentire ancora addosso la sua presenza. Non rivolse mai la parola a Muriel, se non per qualche saluto di circostanza, e nemmeno quando, con estrema delicatezza, gli porgeva una tazza di tè. Lei, dal canto suo, non lo disturbava, non poneva domande, nonostante andasse contro la sua intera indole. Era a conoscenza di quanto la sua presenza fosse ostile per il demone, e si sentiva tremendamente in colpa per questo. Tutto questo finché, in una squallida giornata infrasettimanale, convinta sul da farsi, si impose di andare a parlargli: "Signor Crowley, ho capito benissimo che mi odi per aver sostituito la persona a te più cara dell'intero Creato. Non sopporti che io vaghi per questi scaffali, né che faccia il suo lavoro e né che qui sia realmente felice, dopo aver passato millenni di nulla. Solo tu mi rendi la vita complicata. Quando ti guardo, mi scomponi ogni cellula, perdo tutta l'allegria, e non posso che pensare che sia io la causa di tutto il tuo dolore, o almeno in gran parte." Crowley fu quasi pronto nel ribattere, per dirle che in realtà non era lei a essere fuori posto, ma lui stesso, che era finita in uno spettacolo di burattini del quale non avrebbe dovuto far parte, ma una forza invisibile lo fermò. Muriel, stremata, sospirò, e, non ricevendo un riscontro, riprese: "Per cui ho pensato, dato che domani mattina andrò in Paradiso per fare un recap mensile degli avvenimenti successi in Inghilterra, se hai qualcosa da riferire, se mi lascerai una lettera, o qualsiasi cosa tu voglia, da dare al Supremo Arcangelo Aziraphale, io lo farò." Crowley si girò finalmente nella sua direzione, per piantare i suoi occhi infestati nei suoi, puri e innocenti, solo per sputarle in faccia una sottile e fredda sentenza: "Mandalo a fanculo". Non si fece più vivo per molto tempo. Nelle settimane a seguire riuscì a mettere in atto uno dei suoi piani programmati da secoli. Riunì un gruppo ristretto di persone-feccia, le quali, per un pugno di denaro in più, avrebbero pure succhiato le palle a un toro. Stranamente, il demone non fu deluso dal loro operato. Ottenne quanto richiesto e dileguò la banda. Il giorno dopo, St. Paul Cathedral scoprì di esser stata derubata di tutta l'acqua santa. *** Si risvegliò dal torpore dei suoi pensieri quando sentì suonare il campanello di casa sua. Chi cazzo è così triste da disturbarlo proprio in un giorno così gioioso? Ovviamente non rispose affatto, ma quel qualcuno era terribilmente insistente. Alla terza volta, posò il bicchiere sul tavolino a lui di fronte e si alzò per andare ad aprire la porta. Quando si ritrovò Muriel di fronte, aveva già deciso che gliel'avrebbe sbattuta in faccia, ma lei prontamente infilò la punta del piede per bloccarla. "Hello hello hello. È parecchio che non ti vedo, ammetto di essermi preoccupata, ma so che non mi devi rendere conto di nulla. Non sono qui per mio volere, né per farti compagnia la Vigilia di Natale, perché so che non mi vorresti appresso. Confesso che mi piacerebbe molto, ma andrò in chiesa a pregare. Purtroppo non sono riuscita ancora a legare con nessuno in particolare, nonostante i clienti di sir. Fell siano tutti molto carini e-". La interruppe bruscamente, irritato dalla sua petulanza estenuante: "Muriel, o mi dici perché sei qua o te ne vai. E in fretta." Non la odiava, nemmeno lontanamente, anche se lei era sicura dell'opposto, solo non sopportava la gioia del suo essere, nel fare qualsiasi cosa, anche la più insulsa. O meglio, era contento che si stesse trovando bene, come un padre orgoglioso della figlia che lascia per la prima volta il nido dei genitori in cerca della sua strada, solo non aveva alcuna voglia di darlo a vedere. Non sentiva più niente, solo un enorme senso di tristezza e lontananza da tutto e tutti. "Signor Crowley, hai ragione, mi sono come al solito persa nei miei pensieri. Sono stata incaricata di consegnarti questo." Gli diede un pacchettino, incartato alla perfezione. "Spero che in qualche modo possa tirarti su il morale. Ti auguro delle buone feste, buonanotte!" Se ne andò, non attese nemmeno che Crowley richiudesse la porta, che rispondesse con un Ti sembro uno che festeggia, porca puttana? Il punto è che era terrorizzato, terribilmente. Imbambolato davanti all'uscio di casa, nella sua fredda dimora, si strinse il pacchettino al petto. Era certo di chi fosse il mandante, non potendo essere l'angelo che gli era appena apparso davanti avendo affermato fosse stato un compito recapitarglielo.
Si mosse verso la finestra, e la aprì, aveva bisogno di aria. Si sentiva mancare il fiato, la terra sotto i piedi, qualsiasi cosa. Era incerto su tutto, sul perché avesse deciso di farsi sentire proprio quel giorno, perché non si fosse presentato di persona invece di incaricare una povera ragazza. Si chiese quindi se ogni tanto pensava a Crowley, del perché avesse detto I forgive you dopo il bacio...

Troppe, decisamente troppe domande gli frullavano nella testa, doveva darsi una calmata. Guardò l'orologio, segnava le 11:48 P.M. A breve avrebbe brindato con sé stesso, se non fosse stato interrotto.
Si sedette sul divano, posò il regalo sul suo grembo, e lo fissò. Trasmetteva un'aura strana, gli tremavano le mani. Non sapeva se aspettare la mezzanotte per aprirlo, come avrebbe fatto per il brindisi, o se farlo subito. Si sentiva male, la testa era fuori controllo. Infine, decise di aprirlo prima che gli fosse presa la voglia di scaraventarlo fuori. Iniziò sciogliendo il fiocco in nastro rosso, per poi poi scartare con fretta e impazienza il resto. Si trovo di fronte a una scatola celeste, con il coperchio. Chiuse gli occhi e inspirò. Ora o mai più, pensò. Lo alzò, e tirò fuori un biglietto classico piegato in due, ma che esternamente era interamente bianco, senza scritte o disegni. "Il Supremo Arcangelo ha ben pensato di fari impazzire", disse ad alta voce, ma che sentì spezzarsi dalla tensione.
Solo allora lo aprì, le mani più tremanti. Per i primi secondi, l'interno rimase immacolato, la gola si serrò per il brutto scherzo, ma poi prese a mutare in qualcos'altro... Un origami? Sì, un origami, che si stava auto piegando fino a raggiungere la forma di un uccellino. Il demone era sorpreso, immobilizzato, da ciò che stava assistendo, ma riuscì a tendere la mano al piccoletto per farlo posizionare sopra di essa.

Tra le zampette teneva un ulteriore fogliettino arrotolato, che gli lasciò sul palmo prima di mettersi a svolazzare per la stanza. Crowley si sentì scosso, non riusciva a mettere ordine ai suoi pensieri, soprattutto quando l'uccellino si mise a fischiettare un motivetto che credeva di aver già udito da qualche parte.
Srotolò il biglietto che faceva ballare tra le dita. Da una grafia deliziosa ed elegante, lesse: "A nightingale will sing again." Una lacrima discese sul suo viso, poi un'altra e un'altra ancora. Proruppe in un pianto intenso e disperato, forse trattenuto per troppo tempo, e lui era il tipo di persona che non piangeva mai. Singhiozzò rumorosamente e si lasciò andare alla marea di emozioni che lo travolse. Per numerosi minuti, si potè sentire in quella stanza solo un battito di ali cartacee e un Crowley piangente come nessuno aveva mai visto, fino allo scadere della mezzanotte, quando fu interrotto dal rintocco dell'orologio. Cercò di darsi un contegno, si asciugò con la manica le lacrime che non avevano messo di scorrere fino a quel momento. Non era affatto da lui, e non era sicuramente un motivo valido per iniziare, ma Aziraphale gli mancava come il sole, era il suo sole, e non sapeva in alcun modo come viverci senza. Si decise ad alzarsi dal divano, raccattò il flûte pieno di acqua santa, e andò a svuotarlo fuori dalla finestra. Se l'Arcangelo non si fosse fatto vivo quel giorno, ora Crowley non lo sarebbe. L'origami di usignolo (ora l'aveva capito) si poggiò sulla sua spalla, come se avesse compreso il senso di quel gesto e volesse stargli accanto. Guardò fuori, e in lontananza sentì risate piene di gioia e chiacchiericci. Alzò gli occhi verso un cielo che immaginava fosse stellato. Gli mancava poter vedere le stelle, ma mai quanto il suo Aziraphale, e si immaginò che potesse ricambiare il suo sguardo da lassù. E, per la prima volta dopo un anno, il demone si concesse di sorridere.

"Buon Natale, angel.”




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Note dell'autrice
Ciao a tutt*! Questa è la mia prima storia effettivamente pubblicata. Sono anni che scrivo bozze di qua e di là tenendomi tutto per me, ma per una volta ho deciso di mettercela tutta e non darmi per vinta. Qualcosa ne è uscito, spero possa piacervi, e che sia comprensibile al 100%. Ho iniziato con la mia coppia preferita, perchè non avrei potuto fare diversamente: questi due mi hanno preso il cuore me l'hanno strappato in mille pezzi, e solamente dopo avermi fatto innamorare follemente di loro, ovviamente per aumentare la mia sofferenza. Mi auguro di essere riuscita a trasmettere il mio immenso amore attraverso queste parole, che dopo un finale del genere ce lo meritiamo parecchio qualcosa che ci possa far sperare. Grazie a chi leggerà, e buone feste!  
   
 
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