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Autore: Abby_da_Edoras    30/12/2023    2 recensioni
Dopo circa cinque anni ritorno a scrivere su questo fandom e, in effetti, questa long fic si può considerare il sequel delle mie raccolte di storie su Elijah e Tristan con la mia versione dei fatti. Se ricordate, era rimasta in sospeso la quinta stagione, che non avevo visto e che racconto in questa long fic a modo mio. I protagonisti, però, non saranno più Elijah e Tristan (che comunque sono sempre insieme e fanno parte della storia), bensì la mia nuova OTP di questo fandom... vedrete. Dunque, sono passati cinque anni dagli avvenimenti della mia ultima OS e finalmente Kol è riuscito a scoprire chi minaccia Hope, solo che... ha scoperto anche un'altra cosa molto importante sulla sua identità e questo cambierà la sua vita e quella di chi gli sta accanto.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori della serie TV "The Originals".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Kol Mikaelson, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 8: Supernova

 

I’m waiting for your last goodbye
‘Cause I’m not over it, not over it
I’m waiting for your last goodbye
The kiss of time

Like thunder screaming out for a flash of lightning
Stars are falling down for God’s applause
I’m waiting for the light of your supernova
Your last goodbye

I’m waiting for you, supernova, supernova, supernova…

(“Supernova” – Within Temptation)

 

Erano le prime luci dell’alba e Klaus valutò che fosse trascorso abbastanza tempo, era il momento di risvegliare Kol. Con delicatezza lasciò la presa sul suo cuore e tolse la mano dal suo petto, lasciando che la ferita si richiudesse e che il cuore fosse di nuovo libero di battere. Andò velocemente in bagno per pulirsi le mani macchiate perché non sopportava di sentire il sangue di Kol sulle mani, gli sembrava qualcosa di malsano e perverso, sebbene in realtà non aveva certo voluto fargli del male e anzi si era sentito in colpa per tutto il tempo in cui lo aveva tenuto esanime. Ritornò il più in fretta possibile per essere al fianco di Kol quando si fosse risvegliato, così si rimise nel letto con lui e lo strinse tra le braccia. Proprio in quel momento lo vide riprendere pian piano il suo colore naturale, poi sussultare, prendere un grosso respiro e spalancare gli occhi guardandosi intorno, confuso.

“Kol, sono qui, non preoccuparti. Stai bene?” gli chiese, con premura affettuosa.

“Sì, mi sento bene” rispose il giovane, ancora disorientato ma prendendo progressivamente consapevolezza di sé e di ciò che lo circondava. “Dunque… avrà funzionato, secondo te? Adesso sono davvero un ibrido?”

“Immagino di sì” rispose Klaus, “abbiamo fatto tutto quello che dovevamo.”

“Non dovrei sentirmi… diverso da prima?”

“Io non mi sentivo diverso, non è come quando diventi un vampiro, non ci sono manifestazioni sensibili che testimoniano che sei un ibrido” spiegò Klaus. “Temo che la prima vera manifestazione sarà quando ti trasformerai per la prima volta in un lupo mannaro, alla prima luna piena.”

“È davvero così terribile?” domandò Kol, percependo la preoccupazione di Klaus.

“È molto doloroso e vorrei che ti fosse risparmiato” confermò lui. “Forse, però, potremmo fare in modo che tu riesca a controllare la metamorfosi, magari Freya potrebbe incantare un oggetto, come un bracciale che potresti portare e che inibirebbe la trasformazione. E chissà, forse col tempo sarai tu stesso in grado di bloccarla, quando i tuoi poteri di sciamano saranno più forti.”

“Sì, quella del bracciale potrebbe essere una buona idea” mormorò Kol. Si sentiva turbato, ma non era per timore della trasformazione in lupo mannaro e del dolore che avrebbe causato. Ad un certo punto la consapevolezza della presenza di Klaus così vicino a lui iniziò a farsi più potente e intensa, solo a guardarlo si sentiva tremare le gambe e il cuore gli batteva furioso in petto. Era qualcosa che non aveva mai provato prima, nonostante quello che era già accaduto tra loro due: nell’aria si percepiva una tensione fortissima e dall’espressione del volto di Klaus e dal fuoco nei suoi occhi era chiaro che la sentiva anche lui, che qualcosa era realmente cambiato nel loro legame. Ora, in un certo senso, Kol era davvero la sua creatura e ne erano entrambi consapevoli.

“Credo che questa sia la prova che la trasformazione ha funzionato” mormorò Klaus con voce roca, poi si distese su Kol, gli prese il viso tra le mani e iniziò a baciarlo catturandolo con il tocco e il movimento delle sue labbra e delle sue mani su di lui. Era come se il contatto tra qualsiasi parte dei loro corpi incendiasse tutto e Klaus prese Kol invadendolo e fondendosi totalmente con lui, continuando tuttavia ad essere lento e premuroso, non voleva spaventarlo, voleva che tutto fosse perfetto e meraviglioso. Dopo un tempo infinito e meraviglioso l’estasi divampò con la forza di mille soli e i loro corpi fremettero fino alle più intime fibre del loro essere, abbandonandosi ad una serie di onde di piacere mai provate che li lasciarono stremati, disfatti ma pieni di una felicità sconosciuta.

Klaus accarezzo con tenerezza i capelli e il viso di Kol.

“È quasi l’alba e so che i vampiri e gli ibridi non hanno davvero bisogno di dormire” disse, “ma quasi sicuramente questa notte Greta e i suoi Notturni ci attaccheranno e noi dovremo essere lucidi e riposati… non certo come adesso. Meglio dormire qualche ora.”

Le braccia di Klaus avvolsero nuovamente Kol in un dolce abbraccio nel quale il giovane si abbandonò, esausto e felice, affondando il viso nell’incavo del suo collo e lasciandosi invadere dal suo profumo, dal suo calore, dalla sua presenza; le loro gambe e i loro corpi erano intrecciati e così stretti da non capire più dove finisse l’uno e iniziasse l’altro. Kol si addormentò per primo, sentendosi al caldo e al sicuro, mentre Klaus rimase ancora qualche minuto ad accarezzare i capelli del giovane, mentre il suo respiro tiepido e sempre più regolare gli accarezzava la pelle mandandogli brividi fino in fondo al cuore; infine, cullato da quella intensa e inebriante emozione, anche lui si lasciò andare ad un sonno profondo.

Erano le otto e mezza quando Rebekah, Hayley e Freya si ritrovarono nel patio di Villa Mikaelson, smarrite e preoccupate.

“Ti ho detto che ho controllato, Nik non è nella sua stanza” disse Rebekah. “E il letto è intatto, sembra che nessuno ci abbia dormito, stanotte.”

“Non sarà andato davvero a consegnarsi a Greta, vero?” domandò Hayley.

“No, no, non è possibile, neanche Klaus farebbe una cosa tanto stupida” replicò Freya. “Sa benissimo che non servirebbe a niente e che, anzi, potrebbe essere usato come esca per attirare anche voi.”

“Va bene, e allora dov’è? Tra poco Hope si sveglierà e vorrà sapere dov’è suo padre, cosa dovrei raccontarle?” insisté Hayley.

“Non lo so, te l’ho detto che sono preoccupata” esclamò Rebekah. “Nik è impulsivo e arrogante, potrebbe benissimo essere andato da Greta fingendo di volersi consegnare e pensando di poterli eliminare tutti da solo… Già altre volte ha fatto cose del genere, ma questo è diverso, non è solo un gruppo di vampiri razzisti, hanno degli alleati potenti che forse noi nemmeno conosciamo!”

“Allora cosa facciamo?” Hayley iniziava a farsi prendere dal panico. Cosa avrebbe detto a Hope se davvero Klaus fosse andato a cercare di farsi giustizia da solo… e i Notturni l’avessero ucciso? Sua figlia non se lo sarebbe mai perdonato, si sarebbe sentita colpevole per il resto dei suoi giorni sapendo che aveva commesso quell’imprudenza per proteggerla.

“Hayley, tu chiama Marcel e chiedigli se, per caso, è andato da lui. Magari voleva vedere con i suoi occhi com’è andata la sua trasformazione nella Bestia” propose Freya. “Io chiamo Elijah per sapere se è andato a Davilla Estate, anche se ne dubito. Rebekah, tu vai a svegliare Kol e poi, quando avremo scoperto dove si trova Klaus, agiremo di conseguenza.”

E così andò, infatti. Freya chiamò il cellulare di Elijah e Hayley quello di Marcel, mentre Rebekah si recava al piano superiore per raggiungere la camera di Kol.

Klaus udì i passi della sorella quando era ancora nel corridoio e si affrettò ad alzarsi e rivestirsi, mentre lei arrivava alla porta e bussava.

“Kol, sei sveglio? Sei presentabile? Guarda che entro, è un’emergenza, ti concedo cinque secondi” disse, e aveva la mano sul pomolo della porta quando questa si aprì e la ragazza si trovò davanti…Klaus!

“Nik, ma cosa ci fai qui? Ti abbiamo cercato dappertutto ed eravamo preoccupatissime perché non eri in camera tua e non hai dormito nel tuo letto, temevamo che fossi andato davvero dai Notturni a commettere qualche sciocca imprudenza e invece…” esclamò Rebekah tutto d’un fiato. Poi, placata la paura per le sorti del fratello, cominciò a rendersi conto di quanto stava vedendo.

Klaus era in piedi davanti a lei, ma non nella sua stanza bensì in quella di Kol. E Kol se ne stava ancora beatamente crogiolato nel letto, avvolto nelle lenzuola che conservavano ancora l’impronta e il calore di Klaus.

“Senti, sono davvero felice di vederti sano e salvo dopo aver pensato le cose peggiori, ma adesso potresti per favore spiegarmi perché ti trovi nella camera di Kol e, a quanto pare, ci hai passato tutta la notte?” domandò Rebekah, che cominciava ad avere un sospetto più che vago e dalla preoccupazione era passata al divertimento e anche al sollievo, perché nonostante la stranezza apparente era una bella cosa che Klaus e Kol avessero trovato il modo di essere felici dopo tante sofferenze e tanta solitudine, lei ne sapeva qualcosa…

Klaus assunse un’espressione impenetrabile.

“Kol mi ha chiesto di trasformarlo in un ibrido” spiegò. “Io non volevo, all’inizio, ma lui ha insistito tanto, voleva essere più letale in vista del combattimento contro Greta e i suoi Notturni e così… beh, sono rimasto qui con lui tutta la notte mentre avveniva la mutazione.”

Kol sembrava aver ripreso coscienza di sé e del mondo che lo circondava solo in quel momento e si rese conto che Rebekah era nella stanza e che, dietro di lei, stava arrivando anche Hayley.

“Ho chiamato Marcel, ma Klaus non è con loro e…” iniziò a dire la donna, ma anche lei si bloccò sulla soglia a guardare con aria perplessa Klaus in piedi accanto a Rebekah e Kol ancora a letto. “Ma che sta succedendo qui?”

“Ho chiesto a Nik di trasformarmi in un ibrido e lui lo ha fatto” questa volta fu Kol a rispondere.

“Ah, ma guarda” commentò Hayley, sorpresa. “E per farlo doveva restare nella tua stanza per tutta la notte?”

“Ho dovuto fermargli il cuore, sai anche tu come funziona, no?” ribatté subito Klaus. “Kol doveva morire e rinascere come ibrido, mi sono assicurato personalmente che andasse tutto bene.”

“Oh, certo, ti sei assicurato personalmente” ridacchiò Rebekah.

“Bene, almeno ora sappiamo che Klaus si trova qui e non è andato a fare l’eroe da qualche parte. Direi che possiamo lasciarli soli… cioè, che possiamo tornare di sotto e lasciare che Kol si decida a uscire da quel letto” concluse Hayley, che si mostrava seria ma aveva una luce maliziosa negli occhi. “Anzi, visto che sono qui ne approfitterò per andare a vedere se Hope è sveglia. Andiamo, Rebekah?”

Rebekah sembrava voler restare e scoprirne di più su quella notte così interessante, ma Hayley la prese per il braccio e la condusse con sé. Klaus richiuse la porta, ma una semplice porta non poteva niente contro l’udito incredibilmente amplificato di un ibrido Originale e lui si ritrovò ad ascoltare tutto quello che le due si dicevano mentre andavano in camera di Hope.

“Hanno passato la notte insieme, questo è chiaro. Adesso capisco un sacco di cose, c’è sempre stato un legame strano tra loro: Kol cercava in tutti i modi di attirare l’attenzione di Nik e lo faceva generalmente nel modo sbagliato, così Nik lo pugnalava e lo chiudeva in una bara, ma anche quello era un modo per averlo sotto controllo. Immagino che, non appena saputo di non essere fratelli, si sia spalancato un mondo di opportunità per loro. Adesso sì che ha attirato l’attenzione di Nik! Chissà se è vero che Kol voleva diventare un ibrido e che Nik lo ha effettivamente trasformato” diceva Rebekah.

“Penso di sì, anzi, magari è iniziato tutto da quello. Si era capito benissimo che c’era una forte tensione tra loro in questi giorni e, proprio come hai detto tu, sapere di non essere fratelli li ha turbati particolarmente” replicò Hayley. “Figurati che proprio ieri Hope mi diceva che era contenta per suo padre, che aveva sempre temuto di lasciarlo solo e triste e invece sarebbe stato bene perché lo zio Kol è innamorato di lui. E diceva di essere felice anche perché così Kol sarebbe stato un Mikaelson anche senza esserlo di sangue. Insomma, io le ho detto che aveva una gran fantasia e che si faceva troppi film mentali, ma lei insisteva e… beh, a quanto pare aveva ragione!”

Per Klaus era abbastanza, non voleva sentire altro.

“Insomma hanno capito tutto, eh?” fece Kol, mentre si rivestiva. “Immagino che prima o poi dovesse succedere, comunque sembra che l’abbiano presa bene, no? Secondo te lo terranno per sé o lo racconteranno a tutti?”

Klaus aveva uno sguardo allucinato.

“Hope ha detto quelle cose” mormorò. “Deve aver percepito qualcosa… non immaginavo che fosse preoccupata per me sapendomi solo, però… Comunque se lo ha capito lei, allora lo avranno capito anche gli altri e comunque Rebekah lo racconterà di sicuro a Marcel e Elijah.”

“Nik, sei pentito?” chiese Kol, improvvisamente incerto e rabbuiato.

Klaus alzò lo sguardo e sentì una morsa al cuore, un dolore che era insieme strazio e dolcezza, nel vedere la delusione sul volto del giovane. Quante volte, in passato, lo aveva rattristato e deluso negandogli la sua attenzione e il suo affetto? Anche nei lunghi secoli durante i quali si erano creduti fratelli questo era stato il rapporto tra di loro: Klaus tutto preso a inseguire le sue ambizioni e troppo occupato per interessarsi di Kol, che massacrava e fingeva di fregarsene solo per somigliare a lui… Chissà quanto aveva sofferto in fondo al cuore e adesso, forse, temeva che lui potesse respingerlo ancora una volta? In un istante fu da lui e gli sorrise, un sorriso insieme tenero e accattivante.

“Pentito di cosa, di averti trasformato in ibrido?” domandò, ironico.

“Dai, sai benissimo a cosa mi sto riferendo. Sei pentito per quello che c’è stato tra noi? Sei preoccupato per come questo potrebbe influire sul tuo rapporto con Hope e con gli altri? Io lo so che non siamo mai andati molto d’accordo e…” Kol sembrava ripiombato tutto d’un tratto nelle insicurezze che lo avevano accompagnato per secoli.

“Io non sono pentito di niente” dichiarò Klaus, scandendo bene le parole e dimostrando la loro verità con un bacio profondo e intenso, che fece passare brividi gelidi e bollenti dall’uno all’altro come una corrente elettrica, facendoli sentire uniti come pezzi di un unico spirito, come ormai erano. “Io ti amo, Kol. Tutto quello che è accaduto prima è il passato e non mi interessa. Noi inizieremo una nuova vita e saremo di nuovo una famiglia, anche se in modo diverso. Ma niente mi separerà da te, noi siamo una cosa sola… e se qualcuno avrà da ridire che s’impicchi. Voglio proprio vedere se Elijah oserà rimproverarmi, lui che ormai da anni nutre un’insana passione per quel Conte spocchioso e arrogante di Tristan De Martel. Anche se devo ammettere che adesso riesco a capire meglio cosa prova e perché, nonostante tutto, non è mai riuscito a staccarsi da lui a costo di inimicarsi la famiglia. Per quanto io non sopporti Tristan, per Elijah rappresenta quello che tu rappresenti per me.”

Adesso Kol era avvampato e sembrava non riuscire a sostenere il fuoco degli occhi di Klaus che lo incendiavano e lo disintegravano.

“Tristan non è poi così male” commentò, non sapendo che altro dire. “In fondo ieri mi ha salvato la vita con la sua Strix.”

“Dunque mi mostrerò benigno con l’arrogante De Martel” fece Klaus, sarcastico, “poiché è intervenuto al momento giusto in tuo soccorso.”

Strinse ancora una volta Kol tra le braccia e lo baciò, incollandolo a sé e lasciando che tutto il resto del mondo svanisse. Esistevano solo loro due, tutto il resto poteva aspettare ancora un po’.

Fine capitolo ottavo

   
 
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