Ristorante di lusso.
Cena a lume di candela.
Camicia inamidata e cravatta strettissima.
Il povero Crilin era talmente nervoso che rischiava sempre di rovesciare il calice di vino.
Ancora non riusciva a credere che C18 avesse accettato il suo invito a cena.
Lei aveva capito che lui l'amava davvero, ma non capiva perché.
Perché Crilin provava tutto questo affetto per lei, nonostante il modo in cui lo trattava?
Perché si era intestardito con lei, con tutte le ragazze umane che c'erano in giro?
Perché non si metteva l'animo in pace e non pensava a sé stesso come chiunque altro?
Ma forse Crilin non era come tutti gli altri.
Quando era ancora una ragazza umana, C18 era giunta alla conclusione che gli uomini fossero tutti dei sudici, schifosi ed egoisti.
Ma Crilin era un'eccezione.
Da quando aveva imparato a conoscerlo meglio, era rimasta colpita dal suo carattere.
Crilin era forte, ma era anche ingenuo, impacciato e gentile.
- Ehi - disse C18.
- Qualcosa non va? - chiese Crilin.
- Dimmelo tu - disse l'androide stringendo gli occhi. - Mi hai invitata a cena, ma non hai ancora aperto bocca. Se ti metto a disagio, posso pure andarmene!
- COSA?! No, c'è un equivoco!
L'androide sorrise.
A quel testone occorresse un po' di iniziativa ma, se fosse dipeso da lui, sarebbe rimasto in silenzio a cincischiare con quel bicchiere per tutta la sera.
Probabilmente era il vestito di lei a metterlo in soggezione.
Quell'abito da sera rosso, che evidenziava i fianchi e il décolleté, in effetti era lontano dal suo solito stile di abbigliamento.
Ovviamente non poteva presentarsi in un ristorante come quello con jeans e maglietta, ma non immaginava di avere così tanto effetto su Crilin.
La verità era che, sia in abito da sera che in tenuta da combattimento, C18 era affascinante come nessun'altra donna.
Crilin non sapeva che dire, temeva di rovinare tutto come al solito.
C18 lo capiva e decise di aiutarlo a sbloccarsi.
- Lo sai che sei strano? Prima mi inviti e poi ti comporti come se non ci fossi! Mi vuoi forse prendere in giro?!
- Ma no, è solo che...
- Cos'è, il Drago ti ha mangiato la lingua? Se è questo il tuo concetto di dialogo, allora dovresti tornare a scuola!
Crilin ammutolì, pieno di vergogna.
Voleva trascorrere una bella serata con lei, invece stava combinando un disastro.
Perché non riusciva a dichiararle ciò che provava?
Se lei avesse deciso di andarsene, l'avrebbe persa per sempre.
- Addio! - disse lei alzandosi.
- Ti prego, aspetta!
Tutti i presenti li guardarono.
C18 si fermò senza voltarsi.
- Per favore, non voglio che tu te ne vada con un'idea sbagliata di me, non potrei sopportarlo!
Silenzio.
Crilin strinse i pugni, raccolse tutto il suo coraggi e finalmente riuscì a parlare.
- Quando ho espresso a Shenron quel desiderio per te, non l'ho fatto per avere qualcosa in cambio! So che tu non proverai mai le stesse cose che provo io, ma voglio solo che tu sia felice! Sei una donna fantastica e meriti il mondo! Non c'è niente di più bello che vederti sorridere e mi riempirebbe di gioia sapere che uno dei tuoi sorrisi è per me! Quello che sto cercando di dire è che...
Il momento era arrivato.
Anche se lei l'avesse rifiutato, Crilin non poteva più tenersi dentro ciò che provava.
Si mise in ginocchio, prese una scatolina e l'aprì, rivelando un anello luccicante.
- Ti amo C18, ti amo più di qualsiasi altra cosa!
- Aspettavo che lo dicessi, adorabile testone che non sei altro! - disse lei voltandosi e sorridendogli.
Crilin arrossì.
Era la prima volta che C18 gli sorrideva con affetto.
L'androide si chinò ad abbracciarlo e gli stampò un tenero bacio sulle labbra.
Tutti i presenti applaudirono commossi.
Quella fu senza dubbio la serata più bella e importante della vita di Crilin.