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Autore: Anchestral    31/12/2023    3 recensioni
Lu Guang inizia una nuova immersione, ma molte cose sono cambiate, più di quante immagina.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Cheng Xiaoshi, Lu Guang
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: Gender Bender
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First Love/Late Spring

Please hurry leave me

I can't breathe

Please don't say you love me

胸がはち切れそうで

(my chest seems it’s going to burst)

Mitski - First Love/Late Spring (Official Audio)

 

Il flash della fotocamera interna gli accecò gli occhi e si trovò costretto a strizzarli. Chiuse il telefono senza nemmeno osservare l’immagine e lo ripose in tasca. Si guardò intorno, tutto era così opaco intorno a lui. No, si sbagliava, non era tutto solo opaco…

Lu Guang non rimase particolarmente sconvolto quando capì di non essere più in grado di vedere i colori. Riavvolgere le lancette così tante volte provocava quell’effetto; un senso di apatia profondo nei confronti di tutto ciò che succedeva intorno a lui. Piccole azioni, incontri nuovi, i tramonti… Nulla era più nuovo o autentico. Guardare e riguardare, vivere e rivivere rovinava i piccoli nuovi dettagli che provocavano stupore, tutto era stato rovinato ai suoi occhi.

Il vedere in bianco e nero doveva essere un risultato di quella apatia, aveva pensato. Aveva letto in un libro che i colori si affievolivano con la depressione, quindi non si pose troppe domande al riguardo. Era solo una conferma dei suoi dubbi riguardo il suo stato mentale.

Cosa poteva farci? Lui aveva scelto quella strada. Prima o poi tutto sarebbe terminato.

Sospirò. Tornare nella sua cameretta da adolescente gli provocava un misto di nostalgia e nausea. Gli capitava di rimpiangere la scuola ma avrebbe preferito che quelli rimanessero dei ricordi cristallizzati nel tempo, non di dover rimettere piede in quel posto maledetto a cadenza regolare. Si guardò il polso in cerca del suo orologio, non trovandolo. Si avvicinò alla sua scrivania. Era una persona abitudinaria, se non era intorno al suo polso doveva averlo appoggiato lì, e infatti il led dell’orologio digitale sbrilluccicava nell’aria statica. Mentre lo prendeva, la sua attenzione fu attirata dallo specchio tondo poggiato poco vicino.

Dovette ammettere che ciò che vide quella volta lo sconvolse. Lunghi capelli gli cadevano con grazia sulle spalle. Ma non era solo una questione di capelli lunghi, sarebbe stato semplice. C’erano troppe cose diverse nel suo aspetto. La ragazza nel riflesso sbatté le palpebre, no, era stato lui stesso a farlo.

Doveva aver sbagliato qualcosa in particolare quando aveva fatto ripartire l’immersione o l’universo doveva aver deciso di mettere a dura prova la sua pazienza. Questo complicava le cose, e non di poco, nella sua missione. Non era mai capitato prima.

Come vive una ragazza? Come avrebbe dovuto comportarsi? Non era già difficile non vedere più i colori... Una cosa era certa, quei capelli lo turbavano. Osservò di nuovo il piano della scrivania, afferrando un codino per legarli. Cercò di replicare il movimento che vedeva Cheng Xiaoshi fare per legare i suoi e che qualche volta lui stesso aveva fatto.

Si congelò sul posto, mentre stringeva il nodo, ripensando a lui. Come sarebbero cambiate le cose tra di loro, adesso che era diventato una ragazza e lui era un ragazzo?

Sospirò di nuovo, osservandosi ancora allo specchio, forse sperando che lei gli desse qualche risposta che non poteva avere. Tutto era cambiato in modo drastico, tutte le sue conoscenze erano inutili. Riprese in mano il telefono e osservò la foto, nella speranza di riuscire a vederci qualcosa di utile. Scorse le immagini avanti e dietro più volte.

Inutile anche quello, nessun indizio. Cosa si aspettava di preciso? Sapeva già che nelle solite linee temporali si sarebbero incontrati il giorno dopo. 

Quella linea temporale era già da buttare?

No, Lu Guang! - si ammonì. Era troppo presto per saltare a conclusioni affrettate, avrebbe aspettato l’indomani per decidere cosa fare. 

Era preoccupato, però. Non tanto per il suo nuovo corpo. Ragazzo o ragazza non faceva differenza.  Le cose di cui importarsi si riducevano drasticamente quando si inizia a spiralizzare e perdersi nelle trame del tempo e del senso di colpa. Anzi era sicuro sarebbe riuscito ad abituarsi velocemente alla sua nuova identità. Era pur sempre Lu Guang, nonostante tutto, qualsiasi cosa fosse rimasta del suo Io, dopo tutto ciò che aveva vissuto.

Ciò che lo preoccupava davvero era come riuscire ad avvicinarsi di nuovo a Cheng Xiaoshi. Troppe cose potevano andare male e il peso delle possibilità stava diventando troppo da sopportare. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo per darsi coraggio.

Non si sarebbe arreso così velocemente. Non lo aveva mai fatto e non avrebbe iniziato in quel momento.



Lu Guang aspettò che anche l’ultima campanella del pomeriggio suonasse. Collezionò tutti i suoi libri e li ripose nella borsa. Si diresse subito fuori la classe e poi sul retro della scuola. 

Le suole delle scarpe battevano sul cemento della strada che portava al campetto da basket. Non sapeva perché stava correndo, la sua testa le aveva detto così e aveva iniziato a farlo. Forse temeva troppo le risposte alle sue domande, forse aveva paura di vedere tutto sgretolarsi di nuovo davanti a lei. Non pensava nemmeno fosse possibile ma, se avesse dovuto soffrire un nuovo tipo di dolore, era meglio provarlo subito e tutto, come un cerotto che viene strappato via con talmente tanta violenza da sanguinare di nuovo.

Gli alberi, che scorrevano davanti ai suoi occhi, sembravano le bande di una vecchia televisione sintonizzata su una frequenza mal funzionante, e le nuvole sfilacciate nel cielo erano come tanti cavi elettrici che guizzavano sopra la sua testa. 
Era strano non vedere più i colori; l’azzurro dell’ultima primavera in cui si erano incontrati e di nuovo innamorati, o il verde dei prati in cui avevano passeggiato per migliaia di chilometri. Strano ma in un qual senso confortante, nel modo in cui una canzone triste può capire una persona distrutta, come lei. Non sapeva nemmeno da quanto tempo ormai, non le importava più nulla di se stessa.

Tuttavia aveva un rimpianto. C’erano dettagli che, anche se aveva visto migliaia di volte e in decine di vite, anche se li conservava stretti nel suo cuore e negli occhi dei suoi ricordi, non l’avrebbero mai stancata. Ogni volta, in ogni vita in cui li avrebbe visti, sapeva che sarebbe stato come la prima volta, che li avrebbe apprezzati e avrebbe sorriso, per davvero. 

Sapere che non avrebbe potuto rivedere gli occhi castani di Cheng Xiaoshi illuminarsi d’oro, con quella sua dolcezza e affetto che solo lui sapeva donare, le spezzava il cuore. Forse non avrebbe potuto mai averlo in questa nuova vita, forse non avrebbe nemmeno potuto osservarlo da lontano, forse non ci sarebbe stato posto per lei nemmeno come amica. Quella possibilità, per quanto piccola, per quanto potesse essere anche solo l’un percento, faceva male. Solo il fatto che esistesse, faceva male.

Si portò una mano al petto, all’altezza del cuore. Stringeva e ringhiava, voleva solo liberarsi della morsa. Strinse il tessuto della maglietta e continuò a correre. 

Il campo da basket cominciava ad apparire all’orizzonte della sua vista, il canestro svettava senza vita al centro, come un’antenna della linea telefonica. Il suo sguardo guizzava da una persona all’altra nel campetto.

Tra di loro non c’era nessun ragazzo.

Non era lì.

Si fermò, piegandosi sulle ginocchia, respiri affannosi lasciavano le sue labbra. Strinse i pugni, serrò i denti così forte che la mascella si indurì e le tempie iniziarono a pulsare, doloranti. Ma non abbastanza. Delle piccole macchie più scure iniziarono a cadere sulla pavimentazione sporcandole di grigio scuro, tra le sue scarpe indefinite, fu solo così che si accorse di stare piangendo.

Dove diamine era finito? Quante cose erano cambiate… 

Ma una sola paura le attanagliò il petto più forte di altre. Era scomparso? Cosa diamine aveva combinato con questa immersione… Lu Guang rimase immobile, con lo sguardo fisso sulle pozze delle sue lacrime, ponderando sul da farsi, dove cercarlo.

Il frusciare delle voci e delle risate si confondeva con il vento, in un rumore statico fastidioso, come corrente sibilante nei muri. La palla impattava veloce sul campetto simile ai suoi pensieri contro le pareti della sua mente. 

«Attenta!» gridò una ragazza.

Non fece in tempo a spostarsi. Lu Guang registrò prima la botta della palla pesante contro la sua testa, che le parole che gli avevano urlato.

Cadde a terra, urtando con il sedere. 

Bene, ora faceva male anche quello, oltre alla botta che le rimbombava contro le tempie. Poteva dirlo: era decisamente una giornata del cazzo. Si portò una mano alla fronte nel punto colpito, massaggiandolo e scombinando i ciuffi bianchi senza senso.

Il rumore di altre scarpette la raggiunse.

«Hey, ti sei fatta male?»

Una mano sbucò nella sua visuale.

«Non è nulla…»

Si asciugò le lacrime e prese la mano di fronte a lei. L’altra ragazza la tirò verso l’alto e Lu Guang tornò sui suoi piedi.

«Grazie…»

«No, scusami tu. Non volevo colpirti.»

Lu Guang alzò lo sguardo.

Se c’era una cosa di cui Lu Guang rimase sconvolta, fu quando iniziò rivedere i colori, il primo in specialmente. Due occhi tondi e castani la guardavano sorpresi. Le lunghe ciglia sbattevano incredule. Capelli castani arruffati erano raccolti alla bene e meglio in un piccolo chignon basso e piccoli ciuffi ribelli le incorniciavano il viso. E da lì tutto intorno a Lu Guang inizio a girare nel verso giusto. Il cielo della primavera, in cui dovevano ancora innamorarsi, tornò a brillare d’azzurro più forte e intenso che mai, e le nuvole a sfilacciarsi di bianco. Il prato verde, appena annaffiato, luccicava come smeraldo, di tutti i passi che avrebbero camminato di nuovo insieme.

«Wow» sospirò. Continuando a osservarla, sulle sue guance comparve una piccola spolverata rosa. «I tuoi capelli… sono così… così… cosa sono?» Allugò una mano per toccarle una ciocca più lunga, sfuggita alla sua coda, e Lu Guang glielo lasciò fare. La ragazza se la rigirò tra le dita. «Sono come le nuvole…»

«È il bianco… le nuvole sono bianche.»

La ragazza sbatté le palpebre confusa. «...E i tuoi occhi?»

«Cheng Xiaoshi!» urlò una delle altre ragazze dal campetto. Lei sussultò, come se si fosse appena svegliata da un altro mondo, e si girò. «La palla!» aggiunse una sua amica.

Quindi era davvero… Cheng Xiaoshi. La speranza tornò a brillare nel suo petto, si sentiva già più leggera.

«S-sì… subito…»

Tornò a guardarla con gli occhi castani, stralunati, e si accorse che tra le sue mani ancora stringeva quella di Lu Guang, con una tocco lieve e delicato. Cheng Xiaoshi si ritrasse subito, sobbalzando di nuovo. Ridacchiò appena, portandosi la mano tra i capelli e scombinandoli imbarazzata. Veloce andò a recuperare la palla da basket dimenticata, ormai rotolata via di qualche metro.

Lu Guang sapeva ciò che sarebbe successo, stava solo aspettando, per essere sorpresa ancora una volta.

«Tu sei la ragazza nuova, giusto?» le chiese, tornando di nuovo da lei.

«Lu Guang…»

«Lu Guang…» il viso di Cheng Xiaoshi era completamente arrossato, ma trovò il coraggio di guardarla negli occhi. Era davvero adorabile il contrasto con gli occhi marroni illuminati dalla luce del sole. «Ti va di unirti a me?»


«Eccomi!»

Lu Guang si girò, sentendo la voce di Cheng Xiaoshi. 

«Spero ti piaccia!» Le porse una lattina di tea fresco.

Lu Guang la prese e lesse sull’etichetta ‘Pesca e Rose’. Sorrise appena.

Era il suo gusto preferito.
L’aprì e la lattina sfrigolò. Cheng Xiaoshi si unì a lei, sedendosi sul muretto ruvido di pietra chiaro, bevendo veloce la sua Fanta. Rimasero in silenzio.

Il sole era basso nel cielo, in poco meno di un’ora sarebbe tramontato. Sembrava vibrare tra le nuvole e irradiarle di rosso, come se le onde di calore smuovessero e facessero ondeggiare tutto intorno a loro. Cheng Xiaoshi lo fissava, l’espressione di stupore non aveva ancora lasciato il suo volto. 

«Hey, Lu Guang… posso dirti una cosa?» 

«Dimmi pure…»

Cheng Xiaoshi si grattò la guancia con un dito, imbarazzata. Alcune abitudini non cambiavano nemmeno dopo tempi e universi interi. «È una cosa strana da dire così, ci siamo appena incontrate, però… è come se ti conoscessi da sempre.»

Lu Guang sorrise di nuovo, un po’ di più rispetto a prima.

«Hey! Non guardarmi così!» Arrossì di nuovo, più violentemente. «È come abbiamo giocato! Non c'era bisogno di dirti nulla eravamo perfettamente coordinate, come se avessimo giocato insieme per tutta la nostra vita. Ma non è solo quello… è tutto. È come se… ci fossi sempre stata… qui con me.»

Cheng Xiaoshi poteva aver dimenticato ciò che avevano vissuto, ma la sua anima sembrava non aver dimenticato la presenza di quella di Lu Guang. Forse erano destinate a rincorrersi, riprendersi e perdersi all'infinito. Era romantico, pensandoci, sapere che nonostante tutto, loro erano una sola cosa.

«Anche per me è così… Come se fossi stata sempre al tuo fianco.» Come se non ci fosse nessun altro posto nel mondo per lei.

«Però… questo non mi basta. Io voglio conoscerti meglio!» Raggiunse le sue mani, prendendole tra le sue e stringendole piano, come aveva fatto prima. «Voglio sapere chi sei!»

Nelle sue parole c'era una certa disperazione, come avesse paura che potesse svanirgli da sotto gli occhi e le mani. Come se avesse finalmente trovato qualcosa che stava cercando disperatamente.

«Anche io voglio conoscerti…»

Lu Guang era sincera, tutte le sue vite non erano mai bastate per farla smettere di imparare nuove cose di lei e innamorarsi di ogni piccolo e singolo dettaglio, sempre più, ogni volta. E poi glielo aveva promesso: in tutte le vite, in tutti gli universi. Per sempre.

«L’hai detto… sappi che non ti libererai più di me!»

Lu Guang si lasciò scappare un piccolo sbuffo divertito.

«Ci sto…»

... come se potesse desiderare qualcosa di diverso.

 

 

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Ledge I'm on

Baby





Note dell'autrice:
Salve a tutti e grazie per aver letto. Questa fic è nata all'improvviso, ho visto il trend dell'happy new yuri su twitter e mi ci sono buttata. Manco a dirlo che è stata una scrittura lampo, ma ne sono stranamente contenta.
Siccome è l'ultima storia di quest'anno, ci tengo a ringraziare tutti coloro che in questo periodo hanno letto le mie storie e gli amici che ho fatto su questo sito. Il 2023 è stato un anno non proprio top per me, specialmente all'inizio. E' per quello che mi sono riavvicinata alla scrittura e ad EFP. La vostra vicinanza e le vostre parole nel corso di quesi mesi mi sono stati di grande aiuto e mi hanno dato forza, peciò grazie davvero.
Vi auguro un buon anno nuovo! <3
   
 
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