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Autore: Tynuccia    03/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Forse sarebbe stato meglio se Yzak avesse deciso di premerlo davvero, il grilletto, durante il loro confronto sulla Colonia Mendel.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corrispondenza
 
 
 
Era cominciato tutto con un messaggio criptato, tanto banale, quanto casuale.
 
Lo aveva trovato nella sua posta elettronica e, benché facesse di tutto per risultare un inguaribile pelandrone, non aveva impiegato troppo tempo a decifrarlo, nella privacy della sua cabina. Inizialmente si era anche divertito, del resto stavano trascorrendo interminabili giornate in attesa che il conflitto in atto entrasse davvero nel vivo, ma invano. In più di un'occasione si era lamentato di quanto fosse annoiato e, sentendosi quasi una spia protagonista di qualche vecchio film, si era prodigato a capire chi fosse così interessato ad inviare poche righe ad un Redcoat caduto in disgrazia. 
 
Quando, poi, il testo del messaggio era divenuto chiaro, Dearka Elthman non aveva potuto fare altro che imprecare, infastidito.
 
Mi devi cento bigliettoni, cazzone — DLC2.
 
Si era passato una mano tra i boccoli, gli occhi fissi sul monitor ed un'inquietudine addosso che non sapeva spiegarsi. Anche con le sue capacità, quelle parole non avevano il minimo senso.
Aveva accantonato momentaneamente la faccenda, bollandola come un errore, o un bizzarro scherzo di qualcuno privo di senso dell'umorismo. Ogni tanto ci tornava sopra, trovando che, da 007 al servizio di Sua Maestà Dullindal, era diventato tutto più simile ad un romanzo giallo e lui, con una tenacia che non credeva di possedere, non si era dato per vinto. 
 
Ci era arrivato soltanto qualche giorno dopo, mentre si faceva la doccia ed elencava, mentalmente, tutte le scommesse che gli era capitato di fare durante la sua giovane esistenza. Fin troppe, come andava lamentando il Comandante Joule, ma almeno, di solito, aveva la decenza di vincerle. 
 
Tornò alla scrivania, lasciando piccole pozzanghere dietro di sé, e digitò rapidamente una risposta, altrettanto criptata:
 
Coglione.
 
Vagamente soddisfatto della sua impresa da poco, Dearka si strofinò l'asciugamano in testa. “Brutto bastardo”, mormorò tra sé, suo malgrado divertito dall’intera vicenda. Era stata proprio quella bizzarra firma, unitamente al suo excursus mentale, a fargli accendere la proverbiale lampadina: Dalida Lolaha Chandra II. O DLC2. 
 
Quando si era unito all’equipaggio dell’Archangel, nel 71, difficilmente avrebbe creduto che, a bordo, ci fossero dei personaggi tanto peculiari, quanto simpatici. Che fossero dei Natural non aiutava la sua mente allora ottusa, ma a ripensarci ora poteva tranquillamente affermare che si era fatto delle grasse risate, in barba al clima teso, soprattutto con Chandra, Murdoch ed il compianto Mwu. 
 
Il trillo di una notifica si propagò nell’aria, segnalandogli che quel perdigiorno dal nome tanto pomposo gli aveva già risposto. 
 
Fammi un bonifico. O dammeli in cash la prossima volta che ci vediamo. Sempre che tu ce la faccia ad uscirne incolume, ovviamente.
 
Dearka scoppiò a ridere, scuotendo piano il capo. Era strano provare nostalgia per giorni trascorsi tra il preoccuparsi della possibilità concreta di morire e l’insultarsi goliardicamente con gente che qualche mese prima avrebbe ucciso ben volentieri? Evidentemente sì, ragionò, perché per la prima volta dopo secoli si sentiva euforico. 
 
Lo stesso vale per te. E comunque non è detto nulla. Da chi hai sentito questa mirabolante notizia?
 
Non era minimamente orgoglioso del tema della suddetta scommessa, che secondo Chandra aveva perso. E che aveva davvero perso, ma questo lui non poteva certo saperlo: in un curioso attimo di romantica arroganza, mentre sbarcava dall’Archangel dopo la battaglia di Jachin Due, Dearka aveva accettato con ben poca grazia gli sfottò del Natural, che aveva malignato sulla durata del suo rapporto con Miriallia Haww. Per essere uno che era solito usare le donne meramente per intrattenimento sessuale, il biondo si era particolarmente risentito e, certo di un amore duraturo, aveva messo in palio cento dollari, affermando che lui e la CIC si sarebbero sicuramente sposati. 
 
A ripensarci ora, si sentiva un tantinello stupido. 
 
Sospirò, pizzicandosi il naso. Alla fine, aveva avuto ragione quell’idiota, e la cosa peggiore era che si sentiva ancora uno schifo per come erano terminati i giochi. 
 
Nuovamente il suo pc gli segnalò che era arrivata una notifica, e con tracotanza si preparò a leggere un traballante messaggio di scuse, ma le parole che campeggiavano sullo schermo gli fecero gelare il sangue nelle vene. Forse sarebbe stato meglio se Yzak avesse deciso di premerlo davvero, il grilletto, durante il loro confronto sulla Colonia Mendel. 
 
MH si è unita all’equipaggio. Me l’ha confermato lei stessa. 
 
In un primo momento, Dearka avrebbe voluto rubare il primo ZAKU nell’hangar e volare sulla Terra, alla ricerca di quella maledetta nave, per costringere Miriallia a riconsiderare una scelta tanto bislacca; ma, più che del plotone di esecuzione a seguito di un secondo cambio di fazione, aveva una paura fottuta del Comandante Joule e dei suoi implacabili modi rancorosi. 
 
Appoggiò le dita alla tastiera, ma si ritrovò straordinariamente senza parole. Usare Chandra come tramite per dimostrarsi un babbeo ancora innamorato della ex non era corretto, e inoltre aveva una reputazione da difendere. Allo stesso tempo, però, il pensiero che Miri si fosse nuovamente messa in pericolo volontariamente, così tanto lontana da lui e dal suo schieramento militare, gli attanagliava il cuore in una morsa fastidiosa. 
 
A salvarlo ci pensò un nuovo messaggio di Chandra:
 
Non preoccuparti. Ci terremo la pellaccia. Anche perché li voglio proprio, quei soldi.
 
“Morto di fame”, borbottò Dearka, ma comunque intimamente sollevato che la sua adorata CIC fosse in buone mani, senza neppure rendersi conto che era ben capace di difendersi da sé, senza l’aiuto di altri. 
 
Da quel giorno era cominciata una fitta corrispondenza, sempre criptata, in cui il Natural lo assicurava delle encomiabili imprese dell’Archangel. Non che Dearka nutrisse dubbi. Tra la potenza del Freedom pilotato da Kira Yamato, e le capacità di leadership di Murrue Ramius, non c’era proprio da preoccuparsi. 
 
Fino a quando, nel consueto bollettino in arrivo da Aprilius, era giunta voce che la Minerva avesse affondato, una volta per tutte, il Bipede. Un’operazione ambiziosa, chiamata ‘Angel Down’, che aveva fatto rallegrare gli ignari soldati a bordo della Voltaire. Eccezion fatta per Dearka Elthman.
 
In preda ad una nausea decisamente spiacevole, il biondo era corso in camera sua ed aveva digitato il solito messaggio criptato da inviare a DLC2. 
 
Giuro che se ce l’avete fatta anche stavolta te ne do duecento, di verdoni.
 
Aveva il fiato mozzato in gola, ed il tempo gli parve rallentare, in attesa che arrivasse una risposta, ma invano. Per quanto molti malignassero che senza cadaveri non si poteva dire conclusa in maniera accettabile la missione, a cominciare dallo stesso Comandante Joule, a Dearka parve abbastanza palese che la nave da guerra che per lui significava sia gioie che dolori era stata definitivamente, irrimediabilmente sconfitta. 
 
Per quella sera si era arreso a spegnere il computer, e si era buttato a letto, certo che il sonno non l’avrebbe colto. Si era quasi auspicato che la sirena rimbombasse per i corridoi, costringendolo a salire sul suo ZAKU e menare un po’ le mani per dissipare quell’ansia che non voleva saperne di abbandonarlo, al punto che, il giorno dopo, perfino Yzak gli aveva fatto notare che aveva un umore a dir poco nero, durante il pranzo. 
 
Dearka esibì una smorfia insofferente e fece per mandarlo al diavolo, ma il suo cellulare vibrò, costringendolo ad abbassare lo sguardo sull’apparecchio elettronico. La notifica, questa volta, era di un messaggio non criptato. 
 
Facciamo cinquecento e metto una buona parola per te con MH — DLC2, più vivo che mai.
 
Al giovane Elthman sembrò che il cuore avesse appena ripreso a battergli nel petto, dopo un’agonia senza pari. Rilasciò un sospiro e sbatté un pugno sul tavolo, ululando come un tifoso che vede la propria squadra preferita trionfare, quindi afferrò le spalle del Maggiore Hahnenfuss, talmente euforico che le scoccò un bacio sulla guancia. 
 
“D-D-Dearka!”, balbettò la poverina, rossa come la mela che stava mangiando, e si portò una mano alla parte lesa, manco avesse ricevuto un sonoro ceffone. 
 
“Grandioso!”, esclamò il ragazzo, salvo ritrovarsi a pochi centimetri dalla faccia di un furibondo Yzak, che, preda della gelosia perché aveva osato fin dove lui stesso non riusciva ad arrivare con la giovane per cui spasimava da tempo, lo aveva afferrato per il colletto e, ormai, lo stava riempiendo di insulti e ammonimenti sul corretto comportamento da tenere tra le file della sua squadra. 
 
Ma a Dearka, sinceramente, importava poco. 
 
Miriallia era ancora viva, per quanto non si parlassero, e tanto gli bastava. 
 
  
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