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Autore: Tynuccia    05/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] "Perché non hai passato abbastanza tempo con Yzak", ridacchiò Dearka, ma bastò un'occhiataccia da parte della loro ospite per tornare in carreggiata. "Ho fatto una cazzata".
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cagalli Yula Athha, Dearka Elthman, Miriallia Haww
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ammenda
 
 
 
Lo trovò appollaiato su uno degli sgabelli del bar, la camicia hawaiana che indossava slacciata sul petto ed un'espressione mesta ad appesantirgli i connotati, mentre giocherellava pigramente con un ombrellino infilato nel suo cocktail. 
 
Si sistemò il cappello a tesa larga e sospirò, andando ad accomodarsi vicino a lui. “Ecco dov'eri”, borbottò, e si tolse gli occhiali da sole, appoggiandoli sul bancone. “Sei proprio un grandissimo maleducato”.
 
“Dritta al punto”, notò l’altro, con una punta di fastidio nella voce. “Avevo bisogno di un po’ di silenzio. Un’altra spacconata di Asuka e mi sarei trasformato in una versione abbronzata di Yzak”.
 
Cagalli trovò quella frase particolarmente buffa, immaginandosi il Capitano Elthman con un caschetto argenteo, ma decise che non gliel’avrebbe fatta passare liscia. “Con tutto l’affanno che mi sono data, come minimo mi sarei aspettata un pelo di riconoscenza in più”. Sapeva che il problema vero non era certo il carattere arrogante di Shinn, ed era decisa a sbrogliare la matassa. Soprattutto perché, per una volta, il suo intervento non era legato a delicate questioni riguardanti Orb, e solo Haumea sapeva quanto avesse bisogno di qualche leggerezza. 
 
Accanto a lei, Dearka si accostò il bicchiere alle labbra. “Di sicuro non mi sarei aspettato una festa in piscina. Non da te, quantomeno”. 
 
Lei scosse il capo, decidendo di ordinarsi una birra. “L’idea è stata di Lacus”, confidò con fare sconfitto. “Avrei preferito una sobria cena, ma ho imparato a capire che quando si mette qualcosa in testa non la smuove nulla”. Sospirò, scocciata. “Ed è stupido stare in piscina quando c’è l'oceano a pochi passi”.
 
Dearka rise, memore delle trovate sempre un po’ originali della ex idol. “Beh, io non mi lamento di certo”.
 
Cagalli si sporse e gli diede uno scappellotto sulla nuca. “E allora mi spieghi perché sei così miserabile?”, lo rimbrottò, imbronciandosi. “Ero convinta che saresti stato l’animo della festa”. 
 
Lui andò a massaggiarsi la parte lesa, sollevando un sopracciglio. Che Cagalli fosse tutto fuorché una principessa lo sapeva già da quando aveva prestato servizio sull'Archangel, ma ogni volta che si imbestialiva in quel modo non poteva fare altro che rimanere perplesso, e domandarsi come fosse la vita di coppia con Athrun. "Solitamente lo sono", concesse quindi, sorseggiando il suo cocktail per nascondere la smorfia che gli piegava le labbra all'ingiù, "ma essere ignorato platealmente dalla persona che mi piace non è stato un bel colpo per la mia autostima".
 
Il Delegato di Orb socchiuse gli occhi, lieta che fossero finalmente giunti al nocciolo della questione. Credeva ci sarebbe voluto molto più tempo. "Approcciarti dopo due anni di silenzio facendole notare quanto fosse sexy con un bikini non è stata un'idea geniale", commentò con tono paziente. 
 
"Ehi, se una bella figa venisse a dirmi che sono la fine del mondo con questi addominali scolpiti non me la prenderei di certo!", protestò animatamente Dearka, provocando un risolino al barista, che stava discretamente asciugando dei bicchieri poco più in là.
 
Cagalli si schiaffò una mano sul volto, strofinandoselo stancamente. "Ma la conosci almeno un po', Miriallia?", lo accusò, iniziando a comprendere perché la giornalista non ne volesse più sapere. "Dannazione, solo una donna con gravi problemi di autostima potrebbe capitolare per una cosa del genere, e non è proprio questo il caso".
 
Il Capitano Elthman rimase in silenzio, il volto perennemente imbronciato. Effettivamente avrebbe potuto salutarla con una frase meno frivola, ma la verità era che, appena l'aveva vista arrivare, era andato nel panico più totale. Aveva trascorso un'imbarazzante quantità di tempo a pensare a cosa avrebbe potuto dirle, qualora il destino li avesse portati a incontrarsi nuovamente, e l'unica cosa che gli era uscita era stata quel complimento sgangherato. Non che fosse falso, del resto la Natural era rimasta un vero e proprio schianto, ma, come gli aveva fatto notare la giovane seduta al suo fianco, Miriallia Haww avrebbe probabilmente preferito se l'avesse accolta con un sonoro schiaffo in faccia. 
 
Lui, Yzak e Athrun si erano proprio scelti delle compagne particolari.
 
"Dimmi", ricominciò quindi Cagalli, decidendo di sorvolare sulle capacità relazionali del biondo, "si può sapere come mai è così arrabbiata con te? Certo, non sei la persona più semplice del creato, ma raramente ho avuto modo di vedere qualcuno tanto risentito".
 
"Perché non hai passato abbastanza tempo con Yzak", ridacchiò Dearka, ma bastò un'occhiataccia da parte della loro ospite per tornare in carreggiata. "Ho fatto una cazzata".
 
"E fin qui non mi stupisco".
"Ehi!".
"Scusa, non ho saputo resistere".
 
Dearka strinse le labbra e tornò a concentrarsi sul suo ormai fidato ombrellino di carta. "Andava tutto bene, più o meno, e poi ha deciso di diventare una reporter. Secondo lei era un modo per non mettere a tacere il fatto che, nonostante l'armistizio tra la Terra e i PLANT, c'erano ancora parecchie guerre che portavano distruzione, e tutte quelle menate che conosciamo fin troppo bene. Lì per lì mi sono sentito proprio orgoglioso. Di tutte le sciacquette che ho mai frequentato, Miri era di certo la più tosta". Fece una pausa e prese un sorso dal bicchiere. "Poi, però, ho afferrato le implicazioni della cosa, ossia che sarebbe stata lontana da me, e in costante pericolo, e, esattamente come è successo oggi, mi è uscita una frase poco felice. Seguita da un'altra pensata poco brillante".
 
Suo malgrado intrigata da quel racconto, che sicuramente non conosceva nessuno, Cagalli lo esortò a continuare con un ampio gesto della mano.
 
Il Coordinator prese un respiro profondo. "Le ho detto che il posto di una donna perbene non è a fare fotografie sotto una pioggia di proiettili. E che, se il suo ex fidanzato fosse stato ancora vivo, avrebbe concordato con me".
 
Il Delegato sobbalzò vistosamente, talmente indignata che iniziò a ricoprirlo di sberle sul braccio. "Ti scongiuro, dimmi che è tutto uno scherzo, o ti assicuro che ti tolgo il saluto a mia volta!".
 
Dearka pigolò debolmente e si nascose il viso dietro le mani. Perfino il barista lo stava guardando come se fosse un killer di cuccioli. "Non so cosa mi sia preso!", protestò. "Cazzo, sono circondato da femmine con sotto due coglioni tanti. Tu, che sei praticamente destinata a diventare la padrona dell'universo, e pure la Hahnenfuss, che in una squadra di soli maschi è più rispettata di tanti ufficiali uomini con sulle spalle anni di onorata carriera. Per non parlare del Capitano Ramius".
 
"Fare il leccaculo non ti servirà a molto", notò Cagalli, incrociando le braccia sul seno. 
 
"Ma è la verità", fece lui, sincero. "E giuro, me ne sono pentito ogni fottuto giorno da quando mi ha scaricato".
 
La ragazza sospirò, preferendo ingollare un sorso di birra per non infierire troppo su quel povero diavolo. Rispetto al solito, aveva un aspetto così mortificato che non faticava a credergli. "Quindi fammi capire. L'hai trattata come una casalinga dei tempi andati e la prima cosa che hai fatto, appena l'hai rivista, è stata mercificarla? Dovrebbero farti presidente di qualche gruppo femminista, altroché". Le sue parole, vere, servirono solo a farlo sprofondare ulteriormente sullo sgabello. "Te la butto lì: chiederle scusa?".
 
Dearka la fulminò con lo sguardo. "Cosa credi che abbia fatto, subito dopo che se ne è andata? Le ho mandato talmente tanti messaggi, vocali e non, che mi ha bloccato perfino sui social che non usa più manco il mio vecchio".
E, anche qui, Cagalli non poteva dirsi stupita. Se, già ai tempi dell'Archangel, Miriallia non si era mai fatta troppi problemi a schifarlo, più per autopreservazione che altro, dopo un'uscita del genere era già un traguardo se non avesse fatto un bis dell'attentato con il coltello in infermeria. 
"La cosa che vorrei è riuscire a parlarle con il cuore in mano, ma a questo punto dubito che mi voglia prestare ascolto".
 
La bionda si rigirò la bottiglia di birra tra le mani. "So cosa intendi. Quando ci sono di mezzo i sentimenti, ma non le capacità comunicative, può tramutarsi tutto in un affare rognoso". Lo vide ammorbidire leggermente lo sguardo, conscio che si stava riferendo all'allontanamento da Athrun, durante la seconda guerra. "Se potessi tornare indietro, non credo che mi comporterei diversamente, ma probabilmente mi consiglierei di aprirmi di più con il mio compagno. E a lui direi la medesima cosa".

"Nessun pugno ben assestato?", suggerì Dearka, che pure si era stranito di come fossero precipitate le cose tra di loro per una mera incomprensione.
 
Cagalli esibì un ghigno furbo. "Ah, a quello ci ha già pensato Kira. Quando gli ha fatto un culo così, con il Freedom". E, ad avvolarare le sue parole, tese entrambi i pollici e gli indici in un gestaccio. 
 
Dearka intrecciò le braccia dietro la nuca, lasciandosi andare all'ennesimo sospiro. "Peccato non avere un gemello con un Gundam a disposizione".
 
"Guarda che quello a cui dovrebbero fare il culo sei tu", replicò Cagalli. "Asino", aggiunse, in un'azzeccata imitazione di Yzak. 
 
"Credo che sarebbe stato più produttivo non farvi conoscere", mormorò il Capitano Elthman. 
 
"Lo dice anche Athrun", valutò lei con cautela, quindi tornò a mettersi gli occhiali da sole. "Ora perdonami, ma secondo Lacus non è educato se la padrona di casa si assenta da una festa che non voleva minimamente dare". Si alzò, portando con sé la bottiglia di birra mezza vuota. "E tu, asino, vedi di andare a farti valere con Miriallia. Se entro la fine di stasera non vi sarete chiariti, giuro che ti prendo a pugni finché tua madre non ti riconoscerà più. E ti ricordo che sono finita in una rissa".
 
Dearka non poté fare altro che rabbrividire, sentendosi dispiaciuto per Athrun, ma anche lieto di aver parlato con lei di tutta quella situazione. "Va bene, va bene", concesse, sollevando le mani in aria a mo' di resa. "Grazie per avermi ascoltato".
 
Cagalli annuì, sorridendo. "Spero almeno che, quando tornerò dagli altri, potrò finalmente sentire la storia di quella dannata scommessa per cui Yzak ha dovuto ballare nudo al chiaro di luna. Non è che tu ne sai qualcosa?".
 
Il ragazzo scoppiò a ridere. "Certo, ma non spetta mica a me raccontarla".
  
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