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Autore: white_moon_night    10/01/2024    0 recensioni
Roberto e Tsubasa si rivedono dopo tanto tempo...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roberto Hongo, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-“Te ne sei andato!”- Tsubasa stava urlando, mentre le lacrime scendevano.

-“Mi dispiace."- Roberto pronunciò queste parole, abbassando lo sguardo.

-“Ti dispiace? Come posso credere a queste parole, come!?”- il ragazzo prese un profondo respiro per calmarsi -“Perché dovrei crederti,Roberto? Invece di guardarmi in faccia e dirmi che preferivi andartene senza di me, hai preferito scappare come un vigliacco, un codardo, lasciandomi una stupida lettera che in sé non conteneva che solo delle stupide scuse e niente di più.”- Tsubasa si fermo e guardò il mare.

Si trovavano in spiaggia. Erano quasi le 20:00 e non si vedevano da 5 anni. Quando Tsubasa era tornato a casa dopo un lungo allenamento, non si aspettava di trovare in cucina, lui. Non voleva crederci. Era felice perché in quegli anni gli era mancato, ma fu invaso dalla rabbia. Gli ritornò in mente il giorno in cui è corso in aeroporto per raggiungerlo ma l’aereo era già decollato. Ricorda il dolore che ha provato in qui mesi e il senso di non essere all’altezza. Ma la cosa peggiore era che in tutti questi anni si era sentito tradito dall’unica persona che lo capiva solo con uno sguardo. L’unica persona con la quale non aveva paura di far vedere le proprie debolezze e le proprie insicurezze. Con lui poteva essere semplicemente Tsubasa e niente di più.

-“Hai ragione.”- Roberto interruppe il silenzio tra di loro e si avvicinò al ragazzo -“Sono stato un codardo, un vigliacco. All’inizio volevo portarti davvero con me in Brasile, ma con il tempo sono cambiate le cose. Tu ad ogni partita diventavi sempre più bravo e in me cresceva il dubbio se ciò che ti ho chiesto non fosse che un gesto stupido ed egoista. Io non potevo più giocare a calcio e volevo che il mio sogno continuasse con te, ma era sbagliato. Tu hai tuoi sogni.”

-“Roberto smettila di mentire per favore, cavolo!”- Tsubasa sbottò -“Nella lettera mi dicevi che non era giusto che io lasciassi la mia famiglia e che non avevo bisogno di te! Ma perché ogni volta che penso a queste parole sento che non è tutto? Perché ho la sensazione che tu mi stia nascondendo il vero motivo della tua “fuga”? Guardami negli occhi e dimmi la verità Roberto, penso che mi merito una risposta onesta da te, dopo questi anni.”-

Roberto era impressionato dal ragazzo che aveva di fronte. Erano passati anni dall’ultima volta che l’aveva visto ed era solo un bambino ma ora. Ora di fronte a lui non c’era più un bambino di 13 anni, ma un ragazzo maturo di 18 anni. I suoi occhi color cioccolato così pieni di rabbia, dolore, frustrazione non potevano essere più belli, i suoi capelli sembravano ancora così morbidi. Roberto si rese conto che anche se erano passati giorni, mesi, anni, i suoi sentimenti per il ragazzo non sono svaniti. Al contrario, sono cresciuti e nel profondo sapeva che la scelta di andarsene 5 anni prima era stata la scelta giusta per proteggerlo.

Guardando Tsubasa, decise che era arrivato il momento però di essere del tutto sinceri e finalmente confessare quel segreto che per molto tempo ha provato a nascondere ma che ormai non può più. Almeno non può più nasconderla al giocatore numero dieci.

-“Hai ragione Tsubasa.”- Roberto si voltò verso il tramonto, era troppo difficile parlare se guardava il ragazzo -“Me ne sono andato per proteggerti.”-

-“Per proteggermi?”- Tsubasa chiese stranito.

-“Si, per proteggerti.”- Dio, quanto è difficile pensò Roberto -“Tsubasa me ne sono andato senza dirti niente perché tu avresti provato a fermarmi e conoscendomi non sarei riuscito a partire se ti avessi guardato negli occhi. Sono fuggito come un codardo perché quando mi sono reso conto dei miei sentimenti, era troppo tardi per cambiare. Con il tempo mi ero affezionato a te, molto più di quanto tu possa immaginare. Io e te ci siamo sempre capiti con uno sguardo e niente di più, tra di noi non servivano le parole. Eri diventato importante per me, e tutt’ora lo sei. Il nostro rapporto si è sempre basato sulla fiducia, lealtà, rispetto, ammirazione, stima. Averti come mio allievo era la cosa migliore che potesse capitarmi. No! La cosa più bella che mi sia capitata nella mia vita è averti incontrato!"- pronunciò queste ultime parole guardandolo dritto negli occhi.

-“Roberto…”- il numero 10 si perse nel blu degli occhi del ex giocatore brasiliano.

-“Aspetta, non ho ancora finito.”- Roberto alzò una mano per fermare Tsubasa e continuò -“Tu mi hai dato la speranza. Tu mi hai insegnato che nella vita non ci si deve mai arrendere. Tu sei diventato ossigeno puro per me. Mi bastava un tuo sorriso per stare bene. Quando non eri con me, mi sentivo solo e vuoto. Non vedevo l’ora che ritornassi da scuola per passare l’intero pomeriggio insieme. All’inizio pensavo che il nostro rapporto fosse come quello di due fratelli, come un padre e un figlio, come un mister e il suo allievo, ma con il passare del tempo capivo che non era così. Con il tempo mi sono accorto di come tu eri diventato il mio punto fisso. La mia essenza.”- prese una boccata di ossigeno -“Il mio cuore accelerava ogni volta che ti vedevo. Sorridevo ogni volta che ti guardavo. Per non parlare di quando venivi a trovarmi in camera e ci mettevamo a parlare di partite, di tecniche e dei tuoi sogni finché non ci addormentavamo. Dormivo sorridente solo quando tu eri con me, tutte le altre notti se non eri affianco a me, eri nei miei sogni. Sono stato uno stupido a non capire quello che stava succedendo e se mi fossi reso conto prima, avrei fatto in modo che non accadesse. Ero geloso dei tuoi compagni di squadra. Ero geloso della tua affinità con Misaki e non sopportavo di vedere Sanae tanto presa da te. In realtà non sopportavo l’idea che tu potessi legarti a qualcuno.”-

-“Aspetta!”- Tsubasa fermò Roberto -“Stai dicendo quello che sto pensando, Roberto?”-

Roberto guardò il ragazzo -“Se ti stai riferendo al fatto che mi sono innamorato di te…allora sì, Tsubasa!”- lo disse con voce ferma e chiara.

Entrambi abbassarono lo sguardo e non dissero niente. Fu Tsubasa che interruppe quel silenzio troppo pesante.

-“Lo sapevo.”- Tsubasa alzò lo sguardo sull’uomo più grande -“ All’inizio non capivo perché eri andato senza me. Ero così arrabbiato e triste. Con il passare del tempo leggevo e rileggevo quella lettera che mi avevi lasciato e più sentivo che dietro questa tua azione c’era un altro motivo.”- face un sospiro -“Ero troppo giovane quando te ne sei andato per capire che il tuo gesto non era stato egoista o da vigliacco. Crescendo, ho ripensato al rapporto che avevamo. All’inizio forse era davvero solo un rapporto tra un mister e un all’allievo, tra due amici e niente di più ma poi le cose sono cambiate gradualmente. I nostri sentimenti si sono tramutati sotto i nostri occhi e noi non ce ne siamo resi conto. Quando tu hai capito che per me il tuo affetto non era solo fraterno o paterno, hai capito che era meglio che ti allontanassi da me e hai deciso di partire senza dirmi niente. E come potevi? Non potevi mica venire da me e dire: Tsubasa me ne vado in Brasile senza di te perché mi sto innamorando di te. No, Roberto non potevi.”- Tsubasa si fermo per asciugarsi una lacrima che gli era scesa e continuò -"Ma sai perchè mi sono arrabbiato? Mi sono arrabbiato perchè hai deciso per entrambi senza darmi la possibilità di scegliere da solo cosa volessi. Sono arrabbiato non con te ma con me per non aver avuto il coraggio di dirti ciò che provavo. Ero arrabbiato con me stesso perchè mi sono accorto troppo tardi di ciò che sentivo!”-

-“Tsubasa, io…”- Roberto stava per continuare quando il ragazzo riprese a parlare.

-“Roberto non è colpa tua. Non siamo noi che scegliamo di chi innamorarci. Al contrario Roberto, ti devo ringraziare e chiederti scusa."- Tsubasa si girò per incontrare lo sguardo dell’ex giocatore.

-“Mi devi chiedere scusa, per cosa? Sono io quello che deve chiederti scusa per essersene andato così su due piedi.”-

-“No Roberto. Devo chiederti scusa per averti odiato tutto questo tempo perché pensavo mi avessi abbandonato. Devo chiederti scusa perché pensavo che fossi un vigliacco, un codardo, un egoista bugiardo.Pensavo che io non contavo niente per te quando in realtà il tuo gesto è stato compiuto solo per proteggermi. Vorrei tornare indietro e capire prima i tuoi sentimenti perché…"- Tsubasa si fermò un attimo -“perché quei sentimenti che tu provavi verso di me, non erano gli unici.”-

Roberto non credeva alle parole che stava sentendo -“Tsubasa, intendi dire che tu provavi qualcosa per me?”- chiese incredulo.

Tsubasa prendendo tutto il coraggio possibile -“Si, ma quando me ne sono reso conto era già troppo tardi e tu eri partito.”- fece una breve pausa e poi sorrise a Roberto -“Sai, penso che quello che è successo tra noi, sia stata la cosa migliore. Io ero troppo giovane e tu eri un ex giocatore che doveva ancora realizzare che non poteva più giocare a calcio e cosa più importante tu eri un adulto. Ma ora siamo qua ed entrambi siamo consapevoli che nonostante il tempo, i nostri sentimenti non sono cambiati.”- Tsubasa si avvicinò di un passo verso Roberto.

Roberto che per un attimo era sotto shock per le parole di Tsubasa, si riprese e avvicinandosi anche lui di un passo, sussurro -“Tsubasa non so cosa dire. Non mi aspettavo che i sentimenti fossero reciproci.Io…”- Roberto stava per continuare ma il giovane giocatore aveva appoggiato le proprie labbra sulle sue.

Appena si staccarono Tsubasa sorrise -“Abbiamo tutto il tempo per parlare. Roberto, non sono più un bambino e sono consapevole delle conseguenze che ci saranno se qualcuno scoprirà di noi, ma io non voglio più che ci allontaniamo. Continuerò a giocare a calcio e ad impegnarmi, ma voglio avverti al mio fianco come mister, come amico e come amante.Ci stai?”-

Roberto guardava il ragazzo che aveva lasciato anni prima. Quel ragazzo dai capelli morbidi, dagli occhi color cioccolato e un sorriso che ti porta in paradiso, si era annidato nel suo cuore e non se ne era più andato. Ricorda come fosse stato difficile anche solo respirare all’assenza di lui. Guardò il ragazzo negli occhi -“Non ti lascerò più!”- e lo baciò.

Rimasero su quella spiaggia ancora per lungo tempo, ridendo e parlando di tutte le cose accadute in quegli anni. Se una persona passasse per di lì, non potrebbe che pensare che quelle due persone sembravano così dannatamente felici e complici in tutto e per tutto!

   
 
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