Questa storia partecipa alla “Snowflakes challenge” indetto sul gruppo Facebook “Non solo Sherlock – gruppo eventi multifandom”

Questa storia viene scritta ISPIRANDOSI (sì, lo scrivo in maiuscolo onde evitare che non venga letto) ad un anime dal titolo “Il mio matrimonio felice”

Auguro a tutti buona lettura e...sì, sono tornata e vi adoroooooo

Dannati siano

gli attimi perduti

per orgoglio,

superficialità

e paura

Marzio Pellegrini – silenzi assordanti

Sconfitto.

Jareth era stato sconfitto, non era mai successo.

Quella sconfitta faceva male e non solo fisicamente.

Ma la colpa era solo ed esclusivamente sua e non c’era nulla che potesse fare per cambiare le cose.

Nel corso del suo regno aveva visto di tutto: donne che lo invocavano per far paura ai propri figli, non sapendo che lui esistesse davvero, fratelli e sorelle in guerra che lo utilizzavano come minaccia e, per concludere, parenti stanchi di sentire i lamenti di stizza o persino fame dei bambini.

Ognuno di loro aveva un motivo per chiamarlo e nessuno aveva mai superato il labirinto.

A quel punto, per obbligo, cancellava la memoria a tutti loro, anche a chi era stato rapito, arrivando così a creare lui stesso i goblin.

Tutte quelle creature, che procuravano solo un gran fracasso, erano tutti i bambini che venivano “venduti” a lui.

Con Sarah si aspettava qualcosa di diverso.

Non era realmente interessato a lei, era troppo vanitosa e superficiale per diventare sua sposa o altro.

No, lui era interessato al fratellino di lei.

Era da molto tempo che non veniva invocato, era rimasti pochissimi a nominarlo e nessuno di loro usava la frase per chiamarlo .

Aveva visto in Sarah e suo fratello le prede perfette.

Sarah, dopo aver scoperto che la matrigna attendeva un bambino, aveva iniziato a far crescere dentro di sé un odio tale che il Labirinto stesso aveva percepito e tramandato a Jareth.

Se quella ragazza, ormai adolescente, odiava così tanto una creatura non ancora nata, significava che avrebbe fatto qualunque cosa per sbarazzarsene.

L’aveva studiata, amava recitare e leggere favole, quale occasione migliore?

Con l’aiuto del Labirinto aveva creato quel maledetto libro e lei ci era cascata in pieno

Jareth aveva bisogno di un erede al trono e nessuna donna lo soddisfava abbastanza da poter sedere al suo fianco; nemmeno Sarah la quale, a detta di Jareth, era meglio perderla che trovarla.

Quel bambino era perfetto e possedeva tutto: una salute stabile, un fisico possente e una voce degna di un re.

Ma non aveva tenuto conto che Sarah, seppur superficiale, aveva più coraggio e intelligenza di quanto desse a vedere ed il risultato fu la prima sconfitta della sua vita...anzi, la seconda.

Solo in quel momento si rese conto che Sarah non gli aveva fatto tanto male come era successo in passato, quando Jareth era diverso e aveva qualcuno al suo fianco.

Una vera donna, una vera regina...l’unica che lo capiva.

Non era sempre stato così, il suo regno non era in rovina come adesso e il suo cuore non era di freddo.

Aveva perso tutto e lo aveva perso per colpa sua.

Dannati siano gli attimi perduti per orgoglio, superficialità e paura.

Dannato sia lui stesso.

E in quel momento, la sua mente tornò indietro nel tempo e il suo cuore divenne ancor più gelido.