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Autore: Tynuccia    13/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] “Vuoi che te lo macchi, dolcezza?”, chiese quindi all’unica ragazza del gruppo, agitando il bicchierino colmo di caffè.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doppi Sensi
 
 
 
 
Straordinariamente l’idea era stata di Yzak. 
 
Per staccare un attimo dall’interminabile riunione, che sembrava protrarsi da giorni piuttosto che da ore, aveva stupito i suoi due sottoposti con la proposta di andare a bere un caffè. 
 
Shiho e Dearka si erano lanciati un’occhiata di confusa intesa, perché il loro superiore non era certo il tipo da optare per fare delle pause, ma erano stati scaltri a sufficienza da non rovinare l’idillio improvviso.
 
A quello ci aveva pensato, ovviamente, l’albino stesso, riequilibrando l’ordine cosmico con un una sonora imprecazione nel constatare che, a quell’ora, la mensa del quartier generale di ZAFT era gremita di altri soldati che, evidentemente, avevano avuto la sua medesima pensata.
 
Reputandosi troppo nobile per condividere il proprio tempo circondato dal popolino, Yzak aveva quindi decretato che sarebbero andati alle macchinette del loro piano. Fortunatamente deserte. 
 
“Certo, questo caffè fa schifo, ma almeno non sarò obbligato a sentire stupide chiacchiere da bar”, valutò, compiaciuto del suo stesso piano. 
 
“Mi auguro che cambieranno la definizione di ‘pausa’, sul dizionario, includendo questo glorioso momento”, ironizzò Dearka. “Mi sento già molto più rilassato di prima”.
 
“Stai zitto!”, si innervosì Yzak. “Avresti preferito fare dieci minuti di coda alla cassa?”. 
 
Il biondo annuì con aria convinta. “Almeno avremmo perso ancora più tempo prima di tornare alla riunione”.
 
“Siete proprio due ingrati”, borbottò il Comandante Joule, guardandoli con aria torva. 
 
“Io non ho fiatato”, si giustificò Shiho, pensando che fossero due bambinoni quando si mettevano a bisticciare del nulla.
 
“Sai che novità”, replicò Dearka, con un sorriso divertito. 
 
“Non faceva ridere la prima volta, figurati ora, alla centesima”, mugugnò lei, seppure con voce calma. 
 
“Un giorno molto lontano capirai il mio humor, non ti preoccupare”, disse ancora l’altro, battendole un’amichevole pacca sulla schiena. “Certo, se il nostro boss ci mette così tanto a selezionarsi un caffè ci arriveremo molto in fretta”.
 
Yzak premette il bottone, con una vena che gli pulsava in fronte per quel disastro di momento, che sperava potesse essere conciliante, e l’unica cosa che avrebbe potuto farlo stare meglio era una tazza di caffè. Forte, amaro e nero, come il suo umore.
Agguantò il bicchierino, a fine erogazione, e non riuscì a fare altro che crucciarsi ulteriormente nel trovarsi di fronte a del latte. “Cazzone!”, sbottò all’indirizzo di Dearka. “Per colpa della tua fottuta fretta ho sbagliato l’ordine!”.
 
Immune ai suoi capricci, il biondo si limitò a sogghignare. Poi, con fare cospiratorio, gli si avvicinò, fino a sussurrargli qualcosa all’orecchio. 
 
Il volto di Yzak si fece scarlatto e gli mollò una pedata negli stinchi. “Idiota che non sei altro!”, strepitò. “Mi farai finire nei guai con le risorse umane!”. 
 
Dearka fece spallucce. “Ehi, pensavo che ti avrebbe fatto piacere”, disse, in sua difesa. 
 
L’altro scosse con veemenza il capo. “Non ti rispondo neanche”.
 
“Siete proprio due mocciosi”, sospirò Shiho, prendendogli il bicchierino di mano. “Questo lo bevo io, basta che la smettete di comportarvi in maniera tanto irrazionale”. 
 
“Sei sicura?”, indagò Yzak, le guance ancora più rosse. 
 
“Santa Shiho da Aprilius, prega per noi”, intonò Dearka, frapponendosi tra i due per effettuare il suo ordine e, con magnanimità, anche quello per il suo migliore amico. “Vuoi che te lo macchi, dolcezza?”, chiese quindi all’unica ragazza del gruppo, agitando il bicchierino colmo di caffè. 
 
“Per carità”, replicò lei, non dandogli soddisfazione ribattendo a quel becero doppio senso. “Del resto non avevo neppure voglia di caffè, volevo solo sgranchirmi le gambe”.
 
Decisamente più sereno dopo aver trangugiato il suo espresso, Yzak batté le mani una volta. “Forza, si torna al lavoro”, annunciò, autoritario, e iniziò a marciare in direzione del suo ufficio. 
 
Dearka lanciò il bicchierino nel cestino e agganciò il braccio a quello di Shiho. “Non c’è bisogno che scatti sull’attenti ogni volta che quel rognoso dice qualcosa, sai?”. La vide arrossire e stringere le labbra, al che decise che non era giusto, e paritario, aver sfottuto solo Yzak per la questione del latte. E poi, del resto, con lei aveva un altro genere di battuta pronta in canna. “Ma dimmi un po’, com’era?”.
 
Lei, che gli voleva un bene dell’anima, evitò di sbatterlo contro il muro nella speranza di una commozione cerebrale, e preferì rimanere in silenzio per non dargli appiglio, ma ovviamente il Capitano Elthman era più caparbio di così. 
 
E infatti continuò, indossando il suo sorriso più malizioso e abbassando convenientemente la voce. “Intendo, no? Del resto ti sei appena riempita la gola di un bel bicchierone di caldo, denso, delizioso latte del Comandante Joule”. 
 
“Non era denso, era in polv—“. Shiho smise di parlare, avendo colto soltanto dopo l’ennesimo doppio senso. 
Smise anche di camminare, così indignata che, al diavolo l’amicizia, afferrò il colletto dell’uniforme di Dearka e lo sbatté davvero contro il muro. 
 
Qualche passo davanti a loro, Yzak si voltò per quel trambusto e posò lo sguardo sulla scena, che di solito vedeva protagonisti lui e Athrun, ma decise che, per una volta in cui non era invischiato, avrebbe fatto il superiore. Decisamente. Un adulto fatto e finito. La bussola morale della loro squadra. “Maggiore, gli faccia male anche da parte mia, grazie”.
  
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