Era una bellissima notte a Manhattan.
Golia volò verso l'appartamento di Elisa e vide che le luci erano spente, ma la porta era aperta.
Entrò e sentì un cattivo odore.
Accese le luci e rimase senza fiato per l'orrore.
Elisa giaceva a terra in un lago di sangue.
I suoi vestiti erano tutti strappati, il suo corpo era pieno di lividi e ustioni e aveva il viso gonfio.
Golia corse verso di lei, la prese tra le braccia e vide che sulla sua fronte era incisa la parola Traditrice.
Capì che i Cacciatori l'avevano uccisa perché era sua amica.
L'aveva delusa. Non era riuscito a proteggerla.
Golia si svegliò dal suo sonno di pietra.
- Tutto bene? - chiese Hudson preoccupato vedendo la sua espressione.
- Non ne sono sicuro.
I quattro Gargoyle più giovani volarono via per vedere un film, invece Hudson andò a vedere la TV con Bronx.
In quel momento arrivò Elisa, che chiese: - Ehi, dove sono tutti?
- Elisa, sei viva! - esclamò Golia abbracciandola.
- Certo che lo sono, perché non dovrei?
- Ho sognato che i Cacciatori ti avevano uccisa! - disse Golia mentre grosse lacrime gli uscivano dagli occhi. - Credevo di averti persa per sempre!
- Va tutto bene, sono qui, era solo un sogno! - disse Elisa asciugandogli le lacrime.
- Ho paura di metterti in pericolo avendoti come amica.
- Ricordati che sono una poliziotta, la mia vita sarà sempre in pericolo.
- Hai ragione, ma... vorresti che fossimo più che amici?
- Sì Golia, ma non funzionerebbe.
- Perché? Angela ti vede già come una madre, gli altri come una sorella e Hudson come una figlia.
- Perché meriti di meglio. Devi sempre salvarmi e a volte mi sento debole e inutile.
- Elisa, non è vero! Sei forte, coraggiosa, leale e hai un cuore gentile!
- Pensi che abbiamo una possibilità?
- Sì. Ti amo, Elisa.
- Anch'io ti amo, Golia.
Lui la strinse a sé e la baciò sulle labbra.
Avrebbe sempre protetto Elisa, perché non poteva immaginare la sua vita senza di lei.