Henry era stato troppo duro con Stanley quel giorno.
Non sapeva perché, forse lo stress per gli esami, o per il caso, o era solo di cattivo umore.
Però non c'erano scuse per aver detto delle cattiverie a suo fratello.
Non si erano più parlati da allora e si sentiva davvero in colpa.
Stanley non aveva battuto ciglio e questo peggiorava le cose.
Certo, loro due litigavano spesso e Stanley era la persona più rilassata che conoscesse, ma chiunque poteva sentirsi ferito se gli si parlava in quel modo.
Forse Stanley era così abituato alle critiche da non aspettarsi un trattamento migliore?
Henry chiuse il libro, perché non sarebbe riuscito a studiare finché non avesse parlato con suo fratello.

Trovò Stanley nella loro stanza che leggeva un fumetto sul letto.
- Stanley, posso parlarti?
- Certo Henry, che succede?
- Prima ti ho detto delle cose orribili e mi dispiace. Non le pensavo davvero.
- Tranquillo, Henry. Eri solo di cattivo umore, succede.
- Stanley, sono sicuro che quei commenti hanno davvero ferito i tuoi sentimenti!
- Non è vero. Henry, non devi scusarti, è successo ed è finita.
- Mi vuoi ascoltare?!
- Henry, non dare tanto peso a questa cosa. Può succedere a tutti di comportarsi da idiota senza ragione.
- Ma non ti ho mai detto delle cose così cattive prima! Davvero non ci sei rimasto male?
- No, perché ti conosco Henry - disse Stanley prendendogli le mani. - So che non vuoi mai ferire i sentimenti degli altri di proposito. Sei un fratello fantastico e so che ci tieni a me, anche se a volte non lo dimostri.
- Stanley...
- E poi è difficile non arrabbiarsi con uno sciocco come me!
- Sei il mio sciocco! - disse Henry abbracciandolo. - E non ti cambierei per nulla al mondo!
- Ti voglio bene anch'io, Henry! - disse Stanley ricambiando l'abbraccio.
Loro due litigavano sempre, ma il loro affetto era più forte di qualsiasi cosa.
Comunque Henry decise che d'ora in poi avrebbe fatto più attenzione a quello che diceva.